Luca Dal Fabbro

La situazione dell’Italia nello studio Iren-Ambrosetti: l’intervista a Luca Dal Fabbro

Nello studio condotto in collaborazione tra Iren e Ambrosetti emergono quali sia la situazione dell’Italia in relazione alle materie critiche. Nell’intervista, Luca Dal Fabbro ha esposto i risultati dello studio e proposto alcune soluzioni per evitare di ricadere in una crisi simile a quella scaturita l’anno scorso.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: l’Italia dipende dalla Cina per le materie critiche, investire negli impianti di recupero

L’anno scorso ci ha dimostrato quanto sia pericoloso dipendere da un altro Paese per l’approvvigionamento di materie prime fondamentali. Dallo studio condotto da Iren e Ambrosetti viene fuori che l’Italia è un grosso importatore di materie critiche importanti come il platino, l’oro e il rame. “Tutte materie che noi oggi importiamo dall’estero per più del 95%”, ha precisato Luca Dal Fabbro nell’intervista rilasciata nell’ambito del forum “The European House Ambrosetti”. Si tratta di materiali che sono essenziali per le industrie strategiche del Paese, dato che sono impiegati nei settori più disparati. La grande criticità, come emerso dallo studio, risiede nel fatto che “la maggior parte di queste materie vengono in realtà prodotte, raffinate ed estratte da un unico Paese”: la Cina. La proposta è dunque quella di verificare dove potersi approvvigionare in maniera alternativa. “Abbiamo scoperto – ha evidenziato il Presidente di Iren Luca Dal Fabbroche con un investimento di circa mezzo miliardo di euro e una decina di impianti in tutto il Paese, noi potremmo recuperare dal 20 al 30% minimo delle materie critiche che servono più all’Italia”.

Luca Dal Fabbro: Iren si candida a diventare il leader nel recupero delle materie critiche

Iren si è candidata e si candida per essere il leader nel recupero di queste materie critiche”, ha dichiarato Luca Dal Fabbro. Poi ha sottolineato: “Abbiamo già un impianto a Volpiano, a Torino, che recupera gli schermi LED e le materie critiche. Stiamo autorizzando un progetto e un impianto avveniristico ad Arezzo che usa la idrometallurgia per recuperare queste materie critiche. Oggi noi siamo il leader nel recupero di queste materie critiche in Italia e vogliamo crescere”. Lo studio condotto è quindi servito per comprendere meglio dove crescere e su quali materiali focalizzare il recupero. “A noi viene bene perché essendo una multiutility che si occupa di energia ma anche del recupero e valorizzazione dei rifiuti, dell’acqua e del gas, noi abbiamo un vantaggio competitivo”, ha proseguito il Presidente di Iren. Oggi, in Italia più del 90% delle materie critiche viene gettato in discarica. Telefonini, impianti elettrotecnici ed elettronici, schermi, LED, iPad: tutti materiali ritenuti un rifiuto ma che in realtà rappresentano una ricchezza. “Occorre ripensare al nostro modello industriale con un’ottica più rigenerativa, di recupero”, ha concluso infine Luca Dal Fabbro.

Gianpiero Strisciuglio

Sotto la guida di Gianpiero Strisciuglio, RFI accelera verso il 2027

Gianpiero Strisciuglio, Amministratore Delegato e Direttore Generale di RFI, ha delineato una visione ambiziosa per la Rete Ferroviaria Italiana in un recente convegno a Bari. Mettendo in luce l’importanza degli investimenti in infrastrutture, innovazione e sostenibilità, e sottolineando l’importanza di un approccio olistico alla gestione e allo sviluppo del sistema ferroviario italiano.

