Impresa, ecco i 3 titoli da leggere per Alessandro Benetton

Nel nuovo appuntamento della sua rubrica Youtube, Alessandro Benetton spiega perché per un imprenditore è fondamentale guardare oltre il suo mondo: per farlo, suggerisce 3 libri che hanno avuto un impatto decisivo sulla sua carriera.

Alessandro Benetton

Dal capitano Achab all’inventore del bitcoin: Alessandro Benetton e gli spunti per un’impresa di successo

“Questo libro è importante perché esprime con estrema forza un concetto fondamentale, la leadership: vi prometto che vi insegnerà molto di più che cosa significhi essere leader rispetto a tanti manuali sull’argomento”: secondo Alessandro Benetton “Moby Dick” è infatti uno dei 3 titoli più appropriati per un imprenditore. Nell’ultima puntata della rubrica video #UnCaffèConAlessandro, pubblicato il 20 febbraio sul suo canale Youtube e sul portale del “Corriere della Sera”, il fondatore di 21Invest fa una panoramica dei libri che possono rivelarsi uno strumento indispensabile per il business moderno. “Qualche giorno fa ero all’Università di Venezia Ca’ Foscari per un evento e subito dopo il mio intervento mi si è avvicinato un ragazzo. Siamo arrivati a parlare di libri e mi sono subito reso conto di una cosa: quel ragazzo parlava solo di libri di business”: si tratta di un errore che anche gli imprenditori più affermati commettono, ossia quello di “chiudersi dentro una bolla” e non considerare nulla al di fuori del proprio settore. Per questo, oltre al capolavoro di Herman Melville, Alessandro Benetton consiglia la lettura di “La vita segreta”, saggio di Andrew O’Hagan che ripercorre le storie del creatore del bitcoin Satoshi Nakamoto e del giornalista Julian Assange, oltre ad affrontare il tema del deep web. L’ultimo libro trattato è “The Game” di Alessandro Baricco, romanzo che offre una visione dualistica dell’evoluzione digitale che la nostra società sta vivendo. Titoli dunque che hanno il merito di spingere un imprenditore a non soffermarsi esclusivamente su questioni puramente economiche: “Per fondare un’azienda – conclude – non bisogna solo essere dei businessmen, bisogna essere dei narratori, degli storytellers: non basta la passione, ma anche saper coinvolgere chi vi sta attorno”.

Cambiamento e valore, Alessandro Benetton ospite al Marketers Talk della Ca’ Foscari

Fondato all’interno dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Marketers è un club di studenti e alunni appassionati di business e marketing: Alessandro Benetton è stato protagonista di una delle talk organizzate a dicembre scorso proprio dall’associazione. L’imprenditore ha colto l’occasione per raccontare le scelte che hanno segnato la sua carriera, partendo da quella di studiare all’estero, un’opzione non così comune negli anni ’80. Il presidente di 21 Invest ha poi parlato della sua prima esperienza lavorativa in Goldman Sachs, a Londra, e del master ad Harvard, dove ha avuto la fortuna di avere come professore Michael Porter e di poter vivere in prima persona la sua visione, allora in controtendenza, del concetto di competitività. Un incontro che ha permesso all’imprenditore di riconoscere un concetto che non lo ha mai abbandonato: il cambiamento come creazione di valore. Partendo da questo assunto di base Alessandro Benetton decide così di fondare 21 Invest, primo operatore italiano di private equity: il successo ottenuto negli anni passati e i risultati attuali sono la testimonianza che il rifiuto del cambiamento è un ostacolo che molti imprenditori hanno difficoltà a superare.

 

“#UnCafféConAlessandro”: il valore dei fallimenti secondo Alessandro Benetton

Dal management di 21 Invest all’esperienza dell’e-commerce fino al progetto “Sei Milano”: Alessandro Benetton parla senza filtri al popolo del web e racconta i fallimenti che hanno caratterizzato la sua carriera e gli insegnamenti che ne ha saputo trarre.

