Gianni Prandi

Gianni Prandi (Vidierre): “Vi spiego perché è necessario avere un rapporto consapevole con l’IA”

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (IA) sta trasformando velocemente la società, creando mistificazioni, pregiudizi e incomprensioni: secondo Gianni Prandi, Fondatore e membro del CdA di Vidierre, è importante rendersi conto che la tecnologia non è dotata di intelligenza reale, ed è più urgente che mai chiedersi come e secondo quali principi si dovrebbe utilizzare.

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Le IA sono realmente intelligenti? La risposta di Gianni Prandi

L’esplosione delle Intelligenze Artificiali (IA) presso le grandi masse ricorda, secondo Gianni Prandi, alcuni fenomeni verificatisi in corrispondenza con il lancio dei primi PC. Allo stesso modo in cui i computer dell’epoca furono salutati come innovazioni epocali che avrebbero risolto i problemi dell’umanità, così, quando si parla di IA, emerge spesso il luogo comune che in futuro saranno le Intelligenze Artificiali a occuparsi di tutto. Una mentalità non solo sbagliata, ma persino pericolosa: secondo Gianni Prandi, è importante ricordarsi che l’IA è in grado di mimare i processi cognitivi degli umani con eccezionale diligenza, ma non è realmente dotata di intelligenza e capacità critica. “Il suo mestiere è un altro, come se fosse uno straordinario archivista: sa incamerare quantità formidabili di dati e catalogarli con una rapidità eccezionale in modo da poterli confrontare”. “Usando il termine che si usava per distinguere le doti degli studenti: è un secchione, non un genio”.

Gianni Prandi: l’umanesimo applicato alle IA

Il problema è rappresentato dal modo “superficiale” con cui la maggioranza si pone di fronte a questa questione. La crescita incontrollata dei dispositivi tecnologici contribuirà a rendere le IA sempre più potenti e la diffusione del suo utilizzo aumenterà il numero di “azioni senza intelligenza” compiute nella società. Per questo, Gianni Prandi ritiene che sia necessario adottare un approccio molto più misurato e consapevole verso le IA. Ricordandosi sempre, soprattutto, la regola fondamentale: le Intelligenze Artificiali devono contribuire allo sviluppo dell’uomo, e non il contrario: “Come per tutte le innovazioni, se non vengono governate finiscono per schiacciare l’uomo. Per questo credo che sia importante stabilire regole e principi. Il rischio è che comprima l’autonomia, l’indipendenza e la capacità di decidere: un percorso che trasforma l’essere umano in un mezzo, mentre dovrebbe restare il fine”.

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Gianni Prandi (Vidierre) illustra i benefici dell’utilizzo delle IA in ambito ospedaliero

Secondo Gianni Prandi, Fondatore e membro del CdA di Vidierre, le Intelligenze Artificiali possono aiutare ad abbattere le interminabili liste d’attesa degli ospedali. Ma non solo: dalle procedure d’emergenza rese più efficienti alle applicazioni avveniristiche nella medicina predittiva, l’utilizzo delle IA si configura come una vera e propria rivoluzione nella sanità italiana e globale.

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Le IA come alleate degli ospedali: l’analisi di Gianni Prandi

Tra le carenze della sanità italiana nessuna è penalizzante per i pazienti quanto la scarsa organizzazione delle liste d’attesa che, tra ritardi e tempi lunghissimi, comportano spesso gravi rischi per la salute dei pazienti: tuttavia, secondo Gianni Prandi, Fondatore di Vidierre, questo problema può essere facilmente risolto attraverso l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (IA) nel settore sanitario. Avendo accesso alle cartelle mediche dei pazienti, l’IA può organizzare visite e interventi secondo un criterio di urgenza e gravità, evitando dunque i tristi casi (purtroppo assai frequenti) in cui un malato muore prima di avere ricevuto assistenza terapeutica o persino una visita di controllo. A tal proposito, Gianni Prandi ha citato il caso dell’Humber River Hospital di Toronto, il primo in Nordamerica ad essere completamente digitalizzato. Ogni aspetto della gestione di questa struttura, dai turni del personale all’approvvigionamento dei farmaci, è affidato ai big data, comportando così un notevole efficientamento di tutti i processi. Il vantaggio è duplice: da un lato si è assistito a un notevole risparmio dei costi (a beneficio dei contribuenti), dall’altro le liste d’attesa hanno potuto godere di una significativa riduzione.

