Simbolo identitario per l’umanità, l’arte è un bene da tutelare. L’opera di Federico Motta Editore

Nei quattro volumi di “Arte Universale”, Federico Motta Editore ripercorre cronologicamente la storia dell’arte dalla Preistoria alla contemporaneità. L’importanza di tutelare il patrimonio culturale come simbolo identitario di ogni popolo.

Federico Motta Editore

Federico Motta Editore, l’importanza dell’arte

Libri, statue e quadri avvolti nella plastica per essere protetti dai continui bombardamenti. Sono queste le immagini che arrivano dall’Ucraina e che dovrebbero farci riflettere. Tutelare le opere d’arte significa mantenere intatto il patrimonio culturale di una comunità che ne esprime i valori, la memoria storica e l’identità. Oggi risulta complicato definire la molteplicità in cui si articola il patrimonio culturale di un Paese. È tuttavia evidente, in tempi irrequieti come quelli attuali, l’importanza di tutelare e promuovere l’arte come elemento identitario di un popolo. Da sempre Federico Motta Editore pone la conoscenza dell’arte al centro della sua storia editoriale. Tenendo presente la rilevanza storica, sociale e artistica, la Casa Editrice è cosciente del fatto che il patrimonio culturale debba essere maggiormente promosso, diffuso e tutelato.

“Arte Universale”, l’opera enciclopedica di Federico Motta Editore

L’arte è sempre stata un punto centrale nel percorso editoriale di Federico Motta Editore che, nel corso degli anni, ha organizzato importanti esposizioni nel nostro Paese. La Casa Editrice ha inoltre pubblicato “Arte Universale”, una delle opere più prestigiose del suo archivio storico. La storia dell’arte non solo rappresenta la storia dell’uomo, ma racconta l’evolversi della civiltà, della cultura e della società in generale. L’arte, nelle sue più svariate forme, sa essere lo strumento ideale per esprimere spiritualità, equilibri di potere, idee politiche, nuovi modelli di società, sogni, paure, eventi storici. L’opera enciclopedica di Federico Motta Editore ripercorre la storia dell’arte della Preistoria fino al Novecento, con un focus particolare sull’Italia. I quattro volumi offrono al lettore le immagini, accompagnate da un breve commento, delle opere più rappresentative di sempre.

Generazione di artisti: le opere di Carlo Malinconico, figlio del noto pittore Nicola

Cosa sappiamo oggi del pittore Carlo Malinconico? Le fonti attualmente disponibili sull’artista del XVIII secolo sono piuttosto scarse. Nonostante non sia riuscito a raggiungere la stessa notorietà del padre Nicola, ha comunque realizzato diverse importanti opere nel territorio campano.

Carlo Malinconico, all’ombra di una generazione di artisti affermati

Per ottenere qualche informazione in più sulla vita del pittore partenopeo è necessario tornare nell’Italia del XVIII secolo. Carlo Malinconico nacque il 23 aprile del 1705 a Napoli da una famiglia importante: all’epoca, infatti, il padre e pittore Nicola, fedele seguace dell’artista Luca Giordano, godeva di grande fama. Di sei figli, fu l’unico a seguire le orme paterne nel mondo artistico senza però mai raggiungere la stessa notorietà del genitore. Sono invece indubbiamente più dettagliate le notizie relative alla vita di Nicola. Figlio di Andrea, la cui moglie era Antonia De Popoli, a sua volta figlia d’arte nata dal pittore Giacinto Popoli, nacque e visse a Napoli tra il 1663 e il 1726 ed ebbe sei figli con la moglie Rosa Teresa De Magistris. Nonostante Carlo Malinconico non sia riuscito a emergere in mezzo a una generazione di artisti affermati, sono diverse le opere da lui realizzate e ancora oggi conservate in Italia.

Le opere realizzate da Carlo Malinconico

Pittore del tardo barocco, Carlo Malinconico ha realizzato diverse opere. Non solo ebbe l’opportunità di collaborare attivamente alla creazione delle nove tele della cattedrale di Gallipoli (nella prima metà del ‘700 la trasformazione della chiesa in chiave barocca fu affidata al padre Nicola), ma portò a termine anche l’affresco sulla cupola che raffigura il Martirio di Sant’Agata. Nel 1734 si occupò inoltre degli affreschi per la Chiesa di San Donato a Orta di Atella raffiguranti i Fatti della Vita della Vergine. Anche la Chiesa di Santa Maria ad Ogni Bene dei Sette Dolori conserva due tele attribuite a Carlo Malinconico, le opere ritraggono I Miracoli di San Pellegrino Laziosi. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Porchiano, nel quartiere periferico di Ponticelli, ospita infine un dipinto che porta la sua firma.

