Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: sicurezza energetica e transizione green, l’AD di Eni a “In Mezz’ora”

Claudio Descalzi: “La transizione energetica è irreversibile, indispensabile e sacrosanta ma se non riusciamo ad attirare capitale privato in questo processo e pensiamo di farlo solo con i sussidi, creiamo un danno a tutto il sistema”.

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Eni, Claudio Descalzi a “In Mezz’ora”: l’intervista all’AD di Eni

La transizione energetica, ha spiegato l’AD Claudio Descalzi a “In Mezz’ora” lo scorso 2 giugno, è “irreversibile, indispensabile e sacrosanta ma se non riusciamo ad attirare capitale privato in questo processo e pensiamo di farlo solo con i sussidi, creiamo un danno a tutto il sistema”. Per il manager “dobbiamo riuscire a non vincolare il sistema, ad aprire al capitale privato e Bruxelles deve avere questa visione che significa guardare al futuro senza dimenticare però il presente”. Si possono definire “tecnologie, obiettivi e tempi”, ha specificato Claudio Descalzi, ma “i soldi devono metterli i capitali privati e se dai degli obiettivi devi dare la possibilità a ogni attività industriale di ottimizzare gli strumenti finalizzati a raggiungere tali obiettivi, e di farlo in modo libero”. 

Claudio Descalzi: il mondo dell’energia oggi e domani, la vision di Eni

L’AD Claudio Descalzi nell’intervista si è soffermato sulla necessità di dare priorità “a quegli strumenti, vettori e tecnologie che sono già pronte e che decarbonizzano”. È in quest’ottica che Eni da oltre dieci anni investe “nei biocarburanti, a sostituire il petrolio con rifiuti o prodotti agricoli non in competizione con la filiera alimentare” ma con “una filiera completamente diversa”. Basti guardare ai progetti per convertire raffinerie in bioraffinerie, sviluppati “senza aspettare che venisse data una direzione”. Lo definisce “pragmatismo anglosassone” Claudio Descalzi, ovvero “dare la capacità alle imprese, controllandole, a sviluppare l’attitudine imprenditoriale”: sarebbe sbagliato pensare “di dare sussidi su sussidi perché fanno parte di un sistema che atrofizza la capacità imprenditoriale”.

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Eni, l’AD Claudio Descalzi all’evento “I 35 anni di MF”: focus sull’intervento

All’evento “I 35 anni di MF” l’AD Claudio Descalzi ha parlato dello scenario geopolitico attuale e delle sfide per il settore energetico, sottolineando il valore del modello satellitare adottato da Eni.

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“I 35 anni di Milano Finanza”: l’intervento dell’AD di Eni Claudio Descalzi

L’AD Claudio Descalzi, intervenuto lo scorso 23 aprile nel corso dell’evento che “Milano Finanza” ha organizzato a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana, per celebrare i 35 anni di attività, ha sottolineato il valore del “modello satellitare” adottato da Eni. Una “scommessa doverosa”, l’ha definita l’AD di Eni in risposta alla necessità di perseguire la transizione energetica che, per quanto irreversibile, deve essere comunque sostenibile anche dal punto di vista finanziario. “I business legati alla transizione energetica rappresentano un’opportunità significativa e diventeranno sempre più rilevanti generando maggiore crescita per Eni, in termini di attività e di ritorni”, aveva spiegato l’AD Claudio Descalzi lo scorso marzo in occasione del Capital Markets Day. Ognuno dei business legati alla transizione è quindi “candidato ideale per il nostro modello satellitare, che consente di ridurre l’impegno finanziario per la crescita e di esplicitare il loro valore di mercato”. Tra questi Enilive, Plenitude, le attività di CCS e quelle sulla biochimica di cui l’AD ha parlato anche nel corso dell’evento di “MF”. 

