Giampiero Catone

Famiglie e inflazione, Giampiero Catone: crescono le spese obbligate

A pesare oggi sui consumi delle famiglie italiane è l’inflazione: il 60% della spesa media mensile finisce in cibo, carburante e bollette. L’approfondimento di Giampiero Catone.

 Giampiero Catone

Giampiero Catone: famiglie e spese obbligate, la situazione attuale

Le spese obbligate delle famiglie italiane sono in continuo aumento. A confermarlo, sottolinea Giampiero Catone nel suo editoriale, è una stima dell’Ufficio studi della CGIA riferita al 2022: gli acquisti per i generi alimentari, per i trasporti e per la casa sono stati, sul totale della spesa mensile media di una famiglia italiana, pari al 59,6% con un’incidenza di 3,8 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente. L’anno scorso, a fronte di una spesa mensile media pari a 2.016 euro, 1.202 euro sono stati “assorbiti” dagli acquisti obbligati: di questi, 265 euro per benzina-gasolio e spese su mezzi pubblici, 425 euro per la manutenzione della casa e per le bollette di luce-gas-spese condominiali e, infine, 511 euro per il cibo e le bevande analcoliche.

Giampiero Catone: spese obbligate +16,6%

L’inflazione, scrive Giampiero Catone, ci spinge a spendere di più: oggi gli italiani portano a casa meno beni e la gran parte della spesa è dedicata ai generi alimentari, al carburante e alle bollette. Secondo i dati, tra il 2021 e il 2022, le uscite per le spese obbligate della famiglia media italiana sono incrementate di 171 euro (+16,6%). Mentre quelle complementari (o consumi commercializzabili) sembrano scemare. Nel 2022, l’aumento medio dell’inflazione si è attestato attorno all’8%: nonostante ciò, in termini assoluti l’incremento di questa tipologia di spesa si stima nullo. “Si ipotizza che negli ultimi due anni per acquistare alcolici, abbigliamento/calzature, mobili, tempo libero, ristorazione, ricettivo, istruzione, sanità, cura della persona, etc., la famiglia media italiana abbia speso mensilmente 815 euro. Non solo. Ma se la grande distribuzione organizzata e le vendite online hanno registrato risultati positivi, le attività commerciali e artigianali di piccola dimensione dei settori appena richiamati hanno invece visto peggiorare la propria condizione economica”.

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Giampiero Catone: scelte concrete per rilanciare occupazione e sviluppo

Il futuro dell’occupazione in Italia è al centro del dibattito politico ed economico. La sfida del lavoro è cruciale per la crescita del Paese, per il benessere diffuso e per la prevenzione di “una bomba sociale che continuiamo a ignorare”. Ne parla Giampiero Catone nel suo editoriale pubblicato su “La Discussione”.

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Giampiero Catone: utilizzare i fondi in arrivo per creare nuova occupazione

Per far sì che l’occupazione possa aumentare, scrive Giampiero Catone, non basta incentivare e concedere sgravi fiscali solo a chi assume, occorre creare le condizioni per inserire nel tessuto produttivo non solo le mansioni tradizionali ma anche le nuove professionalità, compresi giovani e donne. In tal senso, il recente annuncio dell’arrivo di 28,6 miliardi di euro complessivi per finanziare 21 programmi regionali e sei programmi nazionali, di cui 14,81 di risorse europee e 13,83 miliardi di cofinanziamento nazionale, rappresenta una grande opportunità per investire nel futuro dell’occupazione. In particolare, i giovani e le donne saranno i protagonisti del maxi piano. Per promuovere l’occupazione giovanile, il Governo sta lavorando su politiche attive e nuovi assunti, ad esempio attraverso la decontribuzione per gli under 36. Tuttavia, ricorda Giampiero Catone, non basta incentivare le imprese, occorre garantire anche salari soddisfacenti ai giovani e alle donne, che rappresentano una quota significativa dei NEET, ovvero giovani che non sono né studenti né lavoratori.

