Eni, focus su Roberto Casula: la carriera in Italia e all’estero

L’esperienza professionale di Roberto Casula consta di posizioni di primo piano nel comparto energetico, un ambito in cui il manager ha maturato competenze di livello specialistico in oltre 30 anni di carriera.

Roberto Casula esperienza in Eni

Gli incarichi di Roberto Casula in Agip S.p.A. e l’ingresso in Eni

Laureato in Ingegneria Mineraria presso l’Università degli Studi di Cagliari, Roberto Casula è un manager affermato con una carriera consolidata nel settore dell’energia. Durante il suo percorso professionale ha assunto incarichi di rilievo sia a livello nazionale che internazionale, con competenze che spaziano dall’area ingegneristica e progettuale fino alla ricerca e sviluppo tecnologico. Oggi è attivo inoltre in progetti di open innovation e corporate venture capital per conto di Eni. Nato nel 1962 a Cagliari, dopo il conseguimento della Laurea esordisce in Agip S.p.A. nel ruolo di Reservoir Engineer. In questo contesto si dedica inizialmente all’ambito delle prove di produzione e acquisizione dati sui giacimenti petroliferi. In seguito si occupa più specificatamente di reservoir modelling e, fino al 1991, supervisiona la modellizzazione numerica del comportamento dinamico dei giacimenti. L’anno seguente intraprende la prima di numerose esperienze all’estero: Roberto Casula assume infatti l’incarico di Reservoir Engineer e Petroleum Engineer della consociata Agip Angola Ltd, dove, nel 1994, è nominato Chief Development Engineer. Una nuova sfida professionale lo attende nel 1997 presso la sede di San Donato Milanese, dove assume l’incarico di Development and Production Coordinator con responsabilità sulle operazioni di Eni nelle regioni dell’Africa Occidentale e dell’Asia Centrale.

Roberto Casula: le esperienze internazionali con Eni

Agli inizi del 2000 il suo percorso professionale lo vede nuovamente impegnato all’estero, in particolare in Iran: inizialmente Responsabile dei Servizi Tecnici di progetto, Roberto Casula è in seguito nominato Project Director delle fasi 4 e 5 del piano Giant South Pars Gas. Le competenze consolidate nel comparto energetico gli consentono di proseguire con incarichi di responsabilità anche in Italia: nel 2004 è infatti in Sicilia e, in qualità di Managing Director, coordina le attività di esplorazione e produzione di Eni Mediterranea Idrocarburi S.p.A., consociata del Gruppo. La permanenza sull’isola durerà un anno in virtù di una nuova sfida professionale in arrivo nel 2005, anno in cui il manager si trasferisce in Libia per assumere l’incarico di Managing Director di Eni Nord Africa BV. Nominato a fine 2007 Senior Vice President per la Regione Sub-Sahariana, arriverà a ricoprire la posizione di Presidente per tre consociate Eni con sede in Nigeria. Dopo quattro anni Executive come Vice President per le aree relative all’Africa e al Medio Oriente, nel 2014 viene nominato Chief Development Operations & Technology Officer, un ruolo in cui, a riporto diretto dell’AD, è responsabile di attività tecnico-operative, progettuali, ricerca e sviluppo. Tra le attività correnti, Roberto Casula è attivo nelle aree di

Claudio Descalzi

Eni, un nuovo Piano per uscire dalla crisi: le dichiarazioni di Claudio Descalzi

Eni punta su gas e zero emissioni. Claudio Descalzi: “Transizione energetica processo irreversibile”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: gli obiettivi principali del nuovo Piano Eni

Il 2020 passerà alla storia come uno degli anni più difficili per il settore dell’energia. Anche un colosso come Eni ha dovuto fare i conti con un bilancio negativo, arginato grazie ad un forte recupero nel quarto trimestre. Una ripresa che, secondo l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Claudio Descalzi, testimonia la risposta efficace del Gruppo alla crisi causata dalla pandemia. E adesso per la multinazionale è tempo di accelerare sul processo di transizione energetica. In quest’ottica, il numero uno di Eni ha presentato lo scorso 19 febbraio il nuovo Piano Strategico 2021-2024. Sette miliardi all’anno di investimenti che hanno come obiettivo primario la decarbonizzazione totale di processi e prodotti entro il 2050. “La trasformazione è iniziata nel 2014 – ha dichiarato il manager a “Il Messaggero” – abbiamo costruito le tecnologie, da quelle delle bioraffinerie al waste to fuel, fino alla cattura e lo stoccaggio della Co2”. Il Gruppo guidato da Claudio Descalzi punta inoltre a rendere centrale il gas, che nel futuro rappresenterà la quasi totalità della produzione di energia. Infine, il Piano prevede la fusione dei business delle energie rinnovabili con il retail di Eni Gas e Luce.