Claudio Descalzi: adottare un modello di business satellitare era una scommessa doverosa

Il modello satellitare di Eni, ha ricordato l’AD Claudio Descalzi in diverse occasioni, si basa sulla creazione di entità indipendenti che possono accedere autonomamente al mercato dei capitali per finanziare la propria crescita e mostrare il valore reale di ogni business: “È la nostra risposta al potenziale trade off che emerge tra continuare con attività più tradizionali che generano flussi di cassa elevati, ma offrono profili di crescita ridotti, o investire nei settori ad alta crescita della transizione energetica in cui possiamo generare valore significativo ma che richiedono capitale”. Lo ha evidenziato anche nel corso dell’evento dedicato ai 35 anni di “MF”: “I business delle rinnovabili, dei clienti delle bio-raffinerie, delle agri-hub, che in Eni valevano poco, con l’estrazione hanno un multiplo di 10 volte l’Ebit. Questo ha portato a una valorizzazione societaria per Plenitude di più di 10 miliardi, Enilive dovrebbe seguire lo stesso percorso e soprattutto nel 2023 ha dato per la prima volta risultati molto importanti”. Entro la fine del Piano 2024-2027, che l’AD Claudio Descalzi ha ufficialmente presentato lo scorso 14 marzo, Eni si aspetta che “i quattro principali business legati alla transizione energetica (Plenitude, Enilive, Novamont, CCS) siano pienamente valorizzati, catturando i multipli di mercato”.

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Claudio Descalzi: Eni traccia il futuro dell’energia con il Piano Strategico 2024-2027

Claudio Descalzi: “Affrontiamo le sfide poste dalla transizione energetica con la nostra strategia distintiva di crescita e creazione di valore, in grado di rispondere alle esigenze di sicurezza e competitività delle forniture energetiche, conseguendo nel contempo gli obiettivi di decarbonizzazione”.

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Claudio Descalzi: il valore del Piano Strategico per il quadriennio 2024-2027

Nel presentarlo lo scorso 14 marzo, l’AD Claudio Descalzi ha sottolineato come Eni con il Piano Strategico per il quadriennio 2024-2027 intenda cogliere le opportunità che il mercato energetico è in grado di offrire massimizzando il valore per il Gruppo e i suoi investitori: alla base la consapevolezza che la transizione energetica possa essere realizzabile “se genera ritorni adeguati e sostenibili e pone le basi per nuove e profittevoli forme di business”, ha evidenziato l’AD. “Affrontiamo le sfide poste dalla transizione energetica con la nostra strategia distintiva di crescita e creazione di valore, in grado di rispondere alle esigenze di sicurezza e competitività delle forniture energetiche, conseguendo nel contempo gli obiettivi di decarbonizzazione”: parole che riflettono i traguardi raggiunti ad oggi da Eni a partire dal significativo aumento della generazione di cassa “anche attraverso la diversificazione delle fonti, la riduzione dei rischi e l’espansione in nuove aree di opportunità legate alla transizione”. Il Gruppo guidato da Claudio Descalzi inoltre sta valorizzando il suo “ampio portafoglio di attività in modo disciplinato, bilanciando gli investimenti con maggiori ritorni per gli azionisti”: azioni che rendono Eni “ancora più profittevole, meglio diversificata e con fondamentali più solidi, potenziando la remunerazione agli azionisti”.

Claudio Descalzi: Piano Strategico 2024-2027 di Eni, focus sui business legati alla transizione energetica

L’AD Claudio Descalzi, parlando nel dettaglio del Piano Strategico 2024-2027, ha spiegato come i business legati alla transizione energetica siano “un’opportunità significativa e diventeranno sempre più rilevanti generando maggiore crescita per Eni, in termini di attività e di ritorni”. Enilive, Plenitude, CCS e le attività di Novamont/biochimica rappresentano nel loro complesso “un portafoglio di soluzioni di business in grado di soddisfare la domanda di prodotti sempre più decarbonizzati da parte dei nostri clienti”: business che diventeranno “leve di generazione di cassa sempre più importanti” e contribuiranno a diversificare e accrescere in modo significativo il valore di Eni. “Enilive e Plenitude si sono affermate come attività rilevanti nel nostro portafoglio; la CCS e la biochimica, con Novamont, sono attività in rapida maturazione nelle quali abbiamo una posizione di leadership”. Ognuno dei business legati alla transizione, ha aggiunto Claudio Descalzi, è “candidato ideale per il nostro modello satellitare, che consente di ridurre l’impegno finanziario per la crescita e di esplicitare il loro valore di mercato”.