Giampiero Catone: “Agire e dare segni chiari e concreti alle imprese

Secondo le rilevazioni elaborate dalla Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro su dati Unioncamere, ricorda Giampiero Catone, il mercato italiano a fine 2022 aveva bisogno in media di 238mila laureati e 335mila diplomati secondari. Rappresentano i due terzi del fabbisogno complessivo. A questi si aggiungerebbero 130mila diplomati delle scuole di formazione professionale. Tuttavia, mancano ancora 47mila laureati ogni anno e il 40% dei diplomati richiesti dalle scuole di formazione professionale. “C’è ora da sperare che si sappiano utilizzare i fondi in arrivo per creare nuova occupazione, che si dia alle imprese la possibilità di assumere e potenziare gli organici con sgravi e incentivi ad hoc per i neo assunti. Il tempo delle decisioni incalza, non basta fare convegni e annunci”, conclude Giampiero Catone sottolineando che “è giunto il momento di agire e di dare segni chiari e concreti alle imprese che vogliono ampliare l’organico ai giovani che cercano un inserimento e riconoscimento sociale ed economico”.

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Più pensionati che lavoratori. Giampiero Catone: colpa di denatalità e scarsa forza lavoro

Giampiero Catone, Direttore del quotidiano “La Discussione”, in un suo editoriale parla di lavoro e previdenza, e del paradosso che rischia di schiacciare l’Italia.

Giampiero Catone

Giampiero Catone: una situazione pericolosa per l’Italia

L’Italia è arrivata ad “un punto critico che impone riflessioni e rimedi urgenti”, ha scritto in un editoriale Giampiero Catone, riferendosi al fatto che il numero di pensionati abbia superato quello dei lavoratori. “Non è normale, per un Paese che si annovera come potenza economica del G7, che ha una storia industriale di primo piano, che primeggia nell’export, che ha settori come l’agroalimentare che produce eccellenze”. A pesare sulla situazione sono soprattutto la denatalità, che da ormai 30 anni affligge l’Italia, e il depotenziamento della forza lavoro. “Tra il 2014 e il 2022 la popolazione italiana nella fascia di età più produttiva (25-44 anni) è diminuita di oltre un milione e 360 mila unità”. Attualmente, meno del 38% della popolazione ha un impiego. Insomma, sotto il peso di questa contraddizione l’Italia rischia parecchio.

Riforme per il lavoro, fisco equo e meno burocrazia inutile: gli obiettivi del Paese secondo Giampiero Catone

Il Direttore del quotidiano “La Discussione” non è il solo a parlare di emergenza legata al lavoro e alla previdenza. Emma Marcegaglia (ex Presidente di Confindustria e imprenditrice) e Gianna Fracassi (Vicesegretaria Generale della CGIL) hanno sottolineato la necessità di soluzioni concrete e celeri, invitando il Governo ad intervenire con riforme del lavoro che tutelino donne e giovani, che facciano aumentare i salari, la produttività e le opportunità di formazione. Un fisco equo e progressivo, capace di garantire i diritti di tutti e il welfare, dovrebbe essere un’altra priorità del Paese. Infine, il tema di una burocrazia semplificata, a favore di “una riforma fiscale che premi le imprese che assumono”. Giampiero Catone conclude il suo editoriale con l’auspicio che il Governo “sappia cogliere la voglia che c’è in Italia di stabilità”, “creando condizioni vantaggiose per imprese e lavoratori”.

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Governo Meloni, le principali sfide: il pensiero di Giampiero Catone

L’Esecutivo a guida Meloni ha tutte le carte in regola per indirizzare il Paese verso un nuovo percorso di crescita. Ne ha parlato Giampiero Catone in un editoriale pubblicato su “La Discussione”.

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In campo il Governo Meloni, Giampiero Catone: “Giudizio sarà sui fatti

È un cammino non facile quello che si appresta ad affrontare il primo Premier donna della storia repubblicana. Terminato il passaggio di consegne con Mario Draghi, il Governo dovrà subito mettersi al lavoro e confrontarsi con il Paese reale. Ad offrire una panoramica sulle sfide che attendono Giorgia Meloni è Giampiero Catone, Direttore del quotidiano “La Discussione”. “Il Governo con i suoi Ministri ha tanti volti nuovi – si legge in uno dei suoi editoriali – Accanto a loro uomini e donne di consolidata esperienza nelle istituzioni e nella politica. Il lavoro sarà duro e come annunciano le opposizioni di sinistra non ci saranno sconti. Il giudizio sarà sui fatti”. Ora è più che mai fondamentale che Giorgia Meloni dimostri “tutte le sue capacità, il suo impegno e la sua passione al confronto politico”, sottolineava

Giampiero Catone. E soprattutto che dia ampio spazio al fronte moderato del Paese: “Sono valori che Giorgia Meloni conosce bene. Siamo certi che li promuoverà al meglio con uomini, progetti e scelte”.

