Paolo Gallo

Paolo Gallo: guidare la ripresa economica. Gli investimenti mirati di Italgas

Italgas ha dimostrato agilità nel gestire la pandemia grazie anche alla sua Digital Factory per il controllo da remoto dei cantieri. Gli investimenti previsti nel 2020 sono stati mantenuti, evidenziando la robustezza finanziaria e l’impegno per la crescita e le acquisizioni. L’intervista all’AD Paolo Gallo.

Paolo Gallo, Amministratore Delegato di Italgas

Resilienza e trasformazione digitale, Paolo Gallo: Italgas affronta la pandemia con successo

L’intervista a Paolo Gallo, Amministratore Delegato di Italgas, rivela una notevole resilienza e adattamento dell’azienda di fronte agli impatti della pandemia. L’AD evidenzia che la reazione di Italgas al lockdown è stata pronta e guidata dalla trasformazione digitale in corso. L’azienda è stata in grado di garantire la continuità e la sicurezza del servizio grazie all’operatività sul campo e all’efficace lavoro da remoto del personale di staff. Questa agilità è stata supportata dalla piattaforma di controllo, la Digital Factory, che ha consentito il monitoraggio da remoto dei cantieri, riducendo al contempo i rischi di contagio. Nonostante il periodo di fermo, gli investimenti previsti per il 2020 sono risultati in linea con l’anno precedente, dimostrando la robustezza finanziaria dell’azienda e il suo impegno a mantenere una politica di dividendi compatibile con le ambizioni di crescita e acquisizioni. Paolo Gallo sottolinea anche l’effetto moltiplicatore degli investimenti nelle reti gas, evidenziando che ogni euro investito genera tre volte il suo valore. Questo concetto è supportato da uno studio dettagliato che dimostra l’impatto positivo degli investimenti sull’economia locale.

Paolo Gallo: investimenti strategici e stabilità nel settore del gas

Italgas, continua Paolo Gallo nell’intervista, prosegue con la promozione di investimenti significativi, in particolare attraverso le gare gas, al fine di stimolare ulteriormente la crescita economica nelle comunità servite. La società sembra fiduciosa nella ripresa e si augura che le gare gas vengano riprese rapidamente per supportare questa prospettiva. L’AD spiega infine come le stime positive di Italgas siano in linea con la natura stabile e specifica del consumo di gas nel settore della distribuzione. Generalmente, il consumo di gas per le utenze residenziali e commerciali risulta essere costante nel tempo e, aggiunge Paolo Gallo, nonostante fluttuazioni temporanee, l’utilizzo del gas per la produzione di energia elettrica e nei settori industriali è rimasto stabile. L’azienda sembra quindi concentrarsi sulla sua specifica nicchia di servizio, puntando sugli investimenti e sulle operazioni di M&A nonostante le sfide esterne.

Banca Generali

Investimenti sostenibili ESG: nuovo appuntamento per “Time To Change” di Banca Generali

Avviato da Banca Generali nel 2021, il progetto “Time To Change” prova a rispondere alle principali domande sullo stato di avanzamento dell’Agenda Onu e sugli effetti degli investimenti sostenibili ESG. Per raccontare l’obiettivo n.7 il fotografo Guindani è volato in Minnesota.

Banca Generali

Investimenti sostenibili ESG: Banca Generali racconta il più grande parco fotovoltaico d’America