“Incontri ad Arte”: Carlotta Ventura all’evento su ripartenza e patrimonio culturale

Puntare sul patrimonio culturale dell’Italia attraverso comunicazione, digitale e approcci sostenibili: ne ha parlato Carlotta Ventura, Direttore Communication, Sustainability and Regional Affairs di A2A.

Carlotta Ventura

Carlotta Ventura: sostenibilità al centro delle strategie

Tenutosi presso Casina Valadier, all’interno di Villa Borghese a Roma, l’ultimo dei tre “Incontri ad Arte” organizzati da Massimiliano Montefusco ha affrontato il tema del “Rapporto tra innovazione, comunicazione e patrimonio culturale”. Un evento multidisciplinare tra enti, strutture e istituzioni per riflettere sul settore artistico-culturale e generare prospettive di rilancio. Presente all’incontro anche Carlotta Ventura, manager di A2A, per sottolineare l’importanza di percorsi che valorizzino il patrimonio culturale unendo competenza, strumenti digitali e modelli sostenibili. “Oggi la sostenibilità è al centro delle strategie aziendali, una bussola per definire il modo corretto di investire e garantire il futuro alle nuove generazioni”, ha commentato la manager. Il percorso deve essere condiviso tra tutti i soggetti presenti nella società: per far sì che la sostenibilità si trasformi in “un’azione concreta” serve infatti “un cambio culturale che investa aziende, istituzioni e cittadini”, ha specificato Carlotta Ventura.

Carlotta Ventura: unire approcci di tipo aziendale e culturale

Ma è anche attraverso la comunicazione e il marketing che il brand Italia può ritrovare vigore per la ripartenza post-pandemia. A tal proposito Carlotta Ventura ha delineato un quadro del settore in cui molte grandi aziende italiane hanno deciso di puntare sul fattore della cultura per la propria pubblicità e comunicazione. Lo segnala anche un report del 2019, che mostra come 120 aziende italiane con budget adeguato a disposizione abbiano investito su attività e partnership di tipo culturale. L’intenzione è continuare a farlo anche oggi e nel futuro. Il terzo e ultimo evento di “Incontri ad Arte” è stato organizzato da Massimiliano Montefusco e moderato dalla storica dell’arte Giulia Silvia Ghia, in collaborazione con RDS, la Scuola Politica “Vivere nella Comunità” e la non profit Verderame Progetto Cultura. Insieme a Carlotta Ventura sono intervenuti anche Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (Presidente della Fondazione Re Rebaudengo), Francesca Cappelletti (Direttrice della Galleria Borghese), Stefano De Alessandri (CEO Ansa), Paolo Boccardelli (Dean LUISS Business School), Stefano Ciurli (CEO Ptsclas) e Monica Lucarelli (Assessora alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità del Comune di Roma).

Alessandro Benetton

Villorba (TV), l’arte contemporanea al 21Gallery: l’intervista ad Alessandro Benetton

“L’arte ci parla del futuro, dei giovani, dei sentimenti, delle emozioni, delle scoperte, che sono il motore del cambiamento”: nasce così 21Gallery, galleria d’arte fondata da Alessandro Benetton, Davide Vanin e Massimiliano Mucciaccia.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: 21Gallery, un dialogo virtuoso tra cultura e impresa