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Claudio Descalzi: l’energia oggi, il dibattito su transizione e sicurezza con l’AD di Eni

L’AD di Eni Claudio Descalzi: “Senza materie prime nessuno può essere tranquillo. Serve un progetto di sicurezza energetica e un progetto di diversificazione”.

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L’AD di Eni Claudio Descalzi: ci vogliono meno ideologie e più obiettivi da raggiungere

Per essere tranquilli, ha spiegato Claudio Descalzi nel corso del suo intervento lo scorso 24 febbraio alla Scuola di formazione politica della Lega, occorre avere “un progetto di sicurezza energetica e un progetto di diversificazione e quindi servono le tecnologie”. Parlando delle sfide che il mondo dell’energia si trova oggi ad affrontare in un contesto segnato dalla difficile congiuntura economica post-pandemica e su cui impattano gli stravolgimenti a livello geopolitico, l’AD di Eni ha ricordato come la necessità di rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti non debba prescindere dal raggiungimento degli obiettivi legati alla transizione energetica e alla decarbonizzazione. In particolare Claudio Descalzi, rimarcando il valore di tali obiettivi, ha invitato a guardare alle soluzioni prestando particolare attenzione al forte impatto sociale che hanno: “Possono essere bombe sociali. Ci vogliono meno ideologie e più obiettivi da raggiungere, ma imporre soluzioni è una follia”. Ogni Paese deve avere la libertà di raggiungere quegli obiettivi in funzione del suo assetto energetico e delle sue tecnologie: il rischio altrimenti è che si ritorni indietro.

Claudio Descalzi: diversificazione energetica, più fonti per un’energia sostenibile, sicura e accessibile

L’AD Claudio Descalzi ha quindi evidenziato come “la situazione climatica da due anni non presenta temperature rigide”: a questo si aggiunge il lavoro portato avanti per rafforzare la sicurezza energetica in questi anni. Eni ha puntato sulla diversificazione geografica delle fonti per riuscire a garantire approvvigionamenti continuativi e sicuri di energia all’Italia e all’Europa e al contempo soddisfare un altro obiettivo importante: la decarbonizzazione del mix energetico. In quest’ottica, come ha ricordato in diverse occasioni anche Claudio Descalzi, Eni può contare su un portafoglio globale solido, su alleanze con Paesi produttori e su collaborazioni con partner internazionali. Lo ha dimostrato in questi ultimi anni contribuendo significativamente a dare una risposta efficace alla crisi energetica. Ma l’invito dell’AD, ribadito anche nel corso del suo intervento alla Scuola di formazione politica della Lega, è a non abbassare la guardia perché “quando non si possiede una risorsa primaria – e petrolio gas e carbone sono ancora l’80% del fabbisogno energetico – non si è tranquilli”.

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Claudio Descalzi: l’AD di Eni a “Cinque Minuti”, focus sull’intervista

Tra Europa e Africa “ci sono molte complementarietà”, osserva l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi intervistato su RaiUno: “Noi abbiamo molto da dare e nel momento in cui cresce l’Africa cresciamo anche noi”.