Claudio Descalzi: Eni sempre più “cliente-centrica”

Le rinnovabili prenderanno sempre più il posto del petrolio. La transizione energetica, secondo Claudio Descalzi, è un processo irreversibile. E in Eni il gas diventerà protagonista: “Anche a causa del Covid abbiamo rimodulato i profili di produzione e aumentato la percentuale di gas tra il 2030 e il 2040 – ha spiegato l’AD – poiché abbiamo anticipato l’obiettivo, per allora rimarrà solo una manciata di barili di petrolio, secondo le previsioni attuali”. Nel Piano spazio anche alle potenzialità dei biocarburanti: “Nel 2020 le bioraffinerie in ramp up sono quelle che hanno dato il risultato più importante. Abbiamo venduto in Italia ma soprattutto nei Paesi del nord. Siamo i secondi produttori al mondo grazie a una nostra tecnologia”. Dei quasi 30 miliardi previsti dal piano, circa 6 verranno stanziati per progetti definiti “green & gas power” di tipo commerciale: “C’è un maggiore focus sui clientil’obiettivo passa da 11 a 15 milioni al 2030. Abbiamo creato la combinazione tra retail e rinnovabili – ha concluso Claudio Descalzi – Con questa nuova realtà, la nostra già ampia base clienti retail crescerà ulteriormente con l’aumento dell’offerta di energia rinnovabile”.

Roberto Casula (Eni): “Il paradigma dell’innovazione globale è totalmente cambiato”

Roberto Casula è un manager dalla consolidata esperienza: in Eni si occupa di progetti dedicati all’Open Innovation.

Roberto Casula

Roberto Casula: fondamentale stare al passo con la velocità delle nuove tecnologie

“Tradizionalmente, gli sforzi di innovazione di Eni sono stati organici e guidati dalla nostra funzione interna di Ricerca e Sviluppo. In passato, un tale modello ha avuto un discreto successo e ha portato allo sviluppo di tecnologie eccezionali: tuttavia, il paradigma dell’innovazione globale è cambiato totalmente”: è così che Roberto Casula, manager di Eni, introduce una nuova iniziativa dedicata alle start up cosiddette “disruptive”. Intervistato dal magazine britannico “Business Matters”, ha parlato del progetto che vede la creazione di uno strumento di Corporate Venture Capital (CVC). Lo scopo è investire su imprese che, attraverso nuove tecnologie e modelli, possano rivoluzionare il settore energetico negli anni a venire. Una strategia nata per stare al passo con due principali cambiamenti: “Prima di tutto, il ritmo dell’innovazione è notevolmente accelerato – ha spiegato Roberto Casula – in secondo luogo, poiché Eni ha abbracciato la sua strategia di transizione energetica, abbiamo sentito la necessità di espandere il perimetro e la portata dei nostri sforzi di innovazione per comprendere tecnologie che non si applicano necessariamente al nostro core business tradizionale”.

Roberto Casula: puntare sull’Open Innovation

Eni dovrà dunque fare ricorso a idee e innovazioni esterne che possano accompagnare la società in un percorso di adattamento tecnologico alle nuove sfide: “Ho sentito che dovevamo iniziare a fare leva sempre di più su strategie e strumenti di Open Innovation – ha continuato Roberto Casula – rafforzando le nostre partnership esistenti con centri di ricerca (come quello che abbiamo con il MIT), ma anche cercando nuove soluzioni e modelli. Inoltre, mi sono reso conto che stava diventando sempre più difficile tradurre la ricerca dei nostri laboratori interni in prodotti commercialmente validi, pronti per essere utilizzati nel nostro settore e nelle nostre operazioni”. L’iniziativa di Eni richiederà un grosso sforzo, secondo il manager: bisognerà da un lato capire l’impatto che le start up e le tecnologie innovative possono portare al settore energetico, dall’altro affrontare la sfida culturale di condurre un’attività molto lontana dalle procedure tradizionali nel settore O&G. “Credo che garantire l’adattamento strategico tra le attività di CVC e la strategia complessiva di Eni e, per così dire, bilanciare le esigenze dell’Eni del Futuro con quelle dell’Eni di oggi sarà la chiave del successo”, conclude Roberto Casula.