Gianni Prandi: “Vi spiego tutti i modi in cui l’IA può contribuire alla nostra salute”

Le applicazioni delle Intelligenze Artificiali sono tuttavia, secondo Gianni Prandi, molto più vaste. Le IA possono stilare graduatorie di priorità anche per i malati che necessitano di un trapianto d’organi, moltiplicandone così le possibilità di sopravvivenza. Confrontando dati su una scala inimmaginabile da un essere umano, l’Intelligenza Artificiale può persino prevedere l’insorgere di disturbi e malattie croniche, agendo dunque in un’ottica di medicina predittiva. Il fondatore di Vidierre ne ha anche sottolineato le notevoli possibilità di utilizzo in contesti emergenziali, come la pandemia: “Durante la pandemia, se avessimo avuto a disposizione l’Intelligenza Artificiale, si sarebbero potuti indirizzare i casi più gravi verso i letti disponibili in tutte le regioni o potenziare l’assistenza remota della telemedicina con consulti e persino programmare interventi chirurgici sospesi durante il Covid”. Con prospettive tanto promettenti, è fondamentale che il sistema sanitario italiano implementi al più presto queste soluzioni innovative, prospettando un futuro in cui i computer lavoreranno incessantemente per il nostro benessere e la nostra salute.

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Italia e green jobs, Gianni Prandi: l’analisi di Vidierre

L’importanza dei green jobs sta guadagnando sempre più terreno nell’opinione pubblica italiana. Secondo un’analisi condotta da Vidierre, società fondata da Gianni Prandi che fa parte di Assist Group, gli italiani non solo riconoscono il valore di queste professioni ma le vedono anche come una soluzione per affrontare le sfide ambientali globali.

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Gianni Prandi: l’importanza dei green jobs

Gianni Prandi, fondatore e membro del CdA di Vidierre, ha recentemente condiviso i risultati di un’analisi nell’articolo pubblicato su “L’Espresso”. “I dati dimostrano come le previsioni sui lavori più richiesti in un prossimo futuro descrivano figure professionali qualificate”, ha affermato. Le competenze richieste per i professionisti della sostenibilità sono considerate essenziali per affrontare le sfide ecocompatibili attuali del nostro Pianeta. Tali figure professionali sono viste come un pilastro fondamentale per adeguare i business alle normative ambientali e per guidare la transizione verso un’economia più sostenibile. Ma il valore dei green jobs non si limita solo alla sfera ambientale. Gianni Prandi ha infatti messo in luce che l’importanza di queste professioni va oltre l’ambito ambientale, contribuendo anche al benessere economico. Promuovendo quindi una riorganizzazione dei business orientata alla sostenibilità, i green jobs mirano a preservare il valore economico delle società.

Gianni Prandi: il ruolo chiave di Vidierre

Vidierre, fondata da Gianni Prandi, è un punto di riferimento nel campo del monitoraggio e dell’analisi dei media. Dal 1993 la società ha fornito servizi di Media Intelligence attraverso il suo sistema avanzato di analisi dei Big Data, noto come WOSM®. Questo sistema permette di monitorare e analizzare oltre 25 milioni di fonti nazionali e internazionali, offrendo una visione completa e accurata dell’opinione pubblica e dei trend mediatici. La recente analisi condotta da Vidierre riflette un cambiamento culturale ed economico in atto in Italia. Gli italiani sono infatti sempre più consapevoli dell’importanza della sostenibilità e vedono i green jobs come una possibile risposta concreta alle sfide ambientali ed economiche del nostro tempo.

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Gianni Prandi: green jobs? Gli italiani ne riconoscono il valore

Aumenta tra gli italiani la considerazione data ai green jobs, ovvero le professioni che contribuiscono a salvaguardare il Pianeta: a rivelarlo è Gianni Prandi, fondatore e membro del CdA di Vidierre, in un articolo pubblicato su “L’Espresso”.