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Eni, Claudio Descalzi a “Cinque Minuti”: nel momento in cui cresce l’Africa cresciamo anche noi

L’AD Claudio Descalzi, intervistato a “Cinque Minuti” lo scorso 29 gennaio, ha parlato del Piano Mattei sottolineandone il valore dell’approccio: “Non c’è l’obiettivo di andare a prendere qualcosa ma c’è quello di andare a dare qualcosa e dando a loro riceviamo anche noi”. Tra Europa e Africa, ha aggiunto l’AD, “ci sono molte complementarietà, loro hanno tantissima energia, tantissimo territorio, noi non abbiamo energia ma abbiamo un grande mercato”. Si guarda quindi in ottica di sviluppo a uno scambio vicendevole: “Noi abbiamo molto da dare e nel momento in cui cresce l’Africa cresciamo anche noi”. Entrando più nel dettaglio, l’AD di Eni ha spiegato che “il 90% del gas che produciamo lo lasciamo là, per il mercato domestico”: una scelta “legata alla creazione del valore”. La cosa migliore sarebbe esportarlo, ha evidenziato Claudio Descalzi, perché “si corrono meno rischi e c’è un profitto maggiore”. Ma “avendo noi molti investimenti, investendo nei Paesi africani ci prendiamo un rischio, partecipiamo alla crescita di un grande continente. Dando energia a chi non ce l’ha ci ha fatto assumere un posizionamento diverso dando valore alla nostra presenza”.

Claudio Descalzi: il mondo dell’energia oggi tra sfide e opportunità nell’intervista a “Cinque Minuti”

L’AD di Eni Claudio Descalzi è stato poi invitato a fare il punto sullo scenario energetico attuale, in particolare in relazione alle sfide legate alla sicurezza energetica e alla transizione. “Arriverà il momento in cui vivremo di energie diverse dal petrolio, dal carbone e anche dal gas perché è in atto una trasformazione tecnologica”, ha spiegato l’AD di Eni sottolineando che non si potrà rimpiazzarle tutte con le rinnovabili. Tuttavia “l’economia circolare da una parte, la fusione nucleare che è energia pulita e viene dall’idrogeno” aiuteranno sicuramente in quest’ottica. “Ma i tempi non sono immediati”: Eni guarda da anni in questa direzione, come ha rimarcato anche di recente Claudio Descalzi in occasione della visita di John Kerry, inviato speciale presidenziale degli Stati Uniti per il Clima, presso la sede di Commonwealth Fusion Systems (Cfs), lo spin-off del Massachusetts Institute of Technology (Mit) a Devens, Massachusetts. È qui che Eni insieme a Cfs sta lavorando per arrivare alla commercializzazione di centrali elettriche a fusione. L’energia da fusione infatti non genera emissioni di gas serra ed è costante e affidabile, peculiarità che la rendono una fonte estremamente interessante per l’industria energetica anche a fronte del processo di fusione nucleare che è virtualmente inesauribile.

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Claudio Descalzi: l’importanza dell’energia da fusione nelle parole dell’AD di Eni

Accolto dall’AD di Eni Claudio Descalzi e dall’AD di CFS Bob Mumgaard, l’Inviato Speciale Presidenziale per il Clima degli Stati Uniti, John Kerry, ha visitato lo scorso 20 novembre la sede di Commonwealth Fusion Systems (CFS) a Devens, Massachusetts, dove si lavora all’impianto per l’energia del futuro.

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Claudio Descalzi: l’energia da fusione rappresenta una fonte di energia sostenibile e virtualmente inesauribile

L’AD di Eni Claudio Descalzi, nel rimarcare il valore della visita dell’Inviato Speciale Presidenziale per il Clima degli Stati Uniti presso la sede di CFS, ha sottolineato come John Kerry stia svolgendo “un lavoro straordinario per accelerare in maniera concreta la transizione energetica a livello globale”. È in quest’ottica che si inserisce la visita strategica presso CFS dove dal 2018 si lavora alla commercializzazione di centrali elettriche a fusione. Eni, investitore strategico che collabora al progetto, ha svolto un ruolo chiave nel sostenere la rapida crescita di CFS da quando è nata. In particolare CFS è attualmente impegnata nella progettazione e nell’implementazione di SPARC, primo sistema di confinamento magnetico al mondo per la produzione di energia netta. SPARC farà strada ad ARC, concepito per essere la prima centrale elettrica commerciale, in grado di immettere energia elettrica da fusione nella rete. In base al piano, ARC sarà operativa nei primi anni del 2030. Il progetto, come ribadito in diverse occasioni anche dall’AD Claudio Descalzi, conferma l’importanza della fusione come energia sicura, sostenibile e virtualmente inesauribile che andrà a contribuire in maniera rivoluzionaria alla transizione energetica. Il principale vantaggio della commercializzazione dell’energia da fusione è che non genera emissioni di gas serra. Inoltre è costante e affidabile: caratteristiche che le permettono di distinguersi come fonte estremamente interessante per l’industria energetica.