Nel contesto dell’obiettivo numero 7, che mira ad assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili e sostenibili, le fattorie Aurora di Enel in Minnesota rappresentano un esempio concreto di innovazione e attenzione ad un futuro migliore”. Sono le parole del fotografo Stefano Guindani, volato negli Stati Uniti per il 16°, nonché penultimo, episodio del progetto “Time To Change” voluto da Banca Generali per indagare lo stato dell’arte dell’Agenda ONU al 2030 e verificare l’impatto degli investimenti sostenibili ESG su territori e comunità. Stavolta al centro dell’appuntamento il Goal n.7, che mira ad assicurare a tutti energia pulita e accessibile attraverso l’aumento della produzione, l’utilizzo di tecnologie sostenibili e una maggiore efficienza. Di proprietà di Enel Green Power, il Parco Solare di Aurora è entrato in funzione nel 2017 e attualmente è l’impianto più grande del Nord America: può generare più di 210 milioni di kWh all’anno, garantendo allo stesso tempo una riduzione di CO2 pari a 150.000 tonnellate. Si tratta, spiega Banca Generali, del fabbisogno di oltre 17.000 famiglie americane.

Banca Generali, l’impatto positivo degli investimenti sostenibili ESG: il Parco di Aurora

Tra i punti di forza del Parco di Aurora il concetto di “dual-use”, che prevede l’utilizzo del suolo non solo per generare energia fotovoltaica, ma anche per scopi come la piantumazione di vegetazione autoctona e di colture favorevoli agli impollinatori. Un esempio perfetto, secondo Banca Generali, dell’impatto positivo degli investimenti sostenibili ESG e soprattutto un’ulteriore testimonianza di come ogni obiettivo dell’Agenda ONU sia fortemente connesso agli altri 16: “Queste centrali solari agro-fotovoltaiche combinano la produzione di energia solare con agricoltura, allevamento e apicoltura, creando un circolo virtuoso in cui diverse forme di produzione si supportano reciprocamente”, ha commentato Guindani. Nel dettaglio, la presenza di allevamenti di pecore all’interno del Parco Solare aiuta a mantenere puliti gli spazi intorno ai pannelli solar, sfoltendo l’erba in modo naturale e senza l’uso di carburanti fossili; dall’altro lato, grazie alle api si promuove l’impollinazione e quindi la biodiversità, oltre ad ottenere una produzione di miele di alta qualità.
Gruppo Danieli

Gruppo Danieli: impianti DRI, lo sguardo sul futuro del mondo dell’acciaio

“Molti parlano del futuro aspettando che accada, ma noi siamo in grado di portare il futuro ai clienti, oggi”: la vision di Gruppo Danieli nelle parole del CEO Giacomo Mareschi Danieli.

Gruppo Danieli

Gruppo Danieli nell’era dell’acciaio green: l’innovazione tecnologica come motore di crescita

Se Gruppo Danieli è pronto ad accompagnare la transizione green dell’acciaio è grazie al percorso di investimenti in sostenibilità e innovazione che porta avanti da tempo. Lo spiega su LinkedIn il CEO Giacomo Mareschi Danieli: “Una volta la chiamavamo efficienza, poi Industria 2.0, 3.0 e 4.0, e ora tutti la conoscono come l’era dell’acciaio green”. Intervistato da “Siderweb” nelle scorse settimane, il CEO ha ribadito l’impegno di Gruppo Danieli nello studiare e implementare soluzioni innovative per la riduzione delle emissioni. Tra queste Q-ONE, Hybrid MI.DA., DRI (Direct Reduced Iron) ed altre tecnologie brevettate di cui ha parlato di recente Il “Corriere della Sera” in un articolo per “L’Economia”. “Al giorno d’oggi, progetti di investimento e trasformazione devono legarsi a doppio filo al concetto di sostenibilità, aiutando i produttori di acciaio a ridurre e limitare il loro impatto ambientale, al tempo stesso migliorando l’efficienza”, scrive su LinkedIn il CEO Giacomo Mareschi Danieli.

