Premio Kennedy: tra i vincitori c’è anche l’imprenditore Alessandro Benetton

L’imprenditore italiano Alessandro Benetton è tra i vincitori del Premio Kennedy: al gala che si è svolto a Montecarlo per i 50 anni della Fondazione RfK Human Rights Foundation ha partecipato la figlia del senatore newyorkese, Kerry Kennedy.

Alessandro Benetton

Ad Alessandro Benetton il premio Kennedy: 50 anni di RfK Human Rights Foundation

L’imprenditore italiano Alessandro Benetton si è aggiudicato il Premio Kennedy, un importante riconoscimento guadagnato grazie al suo impegno verso lo sviluppo sostenibile portato avanti con le attività di 21 Investimenti. Il Premio è stato assegnato in occasione del cinquantesimo anniversario della RfK Human Rights Foundation, durante il gala di giovedì 25 ottobre organizzato a Montecarlo. All’evento ha preso parte Kerry Kennedy, la figlia del senatore newyorkese ucciso il 6 giugno 1968: “Quando papà si candidò alla presidenza lo fece predicando pace, giustizia e compassione verso chi soffre”, ha dichiarato la figlia Kerry. “gli Stati Uniti, disse, dovrebbero battersi per questo.” La RfK Human Rights Foundation è molto attiva in Italia per la diffusione della conoscenza dei diritti umani nelle scuole e nelle carceri, e per la lotta al bullismo. Kerry Kennedy ha espresso la sua preoccupazione verso “la minaccia, globale, che l’odio pone nei confronti dei diritti umani”. Alessandro Benetton non è stato l’unico a essere insignito del Premio, che è stato consegnato ad altre figure di spicco della nostra contemporaneità che si sono impegnate per la salvaguardia dell’ambiente e dei diritti umani o per una particolare dedizione verso la figura del senatore.

Alessandro Benetton e gli altri premiati

“Io credo che il messaggio di mio padre sia molto attuale e che funzionerebbe anche sui social network”, ha dichiarato Kerry Kennedy: “le persone, nel mio Paese, non vogliono più divisioni ma qualcuno che tiri fuori il meglio da ognuno di noi e che abbia una visione per sanare le spaccature”. Alessandro Benetton, premiato per aver posto lo sviluppo sostenibile al centro della propria strategia aziendale, ha condiviso quest’importante riconoscimento con il principe Alberto II di Monaco, premiato per l’impegno nella salvaguardia dell’ambiente e degli oceani. Anche il fotografo americano Harry Benson ha ricevuto il riconoscimento per aver raccontato la figura di Kennedy fino alla morte e per aver documentato, durante tutta la sua carriera, le violazioni dei diritti umani. Il Robert F. Kennedy Journalism Award è stato assegnato invece alla giornalista cubana Yoani Sánchez, per il suo impegno contro il governo cubano. In Italia la Fondazione RfK è presieduta da Marialina Marcucci, che si occupa anche di progetti per l’integrazione dei migranti. Alessandro Benetton, assente al gala del 25 ottobre, è stato premiato grazie al lavoro svolto negli anni alla guida di 21 Investimenti.

 

Alessandro Benetton: da 21 Investimenti alle sfide dell’innovazione

“Nella vita, ogni nuovo inizio richiede un mix di coraggio e sana follia”: Alessandro Benetton esprime la sua visione del futuro, lasciando trasparire la propria fiducia verso le capacità dell’uomo. Per l’imprenditore, l’innovazione è una sfida che va colta e sfruttata.

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Il futuro secondo Alessandro Benetton

“La distribuzione della ricchezza così com’è non è più sostenibile, con questa forchetta che si amplia sempre di più fra chi sta bene e chi non sta bene. Il capitalismo oggi non è morto, non è finito, ma sicuramente si deve porre dei punti interrogativi per diventare qualcosa di più contemporaneo”. Si apre così l’intervista di Alessandro Benetton per Il Sole 24 Ore. L’imprenditore e investitore non si è mai tirato indietro di fronte alle sfide, ed è con la stessa positività e determinazione che guarda al futuro e ai cambiamenti epocali che stiamo vivendo. “Nella vita, ogni nuovo inizio richiede un mix di coraggio e sana follia. Quando si incomincia qualcosa di nuovo si costruisce un tesoro di esperienze, da cui attingere per correggere il tiro, quando necessario”. L’imprenditore nomina chi, come Bill Gates, parla già da tempo di capitalismo creativo: chi è più fortunato deve pensare a chi ha bisogno, per uno sviluppo che punti alla sostenibilità, alla social corporate responsability e alla trasparenza con clienti e fornitori. Sono questi i punti cardine che anche 21 Investimenti ha sempre sostenuto e sui quali ha basato il proprio modello. “Ci sono statistiche che possono spaventare”, ammette Alessandro Benetton: “basta pensare che secondo alcune stime di McKinsey nel 2030 tra i 15 e i 50 milioni di posti di lavoro saranno sostituiti dalle macchine negli Stati Uniti”. Questo può far paura, ma è una sfida che va affrontata: “L’innovazione, la digitalizzazione e la tecnologia sono opportunità che l’uomo saprà cogliere e governare in modo appropriato”.