 Gianpiero Strisciuglio, Amministratore Delegato e Direttore Generale di RFI

Gianpiero Strisciuglio: RFI in pista con PNRR e investimenti ambiziosi

Gianpiero Strisciuglio è intervenuto al convegno “Innovazione e sostenibilità, dove va il Sud”, organizzato a Bari da Ance Giovani, e ha delineato un futuro ambizioso e tangibile per la Rete Ferroviaria Italiana. “Oltre l’83% dei 24 miliardi assegnati a RFI dal PNRR è già in fase realizzativa“, ha dichiarato. E non è tutto. “Il nostro piano industriale prevede, in dieci anni, 180 miliardi di investimenti in infrastrutture ferroviarie e stradali”, sottolineando l’impegno di RFI nel colmare il divario infrastrutturale tra il Nord e il Sud d’Italia. Con una visione decennale che spazia dalla manutenzione delle linee esistenti all’implementazione di nuove opere strategiche, il Direttore Generale e AD di RFI è chiaramente concentrato su un futuro resiliente. “Già il prossimo anno contiamo di rilasciare le prime opere del cantiere, che permetteranno quell’iniziale abbattimento dei tempi di viaggio”, evidenziando l’importanza di progetti come la linea di alta velocità tra Bari e Napoli.

Innovazione, sostenibilità e giovani: le parole d’ordine di Gianpiero Strisciuglio e RFI

L’approccio di Gianpiero Strisciuglio va oltre la mera logistica e l’efficienza. “Non solo promuoviamo un trasporto sempre più intermodale e vicino all’ambiente, ma ormai, per noi, è un mantra. Tutte le volte che ci confrontiamo con il territorio è imprescindibile avere un approccio sostenibile”. Questa filosofia è amplificata dall’utilizzo di tecnologie avanzate come il Building Information Modeling (BIM), che RFI utilizza per monitorare con precisione ogni fase dei cantieri. Inoltre, non ha tralasciato il tema delle risorse umane e del capitale sociale, un fattore chiave per la realizzazione dei piani ambiziosi di Rete Ferroviaria Italiana. “Investiamo nelle generazioni del futuro e puntiamo sempre più sui giovani“, rivelando che l’azienda prevede 3.000 nuove assunzioni nei prossimi mesi, un impegno che ridurrà ulteriormente l’età media della squadra, già scesa da 48 a 40 anni.

Cristina Scocchia, Ceo Illycaffè

Cristina Scocchia: “L’Italia sta reagendo bene alle difficoltà”

Fatturato e redditività in rapida crescita, rafforzamento sui mercati internazionali e un modello di business basato su innovazione e sostenibilità: a un anno e mezzo dall’ingresso di Cristina Scocchia in qualità di AD, Illycaffè raccoglie i frutti del suo piano industriale.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia, l’AD che ha fatto crescere Illycaffè a doppia cifra

Il caffè è una delle bevande più amate e consumate al mondo, ma anche una delle più esposte alle fluttuazioni dei prezzi e alle sfide della sostenibilità. In questo scenario, Illycaffè è riuscita a distinguersi. Merito soprattutto del nuovo corso avviato con Cristina Scocchia, la manager che da gennaio 2021 ha preso in mano le redini del Gruppo portandolo a raggiungere nel 2022 risultati economici straordinari e a proiettarsi verso il futuro. Nonostante le sfide imposte dalla pandemia e dalla crisi globale, Cristina Scocchia ha saputo applicare la sua visione strategica e innovativa, frutto di una lunga esperienza nel settore della bellezza e della cosmesi, al mondo del caffè, valorizzando la qualità e la sostenibilità del prodotto. A parlare sono i numeri: lo scorso anno Illycaffè ha registrato un fatturato consolidato di 567,7 milioni di euro, con una crescita del 13,6% rispetto al 2021, il più alto tasso di incremento degli ultimi dieci anni. Il Gruppo ha beneficiato della ripresa dei consumi nei canali horeca e retail, sia in Italia che all’estero, in particolare negli Stati Uniti, dove ha aumentato i ricavi del 16%. La redditività è cresciuta del 21%, grazie anche alle iniziative di efficienza e digitalizzazione avviate dalla nuova AD.

