Claudio Riva

Gruppo Riva: la rivoluzione tecnologica dell’azienda guidata da Claudio Riva

Gruppo Riva nasce all’inizio degli anni ’50 da un’intuizione di Emilio Riva che capta le grandi prospettive di sviluppo del settore siderurgico nel Dopoguerra e mette in piedi un’azienda che accompagna la ripresa italiana in quello che è conosciuto come “miracolo economico”, espandendosi poi anche all’estero ed affermandosi infine come uno dei primi gruppi siderurgici d’Europa, uno status di cui gode ancora oggi sotto la guida di Claudio Riva.

Claudio Riva

Gruppo Riva: quando la realtà oggi guidata da Claudio Riva realizzò la prima colata continua curva a tre linee

Erano i primi anni ’50 quando Emilio Riva e il fratello Adriano avviarono un’attività basata sul commercio di rottami ferrosi, divenuta in poco tempo un’azienda di rilievo. Dieci anni dopo la sua fondazione, Gruppo Riva si trovò ad affrontare una delle sue prime grandi sfide. Favorita dallo sviluppo delle miniacciaierie, a metà anni ’60 la concorrenza straniera si faceva sempre più competitiva grazie all’implementazione del forno elettrico. Emilio Riva intuì che per restare al passo con i grandi produttori esteri era necessario investire in nuove tecnologie. Fu così che decise di introdurre in Italia la colata continua curva a tre linee, una novità tecnologica rivoluzionaria capace di garantire maggiori vantaggi di costo e di resa. Per la sua realizzazione, il pioniere della siderurgia strinse una collaborazione con Luigi Danieli, titolare dell’omonima azienda impiantistica, e Renzo Colombo, un affermato progettista. Il 2 giugno del 1964 venne quindi inaugurata la prima colata continua curva a tre linee presso lo stabilimento di Caronno. Un’operazione che si rivelò un punto di svolta non solo per il Gruppo oggi guidato da Claudio Riva ma per l’intera industria siderurgica italiana che abbandonava definitivamente i lingotti a favore delle billette.

Gruppo Riva: dall’avvio dell’espansione internazionale agli anni sotto la guida di Claudio Riva

Negli anni ’70, in un periodo di crisi petrolifera e difficoltà per la siderurgia europea, Gruppo Riva cominciò ad investire oltre confine, acquisendo aziende in Spagna, Francia e Canada. Attraverso l’implementazione di nuove tecnologie e una maggiore automazione, il Gruppo aumentò la produzione di acciaio e laminati, diventando uno dei principali operatori europei. Negli anni successivi, continuò a espandersi in Belgio, Germania e Francia, incrementando la produzione e consolidando la propria presenza a livello europeo. Successivamente, ampliò le sue operazioni in Italia e Francia, incorporando nuove aziende e migliorando le strutture logistiche per il trasporto delle materie prime. Nel 2005, un accordo con enti locali e sindacati permise la riconversione dell’impianto di Cornigliano a Genova, considerato un ottimo esempio di coniugazione tra esigenze industriali e ambientali. Più recente è invece l’acquisizione di siti di raccolta e frantumazione di rottami metallici avvenuta nel 2022, con cui Gruppo Riva si avvia verso l’autosufficienza nella catena del riciclo dell’acciaio, confermando il suo impegno per la sostenibilità e la crescita continua nel settore siderurgico. La figura di Emilio Riva, Presidente e fondatore del Gruppo, viene ricordata per il contributo alla crescita e alla modernizzazione dell’azienda, mentre il figlio Claudio Riva, subentratogli nel ruolo di Presidente, oggi continua a guidare con successo le attività aziendali.

Gianpiero Strisciuglio

Gianpiero Strisciuglio alla guida di Agens: il primo discorso da Presidente

Gianpiero Strisciuglio, AD di Rete Ferroviaria Italiana, la capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS, ha assunto la presidenza di Agens con l’impegno di guidarla in un momento di grandi cambiamenti per il settore della mobilità.