Claudio Descalzi

Accelerare il cambiamento: il messaggio dell’AD di Eni Claudio Descalzi al Festival Green&Blue

Decarbonizzare le nostre attività e i trasporti con biocarburanti avanzati, economia circolare, progetti proprietari pronti a essere replicati su scala industriale: l’impegno di Eni sul fronte ambientale nell’intervento dell’AD Claudio Descalzi al Festival Green&Blue.

Claudio Descalzi

Festival Green&Blue, il mondo dell’energia tra pandemia e sostenibilità: le riflessioni dell’AD Claudio Descalzi

“Lavoriamo dal 2014 su tecnologie, ricerca e sviluppo con un investimento superiore ai 4 miliardi. Oggi con la pandemia ci siamo resi conto che il mondo va molto più veloce di prima: abbiamo la necessità di accelerare il cambiamento”: a lanciare il monito è l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi, intervistato dal direttore de “La Stampa” Massimo Giannini nell’ambito del Festival Green&Blue. “Dobbiamo curare questa transizione. E continuare a investire in progetti ambientali”, ha sottolineato l’AD, sicuro che l’intera industria italiana (non solo Eni) sia all’altezza di raccogliere queste sfide. “I nostri giovani sono motivatissimi e quando c’è motivazione si vince”: secondo Claudio Descalzi è indispensabile in quest’ottica “trasformare la società dal punto di vista culturale”: in Eni “abbiamo una popolazione fatta da ingegneri, chimici, biologi che deve trasformarsi velocemente”.

Piano Next Generation UE, Claudio Descalzi: serve grande coordinamento tra Governo, istituzioni, aziende

Richiamandosi al nome dell’evento a cui ha preso parte lo scorso 2 ottobre, l’AD di Eni Claudio Descalzi ha evidenziato come il “green” e il “blue” siano proprio “i colori che rappresentano la nostra transizione: bioraffinerie e decarbonizzazione”. Questa è la strada che il Gruppo ha intrapreso da sei anni e su cui oggi è intenzionato ad accelerare: “La trasformazione delle bioraffinerie, che non vanno a petrolio ma con biomasse, ha già dato dei risultati positivi e l’economia circolare è una realtà”. Nell’intervista, Claudio Descalzi si è espresso positivamente anche sul Piano Next Generation Ue: “Abbiamo presentato un pacchetto di progetti da 6,5 miliardi, rappresenta il nostro piano dal 2030 al 2050 che possiamo accelerare con questi fondi. Speriamo possa essere finalizzato con il Piano nazionale di ripresa e resilienza perché garantirà una riduzione di oltre 6,5 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno. E potremmo avere dai 70 ai 100 mila posti di lavoro. Il Recovery Fund è un’opportunità incredibile”. Per far sì che si traduca davvero in una importante occasione di sviluppo “ci vuole uno sforzo straordinario”: occorre infatti “raggruppare i progetti, presentarli a Bruxelles, ottenere il via libera e capire come utilizzare i finanziamenti”. L’industria italiana è all’altezza ma serve “grande coordinamento tra Governo, istituzioni, aziende”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: l’impegno di Eni con Snam e CDP per decarbonizzazione e mobilità green

“Un’alleanza strategica che riunisce competenze d’eccellenza e le mette a servizio del percorso di decarbonizzazione che il nostro Paese sta intraprendendo”: la soddisfazione dell’AD di Eni Claudio Descalzi per la collaborazione con Snam e CDP su progetti legati a decarbonizzazione, economia circolare e mobilità sostenibile.