Gruppo Danieli: innovative soluzioni tecnologiche per soddisfare le richieste green del mercato

L’ottica di Gruppo Danieli è di contribuire a ridurre le emissioni a livello globale incentivando l’offerta di innovative soluzioni a ridotte emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio prodotta. È guardando a un mercato in cui la transizione ecologica acquisisce quotidianamente maggiore rilievo che Gruppo Danieli continuerà a consolidare ed espandere le proprie attività per garantire maggiore competitività in termini di innovazione, tecnologia, qualità, costi, produttività e servizio al cliente. Basti pensare a Digilmeter, innovativo forno elettrico a controllo digitale: progettato come ibrido, può essere alimentato con energie alternative come quella solare ed eolica. Oppure a Energiron DR: sviluppata da Danieli insieme a Tenova, si tratta di una tecnologia che consente di utilizzare fino al 100% di idrogeno come agente riducente per la produzione di preridotto e che sta già diventando uno standard internazionale. Di recente anche il gruppo siderurgico tedesco Salzgitter ha scelto la tecnologia Energiron DR per il nuovo impianto di DRI (Diretct Reduced Iron) che verrà installato nella storica acciaieria di Salzgitter, nella Bassa Sassonia, specializzato nella produzione di prodotti siderurgici.

Valeur Group

Valeur Group, innovazione e competenza nell’asset management

Valeur Group eccelle nella strutturazione di soluzioni di investimento ad alto valore aggiunto. Operando in maniera indipendente, il Gruppo pone a fondamenta delle proprie attività un’analisi dettagliata nella costruzione del portafoglio, la ricerca delle migliori opportunità e una rigorosa disciplina nella gestione del rischio.

Valeur Group

Valeur Group: approccio globale nelle soluzioni di investimento

Fondato nel 2010 dal CEO Lorenzo Vangelisti, Valeur Group è una realtà indipendente specializzata in asset management, advisory, trading, ricerca e real estate. Cinque società complementari ne costituiscono la struttura operativa: Valeur Capital Ltd, Valeur Securities SA, Valeur SA, Valeur Concept SA e LinkedTrade Technologies Ltd, ognuna attiva in un’area specifica ma tutte coordinate nell’offrire un porto sicuro che garantisca solidità di portafoglio e rendimenti competitivi. Tale mission è raggiunta attraverso elementi che Valeur Group ritiene essenziali fin dalla sua nascita: l’eccellenza, la reattività e l’efficienza. Il Gruppo ha attività in Svizzera, Regno Unito e Lussemburgo e propone soluzioni ad alto valore aggiunto per strategie di investimento personalizzate che spaziano tra diverse classi d’attivo e diversi stili di gestione.

Valeur Group: i principi alla base del Gruppo

Valeur Group si avvale di un team altamente qualificato, con una media di oltre dieci anni di esperienza, che negli anni è riuscito a supportare la creazione di una solida realtà di stampo internazionale. Tale sviluppo è guidato da valori quali la ricerca dell’eccellenza e l’ambizione verso la massima efficienza nei servizi offerti. Non da ultimo, il successo di Valeur Group è riscontrabile in una forte etica aziendale che si riflette, ad esempio, nell’adesione ai Principles for Responsible Investment, iniziativa ONU per l’integrazione dei criteri ESG nella gestione degli investimenti. Il Gruppo, inoltre, opera in linea con gli standard etici e professionali del CFA Institute e nel rispetto della normativa MIFID II. Valeur Group e le sue società sono autorizzate dalle autorità di vigilanza finanziaria locali quali FCA (Financial Conduct Authority) e CSSF (Commission de Surveillance du Secteur Financier).

Alice Carli

Alice Carli: la mia esperienza alla Harvard Business School

Manager con oltre 20 anni di esperienza nel settore della moda, del lusso e del lifestyle, nel 2022 Alice Carli frequenta un Master incentrato sulla Disruptive Strategy alla Harvard Business School. Nel corso di un’intervista della HBS Online Global Chapter racconta la sua esperienza.