I processi di trasformazione ed evoluzione riguardano la vita di tutti, “sociale, personale, professionale e anche la vita delle aziende”. E attraverso l’arte, oggi, è importante tornare a focalizzare l’attenzione su questi fenomeni. Lo sottolinea con chiarezza Alessandro Benetton descrivendo il principio fondante su cui si è sviluppato 21Gallery, spazio nato a Villorba, in provincia di Treviso, e dedicato all’arte contemporanea. Tra i soci fondatori, insieme a Davide Vanin e Massimiliano Mucciaccia, l’imprenditore ne ha raccontato il percorso in un’intervista pubblicata su “Exibart”: “Ho da sempre un’ammirazione verso i giovani volenterosi e con voglia di fare. Il mio intento è quello di aiutare, a livello personale, gli imprenditori del mio territorio che io reputo meritevoli”. In tal senso, come sottolineato da Alessandro Benetton, il progetto 21Gallery scaturisce dall’incontro con Davide Vanin – “in cui ho immediatamente riconosciuto queste qualità” – a cui si sono aggiunte “le competenze e l’esperienza di un altro specialista, come Massimiliano Mucciaccia”. In un dialogo virtuoso tra cultura e impresa, 21Gallery sorge in un’ex area industriale di Villorba ed è parte integrante del distretto polifunzionale “TAD – Treviso Arts District”. Il progetto prende avvio con la mostra “When urban attitudes become contemporary art”: curata da Cesare Biasini Selvaggi, l’esposizione ospita 26 artisti contemporanei italiani che si sono formati nel writing e nella street art.

Alessandro Benetton: l’arte è condivisione con uno sfondo sociale e pratico

“Il principio che 21Gallery persegue è quello dell’inclusione”, aggiunge l’imprenditore nell’intervista: “L’arte, in termini di street art, vuol dire accessibilità, nel senso che tutti partecipano alla vita di tutti i giorni, nelle nostre città”. Arte che, per Alessandro Benetton, esprime altresì una visione “del futuro, dei giovani, dei sentimenti, delle emozioni, delle scoperte” e che troppo spesso non riceve la giusta attenzione dal mondo imprenditoriale. Anche con questo obiettivo nasce 21Gallery: “La nostra è una società benefit, che vuole creare un circolo virtuoso. I criteri sono quelli di avere un rapporto pratico con il territorio, con il concetto dello shared value, cioè di una condivisione che abbia anche uno sfondo sociale e pratico”. In questa prospettiva, ogni anno il progetto devolverà il 20% degli utili in beneficienza: per il 2022 è stata selezionata “art4sport”, associazione legata a Bebe Vio: “Un progetto pratico, oltre a essere un progetto meritevole per i valori che rappresenta, che ha anche dei risvolti che producono un effetto positivo nella vita delle persone”, ha sottolineato Alessandro Benetton nell’intervista. Una riflessione, infine, sull’intendere la passione artistica come un percorso: “Un viaggio che vuol dire modificare il tuo gusto, la tua conoscenza, approfondirla, allargare il tuo orizzonte e focalizzare sempre di più i suoi punti di incontro tra la data opera e il momento della tua vita. Però tutto nell’ottica di un percorso”.

Andrea Mascetti

Andrea Mascetti interviene alla presentazione del bando Tesori Nascosti

La Fondazione Comunitaria del Varesotto ha indetto un bando del valore di 100 mila euro per il restauro dei beni mobili: all’evento di presentazione online ha partecipato anche Andrea Mascetti, Consigliere di FCVA e Coordinatore della Commissione arte e cultura di Fondazione Cariplo.

Andrea Mascetti

Gli obiettivi della Fondazione Comunitaria del Varesotto di cui Andrea Mascetti è Consigliere

La Fondazione Comunitaria del Varesotto, di cui Andrea Mascetti è uno dei Consiglieri, ha iniziato la sua attività nel 2002 incentivando le forme di donazione con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita della comunità. La Fondazione mira a promuovere e concretizzare le nuove proposte, i nuovi progetti culturali, sociali e ambientali nel territorio della provincia di Varese: sostenere il terzo settore significa supportare gli enti non profit e favorire le partneship tra le organizzazioni senza scopo di lucro. L’istituzione, creata nella sfera del progetto delle Fondazioni di Comunità presentato dalla Fondazione Cariplo di cui la Commissione arte e cultura con sede a Milano è coordinata da Andrea Mascetti, ha indetto il terzo bando dell’anno 2021 per contribuire al restauro dei beni mobili: il bando Tesori Nascosti.