Gianpiero Strisciuglio

Le prime parole di Gianpiero Strisciuglio al vertice di Agens

Questo ruolo è una sfida importante. Assicurare il diritto alla mobilità è sancito dalla nostra Costituzione”. Così l’AD e DG di RFI Gianpiero Strisciuglio nel suo primo discorso da Presidente di Agens, l’associazione del trasporto pubblico di Confindustria a cui aderisce il Gruppo Ferrovie dello Stato, insieme alle principali aziende del trasporto pubblico locale. “È vero, siamo in un momento molto delicato, di grandi cambiamenti”, ha proseguito il neo Presidente, “per queste ragioni servono capacità di visione più a 360 gradi. Dobbiamo incentivare i progetti di digitalizzazione e innovazione ma sempre con occhio attento all’urbanistica, all’ambiente e alle energie più sostenibili. Serve lavorare sull’intermodalità e l’interconnessione affinché si possa davvero arrivare allo shift modale richiesto dall’Europa”.

La nuova presidenza di Agens sotto la guida di Gianpiero Strisciuglio

È stato Gianpiero Strisciuglio a richiedere all’assemblea di Agens di eleggere gli otto Vicepresidenti con deleghe specifiche Giacomo Bellavia (Amts Catania), Stefano Rossi (Autoguidovie), Angelo Costa (Arriva), Filippo Contino (Gruppo FS), Sabrina De Filippis (Mercitalia Logistics), Arrigo Giana (Atm), Fabrizio Dell’Orefice (Gruppo FS) e, infine, Federica Santini (Trenord). “Si tratta di persone altamente qualificate che lavoreranno in continuità con la presidenza uscente, che ha avuto in Arrigo Giana, AD di Atm, una guida autorevole e di grande qualità”, ha commentato il Presidente. “Siamo pronti per iniziare questo match, consapevoli degli importanti e necessari mutamenti che stanno riguardando il settore della mobilità”, ha concluso il manager.

Annalaura Lettieri

Il successo dell’accordo Atitech-Alitalia e il contributo legale di Annalaura Lettieri

L’obiettivo di dotare l’Italia di un’infrastruttura strategica nel campo delle manutenzioni aeronautiche è chiaro. “Vogliamo offrire soluzioni chiavi in mano, proprio come avviene nei principali Paesi europei”, aveva rimarcato Gianni Lettieri, Presidente di Atitech. L’acquisizione del ramo maintenance di Alitalia è stato un passo cruciale verso questa direzione, con Annalaura Lettieri, in qualità di General Counsel, che ha svolto un ruolo fondamentale nelle trattative.

Annalaura Lettieri

Accordo storico tra Atitech e Alitalia: il contributo di Annalaura Lettieri

La priorità – aveva evidenziato il Presidente Gianni Lettieri – è riportare nell’hub di Fiumicino, che intercetta una platea di compagnie aeree di livello internazionale, e in quello di Capodichino, che è porta d’ingresso per aeromobili che guardano con interesse al Mediterraneo e a tutta l’area EMEA, i principali player del traffico aereo, costretti in questi anni a cercare altrove servizi che, invece, con puntualità e professionalità possiamo già offrire oggi a Roma e Napoli”. L’operazione ha segnato solo l’inizio di un ambizioso progetto, da tempo portato avanti da Gianni Lettieri, volto alla creazione di un Polo nazionale delle manutenzioni aeronautiche. Grazie anche al contributo di Annalaura Lettieri, è stato raggiunto un accordo dopo intense trattative tra Atitech, i commissari di Alitalia e i sindacati. Questo accordo ha permesso l’assorbimento di 940 lavoratori impiegati nella manutenzione degli aeromobili e nella rilavorazione della componentistica aeronautica presso il complesso di Fiumicino e vari scali italiani ed esteri. L’obiettivo: riportare in Italia le commesse relative alla full maintenance, creando un’officina italiana per la riparazione completa degli aeromobili.

Annalaura Lettieri: nasce il Polo nazionale delle manutenzioni aeronautiche

L’avvocato Annalaura Lettieri ha avuto un ruolo cruciale nel guidare l’ufficio legale durante l’acquisizione. Il Polo nazionale delle manutenzioni aeronautiche si concentrerà su diversi ambiti: manutenzione di linea, leggera, pesante, retrofit delle cabine e rilavorazione dei componenti. Offrirà inoltre servizi su scali esteri in città come Tel Aviv, Francoforte, Monaco, Buenos Aires, San Paolo, Tunisi, Parigi, Osaka, Londra e New York. L’obiettivo: sviluppare capacità per i componenti, i motori e tutti gli aspetti della manutenzione aeronautica, generando una crescita occupazionale che potrebbe assorbire fino a 3.000 unità tra i complessi aziendali in Italia. “All’interno di Atitech e dell’ex Alitalia esistono professionalità e competenze capaci di soddisfare le più svariate esigenze dei vettori presenti sul mercato”, ha dichiarato Lettieri, evidenziando come il know-how e l’expertise rappresentino il fulcro dell’operazione. Il capitale umano è considerato la “vera forza di questa operazione”, con un’attenzione particolare alla formazione continua e all’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate.