Giampiero Catone: “In Italia un contesto difficile ma anche tante opportunità

Tra le priorità dell’Esecutivo spiccano legge Finanziaria, Bilancio, previdenza e lavoro. Compiti ardui, spiega Giampiero Catone, ai quali si aggiunge anche la risistemazione dei vari bonus e sussidi messi in campo negli ultimi anni. Per il Direttore de “La Discussione” sarà necessario “dare aiuti a chi vive veramente nel disagio e nella povertà, e stimolare al lavoro chi pensa di vivere solo di incentivi pubblici”. Fondamentale il sostegno alle imprese e ai giovani: “Per l’Italia è un nuovo percorso di Governo. Ci auguriamo che ci siano le migliori opportunità per tutti e inizi una nuova stagione di crescita sociale ed economica”. Propedeutico a questa nuova fase il rilancio del Mezzogiorno. Il Premier ha deciso di affidare il nuovo Ministero del Sud e del Mare all’ex Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci: “Una persona di particolare sensibilità politica, lungimirante competente – è il commento di Giampiero Catoneche saprà realizzare appieno la missione del suo Ministero, in primo luogo perché è figlio dell’isola più grande del Mediterraneo. Sarà inoltre un protagonista nel rilancio e nello sviluppo del Sud”.

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Giampiero Catone: lavoro, pensioni e fisco in cima all’agenda del Governo Meloni

Il Direttore del quotidiano “La Discussione” Giampiero Catone ha scritto un editoriale incentrato sull’agenda politica di Giorgia Meloni, dal 22 ottobre scorso nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri.  

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Giampiero Catone: le risorse messe in campo dal Governo per famiglie e imprese

Aiuti quater è il nome del Decreto con il quale il Governo guidato da Giorgia Meloni intende andare in aiuto delle tante famiglie e imprese in difficoltà. Al momento stabilite a 9 miliardi, le risorse che dovranno contrastare il caro energia e l’inflazione dovrebbero essere ulteriormente ampliate con fondi derivanti dal recupero degli extra profitti, dai bonus da molti ritenuti improduttivi e dai fondi di solidarietà. Giampiero Catone è sicuro del fatto che gli aiuti “avranno un impatto positivo sull’economia italiana” e che “la strada intrapresa è giusta e darà dei risultati”. Nel frattempo, nelle prossime settimane sono previsti incontri con i sindacati, le associazioni di categoria e Confindustria per avere un confronto su temi molto importanti per il nuovo Governo, ovvero la previdenza, il lavoro e il fisco.

Giampiero Catone favorevole alla lotta all’intolleranza politica

In passato, Giampiero Catone si è fatto spesso portavoce di tutti quei cittadini e quelle imprese rimaste vittime dell’intolleranza politica. Imprese e famiglie che a causa di un fallimento o un paio di rate di mutuo non pagate sono state risucchiate dal vortice dell’illegalità e condannate alla povertà. A più riprese, il Direttore del quotidiano “La Discussione” ha invocato un’azione riformista coraggiosa che eliminasse ciò che non funziona. “Un esempio – afferma – è la Centrale Rischi finanziari (Crif) che in pratica tiene sotto una iniqua restrizione milioni di persone e piccole attività produttive”. Il Direttore si esprime dunque a favore della lotta all’odio “in tutte le sue forme politiche ma anche quelle ‘odiose’ pratiche finanziarie che generano una drammatica emarginazione sociale e umana”.

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Il tema del lavoro nelle campagne per le elezioni 2022: l’analisi di Giampiero Catone

Nell’editoriale pubblicato su “La Discussione”, Giampiero Catone rimarca l’urgenza di far tornare il lavoro e le pensioni al centro del dibattito politico.

Giampiero Catone

Giampiero Catone sulla crisi del lavoro in Italia

Gli errori del passato hanno portato, secondo Giampiero Catone, “ad una crisi profonda nel sistema di domanda e offerta” che minaccia severamente l’economia del Paese. Stando al Bollettino di Anpal, le aziende stanno riscontrando difficoltà in 277mila assunzioni, ostacolate dalla mancanza di candidati o di una “preparazione adeguata”. La colpa sarebbe da imputare, da un lato, alla crisi del valore del lavoro, e quindi di sacrificio da parte dei giovani, dall’altro ai salari troppo bassi che li scoraggiano ad impegnarsi. Un altro caso emblematico del mondo del lavoro riguarda la sanità, che vede sempre più medici abbandonare le corsie ospedaliere e preferire “il gettone a chiamata per le visite a domicilio”. Attualmente sono circa 15mila i camici bianchi a chiamata, per un totale di 18 milioni di prestazioni. Questa situazione, oltre che a ribaltare la realtà lavorativa nella sanità, costituisce anche un problema per la sicurezza dei pazienti, dal momento in cui “in larga parte si tratta di giovani non specializzati”.