Alice Carli

Alice Carli: mi sono rimessa sui libri dopo 23 anni

Sanremese di nascita e milanese di acquisizione, Alice Carli avvia la sua carriera nel settore marketing lavorando per conto di brand internazionali del settore della moda e del lusso, dapprima in qualità di Marketing e Communication Manager e poi come General Director. “Mi piace alzare il livello in ogni cosa che faccio, ho una forte vocazione per l’innovazione e tutte le forme della creatività”, rivela durante l’intervista tenuta da Gwen Mdinaradze per conto della Harvard Business School, presso cui la manager ha frequentato un MBA & Specialization in Strategy in piena emergenza da Covid-19. Durante la pandemia, racconta, “ho sentito il bisogno di espandere le mie conoscenze e di iniziare a pensare fuori dagli schemi”. Poi aggiunge: “Quando ho sentito parlare di disruption, l’ho trovato subito un tema interessante, essendo io stessa una persona dall’approccio innovativo”. Anche se all’inizio è stato difficile rimettersi sui libri dopo 23 anni passati a lavorare, Alice Carli si dice soddisfatta del suo percorso: “I corsi che ho seguito hanno rafforzato le mie conoscenze e mi hanno aperto la mente”.

Il percorso manageriale di Alice Carli

Alice Carli si laurea in Marketing e Comunicazione presso la IULM di Milano dove collabora, per un anno, nel team del Prof. Mauro Ferraresi, docente di Sociologia dei Consumi e della Moda. Oltre all’MBA & Specialization in Strategy ottenuto di recente presso la Harvard Business School, completa il suo curriculum formativo un MBA in Digital & Innovation Disruption ottenuto presso l’Università di Cambridge. La prima esperienza professionale la vede all’interno di Publicis, dove nel 1999 assume il ruolo di Communication Manager Suepervisor. Nel 2015 passa a Tod’s, occupandosi per tre anni di Advertising e BTL e svolgendo la mansione di Web Director dei brand Tod’s, Hogan, Fay and Roger Vivier. Nel 2008 entra in Fratelli Rossetti in qualità di Marketing & Communication Manager. A questo seguono ulteriori incarichi di crescente responsabilità. Nel 2011 è Global Strategic Marketing Executive presso Furla. Nel 2015 è invece in Peuterey Group in qualità di Head of Global Marketing and Business Development for the USA and APAC, Retail and E-commerce. È il 2018 quando viene nominata AD e DG di L’Autre Chose, ruoli che due anni più tardi ricoprirà anche in Giannico. 

Susanna Esposito

Susanna Esposito: in Italia il rischio zanzara è contenuto, ma occhio alle vulnerabilità 

Susanna Esposito è intervenuta sul tema del grave impatto delle zanzare sulla salute umana, rivelando come ogni anno causino la morte di migliaia di persone nel mondo attraverso la trasmissione di malattie infettive. Tuttavia, l’Italia è meno esposta a questo rischio.

 Susanna Esposito

Susanna Esposito: il pericolo causato dalle zanzare

La zanzara è un piccolo insetto che, purtroppo, rappresenta una minaccia significativa per la salute umana in molte parti del mondo. Con la capacità di trasmettere diverse malattie infettive (malaria, dengue, Zika, febbre di West Nile), il loro impatto sulla salute globale è considerevole, causando la morte di centinaia di migliaia di persone ogni anno. Tuttavia, come sottolineato da Susanna Esposito, l’Italia sembra essere relativamente al riparo da questo rischio mortale, soprattutto per gli individui non immunodepressi. Esperta in malattie infettive, Susanna Esposito ha spiegato infatti che, nel nostro Paese, il rischio di mortalità associato alle zanzare è contenuto. Nonostante ciò, l’attenzione dovrebbe essere rivolta particolarmente agli anziani e a coloro che soffrono di malattie croniche, che possono essere più vulnerabili alle infezioni trasmesse dalle zanzare. Utilizzare zanzariere e prodotti repellenti può essere una strategia efficace per ridurre l’esposizione a questi vettori e proteggere di conseguenza la salute di coloro che sono più a rischio.