Paolo Arrigoni

Dai primi incarichi professionali alla guida del GSE: la carriera di Paolo Arrigoni

Presidente del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), Paolo Arrigoni si è laureato in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Milano.  

Paolo Arrigoni

Paolo Arrigoni: i primi incarichi professionali

Nato a Lecco nel 1964, Paolo Arrigoni, dopo aver completato il servizio come Ufficiale di Complemento nell’arma di artiglieria presso la caserma Santa Barbara di Milano, si laurea in Ingegneria Elettronica al Politecnico di Milano nel 1992, aprendo le porte a una carriera di successo. I primi passi del suo percorso lo hanno visto entrare a far parte del mondo dell’ingegneria presso Italcementi Group, dove ha ricoperto il ruolo di Project Engineer, concentrando la sua esperienza nell’automazione e nel controllo dei processi industriali. Successivamente è passato al lavoro come libero professionista nell’ambito della consulenza e della progettazione di impianti elettrici e di automazione, operando a stretto contatto con settori civili, terziari e industriali. Nel corso della sua carriera, Paolo Arrigoni ha abbracciato anche l’impegno politico, prima come Consigliere Comunale e poi come Assessore con importanti deleghe relative all’ecologia, all’ambiente, alla viabilità e ai trasporti nel Comune di Calolziocorte. Nel 2005, grazie alla sua dedizione e competenza, è stato insignito del riconoscimento come Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana durante il mandato come Consigliere di Amministrazione di GRTN (Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale).

Paolo Arrigoni: tra politica e impegno per il futuro sostenibile

La sua influenza e il suo impegno politico si sono estesi oltre i confini comunali e provinciali, portandolo a diventare Senatore della Repubblica nel 2013, con una riconferma nel 2018. Durante il suo mandato al Senato, Paolo Arrigoni ha dimostrato una profonda dedizione per le questioni ambientali ed energetiche, ottenendo importanti incarichi all’interno della Commissione permanente Territorio, Ambiente e Beni ambientali, nonché come Questore del Senato e membro del COPASIR. Dal febbraio 2002 al marzo 2005, è Consigliere di Amministrazione della Società NORDCOM S.p.A. del gruppo Ferrovie Nord, attiva nel settore ICT (Information Comunication Technology). Dal luglio 2003 al febbraio 2006, è Consigliere di Amministrazione di GRTN (Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale). Nel marzo del 2023, Paolo Arrigoni ha assunto il ruolo di Presidente del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), un’azienda pubblica dedicata alla promozione e allo sviluppo delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e della mobilità sostenibile. Parallelamente al suo ruolo in GSE, è diventato membro dell’Advisory Board dell’Associazione Italiana Nucleare (AIN).

Cristina Scocchia

L’evoluzione professionale di Cristina Scocchia: l’intervista al “Corriere della Sera”

Dalla presentazione di fine tirocinio all’assunzione a tempo indeterminato, poi gli studi per la laurea e il dottorato e infine la nomina a CEO di importanti realtà internazionali: Cristina Scocchia, attualmente alla guida di Illycaffè, racconta la sua storia in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia: i primi passi della carriera

Era in inglese e la mia conoscenza della lingua non era così forte all’epoca”: è ancora vivido il ricordo di quella presentazione di fine tirocinio che Cristina Scocchia tenne ai tempi del suo stage in Procter&Gamble, lo stesso che diede inizio alla sua carriera. Il suo lavoro venne infatti apprezzato dall’AD che le propose un contratto a tempo indeterminato, a patto che finesse gli studi con il massimo dei voti e migliorasse il suo inglese. “Ho lavorato per 16 anni per una multinazionale che non solo mi ha formato ma mi ha permesso di crescere. Quando ho cominciato il dottorato ero a Ginevra, ho trovato nell’Università di Torino i migliori corsi in economia aziendale. Mi sono iscritta e sono riuscita a conseguire un Phd da remoto, continuando a lavorare in azienda”, racconta la CEO di Illycaffè, riconoscendo di essere stata particolarmente “fortunata”. Non perché non se lo meritasse, tutt’altro. “Ho lavorato tanto: di giorno in ufficio, la sera sui libri”, rammenta. La sua fortuna è più che altro legata al fatto che siano poche le aziende “in grado di riconoscere e premiare il merito”.