Alessandro Benetton: da Harvard alla sfida di 21 Investimenti

Con la sua società 21 Investimenti, Alessandro Benetton ha raccolto un fondo da un miliardo di euro con il partner inglese Aberdeen Standard Investments. “Lavoro in questo mercato da 25 anni”, spiega l’imprenditore, “le partecipate da 21 Investimenti contano oggi un fatturato aggregato di un miliardo e mezzo e circa 8 mila dipendenti e il rendimento sugli investimenti è stato del 20% nell’ultimo ventennio.” Sottolinea poi che il rapporto con la sostenibilità è un punto fondamentale, insieme all’attenzione verso la formazione, la ricerca, lo sviluppo e la crescita occupazionale. Nato a Treviso, classe 1964, Alessandro Benetton ha dato il via a un’attività sua a 28 anni, un’industria diversa da quella di famiglia: 21 Investimenti è la holding di partecipazioni che è arrivata dopo gli anni di studio ad Harvard, terminati con il Master in Business Administration nel 1991. “Avevo in mente una sorta di algoritmo che è diventata poi la strategia della 21 Investimenti per aiutare le piccole e medie imprese a crescere e per come sono andate le cose dopo 25 anni, ora posso dire che la sfida è stata vinta”. L’imprenditore vive con la moglie Deborah Compagnoni e i tre figli a Ponzano Veneto, in una casa che lascia trasparire tutto il suo amore per l’arte, per la bellezza e per la privacy. Nella sua vita, così come nella professione, Alessandro Benetton non si è mai tirato indietro davanti alle sfide: questa visione del futuro la condivide con l’ex segretario di stato americano Henry Kissinger: “Quando parli con lui non ci sono limiti storici alle sue analisi, ha un pensiero lucido sul futuro. È come un geniale giocatore di scacchi che fa le previsioni sulle mosse dei diversi Paesi”.

 

Carton Pack: 21 Investimenti di Alessandro Benetton acquisisce la maggioranza della società

“21 Investimenti dimostra di continuare a credere nel Sud e ad investire in eccellenze italiane con forte potenzialità di crescita”: Alessandro Benetton accoglie con entusiasmo l’acquisizione della maggioranza di Carton Pack.

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21 Investimenti di Alessandro Benetton: acquisita la maggioranza di Carton Pack

Un’operazione per la quale essere orgogliosi e che testimonia dell’interesse di 21 Investimenti per le eccellenze del Sud Italia. La società di Alessandro Benetton acquisisce la maggioranza del capitale di Carton Pack con una strategia ben precisa: trasformare il leader italiano del packaging ortofrutticolo in uno dei principali player europei del settore. “Il nostro modello prevede di affiancare gli imprenditori in un nuovo percorso di sviluppo attraverso importanti investimenti in innovazione e tecnologia, il rafforzamento del management team e l’ingresso in nuovi mercati”, ha dichiarato il manager, che ha anche sottolineato come questo investimento faccia seguito a quello in Farnese Group nel 2013 e a quello in SIFI nel 2015, tutte realtà di primo piano del Mezzogiorno. Entusiasti anche Gianni e Giuseppe Leone, alla guida del management team di Carton Pack, che hanno messo in evidenza come 21 Investimenti sia un partner strategico per la crescita della loro società, la quale affronterà un percorso di sviluppo che la porterà a traguardi sempre più ambiziosi.