Susanna Esposito: l’importanza della prevenzione

Le zanzare possono rappresentare una minaccia seria solo quando sono portatrici di specifiche malattie infettive. La Presidente della World Association for Infectious Diseases and Immunological Disorders, Susanna Esposito, ha messo in luce la natura delle malattie, come la Chikungunya, dengue, Zika e malaria, che vengono trasmesse all’uomo attraverso le punture di zanzara nei Paesi endemici. Sebbene l’Italia abbia visto casi di queste malattie, la situazione è gestibile grazie a un attento monitoraggio e a misure preventive adeguate. Ad esempio, l’epidemia di Chikungunya nel 2007 in Emilia-Romagna ha portato a un maggiore controllo della zanzara tigre (Aedes albopictus), vettore di questa malattia. Tuttavia, la consapevolezza dei rischi persiste, soprattutto per le donne in gravidanza, in quanto alcune di queste infezioni possono causare gravi conseguenze per il feto. La prevenzione rimane fondamentale e, come evidenziato da Susanna Esposito, a seconda dell’età, sono consigliati diversi tipi di repellenti e precauzioni per evitare punture e reazioni allergiche, soprattutto nei bambini, che possono essere particolarmente sensibili alle punture di zanzara.

Stefano Venier (AD Snam)

Stefano Venier: idrogeno e cattura CO2, l’innovazione tecnologica al servizio dell’energia

La vision di Snam sul futuro dell’energia nell’intervista di “Repubblica” all’AD e Stefano Venier: “Non c’è sostenibilità senza sicurezza energetica. Per arrivarci occorrono diversificazione delle fonti e infrastrutture adeguate in un contesto di innovazione tecnologica”.

 Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam

Stefano Venier: il gas accompagnerà le rinnovabili per avere energia programmabile

Per l’AD di Snam Stefano Venier il futuro dell’energia è nelle “nuove tecnologie dell’idrogeno e della cattura della CO2”. Lo spiega in un’intervista a “Repubblica” pubblicata lo scorso 30 luglio: al centro le sfide epocali che il mondo deve affrontare oggi, la questione climatica e il contrasto all’inquinamento. L’invito dell’AD è ad “abbandonare il prima possibile il carbone, il combustibile più inquinante” e ad accelerare nella transizione energetica. Per riuscirci è necessario “avere la stessa competitività di costi e di qualità” ma occorre anche “energia che è possibile programmare e che non sia intermittente”. In questo a giocare un ruolo fondamentale è il gas che “accompagnerà le rinnovabili per avere energia programmabile”. Importante poi, osserva Stefano Venier nell’intervista, è “trovare modelli di sostenibilità per tutti i Paesi, soprattutto per chi consuma più idrocarburi”. È anche attraverso un uso più consapevole delle risorse che si porta avanti la decarbonizzazione: “Voglio ricordare che l’Overshoot Day, il giorno in cui si consumano tutte le risorse della terra che è possibile rigenerare, cade sempre prima. Un elemento sul quale negli ultimi due anni abbiamo perso un po’ di attenzione. L’obiettivo della carbon neutrality dovrebbe essere raggiunto al 2050 e nel 2060 per Cina e India. Ma non sarà un percorso lineare”. L’AD di Snam su “Repubblica” pone l’attenzione anche sul valore della “affordability” del sistema: “Non c’è sostenibilità senza sicurezza energetica. Per arrivarci occorrono diversificazione delle fonti e infrastrutture adeguate in un contesto di innovazione tecnologica”.