Claudio Descalzi, AD Eni

Eni: l’AD Claudio Descalzi sigla accordo di collaborazione con Snam e CDP

Insieme per accelerare sulla decarbonizzazione. Eni, come sancito nella lettera d’intenti sottoscritta dall’AD Claudio Descalzi lo scorso 23 dicembre, collaborerà con Snam e CDP nella realizzazione congiunta di progetti in settori chiave come la filiera dell’idrogeno, dell’economia circolare (tra cui l’utilizzo di biometano) e la mobilità sostenibile. La collaborazione strategica punta in particolare su iniziative finalizzate allo sviluppo dell’idrogeno verde, grazie alle competenze di Eni nella produzione elettrica e da energie rinnovabili, e al suo utilizzo nei trasporti ferroviari. Non solo: l’obiettivo è anche promuovere la mobilità sostenibile attraverso la realizzazione di stazioni di rifornimento multifunzione a CNG (gas naturale compresso), LNG (gas naturale liquefatto) e idrogeno, nonché di infrastrutture necessarie a garantire l’approvvigionamento di LNG sul territorio nazionale per i trasporti terrestri e marittimi. Il Gruppo guidato da Claudio Descalzi coopererà inoltre insieme a Snam e CDP anche nella decarbonizzazione dei settori industriali in cui è più difficile abbattere le emissioni di CO2, come le raffinerie, sia attraverso lo sviluppo del potenziale di Carbon Capture and Storage (CCS) per promuovere la produzione di idrogeno blu nella fase di transizione, sia progressivamente attraverso l’idrogeno verde. L’intesa, che sarà sviluppata in futuro attraverso ulteriori accordi vincolanti tra le parti, riguarderà anche la realizzazione di infrastrutture e attività di ricerca e sviluppo per lo stoccaggio e il trasporto dell’idrogeno o della CO2.

Alleanza strategica a servizio del Paese: il commento dell’AD di Eni Claudio Descalzi

“Oggi abbiamo dato vita a un’alleanza strategica per il nostro Paese, che riunisce competenze d’eccellenza e le mette a servizio del percorso di decarbonizzazione che il nostro Paese sta intraprendendo”, ha evidenziato l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi nel commentare la notizia della collaborazione con Snam e CDP. “Metteremo a fattor comune le nostre rispettive esperienze, risorse e tecnologie innovative per creare importanti sinergie in quegli ambiti della transizione energetica che rappresentano il futuro, come la cattura e stoccaggio della CO2, la filiera dell’idrogeno, verde e blu, le rinnovabili e i prodotti decarbonizzati per la mobilità sostenibile”, ha spiegato l’AD sottolineando il valore dei progetti al centro dell’accordo. Claudio Descalzi ha parlato inoltre delle “importanti competenze economiche e industriali” che vanta l’Italia, in grado di garantire al Paese “una pluralità di soluzioni fondamentali per vincere questa grande sfida della decarbonizzazione”. E queste, come rimarcato dall’AD, “avranno ancora più valore se realizzate sfruttando tutte le possibili sinergie”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: report di sostenibilità, Eni tra le dieci aziende Top Performer

Eni tra le dieci aziende Top Performer per il report di sostenibilità redatto dal World Business Council for Sustainable Development: la soddisfazione dell’AD Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: Eni tra le dieci aziende Top Performer per il World Business Council for Sustainable Development

Il World Business Council for Sustainable Development riconosce Eni tra le dieci aziende Top Performer per i report di sostenibilità. È il secondo anno consecutivo che il Gruppo guidato da Claudio Descalzi viene incluso nel panel delle dieci migliori aziende per la reportistica di sostenibilità nell’analisi del WBCSD: Eni è stata riconosciuta Top Performer in quanto esempio di “good practice” nell’ambito “Sustainability governance” per merito di una chiara descrizione dei ruoli e delle responsabilità del Consiglio di Amministrazione e dei Comitati sulle tematiche di sostenibilità, e in particolare sul clima. L’indagine ha coinvolto 158 aziende attive in svariati settori: sull’ottimo risultato raggiunto da Eni hanno influito anche la distinzione tra ruoli gestionali a livello centrale e locale e la ripartizione tra gli obiettivi di sostenibilità inclusi nel piano di incentivazione a breve termine e in quello a lungo termine dell’Amministratore Delegato Claudio Descalzi, con target separati stabiliti per i dirigenti con responsabilità strategiche.