Cristina Scocchia: l’importanza della meritocrazia

La lunga esperienza alla Procter&Gamble le ha fatto da scuola, fornendogli tutti gli strumenti necessari per guidare poi, nel ruolo di AD, realtà del calibro di L’Oréal, KIKO Milano e, infine, Illycaffè. Adesso che si trova dall’altra parte, Cristina Scocchia cerca di promuovere tra i ragazzi quella stessa meritocrazia che le ha consentito di arrivare fin lì. “I nostri tirocinanti sono tutti retribuiti. Come lo erano in KIKO Milano. Alcuni di questi stanno facendo carriera. Auguro loro di poter raggiungere qualsiasi traguardo abbiano in mente”, riporta la manager, secondo la quale “non c’è solo un divario uomo-donna nel nostro Paese. C’è un divario tra ricchi e poveri”. Per questo motivo, nell’Italia dei 1.000 contratti atipici in cui si è arrivati a parlare di dover obbligare per legge le aziende a retribuire i giovani in tirocinio, Cristina Scocchia afferma: “Mi piace poco l’idea di imporre le cose per legge. Ma per quanto mi riguarda le pari opportunità cominciano da lì”. E conclude: “Io non avrei potuto fare uno stage in forma gratuita. Posso dire che senza quel tirocinio difficilmente sarei diventata Amministratore Delegato”.

Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo

Carlo Messina tra i protagonisti più apprezzati degli ultimi 35 anni: il sondaggio di “Milano Finanza”

Tra i protagonisti più apprezzati degli ultimi 35 anni, secondo il sondaggio promosso da “Milano Finanza” tra le società di Piazza Affari, anche il CEO di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, che ottiene il voto medio più alto tra le personalità del mondo finanziario.

Carlo Messina

“Milano Finanza”: gli oltre dieci anni alla guida di Intesa Sanpaolo hanno portato Carlo Messina in cima

Tra i banchieri è Carlo Messina a posizionarsi in cima alle preferenze di Piazza Affari nell’ambito del sondaggio promosso da “Milano Finanza” per celebrare un anniversario importante: 35 anni di attività. Tra le diverse iniziative lanciate in questi giorni per omaggiare la ricorrenza, “MF” ha ideato un sondaggio interrogando le società di Piazza Affari sulle personalità che hanno maggiormente inciso dal 1989, anno di debutto del quotidiano, a oggi nella storia del Paese. Tra i protagonisti della finanza a ottenere il punteggio più alto è il CEO di Intesa Sanpaolo, risultato il più apprezzato: “Gli oltre 10 anni alla guida di Intesa Sanpaolo hanno portato Carlo Messina in cima. Ad aiutare anche un rendimento della banca in costante crescita e in grado di garantire, sotto la guida del manager dal settembre 2013, un total return medio annuo dell’11,1%” si legge nell’articolo.