Bando Tesori Nascosti: Andrea Mascetti partecipa all’evento di presentazione

L’evento di presentazione del bando Tesori Nascosti indetto dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto, al quale ha preso parte anche il Consigliere Andrea Mascetti, si è tenuto online il 5 maggio. Il nuovo progetto mira a sostenere e incentivare la fruizione e il restauro dei beni in provincia di Varese: i 100 mila euro stanziati per il bando saranno messi a disposizione per il restauro di opere d’arte “mobili” (quali oggetti preziosi e quadri). I beni restaurati saranno poi i protagonisti di una mostra che sarà realizzata nell’autunno-inverno 2022 presso il Castello di Masnago con la partecipazione dei Musei Civici di Varesse. Il bando ha inoltre mostrato interesse verso il mecenatismo: una clausola specifica ha l’obiettivo di identificare e coinvolgere gli individui intenzionati a finanziare la tutela e la conservazione del patrimonio artistico. La Fondazione, insieme ad Andrea Mascetti e a tutti i Consiglieri, punta quindi a coinvolgere la società raccogliendo fondi per dare vita a collaborazioni vantaggiose con i mecenati locali.

Alessandro Benetton

Cantiere Gallery: Alessandro Benetton tra i soci del futuro Art District di Villorba

L’ingresso di Alessandro Benetton tra i soci del Cantiere di Villorba segna un punto di svolta per la galleria d’arte, che si prepara a diventare un Distretto Artistico.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: “Cultura come motore di food e turismo. Vanin giovane con una bella idea”

Il Cantiere Gallery di Villorba è pronto a cambiare volto. La galleria d’arte innovativa sorta in provincia di Treviso ha tra i suoi soci un nuovo investitore. Si tratta di Alessandro Benetton: l’imprenditore ha stipulato un accordo per la creazione di un vero e proprio Art District. Entro il prossimo settembre saranno realizzati infatti due ulteriori capannoni, dove i protagonisti saranno l’arte, il food d’eccellenza e il design. Spazio anche per la tematica green. Il progetto prevede infatti di dedicare un’area al settore delle piante idroponiche: “Saranno in varie ambientazioni del Cantiere e le venderemo nello shop – ha spiegato Davide Vanin, socio fondatore insieme a Matteo Savio ed Ermes Basso – Con l’offerta di food e di oggetti di design vogliamo diventare un polo di riferimento per il turismo e le eccellenze del territorio”. Il fondatore di 21 Invest aveva già frequentato il Cantiere in passato: “Ha identificato un filone innovativo ed interessante – ha dichiarato Alessandro Benetton riferendosi a Vanin – Credo nei giovani e nelle idee: insieme porteremo la sostenibilità ambientale e la street art, facendo diventare la cultura motore di food e turismo”.

Alessandro Benetton: gli obiettivi del Cantiere Gallery

Alessandro Benetton non ha mai nascosto la sua passione per l’arte, in particolare quella moderna. La sua partecipazione alla trasformazione del Cantiere in Distretto Artistico è stata definita dai soci fondatori come “un acceleratore” del processo. “Siamo entrati in sintonia soprattutto perché lui è un grande amante d’arte. Io l’ho preso come riferimento – ha sottolineato Vanin, che ha poi aggiunto – Alessandro è stato un mentore anzitutto: aiuta gli imprenditori promettenti”. Il nuovo Art District prevede, oltre ad uno spazio dedicato alla sponsorizzazione delle opere, anche la realizzazione di un piccolo ristorante e di un Tiki bar dal richiamo tropicale che sorgerà all’interno del giardino. Alessandro Benetton si è detto soddisfatto delle potenzialità del progetto e in particolare dei benefici che apporterà al territorio: “Mi piace pensare che Treviso potrà seguire l’esempio delle grandi metropoli – ha concluso l’imprenditore – in cui esistono cluster dove l’arte diventa forma di attrattività”.

“La manager che aiuta gli artisti”: un focus su Beatrice Trussardi sul canale Youtube di Andrea Concas

Beatrice Trussardi è alla guida di Fondazione Nicola Trussardi dal 1999. Con Massimiliano Gioni ha dato vita ad un modello innovativo e riconosciuto in tutto il mondo che prevede di portare l’arte contemporanea più vicina alle persone, uscendo dai confini museali.