Claudio Descalzi: questo risultato conferma il valore delle nostre iniziative per la sostenibilità

“Siamo orgogliosi di questo risultato, che conferma il valore delle nostre iniziative per la sostenibilità”: nel commentare il traguardo, l’AD Claudio Descalzi ha ricordato come sia frutto di un percorso avviato nel 2014 che vede il Gruppo tuttora impegnato nell’affrontare una sfida che mai come oggi è così indispensabile vincere. Proiettare il mondo in un futuro sempre più sostenibile significa necessariamente accelerare la transizione energetica: questo l’obiettivo a cui guarda il Gruppo, come dicono in questi anni “il lancio di un nuovo modello di business, di una nuova mission e di una strategia di lungo termine al 2050”. La formula, come ha evidenziato Claudio Descalzi in diverse occasioni, è coniugare sostenibilità economico-finanziaria, ambientale e sociale: lo si evince anche dall’ultimo report di sostenibilità presentato da Eni lo scorso maggio dove si ribadisce, tra gli altri, l’impegno del Gruppo nel diventare leader nella produzione e vendita di prodotti decarbonizzati, riducendo le emissioni dirette e indirette dei prodotti energetici venduti dell’80% rispetto al 2018 (scope 1, 2 e 3, comprese cioè le emissioni dovute all’uso dei prodotti).

Africa, le considerazioni dell’AD di Eni Claudio Descalzi nell’intervista ad Adnkronos Live

Eni, l’intervento dell’Amministratore Delegato Claudio Descalzi ad Adnkronos Live: “In Africa e Indonesia abbiamo fatto una politica che puntava a farci diventare parte integrante della società nella quale operiamo. Questo ci ha permesso di crescere, di diventare più credibili”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi ad Adnkronos Live: valore e investimenti a lungo termine, la crescita di Eni in Africa

Ospite di Adnkronos Live lo scorso 23 luglio, l’AD di Eni Claudio Descalzi ha parlato delle attività del gruppo in Africa: “Siamo diventati tra le prime società che operano nel Continente. Dagli anni ’50 in poi, il nostro modello si è sempre differenziato, perché siamo entrati come una piccola società e quindi la nostra crescita è stata basata su un modello che non guardasse solo alla creazione di profitto ma anche ai valori che si radicano solo se si diventa parte organica della società dove operi ed eserciti un’attività”. Integrarsi puntando sui valori e sugli investimenti a lungo termine è dunque la formula adottata da Eni in Africa, come ha ricordato l’AD Claudio Descalzi: “Abbiamo lavorato fin dall’inizio su una diversificazione industriale. Ad esempio i primi progetti agricoli, che oggi occupano centinaia di migliaia di persone, sono nati negli anni ’80”.

Eni, l’AD Claudio Descalzi: il nostro modello di integrazione ha una doppia valenza

“L’Africa ha un patrimonio energetico incredibile. Ha il 13-14% della popolazione mondiale ma dal punto di vista energetico consuma solo il 3-4%” ha sottolineato Claudio Descalzi intervenendo nel corso di Adnkronos Live. “Per questo abbiamo deciso di affiancare, oltre alle risorse destinate all’export, una parte destinata mercato interno. Risorse africane per l’Africa” ha spiegato l’AD sottolineando come il Gruppo abbia investito in questa prospettiva più di 2 miliardi nelle politiche di sviluppo dell’energia. Una scelta che “da un certo punto di vista può sembrare rischiosa, perché orientarsi sull’export ha certamente un ritorno più sicuro, ma vendere energia localmente vuol dire potersi permettere di costruire infrastrutture, centrali e reti elettriche, distribuzione, sviluppo del know how e quindi lavoro, formando professionalità e competenze”: il ritorno all’inizio può essere inferiore ma “a lungo andare ripaga”. Come ha ulteriormente precisato Claudio Descalzi, la creazione del profitto deve esserci sempre altrimenti la società non va avanti ma deve essere correlata alla creazione di valori: “Il profitto ti può avvantaggiare sul breve termine ma se un’impresa o una società devono vivere, integrarsi, diventare una componente del Paese, puntare sui progetti a lungo termine. Solo ti prendi dei rischi e se credi in un Paese dove vai ad investire ti può rendere credibile e affidabile”. In Africa come in Indonesia la scelta di Eni è stata dunque quella di adottare “una politica che puntava a farci diventare parte integrante della società nella quale operiamo”. E “questo ci ha permesso di crescere, di diventare più credibili” ha ribadito infine l’AD.