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Gianni Prandi: gli italiani riconoscono l’utilità dei green jobs

Gianni Prandi, fondatore e Consigliere di Amministrazione di Vidierre, ha commentato in un articolo uscito su “L’Espresso” i risultati di un’analisi condotta dalla società di Assist Group sulla percezione dei green jobs da parte degli italiani. Sono sempre di più le persone che riconoscono il valore e l’utilità delle professioni orientate alla sostenibilità ambientale nel mondo contemporaneo. Oltre ad offrire interessanti sbocchi occupazionali, la categoria dei “lavori verdi” contribuisce attivamente alla salvaguardia del nostro Pianeta attraverso l’adozione di pratiche ecocompatibili e all’utilizzo di energie rinnovabili. Gli ambiti interessati da tali professioni vanno dall’agricoltura sostenibile all’energia verde, dall’edilizia eco-friendly alla gestione responsabile delle risorse naturali.

Gianni Prandi: competenze fondamentali per affrontare le sfide della sostenibilità

I dati dimostrano come le previsioni sui lavori più richiesti in un prossimo futuro descrivano figure professionali qualificate”, commenta Gianni Prandi, evidenziando come le competenze richieste ai professionisti “verdi” vengano ormai universalmente considerate essenziali per poter affrontare le sfide legate alla sostenibilità. “I green jobs vengono percepiti come un utile apporto per adeguare i business alle normative ambientali e per poter affrontare la transizione verso un’economia più sostenibile”, aggiunge il fondatore di Vidierre, mettendo inoltre in luce il valore di questa nuova categoria anche sotto il profilo economico. Attraverso la riorganizzazione dei business in chiave sostenibile, contribuisce infatti alla salvaguardia del valore economico della società.

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Gianni Prandi: “Gli italiani favorevoli alle misure di fact checking per contrastare la disinformazione”

Le fake news? Un fenomeno insidioso che continua a propagarsi in Rete nonostante le misure di fact checking sempre più attente: Gianni Prandi espone i dati di Vidierre sulla percezione della disinformazione su internet, mostrando come l’esigenza di strumenti di controllo più efficaci sia sempre più sentita tra gli italiani.

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Gianni Prandi: “Le fake news? Problema che preoccupa gli italiani”

Dai dati emerge come l’opinione pubblica sia preoccupata per la divulgazione delle fake news e per il loro persistere sulla Rete”: ad affermarlo è Gianni Prandi, Fondatore e Membro del CdA di Vidierre, che osserva come gli italiani siano sempre più in allarme per la diffusione incontrollata della disinformazione sui social e sul web. Attraverso sofisticate tecniche di analisi dei media, Vidierre è stata infatti in grado di studiare questo insidioso fenomeno, indagando la percezione pubblica nel Paese attraverso dettagliate statistiche. Desta particolare preoccupazione il fatto che le notizie false siano apparentemente immuni da qualsiasi forma di rettifica: “La mancanza di tempo, voglia o strumenti per verificare l’attendibilità di una notizia permette alle fake news di diffondersi e perdurare sulla Rete anche dopo la loro smentita”. Secondo i dati riportati da Gianni Prandi, gli italiani non sembrano avere fiducia nella capacità dei propri concittadini nel riconoscere le bufale: ben il 48% del campione si è detto scettico sull’abilità di discernimento dell’utente medio sul web.

L’esigenza di strumenti di controllo più rigorosi nell’analisi presentata da Gianni Prandi

Non stupisce dunque che, secondo i dati presentati da Gianni Prandi, la stragrande maggioranza degli italiani richieda con urgenza mezzi di controllo delle notizie più stringenti e attenti. Ben l’84,8% degli italiani auspica infatti una intensificazione della stretta sui contenuti online, percentuale in netto aumento rispetto a due anni fa, in cui si fermava al 78,4%. Resta tuttavia “positivo il giudizio sulle misure di fact-checking utilizzate dai grandi media”, a dimostrazione del fatto che i cittadini apprezzino qualsiasi tentativo di contrastare questa pericolosa tendenza.

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Gli italiani e le fake news: Gianni Prandi analizza i risultati di uno studio condotto da Vidierre

Le fake news sono diventate un grande problema per la società moderna, e l’Italia non fa eccezione. Gianni Prandi, fondatore di Vidierre, ha evidenziato come sempre più italiani siano consapevoli del pericolo rappresentato dalla disinformazione e dell’incapacità di molti individui nell’identificare le notizie false.