Carlo Messina: riconoscimenti trasversali per Intesa Sanpaolo e il CEO 

Il CEO di Intesa Sanpaolo Carlo Messina ha ottenuto il voto medio più alto di quelli registrati dai protagonisti della finanza nel sondaggio condotto da “Milano Finanza”, pari a 7.57. Nelle scorse settimane, a riprova del valore riconosciuto trasversalmente al CEO di Intesa Sanpaolo, anche il conferimento della laurea magistrale ad honorem in Economics and Finance su proposta del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali “Marco Fanno” dell’Università di Padova. “È considerato uno dei principali banchieri europei; guida il maggior gruppo bancario del Paese e tra i primi 5 nell’area euro, con circa 94.000 dipendenti in Italia e all’estero, oltre 430 miliardi di finanziamenti in essere a imprese e famiglie, e 1,3 trilioni di attività finanziarie gestite e amministrate. Sotto la sua guida il Gruppo ha espresso un forte impegno ESG, raggiungendo un posizionamento ai vertici mondiali per l’impatto sociale e l’attenzione ai temi ambientali. Intesa Sanpaolo ha, inoltre, sempre posto grande attenzione al mondo universitario sostenendo la ricerca e supportando tutti gli studenti e le studentesse per favorire lo sviluppo dei talenti” si legge nelle motivazioni. Nel 2023, inoltre, Carlo Messina si è riconfermato per il sesto anno consecutivo come “miglior CEO nel settore bancario europeo”, riconoscimento assegnato dalla società di ricerca Institutional Investor che ha designato Intesa Sanpaolo prima in Europa per le relazioni con gli investitori istituzionali e gli analisti finanziari.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: da MFE alla tv del futuro, l’intervista al “Corriere della Sera”

Fare tv in Italia non è mai stato semplice “ma la televisione generalista se fatta bene, mantenuta viva e moderna, si difende alla grande”: l’analisi di Pier Silvio Berlusconi sul “Corriere della Sera”.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: Mediaset sta attraversando un momento importantissimo di crescita e sviluppo

Il CEO di MFE Pier Silvio Berlusconi lo aveva ricordato anche lo scorso luglio nel corso della presentazione dei palinsesti: “Oggi Mediaset attraversa un momento importantissimo di crescita e sviluppo”. Lo dicono anche i risultati registrati nel 2023 che sono stati presentati lo scorso aprile. E lo evidenzia anche quanto sottolineato dal CEO in un’intervista al “Corriere della Sera” pubblicata lo scorso 18 marzo. Fare tv in Italia non è mai stato semplice “ma la televisione generalista se fatta bene, mantenuta viva e moderna, si difende alla grande”: in un mercato contraddistinto da sfide sempre più ambiziose, MFE ha deciso di rilanciare puntando su nuovi ingressi. Professionalità e competenze sempre più avanzate per contribuire significativamente a disegnare il futuro del settore, come ha spiegato il CEO Pier Silvio Berlusconi: “Avremmo potuto stringere la cinghia, ‘fare economie’, ‘fare efficienza’ come si dice in gergo aziendale e come fanno le grandi multinazionali. Invece abbiamo preferito puntare sullo sviluppo con orgoglio. E con un po’ di coraggio farlo mentre il settore dei media va in direzione opposta. Il nostro organico sta crescendo”.

Pier Silvio Berlusconi: ora ho un progetto europeo da portare avanti

Noi, in controtendenza, assumiamo”: il CEO Pier Silvio Berlusconi lo ha ribadito in diverse occasioni di recente, anche al “Corriere della Sera”. “Assumiamo per metà under 30 e per il 50% donne. Abbiamo già iniziato lo scorso anno con 250 ingressi e intendiamo andare avanti per altri tre con un complessivo di 1.000 nuove assunzioni. Non solo data scientist o digital oriented già formati che hanno un loro ruolo già definito in azienda, ma anche giovani che formiamo singolarmente e che seguiremo nel corso della loro carriera. Tra loro ci sono i nostri manager del futuro”, si legge nell’intervista. “Io faccio l’editore e ora ho un progetto europeo da portare avanti”, aveva rimarcato inoltre in quell’occasione Pier Silvio Berlusconi. Quel progetto porta il nome di MFE e guarda alla creazione di un grande broadcaster europeo in grado di competere con i giganti globali dello streaming e di soddisfare le esigenze specifiche dei diversi mercati nazionali. Non significa però aprire a “prodotti congelati tipo quelli delle piattaforme, senz’anima”. Tutt’altro: “Ogni nazione deve farsi una tv adatta al proprio pubblico. Calda, locale, in diretta, prodotta al momento e consumata nell’immediato”. È questa la vision di MFE: “Noi persino in Italia stiamo aumentando il prodotto italiano, lo stiamo facendo in Spagna dando vita a una tv moderata, familiare e moderna. Ed è quello che vorremmo si facesse e sarebbe giusto fare in Germania. Anche investendo di più e creando nuova occupazione”.