Luigino Lusuriello: formazione, carriera e traguardi personali del manager Eni

Dopo oltre trent’anni di collaborazione, oggi Luigino Lusuriello è al centro della trasformazione digitale di Eni.

Luigino Lusuriello

Luigino Lusuriello: studi e prime responsabilità

Genovese, classe 1961, Luigino Lusuriello è uno dei manager che hanno fatto la storia del Gruppo Eni. Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria Meccanica presso l’Università della sua città natale, le sue competenze lo portano a prestare servizio nella Marina Militare italiana per due anni come ufficiale del Genio Navale. È il 1988 quando fa il suo ingresso in Agip S.p.A.: il suo primo incarico è quello di progettista delle strutture onshore. Pochi anni più tardi è già Yard Manager per il sito di Ravenna. Nel 1993 la sua prima esperienza internazionale, nello specifico in Congo, come Platform Manager. In seguito ritorna in Italia, nella sede di Crema, dove viene promosso Manager – Production and Maintenance Technologies. Dal 1998 Luigino Lusuriello è a Ortona, dove, per circa sei anni, assume il ruolo di Project Manager, Production Manager e Capo Distretto. Svolgerà lo stesso incarico anche per il sito della Val d’Agri.

Luigino Lusuriello: l’affermazione internazionale e gli incarichi al vertice di Eni

In seguito alle esperienze di Ortona e Val d’Agri, Luigino Lusuriello ritorna in Congo: il manager opera in Africa fino al 2004 sia come Managing Director che come Deputy Managing Director and Technical Director. Dopo un anno come Regional Vice President dell’Estremo Oriente, si trasferisce nel Regno Unito. Qui, nel Canale della Manica, è responsabile delle estrazioni oil&gas come Managing Director. Nel frattempo rafforza le sue competenze manageriali partecipando al corso “The Oxford Advanced Management and Leadership Programme”. Nel 2009 continua la sua ascesa nel Gruppo grazie alla nomina a Vice President della regione Kazakhstan – Karachaganak, per poi diventare due anni dopo Senior Vice President del Programma Iraq. È il 2012 quando Luigino Lusuriello viene nominato Executive Vice President Operations di Eni: l’incarico dura fino al 2018, anno in cui il manager diventa responsabile della digital transformation del Gruppo.

Adnkronos, intervista a Claudio Descalzi: valore e investimenti a lungo termine, il modello Eni

“Puntare su valori e investimenti a lungo termine ha reso Eni credibile sui mercati internazionali”: le dichiarazioni dell’AD Claudio Descalzi nella video-intervista ad Adnkronos.

Claudio Descalzi, AD Eni

Eni, la video-intervista di Adnkronos all’AD Claudio Descalzi: “In Africa un patrimonio energetico incredibile”

La credibilità di Eni sui mercati internazionali è frutto di una strategia efficacemente capace di coniugare investimenti a lungo termine e creazione di valore. È l’AD Claudio Descalzi a sottolinearlo nel corso dell’intervista rilasciata ad Adnkronos lo scorso 23 luglio: “La nostra storia in Africa non è recente. Recente è semmai il fatto che siamo diventati tra le prime società che operano nel Continente”. Ripercorrendone dunque le tappe, l’AD ha evidenziato come il modello Eni, dagli anni ’50 in poi, si sia differenziato “perché siamo entrati come una piccola società e quindi la nostra crescita è stata basata su un modello che non guardasse solo alla creazione di profitto ma anche ai valori che si radicano solo se si diventa parte organica della società dove operi ed eserciti un’attività”. Il patrimonio energetico che detiene l’Africa secondo Claudio Descalzi è “incredibile”: “Ha il 13-14% della popolazione mondiale ma dal punto di vista energetico consuma solo il 3-4%. Per questo abbiamo deciso di affiancare, oltre alle risorse destinate all’export, una parte destinata al mercato interno. Risorse africane per l’Africa. Su questo obiettivo noi abbiamo investito più di due miliardi nelle politiche di sviluppo dell’energia”.