Claudio Descalzi: stiamo investendo significativamente nella fusione magnetica per portarla all’industrializzazione

L’impegno di Eni verso la decarbonizzazione, ha commentato l’AD Claudio Descalzi, è “forte, profondo e irreversibile e si basa su un percorso di trasformazione che abbiamo intrapreso già da 10 anni”. Eni sta riducendo progressivamente le sue emissioni totali Scope 1, 2 e 3 per raggiungere Net Zero nel 2050: “Da un lato, stiamo lavorando alla riduzione del contenuto carbonico nella produzione energetica da fonti tradizionali, ad esempio con la diminuzione significativa delle nostre emissioni di metano; dall’altro, stiamo aumentando progressivamente la nostra offerta di prodotti a basse emissioni di carbonio, crescendo sia nella produzione di rinnovabili che di biocarburanti”. Ma “guardiamo anche al nostro futuro”, ha aggiunto l’AD Claudio Descalzi parlando degli investimenti “in soluzioni breakthrough per la transizione, come l’energia da fusione, che rappresenta una fonte di energia sostenibile e virtualmente inesauribile”. L’AD di Eni ha evidenziato inoltre il valore della storica collaborazione scientifica con il MIT e il ruolo di investitore strategico in Commonwealth Fusion Systems: “Stiamo investendo significativamente nella fusione magnetica con l’obiettivo di portarla all’industrializzazione, e attribuiamo valore alle collaborazioni internazionali e pubblico-private per accelerarne la commercializzazione. Siamo partiti da qui, nell’ecosistema di innovazione statunitense unico nel suo genere, il cui approccio dovrebbe essere visto come un modello per altri Paesi che si avvicinano a questa tecnologia. Ecco perché oggi siamo orgogliosi di condividere i progressi di CFS con una persona lungimirante come John Kerry“.

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Eni per la transizione energetica: Claudio Descalzi illustra i progressi nei primi nove mesi del 2023

L’AD di Eni Claudio Descalzi, a partire dai risultati del terzo trimestre e dei nove mesi del 2023, analizza la crescita di Eni sul fronte della transizione energetica.

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Eni accelera nella transizione energetica: la soddisfazione dell’AD Claudio Descalzi

L’AD Claudio Descalzi, in occasione della presentazione dei risultati del terzo trimestre e dei nove mesi del 2023, ha sottolineato come Eni stia crescendo in maniera rapida nei settori della transizione energetica. “Enilive (Eni Sustainable Mobility) ha completato l’operazione relativa alla joint venture della bioraffineria di Chalmette negli USA e sta valutando altri progetti internazionali di espansione nei biocarburanti. Plenitude è prossima a traguardare i 3 Gw pianificati di capacità rinnovabile installata entro fine anno, come pure gli obiettivi reddituali. Il perfezionamento dell’acquisizione di Novamont rafforzerà la trasformazione di Versalis in chiave chimica verde. A tutto questo, si aggiunge il consolidamento del nostro portafoglio di soluzioni Ccs, tra i migliori del settore, grazie all’assegnazione della licenza di stoccaggio di Hewett nel Regno Unito e a importanti progressi tecnici e regolatori”, ha spiegato l’AD Claudio Descalzi.