Ottimista per il futuro, il Paese sta reagendo bene alle difficoltà”: le parole di Cristina Scocchia

Per il 2023 le previsioni di Illycaffè restano positive, con Cristina Scocchia che, in una recente intervista rilasciata a “Business People”, si dice convinta che grazie alle strategie declinate nel piano industriale il Gruppo riuscirà a rafforzare il posizionamento premium e a espandere la presenza sui mercati internazionali. La manager appare ottimista anche sul futuro del Paese, nonostante la pressione inflazionistica e la frenata del PIL nel secondo trimestre. Secondo l’AD di Illycaffè l’Italia ha reagito bene alle sfide degli ultimi anni, mostrando una crescita solida e un miglioramento del mercato occupazionale. Le difficoltà restano ma al momento, sottolinea, il Paese ha fatto meglio di molti partner europei, Germania compresa: “L’italica caratteristica che ci porta a dare il meglio di noi quando le circostanze si fanno più difficili sta dando i suoi frutti. Quando il contesto macroeconomico e geopolitico si è fatto più sfidante, l’Italia ha saputo rimboccarsi le maniche e reagire in maniera positiva. È un vantaggio competitivo del nostro Dna”. Finora, conclude, i segnali sono incoraggianti e la recessione lontana, con il 2024 che potrebbe rivelarsi ancora più positivo.

Vincenzo Sanasi D'Arpe

Vincenzo Sanasi d’Arpe: un percorso professionale di alto livello 

Avvocato e Professore Straordinario di Diritto dell’Economia, Vincenzo Sanasi d’Arpe è un professionista, giurista d’impresa e manager specializzato nella gestione della crisi e del risanamento dei grandi gruppi industriali. La carriera professionale.

L'avvocato, accademico e dirigente d’azienda Vincenzo Sanasi d'Arpe

Gli incarichi ricoperti da Vincenzo Sanasi d’Arpe

Vincenzo Sanasi d’Arpe è un accademico e professionista di rilievo nel campo del Diritto dell’economia. Ricopre la carica di Professore Straordinario presso l’Università degli Studi G. Marconi, dove tiene il corso di “Controlli pubblici sulle crisi d’impresa” nel dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali. È altresì docente del corso di Diritto dell’economia avanzato presso l’Università di Roma “La Sapienza”, dove ha guadagnato grande rispetto e apprezzamento come studioso e sostenitore dell’intervento dello Stato nel mercato. La sua vasta esperienza nel settore comprende ruoli di alto profilo, come quello di Consigliere nel tema delle partecipazioni statali per l’ex Presidente del Consiglio Emilio Colombo e Ministro del Bilancio e della Programmazione Economica nel Governo Goria. Inoltre, la sua competenza e l’impegno sociale si riflettono nel ruolo di Presidente del Comitato Italiano per il World Food Programme. Con una carriera che abbraccia anche la consulenza per società multinazionali pubbliche e private, Vincenzo Sanasi d’Arpe ha dimostrato di possedere una vasta gamma di competenze.

Vincenzo Sanasi d’Arpe, esperto nel risanamento d’impresa

L’opera di Vincenzo Sanasi d’Arpe “L’amministrazione straordinaria dei grandi gruppi in crisi: lineamenti giuridici” è considerata un testo di riferimento nella materia, citata persino dai Giudici Costituzionali. La sua competenza è stata dimostrata in operazioni di risanamento aziendale, come quella compiuta come Commissario Straordinario del Gruppo Cablelettra, dove ha portato avanti una cessione strategica delle sole attività industriali con la massima salvaguardia dei livelli occupazionali. Questo ha consentito all’azienda di superare una grave crisi finanziaria e raggiungere un accordo con l’acquirente giapponese Yazaki Corporation, leader mondiale nel settore automobilistico. La carriera di Vincenzo Sanasi d’Arpe annovera anche incarichi come quelli di Amministratore Delegato di Consap S.p.A., Commissario Straordinario in terna commissariale di Maflow S.p.A., Maflow Polska e MAN Servizi S.r.l. in Amministrazione Straordinaria e Liquidatore di SO.GE.SI. S.p.A.