Claudio Descalzi: la crescita di Eni nel mondo tra creazione di valore e investimenti a lungo termine

Decidere di investire oltre due miliardi nelle politiche di sviluppo dell’energia per l’Africa può sembrare una scelta “rischiosa da un certo punto di vista” osserva nell’intervista ad Adnkronos l’AD Claudio Descalzi: “Orientarsi sull’export ha certamente un ritorno più sicuro, ma vendere energia localmente vuol dire potersi permettere di costruire infrastrutture, centrali e reti elettriche, distribuzione, sviluppo del know-how e quindi lavoro, formando professionalità e competenze. Con un ritorno che all’inizio può essere inferiore ma che a lungo andare ripaga”. L’AD evidenzia dunque come il modello Eni in Africa abbia una doppia valenza: “La creazione del profitto deve esserci sempre altrimenti la società non va avanti ma deve essere correlato alla creazione di valori. Il profitto ti può avvantaggiare sul breve termine ma se un’impresa o una società devono vivere, integrarsi, diventare una componente del Paese, puntare sui progetti a lungo termine. Solo ti prendi dei rischi e se credi in un Paese dove vai ad investire ti può rendere credibile e affidabile”. Concludendo, Claudio Descalzi ha ribadito quindi come in Africa e anche in Indonesia “abbiamo fatto una politica che puntava a farci diventare parte integrante della società nella quale operiamo”. Questa strategia ha permesso ad Eni “di crescere, di diventare più credibili”.

#CallDigitalHR: Luigino Lusuriello lancia la call per startup di Eni

Luigino Lusuriello è alla guida del processo di trasformazione digitale in Eni ormai da due anni. In occasione della #CallDigitalHR, ha lanciato l’iniziativa che si rivolge alle startup di qualsiasi settore. Le migliori vengono selezionate da Eni per partecipare ad un percorso di coinvolgimento tutto basato sull’innovazione.

Luigi Lusuriello

Luigino Lusuriello invita le startup a partecipare a #CallDigitalHR

#CallDigitalHR è la call per le startup organizzata da Eni. Il Selection Day è alle porte, per questo Luigino Lusuriello, Chief Digital Officer del Gruppo, ha realizzato un video per lanciare l’iniziativa. “La trasformazione digitale in Eni, la nostra trasformazione digitale, ricerca e promuove l’innovazione sia all’interno che all’esterno della nostra società”, ha dichiarato il manager. “Per quanto riguarda l’esterno, Eni si dedica all’innovazione tramite il canale di Open Innovation, attraverso il quale incontriamo startup che hanno trovato soluzioni innovative anche in campi diversi dal nostro, ma che riteniamo possano portare valore aggiunto anche ad Eni”. Luigino Lusuriello è alla guida del processo di trasformazione digitale del Gruppo da settembre 2018. Attraverso le sue collaborazioni con le migliori startup, Eni contribuisce ad accelerare il processo di digital transformation, oltre a sviluppare una rete virtuosa di potenziali aziende leader nell’innovazione tecnologica. Il progetto, in partnership con Cariplo Factory, punta a individuare strumenti innovativi in ambito risorse umane per la gestione e la formazione continua delle persone. Le startup vincitrici vengono accompagnate in un percorso graduale di coinvolgimento da parte di Eni.

La carriera di Luigino Lusuriello: le tappe principali

Luigino Lusuriello è Chief Digital Officer di Eni da settembre 2018 ed è la figura preposta a guidare l’innovazione digitale all’interno del Gruppo. Dopo la laurea in Ingegneria, inizia la sua carriera in Agip S.p.A. con l’incarico di progettista di strutture onshore e offshore nella Direzione Ingegneria. Successivamente, assume gli incarichi di Construction Yard Manager per la sede di Ravenna, Platform Manager in Congo e Manager Production and Maintenance Technologies per la sede di Crema. La sua carriera prosegue con ruoli di crescente rilevanza fino ad assumere valenza internazionale: Luigino Lusuriello è prima Managing Director di Eni Congo e in seguito, tra il 2007 e il 2009, di Eni UK. Nel 2009 partecipa al corso “The Oxford Advanced Management and Leadership Programme” presso la Said Business School University of Oxford. Rientrato in Italia, si occupa del coordinamento gestionale in Kazakhstan – Karachaganak in qualità di Vice President. Prima di assumere l’incarico attuale, è stato Senior Vice Presidente Programma Iraq ed Executive Vice President Operations di Eni dal 2013 al 2018.