Transizione energetica: il valore degli importanti progetti di Eni in sviluppo nelle parole dell’AD Claudio Descalzi

In ambito E&P, ha proseguito l’AD Claudio Descalzi, Eni accelera “i piani di sviluppo del gas equity e della produzione di GNL, leva fondamentale per assicurare forniture energetiche affidabili e al tempo stesso per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione”. In questo percorso si inseriscono la straordinaria scoperta di Geng North-1, a oggi “la più importante dell’anno a livello di intera industria”, il prossimo completamento dell’acquisizione di Neptune e l’acquisto delle attività di Chevron in Indonesia: “Ci mettono nella condizione favorevole di poter accedere a un enorme volume di risorse nell’offshore del bacino di Kutei”. L’AD di Eni ha poi ricordato anche che a meno di due anni dalla scoperta è stata avviata la produzione del super giacimento Baleine nell’offshore della Costa d’Avorio: primo progetto a zero emissioni nette dell’Africa (ambiti 1 e 2), è “in grado di coniugare gli obiettivi di sicurezza energetica, garantendo le necessarie fonti tradizionali, con la decarbonizzazione delle operazioni”. Eni, ha rimarcato infine l’AD Claudio Descalzi, “ha incrementato in modo sostanziale il portafoglio di GNL contrattualizzato, grazie a tre nuovi accordi di lungo termine in Congo, Qatar e Indonesia, per un volume totale a regime di 6,5 miliardi di metri cubi all’anno”.

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Intervista a Claudio Descalzi: Eni annuncia importante scoperta a gas in Indonesia

L’AD Claudio Descalzi: “Vogliamo sviluppare la nuova scoperta molto rapidamente, è una grande opportunità per noi, per l’Indonesia e anche per il Sud-est asiatico”.

Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni

Claudio Descalzi, AD di Eni: l’importante scoperta a gas nel bacino del Kutei in Indonesia

Per Claudio Descalzi si tratta di “una grande opportunità per noi, per l’Indonesia e per la regione”. L’AD di Eni lo ha sottolineato in un’intervista alla Cnbc durante l’Adipec di Abu Dhabi commentando quanto annunciato lo scorso 2 ottobre da Eni: l’importante scoperta di un giacimento di gas in Indonesia, a circa 85 chilometri dalla costa del Kalimantan. Il pozzo Geng North-1, perforato fino a una profondità di 5.025 metri, ha incontrato una colonna a gas di circa 50 metri in arenarie di età miocenica dalle eccellenti proprietà petrofisiche che sono state oggetto di una intensa campagna di acquisizione dati: la conferma dell’efficacia della strategia di Eni mirata alla creazione di valore attraverso la conoscenza approfondita dei temi geologici e l’applicazione di tecnologie geofisiche avanzate. Per una completa valutazione della scoperta è stata eseguita con successo una prova di produzione che, sebbene limitata dalle capacità delle attrezzature di test, ha permesso di stimare una portata del pozzo pari a 80-100 milioni di piedi cubi/giorno (circa 2,2-2,7 milioni di metri cubi al giorno) e 5.000-6.000 barili al giorno di condensati associati. Le stime preliminari, si legge nella nota che ha diffuso in merito il Gruppo guidato da Claudio Descalzi, indicano volumi complessivi pari a 5mila miliardi di piedi cubi di gas (circa 140 miliardi di metri cubi) con un contenuto di condensati fino a circa 400 milioni di barili: i dati acquisiti permetteranno lo studio delle opzioni per uno sviluppo accelerato.                    