Paolo Gallo

Paolo Gallo, la transizione energetica “non ideologica” nell’analisi dell’AD di Italgas

Attraverso infrastrutture resilienti e flessibili sarà possibile garantire la sicurezza energetica del Paese sviluppando progressivamente la transizione ecologica: lo ha dichiarato l’AD di Italgas Paolo Gallo, evidenziando la necessità di mantenere un approccio pragmatico e non condizionato da pregiudizi ideologici.

Paolo Gallo

Paolo Gallo: l’importanza di infrastrutture resilienti

La sede di Italgas a Torino ha ospitato, nell’ambito della Planet Week, un convegno che ha visto illustri ospiti, tra cui l’AD del Gruppo Paolo Gallo e il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, confrontarsi con i rappresentanti sia delle istituzioni italiane che di altri Paesi. Il tema della conferenza, intitolata “Bridging tradition and sustainable energy”, ha riguardato il difficile bilanciamento tra energia fossile e rinnovabile che i Paesi devono adottare nella prospettiva di completare la transizione energetica. Nel suo intervento, Paolo Gallo ha affermato che il gas ha ancora un ruolo molto importante da giocare nella transizione energetica, in quanto, essendo stoccabile e meno inquinante rispetto alle altre fonti tradizionali, garantisce una sicurezza di approvvigionamento in misura superiore alle fonti rinnovabili, che sono per loro natura intermittenti. Le stesse condutture usate per il gas potranno, in futuro, trasportare anche alternative sostenibili: “Infrastrutture resilienti che possano oggi trasportare il metano e domani, invece, altri tipi di gas. Il nostro Ministro ha parlato di idrogeno, di e-metan, quindi ha parlato di gas rinnovabili: ma per essere trasportati hanno bisogno di infrastrutture resilienti, capaci, upgradate”.

L’ottimismo di Paolo Gallo sugli obiettivi di decarbonizzazione

Secondo Paolo Gallo è infatti controproducente rifiutare le fonti energetiche tradizionali a priori: piuttosto, è necessario dare luogo a un mix sostenibile tra energia fossile e rinnovabile che tenga in equilibrio l’accessibilità di prezzo, la sicurezza di approvvigionamento e la sostenibilità. “Fino a qualche anno fa l’approccio era strettamente ideologico e questo secondo me ha limitato la capacità di battere strade alternative per arrivare prima e più velocemente agli obiettivi”, ha dichiarato l’AD. “L’abbandono dell’approccio ideologico e l’adozione, invece, di un pragmatismo basato su quello che si può fare, secondo me accelererà il raggiungimento degli obiettivi”. Una strategia pragmatica ed efficace è, appunto, quella di valersi sì delle fonti fossili, ma attraverso infrastrutture che in futuro potranno essere utilizzate anche per la gestione dell’energia rinnovabile, con un approccio a lungo termine. Paolo Gallo ha concluso sottolineando come i passi in avanti nella direzione della decarbonizzazione siano già stati numerosi e di come attraverso intuizioni creative e intelligenti sarà sempre più facile accelerare il processo di transizione sostenibile.

Daniele Ragone

Il profilo professionale di Daniele Ragone: le competenze nel management e nel diritto

Attraverso una serie di esperienze presso Tribunali, società, studi legali e Fondi internazionali, Daniele Ragone, Amministratore Unico di Progetti del Cuore S.r.l. e Finelsir S.r.l, ha acquisito una serie di competenze che spaziano dal risanamento aziendale al diritto fallimentare.

Daniele Ragone

Daniele Ragone: formazione e percorso professionale

Daniele Ragone, Amministratore Unico di Progetti del Cuore S.r.l., è nato a Parma il 15 gennaio 1972 e si è laureato in Economia Aziendale all’Università degli Studi di Parma. Ha successivamente dato un respiro internazionale alla propria attività ottenendo il First Certificate dall’University of Cambridge e un diploma di lingua tedesca dal Goethe Institut, rafforzando parallelamente le sue competenze legali attraverso specifici corsi. Due master conseguiti nel 2013, uno in Procedure Concorsuali e l’altro come Revisore dei Conti degli Enti Pubblici, hanno completato la sua formazione legale e manageriale. La carriera professionale di Daniele Ragone prende avvio presso lo Studio Ragone, dove ha lavorato come partner dal 2001 al 2011, ricoprendo contemporaneamente il ruolo di Curatore Fallimentare e Consulente Tecnico per il Tribunale di Parma. Successive esperienze presso AUDIT TEAM S.r.l., società specializzata nella revisione e nella consulenza aziendale, e preziose esperienze come consulente presso Sicav, SGR e importanti Fondi internazionali, hanno avuto un ruolo importante nel rafforzare e diversificare le competenze del manager. Attualmente, ricopre il ruolo di Amministratore Unico presso Progetti del Cuore S.r.l., società che ha coniugato in modo rivoluzionario il fare impresa con la solidarietà. Mantiene inoltre ruoli di Curatore Fallimentare, Liquidatore, Amministratore e Revisore Unico in diverse società.