Giampiero Catone analizza le proposte di Meloni, Letta e Calenda

Per Giampiero Catone non ci sono dubbi: qualunque sia il Governo che emergerà dalle prossime elezioni politiche dovrà dare soluzioni concrete sul fronte lavoro. Giorgia Meloni con FDI ha annunciato di voler dare “spazio all’occupazione e ai giovani”, in primis riducendo le tasse sul lavoro mediante il taglio strutturale del cuneo fiscale e contributivo. Nel piano della leader di FDI le aziende che assumeranno di più saranno premiate con meno tasse. E poi si amplierebbe l’utilizzo dei voucher e si rilancerebbero i contratti di apprendistato e i tirocini. Enrico Letta (PD) punta invece a “incentivare i contratti a tempo indeterminato e sviluppare forme di contratto di primo impiego con l’obiettivo di far sì che il primo lavoro non sia più uno stage gratuito”. Per i leader di “Azione” e “Italia Viva”, invece, la precarietà si combatte promuovendo la “flessibilità regolare” e supportando “le imprese che investono in riqualificazione della forza lavoro non solo dipendente”.

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Giampiero Catone: i sostegni che non sostengono le fasce più deboli

In un suo recente editoriale pubblicato su “La Discussione”, Giampiero Catone denuncia il fenomeno degli “aiuti a pioggia” che vanno a rimpinguare le tasche di chi le ha già piene.

Giampiero Catone

Giampiero Catone e la controversia degli “aiuti a pioggia”

A partire da settembre 2021, lo Stato italiano ha elargito 35 milioni di euro per quelli che Giampiero Catone chiama “aiuti a pioggia”. Invece di andare dove c’è davvero necessità, come tra l’altro ha raccomandato più volte l’Unione Europea, i sostegni sono piovuti anche nelle mani di chi in realtà non ne aveva bisogno, sprecando di fatto risorse preziosissime. Stando a un’analisi riportata sul quotidiano “La Stampa” dall’economista Carlo Cottarelli, “solo il 45% dei 35 miliardi è andato realmente alle fasce più deboli”. “I rincari dell’energia colpiscono tutti, ma i sostegni non hanno premiato chi aveva più bisogno – afferma – Sarebbero stati preferibili interventi di Stato mirati alle fasce più deboli di imprese e famiglie”. Il fatto che a denunciare la situazione sia una figura altamente competente come Carlo Cottarelli dovrebbe, secondo Giampiero Catone, portare a riflettere sullo sperpero derivato dagli aiuti a pioggia e spingere gli Enti preposti a migliorare la loro capacità di selezione.

Giampiero Catone: l’esempio eclatante del Reddito di Cittadinanza

Il sostegno che sembra rappresentare meglio l’inadeguatezza degli “aiuti a pioggia” è il Reddito di Cittadinanza. Giampiero Catone ritiene infatti che il RdC venga percepito “come una sorta di beneficio a vita, un comodo anticipo di pensione”, per il quale lo Stato spende somme miliardarie. Da quando è entrato in vigore nella prima metà del 2019, è costato un investimento di 19,6 miliardi. Se fosse servito davvero al suo scopo, ovvero alla creazione di posti di lavoro, sarebbe andato anche bene ma il problema è che così non è stato. La CGIA di Mestre riporta che l’Inps ha sostenuto una spesa di 7,9 miliardi di euro per 152mila nuovi occupati, “pari a poco più di 52 mila euro se rapportata a ogni singolo neoassunto”. Questo significa che per ogni posto creato sono stai spesi 52 mila euro, un costo davvero eccessivo, soprattutto se si pensa che equivale a “oltre il doppio di quanto spende annualmente un imprenditore privato per un operaio a tempo indeterminato full time”.

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Gas russo, Giampiero Catone: “Blocco forniture lo scenario peggiore, puntare su gas nazionale”

Le minacce sempre più frequenti della Russia hanno acceso i riflettori su una transizione più realistica e meno “retorica”, afferma Giampiero Catone, che vede nei giacimenti italiani di gas l’unica soluzione nel breve periodo.