Claudio Descalzi: il gas continua ad essere cruciale per soddisfare la domanda di energia

Nell’intervista, l’AD Claudio Descalzi ha parlato dell’importanza del gas nel soddisfare la domanda di energia: “Con la crisi abbiamo visto che la domanda di gas è inelastica e per di più sta crescendo”. In quest’ottica assume particolare rilievo la scoperta a gas in Indonesia che insieme alle recenti acquisizioni si inserisce nel percorso intrapreso da Eni per portare progressivamente il proprio portafoglio nel 2030 a un mix di gas e LNG al 60%, incrementando il contributo di LNG equity. L’Indonesia, e in generale l’Asia sud-orientale, giocano in quest’ottica un ruolo fondamentale: l’AD Claudio Descalzi ha infatti definito “strategica” la scoperta di Geng North in quanto “vicina a mercati in crescita” ma anche “ad altre strutture che avevamo scoperto in passato e dove ora arriviamo nel complesso a circa 10mila piedi cubi (circa 280 miliardi di metri cubi di gas, ndr), che ci consentono di considerare l’avvio di un nuovo hub”. È grazie alla sua ubicazione e alle sue dimensioni che Geng North può significativamente contribuire alla creazione di un nuovo polo di produzione nella parte settentrionale del bacino del Kutei, collegabile alle facilities di liquefazione (LNG) di Bontang, sulla costa del Kalimantan orientale, sfruttandone la capacità disponibile. “Nel bacino del Kutei abbiamo già in produzione il progetto di Jankrik, molto vicino a Bontang Lng, e molto vicino a ottimi mercati come l’Indonesia, la Cina, il Vietnam e la Corea del Sud”: per questo, ha aggiunto l’AD di Eni, “vogliamo sviluppare la nuova scoperta molto rapidamente, è una grande opportunità per noi, l’Indonesia e anche il Sud-est asiatico”.

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Claudio Descalzi: la rivoluzione del gas naturale liquefatto nella vision di Eni

Tecnologia e investimenti per una rivoluzione energetica basata sul gas naturale liquefatto: i progetti di Eni e la vision dell’AD Claudio Descalzi.

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Claudio Descalzi: il valore del gas per l’approvvigionamento energetico e per la riduzione delle emissioni GHG

L’AD Claudio Descalzi lo scorso 25 aprile, in occasione dell’inaugurazione dei lavori, lo aveva definito un “progetto importantissimo”: non può essere diversamente se si considera l’apporto di Congo LNG nel garantire volumi addizionali di gas in modo sostenibile e flessibile. Un progetto che si inserisce efficacemente nella strategia di diversificazione e nel percorso di progressiva decarbonizzazione di Eni dove il GNL gioca un ruolo strategico in particolare per raggiungere il traguardo delle zero emissioni nette GHG scope 1,2,3 al 2050. Tra tutti i combustibili fossili, il gas naturale infatti ha l’impronta carbonica minore: la sfida che il Gruppo guidato da Claudio Descalzi si propone di vincere è di ridurne ulteriormente le emissioni attraverso iniziative che vanno dall’eliminazione delle fuggitive di metano all’abbandono del flaring di processo passando per l’integrazione delle rinnovabili nelle attività di produzione e l’utilizzo di tecnologie per la cattura, stoccaggio e riutilizzo dell’anidride carbonica o carbon capture, utilization and storage (CCUS) fino ai progetti in ambito Natural Climate Solutions alla produzione di idrogeno blu. Il gas naturale sarà al contempo sempre più affiancato dalla produzione di biogas.

Claudio Descalzi: puntiamo a incrementare l’esportazione di gas naturale verso l’Europa

L’AD Claudio Descalzi nel sottolineare il valore del progetto in Congo aveva evidenziato come l’ottica sia di contribuire significativamente alla sicurezza energetica e alla competitività industriale italiana ed europea”. È questa la direzione in cui guarda Eni con i diversi progetti GNL che promuove: attualmente ne sono in sviluppo non solo in Congo ma anche in Egitto, Indonesia, Qatar, Mozambico e Angola. L’utilizzo del gas naturale per migliorare l’accesso all’energia rientra anche nell’impegno per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite: l’adozione di un energy mix a minor impatto composto da gas e rinnovabili fa parte infatti dei progetti per l’accesso all’energia che Eni realizza nei Paesi in cui opera, in particolare in Africa Sub-Sahariana, dove più di mezzo miliardo di persone non ha accesso all’elettricità nonostante la grande disponibilità di fonti energetiche. In linea con la vision dell’AD Claudio Descalzi e con l’impegno di Eni nel soddisfare ognuno dei pilastri del trilemma energetico (il raggiungimento della sostenibilità ambientale parallelamente alla sicurezza energetica e all’accessibilità economica), il GNL rappresenta un asset strategico anche nell’ottica di una sempre maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento, incentivate dalle alleanze consolidate con i Paesi produttori e da un approccio di sviluppo fast-track e integrato dei progetti.