Enrico Vita

Amplifon, Enrico Vita annuncia l’acquisizione dell’Hometown Hearing Centre in Ontario: “Aggiunti 20 centri acustici”

Amplifon genera dal Nordamerica circa 400 milioni all’anno, quasi un quinto dei ricavi complessivi. Per questo, sotto la guida di Enrico Vita, il Gruppo sta attuando un importante piano di espansione nel Continente, che include la crescita del marchio Miracle Ear.

Enrico Vita

Enrico Vita annuncia l’acquisizione dell’Hometown Hearing Centre nell’Ontario

Non si arresta l’espansione di Amplifon nel mercato nordamericano: sotto la guida del CEO Enrico Vita, Amplifon ha recentemente annunciato l’acquisizione dell’Hometown Hearing Centre, un importante gruppo di cliniche auditive con una forte presenza nella regione canadese dell’Ontario, per un totale di 20 nuovi centri. Con la nuova acquisizione, Amplifon porta a 130 il numero di negozi sul suolo canadese: una cifra considerevole, se si osserva che solamente l’anno scorso il numero totale di punti vendita non superava i 90. Il Canada è il secondo mercato più importante nel settore dell’hearing care dopo gli Stati Uniti, nel contesto americano. Nella macro-regione delle Americhe, Amplifon possiede più di 2.000 negozi, in larga parte concentrati negli Stati Uniti (Paese in cui ha anche sede Miracle Ear, progetto di Amplifon che conta 5.500 collaboratori), ma il Gruppo è attivo anche in 6 Paesi dell’America Latina: Messico, Panama, Colombia, Cile, Argentina ed Ecuador.

Enrico Vita: “Il continente americano produce circa il 20% dei ricavi di Amplifon

La strategia dell’AD Enrico Vita di espandere Amplifon nelle Americhe è ben giustificata dai dati: questa macro-regione genera infatti quasi il 20% dei ricavi di Amplifon, per un totale di circa 400 milioni (con una crescita del 24% rispetto a due anni fa). L’indotto previsto in virtù delle nuove acquisizioni (in totale, 140 negozi per una spesa di 60 milioni di euro) è tale, secondo gli analisti di Amplifon, da aumentare i ricavi del Gruppo di 2 punti percentuale. Nel primo semestre, il ricavo delle Americhe è infatti arrivato a 212,7 milioni, un aumento del 17,6% rispetto ai 180,8 dell’anno scorso. Gli analisti prevedono dunque una forte crescita organica di Amplifon, che ha chiuso la prima metà dell’anno con ricavi consolidati per 1.113,8 milioni. L’Ebitda su base ricorrente è stato di 276 milioni di euro, evidenziando la solidità finanziaria del Gruppo e il successo del piano di espansione proposto da Enrico Vita.

Banca Generali logo

Risparmio privato, nuovo capitolo per Banca Generali: l’Istituto sbarca in Svizzera

Il risparmio privato in Svizzera ha un nuovo protagonista: Banca Generali. L’Istituto ha ottenuto la licenza e potrà offrire i suoi servizi di private banking. Annunciate sinergie con la controllante Generali e una politica di acquisizioni nel Paese.

Banca Generali, leader nel risparmio privato

Banca Generali apre ai risparmiatori svizzeri

Nuovo importante traguardo per il leader italiano del risparmio privato: Banca Generali ha infatti ottenuto la licenza in Svizzera, dove si prepara ad operare come una vera e propria private bank. L’ultima licenza concessa dalle autorità elvetiche ad una banca italiana risale a 15 anni fa. Un passo decisivo per la strategia di espansione portata avanti dall’Amministratore Delegato Gian Maria Mossa che, a seguito dell’annuncio dell’ingresso di Banca Generali nel mercato elvetico, ne ha evidenziato le opportunità di business. Sul piatto nuove partnership commerciali attraverso la controllante Generali, già presente in Svizzera con i suoi servizi assicurativi, e nuove acquisizioni per rafforzare la presenza nel Paese.