Beatrice Trussardi

“#ArteDonna”: il ritratto di Beatrice Trussardi

“La manager che aiuta gli artisti”: così viene subito definita Beatrice Trussardi nella video rubrica “#ArteDonna”, sul canale Youtube ufficiale di Andrea Concas. Il divulgatore ha deciso di occuparsi dell’imprenditrice, inserendola tra le grandi donne che lavorano con esperienza nel mondo dell’arte. Andrea Concas parla quotidianamente di arte ed innovazione in qualità di Art Entrepreneur, divulgatore, docente e speaker. Sul canale Youtube “ArteConcas” ha spiegato come l’esperienza di Beatrice Trussardi si basi sul lavoro svolto in musei prestigiosi quali il Guggenheim Museum, il Metropolitan Museum e il Museum of Modern Art. Nel video viene inoltre specificato che l’imprenditrice è alla guida della Fondazione Nicola Trussardi dal 1999 in qualità di Presidente: in questo contesto, si dedica ad avvicinare l’arte alle persone, dopo aver trasformato la Fondazione in un museo nomade, una “agenzia di produzione del contemporaneo in funzione di un luogo e della città e del suo patrimonio artistico”. Con il curatore Massimiliano Gioni, si punta ad “aiutare gli artisti a realizzare i loro sogni nel cassetto”.

Beatrice Trussardi: il percorso professionale

Beatrice Trussardi si definisce “imprenditrice culturale”. La sua formazione, dall’ampio respiro internazionale, l’ha portata a studiare Contemporary Art Business & Administration alla New York University e a collaborare con i principali musei di New York. Dal 2003, affiancata da Massimiliano Gioni, con la Fondazione Nicola Trussardi porta l’arte in scenari inaspettati della città di Milano, restituendo all’attenzione palazzi storici e luoghi simbolici. Gli artisti internazionali hanno così occasione di realizzare nuove opere ambiziose e concepite appositamente per la location prescelta. Tale modello innovativo è riconosciuto in tutto il mondo e unico nel suo genere. Da gennaio 2018 al termine del 2019, Beatrice Trussardi ha collaborato con YOOX, per cui ha curato la sezione Design+Art. Oltre a far parte di prestigiose organizzazioni nazionali ed internazionali, è impegnata sul fronte della sostenibilità e dal 2018 è tra gli stakeholders di SDGs@Edison, il panel dedicato proprio alla tutela del pianeta. Dal 2007 è nel Women’s Leadership Board della John F. Kennedy School of Government, presso l’Università di Harvard (USA). Nel 2005 è Young Global Leader, nominata dal World Economic Forum. Nel 2010, sempre per il World Economic Forum, fonda l’hub di Milano della Global Shapers Community, diventando Global Shapers Curator; attualmente fa parte dell’Advisory Board.

Beatrice Trussardi: la Chiesa di San Carlo al Lazzaretto di Milano è la location per la nuova opera di Kjartansson

“Un’opera concettuale, una celebrazione del potere dell’immaginazione”: così Ragnar Kjartansson definisce “The Sky in a Room”, l’opera portata a Milano grazie a Beatrice Trussardi e Massimiliano Gioni. La Fondazione Nicola Trussardi continua a offrire l’arte ai cittadini, riscoprendo luoghi di valore e riflettendo sulla contemporaneità.

Beatrice Trussardi

Beatrice Trussardi: Gino Paoli e Ragnar Kjartansson si uniscono in “The Sky in a Room”

Un incontro artistico altamente simbolico tra Gino Paoli e l’artista islandese Ragnar Kjartansson: questo è il cuore dell’opera “The Sky in a Room”. Il progetto, presentato nel 2018 a Cardiff e oggi fortemente voluto a Milano da Beatrice Trussardi e Massimiliano Gioni, assume nuovi significati nella Chiesa di San Carlo al Lazzaretto di Milano: un luogo strettamente legato alle epidemie, di cura e assistenza dei malati, che fu poi restituito alla città solo nel 2017, in seguito al restauro finanziato da Fondazione Rocca. L’opera, inserita nell’ambito delle iniziative promosse da Fondazione Nicola Trussardi, è un omaggio al coraggio e alle sofferenze degli italiani durante l’anno del Covid-19. Beatrice Trussardi, alla guida della Fondazione dal 1999, porta avanti l’idea di arte “nomade”, immersa nella città di Milano e fruibile da tutti i cittadini. Negli anni si sono susseguiti decine di progetti diventati iconici, tra installazioni urbane e incursioni a cielo aperto pensate appositamente per portare l’arte contemporanea ai milanesi, e con cui la Fondazione ha contribuito a riscoprire e valorizzare luoghi dimenticati della città.