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Claudio Descalzi: il valore delle attività del Centro di Ricerche Eni di Bolgiano

Claudio Descalzi: ogni aspetto del lavoro di ricerca condotto nei laboratori del Centro di Ricerche Eni di Bolgiano è pensato per avere un’applicazione concreta a livello industriale, mirando a raggiungere nuovi traguardi di efficienza e sostenibilità.

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L’AD di Eni Claudio Descalzi al Centro di Ricerche Eni di Bolgiano

L’innovazione, come anche l’AD Claudio Descalzi ha ricordato in diverse occasioni, ispira da sempre la crescita di Eni. Il valore di una vision lungimirante sulla necessità di immaginare un futuro all’insegna della sostenibilità trova forma anche nel Centro di Ricerche Eni di Bolgiano dove dal 1985, anno in cui è stato inaugurato, si lavora allo sviluppo di soluzioni e tecnologie rivoluzionarie che spaziano dall’approfondimento delle geoscienze all’affinamento dell’ingegneria, dalla chimica alla scienza dei materiali. Qui lo scorso 21 luglio il Presidente Giuseppe Zafarana e l’AD Claudio Descalzi hanno accolto il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’Assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia Guido Guidesi e il Sindaco di San Donato Milanese Francesco Squeri. Al centro della visita la presentazione dei risultati più significativi raggiunti dalla R&D di Eni: tra questi, i progetti e le soluzioni tecnologiche per la decarbonizzazione del settore dei trasporti tramite lo sviluppo delle agroenergie e del processo EcofiningTM che consentono anche di ricavare biocarburanti da scarti e materie prime di origine biologica non in competizione con l’uso alimentare.

Claudio Descalzi: fondamentale un dialogo costante tra mondo scientifico e industriale

L’AD Claudio Descalzi nel corso della visita ha ricordato l’impegno di Eni nello sviluppare internamente tecnologie proprietarie e ‘breakthrough’ per la decarbonizzazione, con riferimento ai tre principali ambiti di ricerca aziendali: rinnovabili e nuove energie, soluzioni per la decarbonizzazione, prodotti circolari e bio. In ottica di economia circolare ad esempio, oltre all’utilizzo di materiale di scarto come fonte primaria di energia e all’impiego di Waste&Residues (oli di frittura esausti, grassi animali e PFAD – Palm Fatty Acid Distillate per citarne alcuni), Eni ha sviluppato un “Database biofeedstock” in cui le materie prime bio di diverse tipologie vengono caratterizzate e studiate per prevedere la loro efficacia nella produzione di biocarburanti. Il database Eni al momento contiene più di 400 biocariche, qualificandosi non solo come uno dei primi al mondo, ma anche come uno dei più ricchi in termini di varietà di biomaterie prime caratterizzate. Impossibile poi non parlare di quanto sia fondamentale promuovere un dialogo costante tra mondo scientifico e industriale: il valore di questo approccio, come ha ricordato in diverse occasioni l’AD Claudio Descalzi, è funzionale allo sviluppo di progetti che potrebbero rappresentare “breakthrough tecnologici”. Basti pensare alla partnership che Eni sta portando avanti con il Massachusetts Institute of Technology (MIT), Enea e Cnr, per il progetto di ricerca sull’energia da fusione: una “potenziale svolta tecnologica epocale”, l’ha definita l’AD, che potrebbe aprire la strada alla produzione su vasta scala di energia a zero emissioni con un processo sicuro e virtualmente illimitato.