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Gianni Prandi: italiani sempre più preoccupati sulla diffusione delle fake news

La diffusione delle fake news è un fenomeno preoccupante che compromette la qualità del dibattito pubblico e alimenta la disinformazione. Secondo i risultati di uno studio condotto da Vidierre, società di Assist Group fondata da Gianni Prandi, la maggioranza degli italiani esprime una crescente preoccupazione per la propagazione delle notizie false sul web. Per l’opinione pubblica, ad essere particolarmente allarmante è il fatto che molte fake news continuino a propagarsi nonostante siano state smentite e questo a causa di “mancanza di tempo, voglia o strumenti per verificare l’attendibilità di una notizia”, permettendo loro di “diffondersi e perdurare sulla Rete” indisturbate.

Gianni Prandi: l’opinione pubblica sulla lotta alla disinformazione online

Stando a quanto riportato da Gianni Prandi, l’84,8% degli italiani ritiene che sia necessario implementare controlli più rigorosi per combattere questo fenomeno, un dato che evidenzia la crescente consapevolezza dell’opinione pubblica sull’importanza di contrastare la disinformazione. Ecco perché gran parte delle persone valuta positivamente le misure di fact-checking messe in atto dalle principali piattaforme online per limitare la diffusione delle fake news. Ben il 78% del campione si dice turbato dalla tendenza delle notizie false a persistere sul web anche in seguito a smentite inconfutabili e quasi la metà riconosce che l’utente medio non sia in grado di distinguere una “bufala” da una notizia reale.

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Gianni Prandi, fake news e fact checking nell’opinione pubblica: tra preoccupazioni e scetticismo

Le fake news costituiscono una preoccupazione sempre maggiore per gli italiani: nella recente analisi effettuata da Vidierre, il fondatore della società Gianni Prandi ha messo in luce come i cittadini del Belpaese siano sempre più coscienti del pericolo costituito dalla disinformazione, nonché dal fatto che molti utenti siano impreparati nell’identificarle.

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Gianni Prandi: la preoccupazione degli italiani verso le fake news

Gianni Prandi, fondatore e membro del CdA di Vidierre, società di Assist Group, ha recentemente affrontato un tema che preoccupa e fa discutere gli italiani: quello delle fake news, ovvero notizie o informazioni false che si diffondono nella Rete, aumentando la disinformazione e inquinando il dibattito pubblico. Il manager ha presentato i risultati del recente studio ad opera della società, affermando che “dai dati emerge come l’opinione pubblica sia preoccupata per la divulgazione delle fake news e per il loro persistere sulla Rete”. Particolarmente preoccupante per gli italiani è il fatto che “la mancanza di tempo, voglia o strumenti per verificare l’attendibilità di una notizia permette alle fake news di diffondersi e perdurare sulla Rete anche dopo la loro smentita”. Le cosiddette “bufale” sembrano dunque prosperare incuranti di qualsiasi smentita. Ciononostante, il giudizio sulle misure di fact-checking messe in atto dai giganti del web rimane in larga parte positivo.

Gianni Prandi sulla disinformazione online: parlano i numeri

Secondo quanto riportato da Gianni Prandi, la grande maggioranza degli italiani (ben l’84,8%) ritiene che sarebbero necessarie misure di controllo più stringenti per evitare la diffusione incontrollata delle fake news. Un dato in aumento netto rispetto al 2021, nel quale era il 78,4% a invocare ispezioni più accurate. Il 78% del campione è particolarmente turbato dal fatto che le notizie false continuino a circolare anche dopo smentite irrefutabili, mentre il 48% ritiene che l’utente medio del web non sarebbe generalmente in grado di riconoscere una fake news trovandola davanti. Gran parte degli italiani vede comunque in una luce positiva le misure di fact-checking prese dalle maggiori piattaforme online per evitare la circolazione incontrollata della disinformazione.

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Gianni Prandi, come sono visti i green jobs in Italia? L’analisi di Vidierre

I professionisti specializzati nella sostenibilità sono veramente in grado di affrontare le sfide della transizione ecologica? Gianni Prandi, fondatore e membro del CdA di Vidierre, ha commentato i dati presentati nel report realizzato dalla società, osservando come il fenomeno dei “lavori verdi” sia percepito positivamente dalla maggioranza degli italiani nonostante permangano dubbi sulla preparazione e la capacità di mediare con il mondo del business.