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Alessandro Benetton: perché non bisogna avere paura dei fallimenti

“Per essere perfetti basta non fare niente. Commettere errori è il modo migliore per imparare”: è questo l’insegnamento fondamentale che dà Alessandro Benetton nel suo ultimo video della rubrica “#UnCafféConAlessandro”. L’imprenditore, alla guida di 21 Invest, ha deciso di raccontare, senza filtri, il suo rapporto con il fallimento. “Ho fatto un errore. Ho sbagliato. Avevo torto. Sono frasi che tutti abbiamo il terrore di dire”, ha sottolineato. I fallimenti, invece, dovrebbero essere occasioni per imparare: d’altronde, solo chi non agisce non sbaglierà mai. Per dimostrarlo in prima persona, Alessandro Benetton ha raccontato alcuni dei suoi fallimenti più eclatanti, che hanno segnato la sua vita personale e la sua carriera di imprenditore. Ha affidato il suo racconto ad un video, condiviso come di consueto anche sulle pagine online del Corriere della Sera, sperando così di poter essere utile anche ad altri. La prima esperienza riguarda la fine degli anni ’90 con il sito di e-commerce “Boo.com”, tra i primi progetti di investimento dell’imprenditore. “Ero giovane e inesperto. Doveva diventare il primo e-commerce di abbigliamento globale, un’idea innovativa con investitori importanti come Luis Vuitton, fornitori di prestigio come Adidas. Gli ingredienti c’erano tutti. In 18 mesi l’azienda bruciò 185 milioni di dollari e nel giro di un anno fallì”: un disastro, come lo ha definito: il motivo è che era troppo presto, non c’erano i mezzi tecnologici per stare al passo con l’idea alla base del progetto, i computer erano lenti e i server andavano continuamente in crash. Da questo errore è nato un importante insegnamento: il tempismo, in molti casi, è fondamentale.

Alessandro Benetton: l’inizio di 21 Invest e l’esperienza “Sei Milano”

L’imprenditore si è quindi focalizzato su altri due importanti step della sua carriera, due dietro front dai quali comunque imparare qualcosa: “Nel 1992 fondai 21 Invest”, ha raccontato Alessandro Benetton. “Il team di management mi fu fortemente consigliato dall’alto, io accettai. Era un team di manager esperti, con un curriculum pazzesco, ma c’era un problema: non avevano sposato il progetto e non lo sentivano loro”. Da questa esperienza, emerge chiaramente che “la passione e la voglia contano più di un curriculum impeccabile”. Dall’esperienza di Alessandro Benetton si evince inoltre come spesso una buona idea possa risultare fallimentare se non si è disposti ad adattarla ai tempi nei quali si vive. Il progetto “Sei Milano” consisteva in una piccola emittente televisiva in grado di puntare a un’idea di giornalismo innovativa, basata su notizie in real time comunicate grazie a una piccola squadra mobile. L’idea è naufragata a causa della carenza dell’attrezzatura e dei mezzi tecnici per agire, così come a causa delle difficoltà burocratiche che rendevano impossibile la formazione dei giornalisti. Da quest’esperienza l’imprenditore ha imparato il valore dell’oggettività: “Mai innamorarsi delle proprie idee“.

 

I video di Alessandro Benetton sul “Corriere della Sera”: come portare il team al successo

Per essere un vero leader bisogna smettere di guardare se stessi per concentrare ogni sforzo verso l’obiettivo comune, per guidare la propria squadra con valori solidi e condivisi da tutti: sono i consigli di Alessandro Benetton, imprenditore di successo alla guida di 21 Invest.

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Alessandro Benetton: i consigli per essere un buon leader

“Il leader non pensa a essere quello che comanda, pensa a una cosa sola: il team. Un leader senza squadra non può esistere”: sono le parole di Alessandro Benetton. L’imprenditore alla guida di 21 Invest ha affrontato il tema della leadership e del gruppo nel suo più recente video di #UnCaffèConAlessandro, rubrica su Youtube che affronta, in pochi minuti, argomenti di attualità e legati al mondo del business. Il video, condiviso anche dal “Corriere della Sera”, dà tre suggerimenti fondamentali per essere buoni leader e far funzionare un team. Prima di tutto è necessario tenere a mente che la diversità è un elemento essenziale: come in un’orchestra, mettere insieme elementi differenti tra loro, con peculiarità e capacità dissimili, è importante per essere performanti. Il vero leader sa convogliare tutti verso un unico obiettivo, appiattendo i possibili contrasti. Il secondo consiglio di Alessandro Benetton è di puntare su gruppi piccoli, o assicurarsi di dividere un team più ampio in sezioni più facili da gestire. Infine, il punto più difficile, è creare un insieme di valori, regole e dinamiche comuni: “Per creare una cultura di squadra, oltre a tempo e impegno, ci vuole la partecipazione di tutti gli elementi del team”.