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Giampiero Catone: “Autonomia energetica? Per l’Italia ci vorranno anni”

Con la dichiarazione dello stato di “pre-allarme” per le forniture di gas da parte del Ministero della Transizione ecologica, dallo scorso 28 febbraio il Governo ha attivato un monitoraggio costante dei rischi connessi al conflitto russo-ucraino. Prima il caro energia e oggi l’ipotesi di un eventuale blocco dei rubinetti russi mettono il Paese di fronte ad uno scenario estremamente difficile. Contesto che, secondo Giampiero Catone, impone di abbandonare il dibattito “all’insegna del tutto green” e fare finalmente i conti con la realtà. “Ci troviamo in una situazione di “allerta” energetica – scrive in un editoriale pubblicato lo scorso 3 aprile su “La Discussione” – in attesa del prossimo passo che sarà di “emergenza” e quindi razionamenti ed energia da distribuire a singhiozzo con uno scenario per famiglie e imprese di gravissime difficoltà”. Al momento l’Italia compra dalla Russia circa il 40% degli oltre 70 miliardi di metri cubi di gas consumati in media ogni anno. I tentativi di aumentare l’approvvigionamento da altri attori come Libia, Algeria o Stati Uniti difficilmente basteranno a colmare il deficit di un’interruzione di forniture: “Farne a meno non sarà facile se non impossibile – sottolinea Giampiero Catonementre per recuperare il tempo perso e avere l’autonomia energetica serviranno anni”.

Giampiero Catone: “Per la transizione c’è bisogno di ipotesi realistiche”

Negli ultimi mesi una consapevolezza maggiore si è diffusa anche nei riguardi dell’approccio alla transizione ecologica: “Per anni, assecondando avventure e scorribande politiche, abbiamo fatto di un discorso strategico come l’approvvigionamento energetico un dibattito privo di realismo – afferma Giampiero Catone, che aggiunge – oggi per fortuna i riflettori sono accesi su ipotesi più realistiche, meno retoriche e politicamente fantasiose”. Vento, sole e idrogeno rappresentano sì il futuro, ma l’emergenza in corso deve spingere il Paese a considerare anche una soluzione di breve e medio periodo. Per Giampiero Catone una valida opzione per aumentare l’autonomia energetica già esiste, sebbene in passato sia stata spesso ostacolata: “Se non vogliamo in questa emergenza tornare al carbone e se rifiutiamo il nucleare, dobbiamo puntare sul gas nazionale. Ci sono giacimenti in terraferma e marini, che possono essere sfruttati o potenziati, e tecnologie adeguate che riducono l’inquinamento”.

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Guerra in Ucraina, Giampiero Catone: “Impatto su economia ci sarà, Europa pronta a difendersi”

Sul quotidiano “La Discussione” un approfondimento a cura di Giampiero Catone dedicato al vertice UE di Versailles. L’Unione Europea si prepara ad affrontare le conseguenze economiche del conflitto russo – ucraino: sul tavolo una strategia comune su difesa ed energia.

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Giampiero Catone: inflazione, caro energia e volatilità dei mercati i possibili effetti del conflitto

I Paesi europei si trovano di fronte ad un’enorme sfida economica: contenere gli effetti, già in corso, della guerra scoppiata in Ucraina. Effetti che, senza un intervento rapido, sono destinati a peggiorare. La strategia delineata dal Consiglio Europeo tenutosi pochi giorni fa a Parigi va in due direzioni. Più fondi per la spesa militare ma soprattutto un piano per l’autonomia energetica. L’impatto sulle economie ci sarà, e anche l’Italia dovrà prepararsi a subirne le conseguenze, avverte Giampiero Catone. In un editoriale pubblicato sul quotidiano “La Discussione”, il giornalista ricorda le recenti parole di Valdis Dombrovskis, Vice Presidente Esecutivo della Commissione Europea, che ha parlato di “aumento dell’inflazione, una maggiore pressione sui prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari”, oltre che di volatilità dei mercati. L’inasprimento delle sanzioni, che in questi giorni si sono estese anche alla Bielorussia, andrà probabilmente a peggiorare il clima economico. Tuttavia, scrive Giampiero Catone, l’Europa è pronta a rispondere in maniera “corale” alle minacce russe su gas e petrolio: “L’Unione metterà in campo tutte le iniziative per difendere crescita, energia, materie prime e import”.