Gli interessi di Daniele Ragone nello sport e nella ricerca accademica

Daniele Ragone si dedica a numerosi interessi e aree di attività che porta avanti al di fuori della gestione di Progetti del Cuore S.r.l. Nel corso del suo sviluppo professionale, il manager ha anche seguito un percorso accademico, lavorando come assistente alla cattedra di Diritto Commerciale presso l’Università di Parma dal 2001 al 2007. Parallelamente, ha collaborato con vari portali e giornali, tra cui ilfallimento.it e la “Gazzetta di Parma”, redigendo articoli specialistici. Tra le sue pubblicazioni più prestigiose, la sua curatela per l’edizione del Codice del Fallimento del 2014, che ha contribuito notevolmente a consolidare la sua reputazione nel settore. Daniele Ragone ha dimostrato una passione anche per lo sport: sia praticato professionalmente, che sostenuto attraverso il suo impegno come dirigente nel mondo del rugby. Come Presidente di Amatori Parma Rugby Club e Dirigente della Federazione Italiana Rugby per l’Emilia Romagna, ha applicato le sue competenze manageriali per promuovere questo sport a livello regionale e nazionale.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia: “La leadership è una dote naturale che va allenata e coltivata”

In una recente intervista, Cristina Scocchia ha condiviso la sua prospettiva su cosa significhi veramente essere un leader di successo e come si possa sviluppare un mindset efficace per affrontare le sfide del mondo lavorativo.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia: la visione sulla leadership

Secondo Cristina Scocchia, il percorso per diventare un buon leader non segue necessariamente una traiettoria prestabilita di esperienze lavorative o conoscenze accademiche. Capacità analitiche, intuizione e pensiero strategico sono solo il punto di partenza. Ciò che davvero distingue un leader eccezionale è la capacità di connettersi con le persone non solo razionalmente, ma anche emotivamente. Empatia, spirito di squadra e la volontà di ammettere i propri errori emergono quindi come tratti fondamentali nella sua definizione di leadership. “Il successo e la leadership – ha spiegato – sono concetti che hanno mille dimensioni e declinazioni diverse, ma credo che per realizzare il proprio potenziale lavorativo, qualunque siano gli obiettivi specifici che ci siamo dati, siano necessari coraggio, determinazione e tanto impegno”. La metafora utilizzata da Cristina Scocchia che paragona la carriera a una maratona evoca immagini di sfide superate, ostacoli abbattuti e il costante bisogno di rialzarsi dopo ogni caduta. È un richiamo potente alla responsabilità individuale e al valore intrinseco della perseveranza.

Mindset e leadership: il commento di Cristina Scocchia

Sin dall’inizio, Cristina Scocchia è stata mossa da un insegnamento ricevuto dal padre: “Non importa se ce la fai o meno, l’importante è avere il coraggio di scendere nell’arena e dare il meglio di sé”. Secondo l’AD, è di fondamentale importanza valutare l’efficacia del proprio mindset dai risultati ottenuti. Questo richiede umiltà nel mettersi in discussione e la flessibilità di adattarsi ai cambiamenti. “Se il nostro mindset non ci dà i risultati sperati, dobbiamo avere l’umiltà di metterci in discussione e la capacità di cambiare”, ha sottolineato. Per la manager, la leadership è una dote che può essere coltivata e sviluppata attraverso l’investimento di tempo e risorse: “Al di là delle inclinazioni personali e caratteriali – ha quindi concluso Cristina Scocchia – è importante investire tempo e risorse nel coltivare la propria leadership e le dimensioni analitiche, emotive, politiche e soprattutto morali che la compongono e contraddistinguono”.