Come Banca Generali intende diventare punto di riferimento in materia di risparmio privato nel mercato elvetico

Ci sono diversi punti di contatto tra l’attività dell’assicurazione e quella della banca – ha dichiarato l’AD di Banca Generalied esistono tutti i presupposti per avere sinergie tra noi e il nostro azionista di maggioranza anche in Svizzera, mercato in cui Assicurazioni Generali peraltro ha da molto tempo una sua presenza diretta”. Ma l’Istituto ha già dato prova negli scorsi mesi del suo interesse verso il mercato elvetico del risparmio privato, in particolare nel Ticino. A Lugano ha già comprato la maggioranza di Valeur, ora BG Valeur, e non esclude altre operazioni in futuro, come acquisizioni di piccole banche, fiduciarie e family office. Nel frattempo, la Banca conferma il trend positivo sugli indicatori finanziari: dopo i 274 milioni di agosto, ha chiuso la raccolta netta di settembre raggiungendo quota 373 milioni di euro e portando il totale annuo a oltre 4,3 miliardi.

Tommaso Putin

Tommaso Putin (Serenissima Ristorazione) ospite al forum “Disegnare il futuro”

Tommaso Putin, Vicepresidente di Serenissima Ristorazione, tra gli ospiti del forum sull’innovazione “Disegnare il futuro”, un evento promosso da Italia Economy.

Tommaso Putin

Tommaso Putin tra gli ospiti del forum “Disegnare il futuro”

“Disegnare il futuro” è il nome dell’evento organizzato da Italia Economy presso Le Village by CA Triveneto, nella cornice di Piazza Giacomo Zanellato (Padova), rivolto a imprenditori, manager, professionisti e giovani che svolgono la propria attività in Veneto. Tra gli ospiti anche Tommaso Putin, Vicepresidente della società leader nei servizi di ristorazione collettiva Serenissima Ristorazione. Incentrato sul tema dell’innovazione, il forum è stato un’occasione di confronto tra gli attori istituzionali e il mondo delle imprese sulle attuali tendenze riguardanti l’innovazione e sulle iniziative e risorse messe in campo dalla Regione Veneto per promuovere la crescita del territorio.

Tommaso Putin: Vicepresidente di Serenissima Ristorazione da luglio 2022

Tommaso Putin è Vicepresidente del Gruppo Serenissima Ristorazione da luglio 2022. Laureato in Economia Aziendale presso l’Università Luigi Bocconi di Milano nel 2002, si specializza in Amministrazione e Controllo di Gestione e frequenta numerosi corsi di formazione per approfondire la propria conoscenza nell’ambito del business internazionale. Dopo un’esperienza presso una società di revisione, prosegue la carriera nell’azienda di famiglia, Serenissima Ristorazione, tra le principali realtà italiane attive nel campo della ristorazione collettiva. Il Gruppo, che oggi conta oltre 10.000 collaboratori e sedi anche in Polonia, Spagna e a New York, gestisce i servizi di ristorazione di importanti strutture ospedaliere e socio-assistenziali, scuole, locali pubblici e aziende.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: ecco come Steve Jobs ha sfruttato l’ancoraggio per vendere più iPad

Alessandro Benetton parla dell’ancoraggio, il bias cognitivo che ci fa decidere in modo irrazionale in base a un riferimento iniziale, e mostra come prevenirlo con la consapevolezza e la valutazione.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: il caso iPad e la tecnica di Steve Jobs