Stefano Venier: il futuro appartiene alle nuove tecnologie dell’idrogeno e della cattura della CO2

Nell’intervista a Stefano Venier, AD di Snam, emerge chiaramente la rilevanza della sfida che abbiamo davanti: “Compiere una transizione nella metà del tempo di quella precedente, in un ambito economico più complesso e coinvolgendo il doppio della popolazione”. Tuttavia “al momento i nuovi vettori energetici non sono ancora competitivi: la transizione è quasi interamente spinta dalle scelte politiche e non da fattori economici. E gli ostacoli sono sempre in agguato”. Un quadro complesso in cui si inseriscono le nuove tecnologie dell’idrogeno e della cattura della CO2: “Mai come in questo momento, per agire nella direzione della decarbonizzazione bisogna essere agnostici dal punto di vista tecnologico. L’idrogeno è una opzione, su cui si sta puntando molto, soprattutto in Europa, Usa e Middle Fast. E penso che vada perseguita”. In merito l’AD si sofferma anche sulla necessità di “infrastrutture per il trasporto adeguate, adattate alle caratteristiche di ogni singolo Paese, a seconda se c’è grande disponibilità di rinnovabili oppure se vengono realizzate dove c’è grande domanda di gas”. E in questo l’Italia, come è avvenuto con il suo riposizionamento nel mercato del gas, può essere un hub nel Mediterraneo per il passaggio in Europa dell’idrogeno che verrà prodotto dalle rinnovabili nel Nord Africa: “È uno dei cinque corridoi strategici Ue che vedono il coinvolgimento di vari operatori e di cui noi facciano parte. Ed è il corridoio che ha potenzialmente i costi di trasporto inferiori grazie al recupero delle infrastrutture esistenti”, evidenzia Stefano Venier. L’Italia ha le capacità tecniche e le strutture giuste per diventare un leader europeo nella sfida della transizione.

Luigi Ferraris

“Fortune Italia”: l’AD Luigi Ferraris su digitale, innovazione e assunzioni nel Gruppo FS

L’AD Luigi Ferraris ha posto in risalto gli obiettivi del Piano Industriale del Gruppo FS, una programmazione di lungo periodo che guarda all’ammodernamento del Paese.

 Luigi Ferraris

Luigi Ferraris: mobilità collettiva e logistica per lo sviluppo sostenibile del Paese

Strategie, risorse e obiettivi coordinati in una vision di lungo periodo e sostenuta da un ampio piano di investimenti. Si può riassumere così quanto messo in campo dal Gruppo FS, realtà guidata dall’Amministratore Delegato Luigi Ferraris, e posto nero su bianco negli indirizzi del Piano Industriale 2022-2031. L’AD ne ha illustrato la strategia in un’intervista rilasciata a “Fortune Italia”, occasione per fare il punto sui progetti strutturati dal Gruppo: tra questi, infrastrutture, innovazione, digitalizzazione e opportunità di lavoro. “Puntiamo a far sì che mobilità collettiva e logistica diventino volani di uno sviluppo sostenibile del Paese e strumenti di una maggiore coesione territoriale e sociale”, ha dichiarato l’AD Luigi Ferraris: “Quanto alle priorità, il nostro Piano Industriale metterà a terra risorse finanziarie provenienti da fonti diverse e con differenti scadenze temporali. Gli investimenti del PNRR è noto che traguardano non oltre il 2026, quelli di Piano al 2031”. Efficienza e innovazione sono le parole chiave: “In ogni caso le priorità assolute sono il mantenimento in efficienza dei treni e delle infrastrutture ferroviarie e stradali, con un loro progressivo ammodernamento tecnologico, grazie alla digitalizzazione e alla connettività, così da migliorarne le prestazioni, l’affidabilità e l’attrattività”, ha rimarcato l’AD nell’intervista.