I riconoscimenti ottenuti e il percorso professionale di Alessandro Benetton

Alessandro Benetton è fondatore e Managing Partner di 21 Invest (in precedenza 21 Investimenti), tra le prime società italiane di private equity che oggi annovera oltre 90 investimenti completati e 1,6 miliardi di euro di capitali raccolti presso investitori internazionali. L’imprenditore è originario di Treviso ma studia negli Stati Uniti, laureandosi in Business Administration all’Università di Boston. Quattro anni più tardi consegue il Master in Business Administration presso la Harvard School. A Londra avvia la sua carriera in Goldman Sachs International, ma la vera svolta professionale avviene a 28 anni con l’avvio di 21 Investimenti S.p.A. Durante la sua carriera, Alessandro Benetton ha ricevuto diversi riconoscimenti: ha vinto il Premio EY Imprenditore dell’Anno nel 2011, il Premio Vittorio De Sica nel 2014 e il Premio America della Fondazione Italia USA nel 2016. Nel 2008 è stato insignito del riconoscimento “Imprenditori per l’Italia nel mondo” dal Centro di Ricerca Imprenditorialità e Imprenditori dell’Università Bocconi. Di recente ha dato vita a un canale Youtube dinamico, con ospiti interessanti e due video-rubriche intitolate #UnCaffèConAlessandro (per parlare di temi d’attualità in pochi minuti, il tempo di un caffè) e #21ChangeMakers (interviste con protagonisti del cambiamento e dell’innovazione).

 

Alessandro Benetton: 21 Invest per crescere in Europa

21 Investimenti, società fondata e guidata da Alessandro Benetton, diventa 21 Invest: un rinnovamento finalizzato a crescere sempre più efficacemente anche in Europa.

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Alessandro Benetton lancia 21 Invest: nel nuovo logo la visione e i valori della società

Nuovo nome, nuovo logo, ma, per utilizzare le parole del Presidente Alessandro Benetton, “sempre la stessa passione e l’impegno nel creare un approccio più sostenibile”. 21 Investimenti cambia volto e diventa 21 Invest, ma lo spirito resta quello che da ventisei anni ne plasma l’attività. Il rebranding infatti, come sottolinea Alessandro Benetton, è stato pensato nell’ottica di far emergere in maniera sempre più efficace la visione e i valori di un gruppo fortemente proiettato nel futuro, che cresce insieme alle imprese in cui investe. Il nuovo logo nasce infatti per rappresentare la costante proiezione al futuro, tratto distintivo della società, e la sua capacità di evolvere continuamente: un processo circolare, evidente nella freccia che circonda il numero 21, a conferma di come 21 Invest riesca a trasformare il superamento di ogni traguardo in un nuovo inizio.

21 Invest: il Presidente Alessandro Benetton su rebranding e prossimi obiettivi del gruppo

“Ho scelto il numero 21 per identificare la società che ho fondato nel 1992 all’età di 28 anni” ha detto Alessandro Benetton presentando 21 Invest. “Eravamo nel ventesimo secolo, ma già allora mi vedevo proiettato nel secolo a venire” ha spiegato il fondatore del gruppo, nonché attuale Presidente, sottolineando come in questo concetto fosse racchiuso “il senso dell’attività stessa della società che avevo scelto di fondare”. Alessandro Benetton si è poi soffermato sui risultati raggiunti in questi ventisei anni di attività: l’apertura di uffici a Treviso, Milano, Parigi e Varsavia, oltre 100 investimenti completati e oltre 2 miliardi di euro raccolti presso investitori istituzionali italiani e internazionali. “L’evoluzione, la discontinuità e il miglioramento continuo che abbiamo portato nelle imprese che in questi anni abbiamo accompagnato nella crescita è da sempre il nostro segno distintivo” ha commentato il Presidente di 21 Invest, facendo notare come il gruppo sia pronto “ad allargarsi non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa, continuando a investire in imprese di eccellenza e facendole crescere sulla base di un concreto progetto industriale”.