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Gianni Prandi: l’opinione degli italiani sui “nuovi lavori” incentrati sulla sostenibilità

Gianni Prandi, fondatore della società specializzata in analisi e monitoraggio dei media Vidierre, ha presentato i dati del recente report incentrato sul tema dei cosiddetti green jobs, ossia le professioni incentrate sull’ecologia e la sostenibilità che il processo globale della transizione ecologica rende sempre più necessari. Man mano che le società riflettono su come ridurre le proprie emissioni e implementare l’economia circolare, cresce infatti la necessità di nuovi specialisti dotati di competenze ibride che siano in grado di coniugare profitto aziendale, innovazione e sensibilità ecologica. Ma cosa ne pensano gli italiani? L’analisi di Vidierre non lascia dubbi: come illustrato da Gianni Prandi, l’82,2% dei cittadini ha un’opinione positiva dei nuovi “lavori verdi”, in netta crescita rispetto ai dati del 2021 (76,3%). Conseguentemente, è calata la percentuale degli scettici (da 11,6% a 7,2%) e degli incerti (da 12,1% a 10,6%).

Gianni Prandi: le criticità dei green jobs nell’analisi di Vidierre

Gianni Prandi ha inoltre osservato che, secondo la maggioranza degli italiani (il 48%), i “lavori verdi” danno un contributo significativo allo “sviluppo umano ed economico” della società: “I dati dimostrano come le previsioni sui lavori più richiesti in un prossimo futuro descrivano figure professionali qualificate. I green jobs vengono percepiti come un utile apporto per adeguare i business alle normative ambientali e per poter affrontare la transizione verso un’economia più sostenibile”. Il report di Vidierre rileva tuttavia anche delle criticità nell’opinione pubblica. Ad esempio, il 49% degli italiani non ritiene che i professionisti dei green jobs siano in grado di mediare efficacemente tra il mondo del business e la protezione del Pianeta, contro il 37% degli ottimisti. Non mancano anche i dubbi sull’effettiva competenza di queste figure: il 43% ritiene che non siano preparate a sufficienza, mentre il 42% si esprime a favore. Sembra dunque che sarà necessario ancora qualche anno perché la maggioranza degli italiani si convinca del fatto che questi lavori svolgano un ruolo concreto e insostituibile nel salvaguardare il Pianeta.

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Disinformazione, Gianni Prandi rivela i dati dello studio di Vidierre: “Gli italiani preoccupati dalle fake news”

Gli italiani richiedono a gran voce una soluzione contro la piaga della disinformazione online: questo è quanto emerge dai dati presentati da Gianni Prandi, Fondatore di Vidierre, tratti dal recente report che la società ha realizzato sul tema delle fake news.

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Gianni Prandi, la disinformazione sui social: dati e numeri di Vidierre

Com’è che gli italiani percepiscono la disinformazione su internet? Gianni Prandi, membro del CdA e Fondatore di Vidierre, ha risposto a questo interrogativo rivelando i dati pubblicati dalla società sul tema delle fake news. Secondo quanto emerge dallo studio, la stragrande maggioranza dei cittadini vive il fenomeno con crescente preoccupazione. Già nel 2021, il 78,4% degli italiani sosteneva la necessità di aumentare il controllo sui mezzi di informazione: oggi, la quota degli allarmati ha raggiunto l’84,8%. Gli scettici, invece, sono scesi dal 12,1% all’8,6%, e cala allo stesso modo il numero degli indecisi. Ben il 78% dei cittadini vede in modo estremamente negativo il fatto che le fake news sul web continuino a circolare anche dopo la smentita.