Beatrice Trussardi: l’opera di Kjartansson per riflettere sui mesi del lockdown

Jeremy Deller, Ibrahim Mahama, Ragnar Kjartansson: sono solo alcuni degli artisti che hanno collaborato con la Fondazione Nicola Trussardi per realizzare la visione di arte “nomade” portata avanti dalla Presidente Beatrice Trussardi e dal Direttore Artistico Massimiliano Gioni. “The Sky in a Room”, in particolare, è stata immaginata come un poetico memoriale contemporaneo in ricordo dei dolorosi mesi trascorsi in quarantena. Cantanti professionisti si alternano nella Chiesa di San Carlo al Lazzaretto suonando l’organo e cantando Il Cielo in una Stanza, di Gino Paoli: il brano viene ripetuto ininterrottamente per sei ore al giorno, come una dolce e malinconica ninna nanna. Un’opera evocativa per tutti, dalla forte valenza simbolica. “È un’opera concettuale”, ha spiegato Ragnar Kjartansson. “Ma è anche una celebrazione del potere dell’immaginazione – infiammata dall’amore – di trasformare il mondo attorno a noi. È una poesia che racconta di come l’amore e la musica possano espandere anche lo spazio più piccolo, fino ad abbracciare il cielo e gli alberi. L’amore sa leggere ciò che è scritto sulla stella più lontana, diceva Oscar Wilde”. L’opera, voluta da Beatrice Trussardi e da Fondazione Nicola Trussardi, sarà visibile fino al 25 ottobre.

L’arte, il piacere di una passione da condividere: l’intervista di “Forbes” a Nicola Volpi

“Forbes” intervista Nicola Volpi: l’esperto di Private Equity parla di una delle sue passioni per l’arte contemporanea.

Nicola Volpi

Il valore dell’arte per Nicola Volpi: l’intervista di “Forbes”

“La passione per l’arte è sicuramente una occasione per approfondire, per scoprire, per circondarsi di cose belle con cui vivere, per viaggiare con amici che condividono la stessa passione”: Nicola Volpi è conosciuto a livello internazionale per i traguardi raggiunti in oltre trent’anni di carriera nel settore del Private Equity. Ma a “Forbes”, in un’intervista pubblicata lo scorso 6 novembre, l’Amministratore Delegato di Movidea si racconta in uno dei suoi lati meno conosciuti: “Non mi definisco un collezionista o un esperto d’arte ma tutt’al più un appassionato di arte contemporanea”. Un interesse che, come spiega, è cresciuto grazie all’amicizia con Giuseppe Iannaccone, grande collezionista ed esperto d’arte. Quando acquista un’opera: “Devono verificarsi due condizioni. La prima essenziale è che l’opera piaccia a me e a mia moglie. Non conservo opere in un caveau di una banca come alcuni grandi collezionisti, quindi dobbiamo avere il piacere di fruirne quotidianamente. Se l’opera ci piace allora mi confronto con Giuseppe Iannaccone sulla scelta anche in termini di valore dell’opera e dell’artista. Questa è la seconda condizione da verificare per battezzare l’acquisto”. Non solo acquirente: Nicola Volpi non si lascia sfuggire “l’opportunità di commissionare un’opera direttamente all’artista che la realizza specificatamente per me”. Un’emozione diversa, come la definisce nell’intervista, “questo ti riporta ad un concetto quasi rinascimentale di concepire l’arte che è molto coinvolgente. Poter conoscere l’artista, discutere con lui il progetto che ha in mente e quindi comprenderne intimamente il significato, capire la tecnica con cui dipinge o modella, fino a vedere la nascita dell’opera stessa”. Ha commissionato 3 opere a TV Boy, il cosiddetto Banksy italiano: “Un artista che vuole parlare solo con le sue opere e che tende a celarsi da una immagine pubblica”.