Quando dobbiamo prendere una decisione, la nostra mente tende sempre a cercare un riferimento iniziale. Tuttavia questi si basano spesso su informazioni parziali o addirittura errate. Il fenomeno prende il nome di ancoraggio ed è un bias cognitivo di cui tutti siamo inconsapevolmente vittime. A spiegarlo è Alessandro Benetton, che ha affrontato il tema sul suo canale Youtube. Il fondatore di 21 Invest e Presidente di Edizione porta l’esempio del primo iPad, lanciato da Apple nel 2010. Durante la ormai nota presentazione tenuta da Steve Jobs, il prezzo di 999 dollari inizialmente presentato dall’azienda venne improvvisamente ridotto a 499: “Il pubblico impazzì. Quei 999 dollari iniziali ormai erano diventati un valore di riferimento: acquistare un iPad a $499 era un vero e proprio affare. Questa è una tecnica che sfrutta un bias cognitivo di cui tutti siamo vittime: l’ancoraggio”. A poco più di un anno dal lancio, il numero di iPad venduti ha superato quota 25 milioni: “Nella testa di tutti il messaggio era chiaro: l’iPad vale $999 perché era un’innovazione incredibile che permetteva allora di fare cose mai viste prima. Poi, all’improvviso, il fondatore di Apple cambia le carte in tavola: l’iPad non costerà più $999 ma 499. A quel punto, nella mente di tutti è arrivato un nuovo messaggio: risparmierò $500”.

Alessandro Benetton: “Non abbiate paura di affidarvi all’istinto, ma siate sempre pronti a metterlo in discussione”

La tecnica utilizzata da Apple fa leva proprio sull’ancoraggio: tante volte le decisioni vengono prese velocemente, in modo non del tutto razionale. La nostra mente tenderà sempre a cercare scorciatoie: “Sfruttando il neuromarketing – spiega Alessandro Benettonè possibile utilizzare questo bias per influenzare il consumatore: da un acquisto di un prodotto su Amazon, a che cosa mangiare al ristorante, fino a decidere quale film guardare su Netflix”. È possibile prevenire questo bias cognitivo? Secondo l’imprenditore è importante essere consapevoli che si tratta di un comportamento del quale siamo tutti vittime, sia nella nostra vita da consumatori che in altri ambiti. La consapevolezza è quindi la prima cosa da tenere a mente per diminuire le probabilità che questo accada: “L’unico modo per evitare il bias è quello di raccogliere informazioni sempre: non agire di impulso ma prendersi sempre il tempo per valutare altre possibilità”. Ma l’istinto, come ricorda Alessandro Benetton citando Edmund Burk, deciderà quasi sempre cosa fare prima della mente: “L’istinto serve a farsi una prima idea; l’analisi approfondita a confermarla o distruggerla. Non abbiate paura di essere istintivi ma siate sempre pronti a mettere in discussione quello che l’istinto vi suggerisce”.

Gian Maria Mossa

Gian Maria Mossa: Banca Generali potrà operare in Svizzera, ottenuta la licenza

Banca Generali in Svizzera, l’AD Gian Maria Mossa: “Si tratta della realizzazione concreta di un capitolo di rilievo della nostra strategia”.

Gian Maria Mossa, AD di Banca Generali

Banca Generali: l’AD Gian Maria Mossa commenta l’ottenimento della licenza per operare in Svizzera

L’AD Gian Maria Mossa lo ha definito “un passaggio molto importante”: Finma, l’autorità di vigilanza bancaria svizzera, ha ufficialmente accordato all’Istituto bancario italiano la licenza per operare nella Confederazione elvetica come BG Suisse Private Bank. “Possiamo ora operare come vera e propria banca anche in Svizzera. Si tratta della realizzazione concreta di un capitolo di rilievo della nostra strategia”, ha sottolineato in un’intervista rilasciata al “Corriere del Ticino” l’AD Gian Maria Mossa. Che le autorità elvetiche accordassero la licenza a una private bank italiana non accadeva da 15 anni: “Noi puntiamo infatti a radicarci sempre più e quindi ad ampliare ulteriormente le nostre attività sul mercato elvetico. L’Italia continua per noi ad essere naturalmente il punto di riferimento principale, ma fuori dai confini italiani è proprio la Confederazione elvetica a costituire un approdo di spessore, che abbiamo da tempo identificato”.