Gianni Prandi: “Italiani favorevoli alle misure di fact-checking”

Lo studio illustrato da Gianni Prandi ha rivelato inoltre come gli italiani siano perlopiù scettici sulla capacità dei loro concittadini di riconoscere una fake news su internet: il 48% del campione ha infatti scarsa fiducia nel fatto che i singoli individui siano in grado di riconoscere la disinformazione come tale, mentre il 39% appare più ottimista. Quasi unanime, invece, è l’approvazione verso le misure di fact-checking messe in atto dai media (61%), a dimostrazione del fatto che l’esigenza di un controllo dei canali di informazione è sempre più sentita. Concludendo la presentazione dei dati, Gianni Prandi ha commentato: “Dai dati emerge come l’opinione pubblica sia preoccupata per la divulgazione delle fake news e per il loro persistere sulla Rete. La mancanza di tempo, voglia o strumenti per verificare l’attendibilità di una notizia permette alle fake news di diffondersi e perdurare sulla Rete anche dopo la loro smentita. Positivo il giudizio sulle misure di fact-checking utilizzate dai grandi media”.

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Gianni Prandi spiega le applicazioni dell’IA nella sanità: “Prevenzione e riduzione dell’attesa”

Le lunghissime liste d’attesa sono percepite come uno dei maggiori problemi che affliggono la sanità italiana: la disorganizzazione, in particolare, spesso mette i pazienti bisognosi di cure urgenti in serio pericolo di vita. Gianni Prandi, Fondatore di Vidierre, sostiene che l’applicazione di IA e Big Data a questo settore potrebbe offrire una soluzione olistica a queste criticità.

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Gianni Prandi: i numerosi benefici dell’applicazione dell’IA alla sanità

Razionalizzare l’approvvigionamento di farmaci, pianificare i ricoveri, organizzare i turni del personale, stilare graduatorie di priorità basate sullo stato di salute dei pazienti: secondo Gianni Prandi, AD di Vidierre, questi sono solo alcuni esempi di come l’Intelligenza Artificiale, in combinazione con i Big Data, potrebbe rivoluzionarie il sistema sanitario offrendo un servizio più efficiente e completo ai pazienti. In particolare, l’IA potrebbe rivelarsi fondamentale per combattere una vera e propria piaga del sistema sanitario italiano, ossia i lunghissimi tempi di attesa che sono necessari per ottenere anche solo una diagnosi. Tempistiche che possono essere fatali, nel caso di patologie gravi che richiederebbero cure tempestive. Secondo Gianni Prandi, tuttavia, l’IA potrebbe svolgere un ruolo importante nell’organizzare il servizio in modo che i soggetti a rischio vengano visitati in tempo: “Nel caso delle ASL, se c’è la possibilità di accedere alle cartelle cliniche degli assistiti, l’IA può dare la precedenza valutando le condizioni complessive del paziente: la capacità di analisi dei dati, eventualmente confrontati anche con le statistiche delle patologie ricorrenti sul territorio e per fascia d’età, riesce a definire un fattore di rischio e di conseguenza l’urgenza o meno di una prestazione medica, creando una graduatoria tra tutti i pazienti”. Questo senza tenere conto, inoltre, dell’enorme risparmio che si verificherebbe per i contribuenti nel caso in cui gli aspetti burocratici e organizzativi della sanità venissero automatizzati.

Gianni Prandi: verso a una medicina predittiva grazie all’IA

Secondo Gianni Prandi, tuttavia, le potenzialità dell’IA in ambito sanitario sono ancora superiori. Man mano che i database delle Intelligenze Artificiali si espanderanno, aumenterà anche il suo potere di prevedere l’insorgenza di determinate patologie nei pazienti, dando vita a un vero e proprio modello di medicina predittiva: “Più queste raccolte di informazioni si arricchiranno, più la tecnologia dei Big Data offrirà all’Intelligenza Artificiale l’opportunità di ipotizzare veri percorsi di medicina predittiva. Si potrebbe strutturare una rete di prevenzione globale, in grado potenzialmente di abbattere la letalità di alcuni mal”. Una simile struttura informatica avrebbe potuto salvare migliaia di vite durante un’emergenza come il Covid-19, indirizzando i casi gravi nei posti letto appropriati e persino fornendo assistenza remota tra i diversi medici. Gianni Prandi cita l’Humber River Hospital (HRH) di Toronto come un esempio virtuoso di ospedale che ha compiuto con successo questo rivoluzionario processo di integrazione tra sanità e Intelligenza Artificiale. Ma il futuro, sottolinea, è quello di una rete nazionale o persino mondiale per una sempre maggiore tutela delle persone.