Nicola Volpi: l’arte tra passione, collezionismo e investimenti

Nell’intervista a “Forbes” Nicola Volpi, da esperto di finanza, analizza anche il doppio volto dell’arte: da un lato passione, dall’altro investimento: “In assoluto investire in arte, così come in selezionati beni da collezionismo come ad esempio auto storiche, è una scelta che combina una passione con l’opportunità di preservare e accrescere il valore dell’investimento”. Nella finanza come nel mondo dell’arte l’importante è avere metodo: “Fa meglio chi approfondisce, chi studia di più, chi non si fa guidare dalla pura emozione o dalle mode del momento. Chiave è capire quali artisti lasceranno una traccia nella storia dell’arte, quelli che entreranno o sono già nei migliori musei del mondo, rispetto ad artisti che saranno delle meteore semplicemente perché supportati da mercanti d’arte senza scrupoli”. È opportuno poi considerare un altro aspetto tipicamente finanziario: “Una differenza denaro-lettera, ovvero fra i prezzi a cui un privato compra e quello a cui può vendere la stessa opera, che è incredibilmente alto rispetto alle consuetudini dei mercati finanziari”. Come osserva Nicola Volpi, i diritti d’asta per acquistare un’opera possono arrivare anche oltre il 20% del prezzo di aggiudicazione e questo “è purtroppo una inefficienza, un limite, per poter considerare a pieno titolo questo mercato al pari di mercati finanziari più tradizionali”. Ripercorrendo opere a cui è legato, ricorda in particolare Kate Moss di Marc Quinn, “scultura che ho cercato per diverso tempo anche perché volevo una delle primissime edizioni”, e cita fra gli artisti su cui puntare Kiki Smith e Hernan Bas: “Artisti molto diversi, ma accomunati da una sensibilità unica e che illustrano entrambi una diversa inquietudine dettata dal proprio trascorso personale”.

“Viaggi da Camera”: Beatrice Trussardi e Massimiliano Gioni promuovono il progetto

L’arte italiana è ricca di opere che invitano a riflettere sull’ambiente domestico e sull’introspezione. Fondazione Nicola Trussardi, sotto la guida di Beatrice Trussardi, propone il progetto “Viaggi da Camera”: tanti artisti e tante opere per raccontare la dimensione più privata di noi stessi.

Beatrice Trussardi

Beatrice Trussardi: l’arte dell’evadere e il progetto “Viaggi da Camera”

“Un progetto online che raccoglie e distribuisce quotidianamente immagini, video e testi, scelti da artisti invitati a raccontare il proprio spazio domestico e privato”: si chiama “Viaggi da Camera” ed è promosso dalla Fondazione Nicola Trussardi, dal 1999 guidata dall’imprenditrice culturale Beatrice Trussardi. In un momento così particolare della nostra storia, anche la Fondazione è chiamata a reinventarsi e lo fa sfruttando il digitale. Il progetto è iniziato il 27 marzo con una fotografia di Carlo Benvenuto, alla quale ha fatto poi seguito un lavoro di Maurizio Cattelan. Numerosi artisti ne prenderanno parte, una trentina di questi ha già confermato la propria adesione. Il pubblico può seguire il progetto grazie al sito web dedicato e agli account Instagram e Facebook della Fondazione. Massimiliano Gioni, lo storico Direttore Artistico, e Beatrice Trussardi si sono lasciati ispirare dal romanzo di Xavier De Maistre “Viaggio intorno alla mia camera”, scritto nel Settecento durante un soggiorno obbligato dell’autore durato 42 giorni in una stanza a Torino. La chiusura forzata in casa che stiamo vivendo stimola a intraprendere nuovi viaggi senza mai varcare i confini della propria stanza. Da qui è nata l’iniziativa della Fondazione.

Beatrice Trussardi: l’arte come riflessione sugli spazi domestici

“La Fondazione Nicola Trussardi è un museo mobile, senza sede, che scova spazi insieme e per gli artisti, quindi in certo senso siamo da sempre una fondazione immateriale, che pensa ai musei più come un software che come un hardware”, spiega Massimiliano Gioni. “L’idea di sviluppare un progetto online ci è sembrata perfettamente in linea con la nostra storia”. Il progetto “Viaggi da Camera” nasce dunque come spontanea reazione alla reclusione forzata che stiamo sperimentando ormai da alcune settimane. La storia dell’arte italiana si è spesso concentrata sul tema dell’introversione, della riflessione sugli spazi domestici: da De Chirico e Savinio a De Pisis, da Morandi a Domenico Gnoli, gli esempi sono tanti. “Come molte altre istituzioni, ci siamo ritrovati a dover posporre e cambiare i nostri progettiad aprile avremmo dovuto inaugurare “The Collectivity Project” di Olafur Eliasson – Con Beatrice Trussardi ci siamo subito detti che dovevamo pensare a un progetto online e così è nato “Viaggi da camera”, che poi è davvero un’idea molto semplice e forse più che altro una scusa per scrivere a tanti amici artisti e assicurarsi che vada tutto bene”, ha raccontato Massimiliano Gioni. Beatrice Trussardi e la Fondazione si impegnano così a far riscoprire l’arte come un esercizio di convivenza e di collaborazione.