Luigi Ferraris: investimenti su scala nazionale supportati anche dal PNRR

Come evidenziato dall’AD Luigi Ferraris, l’attenzione del Gruppo FS è massima anche nel distribuire gli investimenti in maniera omogenea a livello nazionale, con “opere ferroviarie in via di completamento come la Napoli-Bari e la Palermo-Catania-Messina, o in fase avanzata di progettazione e in avvio come la Salerno-Reggio Calabria AV”. Questo nell’ottica di “porci a servizio degli ulteriori progetti che il Governo programmerà per colmare il gap infrastrutturale con il Nord Italia”. Altro punto importante – lo ha ricordato Luigi Ferraris in diversi frangenti – è quello di pianificare le opere “a vita intera”, ovvero valutandole nel loro insieme sia a livello progettuale che temporale. L’AD ha infatti sottolineato che “occorrerebbe anche iniziare a progettare e realizzare le nuove infrastrutture considerandole nella loro ‘vita intera’, assicurando così i flussi finanziari necessari a completarle in tempi certi. A giovarne sarebbe la pianificazione dei fabbisogni di materiali, macchinari e competenze e gli investimenti su tutto l’indotto”. Per quanto concerne il PNRR, invece, l’AD ha osservato come questo marchi “un cambio di passo” con “una nuova stagione che sono certo sarà sostenuta da altri provvedimenti per semplificare e accelerare gli iter approvativi e l’affidamento degli appalti”. Con un 45% di risorse destinato al Sud, il PNRR punta allo sviluppo dell’intero Paese: “L’Alta Velocità come i collegamenti Est-Ovest, le linee regionali, l’upgrading delle linee per far circolare treni merci a standard internazionale, le connessioni con porti e aeroporti, l’estensione del sistema di distanziamento di ultima generazione ERTMS su 3.400 km di linee entro il 2026”.

Serenissima Ristorazione

Il 2022 positivo di Serenissima Ristorazione: approvato il bilancio

L’Assemblea dei Soci di Serenissima Ristorazione ha approvato il bilancio di esercizio del 2022, confermando il trend di crescita per il leader della ristorazione collettiva.

Serenissima Ristorazione

Il bilancio 2022 di Serenissima Ristorazione: risultati positivi in tutti i principali indicatori

Un fatturato consolidato di 457.592.092 euro (+12,26%), un Ebitda di 25.199.647 euro (+10,6%), un utile netto di 10.143.555 euro (+18,2%) e un patrimonio netto di 114.026.671 euro: sono questi i numeri raggiunti da Serenissima Ristorazione nel 2022. Risultati positivi, dunque, che attestano la resilienza e la solidità del Gruppo, il quale ha saputo reagire da top player alle difficoltà che hanno caratterizzato lo scorso anno. “Il settore della ristorazione – osserva Tommaso Putin, Vicepresidente del Gruppo – è stato uno dei più colpiti dall’incessante incremento del costo delle materie prime, che ancora non ha visto un assestamento, e dal drastico aumento dei costi energetici, conseguenza diretta del conflitto Russia-Ucraina che dura ormai da un anno”. A cui si aggiungono gli “strascichi inevitabili della pandemia che per tre anni ha messo in ginocchio l’intero comparto”. Ciononostante, il leader della ristorazione collettiva ha chiuso il 2022 in positivo, “sia in termini di crescita dimensionale sia dal punto di vista della redditività”.

Investimenti, flessibilità e razionalizzazione dei processi produttivi: gli elementi della crescita di Serenissima Ristorazione

I risultati del nostro Gruppo – aggiunge il Vicepresidente – non sarebbero stati possibili senza i nostri collaboratori che, ad oggi, sono più di 10.000. L’impegno e la dedizione profusi per l’azienda sono stati il motore che ci hanno permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati, consentendoci di superare le difficoltà e di confermare la posizione dell’Azienda sul mercato”. Ad influire positivamente sulla crescita della società sono stati soprattutto i costanti investimenti in innovazione e formazione, la flessibilità e la razionalizzazione dei processi produttivi, così come l’integrazione e la diversificazione nel modello di business. Sono questi gli elementi che hanno permesso a Serenissima Ristorazione di mantenere una crescita costante, anche in periodi difficili come quelli dell’ultimo periodo. “L’impegno, ora, – conclude Tommaso Putin – è quello di proseguire lungo questo percorso di crescita, con un piano industriale che prevede di raggiungere i 500 milioni di euro di fatturato nel 2023, con investimenti per oltre 30 milioni di euro, per nuove acquisizioni e per il potenziamento della nostra capacità produttiva”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: Eni in Indonesia, annunciata nuova acquisizione

L’AD di Eni Claudio Descalzi: “Ciascuna delle nostre iniziative strategiche contribuirà al conseguimento di quella forte progressione verso i risultati di cui ci siamo dati obiettivo nel piano”.