Gian Maria Mossa: Banca Generali, in Svizzera potremmo espanderci su altre piazze e non escludiamo acquisizioni

L’AD Gian Maria Mossa ha confermato che quella della crescita organica è la direzione in cui Banca Generali continua a guardare ma “restiamo aperti ad acquisizioni, sia in Italia sia in Svizzera”. L’attenzione è per le piccole banche, ma anche per fiduciarie e family office. “A Lugano abbiamo rilevato la maggioranza della fiduciaria Valeur, diventata BG Valeur, e non escludiamo di poter attuare in Ticino altre acquisizioni, cogliendo le eventuali opportunità che si presentassero”, ha spiegato l’AD Gian Maria Mossa. Private banker e tecnologia, ha poi ricordato l’AD nell’intervista, sono i due fattori di successo di Banca Generali: “Nel quadro della nostra strategia un elemento fondamentale chiaramente è la figura del private banker, nel senso che sono particolarmente importanti la sua qualità professionale, la sua reputazione, la sua capacità di essere flessibile nel rapporto con la clientela”. Altro elemento fondamentale è quello delle tecnologie “per quel che riguarda sia le piattaforme operative sia i servizi digitali per la clientela“.

Lorenzo Vangelisti, CEO di Valeur Group

Lorenzo Vangelisti, dall’esordio in Credit Suisse fino alla fondazione di Valeur Group

La formazione e il background professionale di Lorenzo Vangelisti: dagli inizi in Svizzera, alle prestigiose certificazioni internazionali, fino al successo di Valeur Group.

Lorenzo Vangelisti

Lorenzo Vangelisti: gli studi, le certificazioni e l’esordio professionale

Lorenzo Vangelisti è nato a Mendrisio nel 1977, manifestando fin dalla giovinezza una forte attitudine per gli affari e una grande passione per la finanza. Studia dunque nella Scuola cantonale di commercio di Bellinzona, per poi conseguire – mentre compie le prime esperienze professionali – una serie di importanti certificazioni che cementeranno la sua competenza e la sua reputazione nel settore. La prima è lo Swiss Certified Banking Specialist Certificate, presso il Centro di Studi Bancari di Vezia; in seguito ottiene il Chartered Financial Analyst (CFA) Certificate rilasciato dal CFA Institute in Virginia. Avvia il suo percorso professionale presso il Credit Suisse Group, dando inizio a una rapida serie di promozioni e successi che lo porteranno a ricoprire incarichi di crescente responsabilità. Il primo impiego è nella Divisione Private Banking, come Assistant Relationship Manager. Poco dopo, viene promosso al ruolo di Specialista di Prodotti Strutturati e Derivati, per poi assumere l’incarico di Vice Presidente del Private Banking Network. A partire dal 2007 è a Londra: qui opera come Direttore della Divisione Fixed Income and Equity Derivatives, ricoprendo nel frattempo il ruolo di Responsabile dei clienti istituzionali in Italia, Svizzera e Montecarlo.

Lorenzo Vangelisti e la fondazione di Valeur Group

Nonostante i numerosi successi conseguiti nel corso della sua esperienza presso Credit Suisse, Lorenzo Vangelisti non abbandona l’ambizione di mettersi in proprio creando una società specializzata in investimenti e finanza. L’anno decisivo è il 2010: fonda infatti Valeur Group, specializzato in asset management, advisory, trading, ricerca e real estate, assumendo il ruolo di Amministratore Delegato. Il Gruppo viene strutturato in cinque società: Valeur Capital Ltd, con sede a Londra, specializzata in asset management; Valeur Securities SA, che funge da piattaforma di trading; Valeur SA, incentrata su investimenti collettivi di capitale e analisi di mercato; Valeur Concept SA, con focus sull’immobiliare; infine, LinkedTrade Technologies, che svolge attività di pricing e trading di prodotti strutturati.

Lorenzo Vangelisti ha inoltre fondato Valeur Foundation, ente no-profit che realizza opere di beneficenza e progetti di carattere umanitario, culturale ed ecologico.