Alessandro Benetton: profilo manageriale

La carriera professionale di Alessandro Benetton ha inizio nel 1988, anno in cui viene assunto in qualità di analista nel dipartimento di Global Finance della Goldman Sachs International a Londra. Nel periodo che va dal 1988 al 1998 è Presidente di Benetton Formula, scuderia di Formula Uno con la quale raggiunge importantissimi risultati, ovvero la vittoria di due campionati mondiali piloti e uno costruttori. Il 1992 segna una svolta nella sua carriera: fonda 21 Investimenti, diventando uno dei pionieri del private equity in Italia. Presidente di Benetton Group tra il 2012 e il 2014, Alessandro Benetton siede nei CdA delle controllate Edizione S.r.l. e Autogrill S.p.A., oltre a far parte dell’Advisory Committee di Robert Bosch Internationale Beteiligungen AG. Insignito di prestigiosi riconoscimenti, tra i quali il titolo di Cavaliere del Lavoro (2010), il Premio EY Imprenditore dell’Anno (2011) e il Premio America della Fondazione Italia USA (2016), dal 2017 è Presidente di Fondazione Cortina 2021, incarico che lo pone in prima linea nell’organizzazione dei Campionati Mondiali di Sci del 2021.

 

Alessandro Benetton: “Il posto giusto” ne ripercorre la carriera

Alessandro Benetton si racconta a “Il posto giusto”: nella crescita professionale del Presidente di 21 Investimenti il coraggio e la tenacia nelle scelte sono stati fondamentali per raggiungere e superare gli obiettivi prefissati.

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“Il posto giusto”: l’intervista ad Alessandro Benetton, Presidente di 21 Investimenti

Protagonista de “Il posto giusto”, trasmissione di RaiTre dedicata al mondo del lavoro, Alessandro Benetton ripercorre il proprio percorso professionale. Tenacia e coraggio non sono mancati all’imprenditore che ha deciso di smarcarsi dal gruppo di famiglia dopo una breve parentesi durata “praticamente un anno” e terminata perché “non ho riscontrato le condizioni che reputavo opportune per poter portare il mio contributo”. La scelta di viaggiare da solo nel mondo del lavoro è stata “più naturale di quanto possa sembrare dall’esterno”, maturata grazie anche a una serie di incontri importanti avuti nel corso della sua vita. Come quello con Michael Porter, suo professore ad Harvard: “Era il 1992 e avevo capito grazie a lui che avrebbe potuto esserci un nuovo modo di leggere la PMI italiana: siamo stati tra i primi nel Paese a creare fondi, finanziati anche dall’esterno, con lo scopo di acquistare piccole e medie imprese”. Da lì l’intuizione che ha portato alla nascita di 21 Investimenti: tra i primi in Italia ad occuparsi di private equity, si pone come obiettivo quello di entrare in realtà ad alto potenziale di crescita provando a capire quanto il paradigma su cui vivono sia contemporaneo o necessiti di cambiamenti. Con l’ultimo ciclo di investimenti partito nel 2007, le imprese che si sono avvalse del suo supporto sono cresciute del 50% di fatturato e hanno raddoppiato in media l’occupazione, registrando aumenti negli utili del 50%: “Con coraggio 21 Investimenti cerca di dare una interpretazione sul loro futuro” ha commentato in merito Alessandro Benetton.

Alessandro Benetton ripercorre l’esperienza in Formula Uno a “Il Posto Giusto”

“Se si è giovani e si crede in un’idea non bisogna essere rinunciatari”: nel corso dell’intervista, Alessandro Benetton invita a riflettere sul valore della tenacia, perché “basta leggere le biografie dei grandi inventori per capire quanto tutti siano accomunati dal fatto di non essersi mai arresi di fronte agli ostacoli”. Una dote che l’imprenditore ha dimostrato di possedere in più occasioni, ad esempio in Formula Uno. I suoi dieci anni alla guida di Benetton Formula sono stati “la dimostrazione che si può avere successo anche in ambiti diversi da quello di competenza”. La diffidenza iniziale è ormai un lontano ricordo: “In un mondo di grandi specialisti di alta tecnologia entrava quasi un ‘imbucato’ che pur non sapendone niente riusciva ad ottenere grande successo e questo sembrava quasi svilire tutta la radice e la profondità che vi era dietro quel mondo”. Ora di quella esperienza restano le vittorie di Michael Schumacher e la consapevolezza che “anche qui con coraggio, sperimentando e facendo tanti cambiamenti” i buoni risultati arrivano. “Penso con la mia esperienza – osserva infine Alessandro Benetton – di poter dimostrare che per quanto la finanza sia uno strumento necessario per mettere la benzina, il motore resti comunque il lavoro dell’uomo: è il singolo a fare la differenza”.