 Claudio Descalzi (Eni)

Claudio Descalzi: Eni si rafforza in Indonesia, acquisite le attività di Chevron  

L’AD Claudio Descalzi, nel fare il punto sui risultati del primo semestre 2023 presentati lo scorso 28 luglio, ha sottolineato il valore che stanno portando le iniziative di trasformazione strategica. E il 2023 ha registrato ulteriori significativi avanzamenti. Basti pensare ad esempio a una delle più recenti: l’acquisizione delle partecipazioni (inclusa l’Operatorship) di Chevron nei blocchi Ganal PSC (Chevron 62%), Rapak PSC (Chevron 62%) e Makassar Straits PSC (Chevron 72%), nel bacino di Kutei, East Kalimantan, nell’offshore dell’Indonesia. È un’operazione che ha un significato particolarmente importante se si considera l’impegno che Eni porta avanti nell’ottica di garantire la sicurezza energetica e al contempo di non arretrare nel percorso per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, come ricordato anche in diverse occasioni dall’AD Claudio Descalzi. L’acquisizione annunciata nei giorni scorsi è infatti pienamente in linea con la strategia di transizione energetica della società, della quale il gas e il GNL rappresentano pilastri fondamentali, per aumentare la quota di produzione di gas naturale al 60% entro il 2030, contestualmente con la domanda mondiale di energia accessibile, a basse emissioni di carbonio e conveniente. L’operazione in Indonesia, oltre a rafforzare la posizione di Eni, permetterà infatti di accelerare lo sviluppo del progetto a gas di Gendalo e Gandang, parte dell’Indonesia Deepwater Development (IDD) nel Ganal PSC, vicino alla FPU di Jangkrik, con riserve di gas stimate in circa 2 TCF (trilioni di piedi cubi).

Claudio Descalzi: l’acquisizione di Neptune Energy e i principali sviluppi di business

Eni, guidata da Claudio Descalzi, in Indonesia ha un solido track record di successi nello sviluppo del gas: allo sviluppo del progetto a gas di Gendalo e Gandang si aggiungono anche il giacimento a gas in produzione di Bangka, le scoperte di Gehem e Ranggas e il “significativo potenziale esplorativo compreso anche nella parte settentrionale dell’asset, che rappresentano quindi un importante, ulteriore consolidamento delle attività di Eni nell’area dell’East Kalimantan”. L’acquisizione delle attività di Chevron segue le operazioni chiuse di recente da Eni e che ne impreziosiscono il primo semestre 2023, come sottolineato dall’AD Claudio Descalzi: “Oltre a espandere la nostra capacità di bioraffinazione con la JV di Chalmette negli Stati Uniti e all’acquisizione di Novamont nella chimica verde, a giugno abbiamo annunciato l’acquisizione di Neptune Energy. Il portafoglio di Neptune, focalizzato sul gas, complementare a livello geografico/operativo a quello Eni e a ridotto profilo di emissioni operative, rappresenta una eccezionale combinazione rispetto ai nostri obiettivi di medio/lungo termine, e comporterà significativi benefici operativi e finanziari. Ciascuna delle nostre iniziative strategiche contribuirà al conseguimento di quella forte progressione verso i risultati di cui ci siamo dati obiettivo nel piano”. Neptune Energy annovera inoltre una presenza significativa in Indonesia incentivando una ottima integrazione con le operazioni di Eni nel Kalimantan orientale.