Giampiero Catone: “UE, sviluppo di fonti energetiche alternative. Attenzione al caro bollette”

Nel dettaglio, durante il vertice il Consiglio ha discusso l’ipotesi di un piano stile “Recovery Plan”. L’obiettivo del nuovo fondo è duplice. Aumentare budget e attività di difesa dei Paesi dell’Unione e trainare l’Europa nell’affrancamento energetico. “Bisogna annullare la dipendenza delle economie europee da gas, petrolio e carbone russo – spiega Giampiero Catonesviluppando al più presto delle energie e fonti alternative. Così come sarà urgente per ogni Paese – aggiunge – un intervento per mitigare il caro bollette soprattutto per le famiglie a più basso reddito e le piccole e medie imprese”. Intanto il gas russo continua ad alimentare l’Europa. Risorse con cui la Russia può continuare a finanziare la guerra. Per questo la Commissione guidata da Von der Leyen ha già stabilito che entro il 2027 l’Unione non farà più affidamento sui combustibili sovietici: “La Commissione Europea con una nuova direttiva è decisa a far giocare un ruolo attivo anche ai cittadini. L’obiettivo è tagliare di due terzi la dipendenza dal gas russo: un obiettivo difficile però realizzabile – conclude Giampiero Catonese davvero ci impegneremo”.

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Scattati 62 adempimenti fiscali. Giampiero Catone: la speranza dei cittadini è una nuova proroga 

“La speranza per milioni di cittadini è che il Parlamento decida per una nuova proroga che faccia slittare i pagamenti ad anno nuovo”: l’editoriale di Giampiero Catone sugli adempimenti fiscali.

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Giampiero Catone: troppe scadenze imminenti per i cittadini italiani

Il 30 novembre sono scaduti oltre il 77% degli adempimenti fiscali degli italiani. In uno dei suoi editoriali pubblicati sul quotidiano “La Discussione”, Giampiero Catone affronta la questione degli obblighi fiscali per i quali i contribuenti sperano in una proroga da parte del Parlamento. A fine novembre infatti per milioni di italiani sono scattati 62 adempimenti fiscali che riguardano principalmente i versamenti di tasse e imposta, tra cui gli acconti Irpef, Ires e Irap, e il pagamento dell’imposta di bollo in unica soluzione sulle fatture elettroniche emesse nel terzo trimestre. Tra il 2020 e il 2021 il Governo ha stabilito rinvii e decreti anti crisi che, come ricorda Giampiero Catone, hanno di fatto concentrato le rate non saldate della pace fiscale: 8 della rottamazione Ter (2020 e 2021) e altre 4 del saldo e stralcio. Gli adempimenti valgono anche per le imprese che hanno l’obbligo di versare allo Stato l’Irap non regolata nel 2020, e per i lavoratori autonomi che hanno usufruito della moratoria degli avvisi bonari. Le imminenti scadenze si ripercuotono su numerosi creditori che si ritrovano quindi a fare i conti con le conseguenze finanziarie causate dall’emergenza sanitaria.

Giampiero Catone: il Governo concede minime proroghe

Al termine delle scadenze, per coloro i cui versamenti di bollette, rottamazioni e acconti non risulteranno regolati, scatteranno le relative sanzioni con la possibile successiva interruzione di benefici e sconti. Oltre al fardello degli adempimenti, sottolinea Giampiero Catone, i cittadini devono sobbarcarsi anche la trasmissione delle dichiarazioni dei redditi: dopo anni di rinvii, adattamenti e riformulazione dei debiti, gli italiani si ritrovano a barcamenarsi tra conti, versamenti e l’eventualità di ulteriori multe. Tutte le forze di maggioranza hanno chiesto una proroga per i pagamenti tramite emendamenti al decreto fiscale collegato alla manovra in discussione al Senato: qualora il Parlamento accettasse il rinvio delle scadenze, il Governo avrà il compito di individuare la nuova prassi per i versamenti. Secondo Giampiero Catone “pensare a maxi sanatorie o altri slittamenti da dare, è uno scoglio difficilmente superabile perché il Governo per ora è intenzionato a dare solo minime proroghe temporali”. Il giornalista sostiene infatti che “per il Governo la partita deve essere chiusa entro dicembre, al massimo per le imprese in ritardo con i versamenti Irap, la data potrà slittare al 31 gennaio 2022”.