Gruppo Riva

Gruppo Riva: tradizione e innovazione nel settore dell’acciaio

Primo operatore siderurgico italiano e tra i principali del panorama europeo, Gruppo Riva si è affermato nel settore grazie a una costante attenzione rivolta verso l’innovazione.

Gruppo Riva

Gruppo Riva: da società pioniera a leader indiscusso del settore

Fu Emilio Riva, il pioniere della siderurgia italiana, a fondare Gruppo Riva nel 1954, durante il dopoguerra. Con i suoi oltre 60 anni di attività, l’azienda è storicamente specializzata nella realizzazione di prodotti “lunghi” con acciaierie ad arco elettrico. Operando nel rispetto dei più alti standard produttivi e guidato da una precisa e costante strategia di crescita e di investimenti, il Gruppo è andato espandendosi nei principali Paesi europei fino a conquistare un ruolo di leadership nel settore, riconosciuto a livello internazionale. Con un capitale interamente privato e oltre 5.500 dipendenti che operano nei siti produttivi di Italia, Francia, Germania, Belgio, Spagna e Canada, la società vanta una presenza sempre più qualificata di diplomati e giovani laureati. Dal 2014 Gruppo Riva è guidato da Claudio Riva.

Il mercato target di Gruppo Riva

Da sempre specializzato nella realizzazione di prodotti “lunghi”, Gruppo Riva detiene una grossa quota di mercato in questo importante segmento, nel quale si conferma leader. A mantenere il suo ruolo di rilevanza nel settore contribuiscono anche gli annuali programmi di investimenti che hanno come scopo il miglioramento degli aspetti qualitativi dei prodotti e dei processi, così come delle condizioni di sicurezza negli stabilimenti e della compatibilità ambientale della produzione. I comparti merceologici di riferimento del Gruppo comprendono la meccanica, l’automotive e il movimento terra, i quali necessitano di standard qualitativi particolarmente elevati. Fanno parte della produzione di Gruppo Riva anche i trafilati, i pelati e i rettificati, che derivano dall’ulteriore lavorazione a freddo dei laminati.

Luca Dal Fabbro (Iren)

Luca Dal Fabbro: i principali incarichi del Presidente di Iren

Industria, finanza, sostenibilità, economia circolare, ESG: queste le tematiche chiave che fanno da perno per la carriera di Luca Dal Fabbro, manager alla guida di Iren in qualità di Presidente.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: i ruoli in enti e associazioni

Luca Dal Fabbro è Vice Presidente del Circular Economy Network dal 2018: si tratta della rete italiana che si occupa di supportare la transizione ecologica per giungere a un modello produttivo più rispettoso dell’ambiente e delle risorse che offre. È inoltre Co-Founder dell’OCCE (Organization for Climate & Circular Economy). Con sede a Bruxelles, l’organizzazione si muove nell’ambito dell’economia circolare supportando investitori e società di investimento, nonché promuovendo l’innovazione nelle comunità e nelle regioni. Fornisce inoltre assistenza diretta alle PMI e alle start-up per quanto riguarda competenze e sostegni finanziari provenienti dall’UE. Dal 2020 Luca Dal Fabbro è Presidente dell’ESG European Institute, l’associazione non profit che si pone come interlocutore d’esperienza per le aziende, i cittadini, le istituzioni e gli investitori che vogliono muoversi nel mondo della sostenibilità economica, ambientale e sociale. Oltre a essere stato Vice Presidente di AssoESCo e Aige, Luca Dal Fabbro è stato recentemente nominato Vice Presidente vicario di Utilitalia, dopo aver ricoperto il ruolo di Vice Presidente nel 2022 per questo stesso ente. L’Assemblea Generale di Utilitalia ha ratificato il suo incarico lo scorso luglio.  

Luca Dal Fabbro: i principali step della carriera

Classe 1966, originario di Milano, Luca Dal Fabbro è laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università La Sapienza di Roma e ha conseguito un Master in Politica Internazionale presso ULB Center des Etudes Internationales et strategiques di Bruxelles. Nel 2011 ha frequentato l’Advance Management Program del MIT Sloan School of Management di Boston. La sua carriera inizia in Procter & Gamble, CTIP, Tenaris Group ed Enron Capital & Trade. Nel 2001 fa il suo ingresso in Enel ricoprendo incarichi di crescente responsabilità: arriva infatti al ruolo di Amministratore Delegato di Enel Energia. Passa in seguito a E.ON Italia giungendo al vertice del Gruppo. Successivamente, Luca Dal Fabbro ricopre il ruolo di Presidente in Electro Power System. Dal 2014 al 2019 è nel CdA di Terna, dal 2017 al 2020 è AD di GRT Group. Dopo aver ricoperto altri incarichi apicali in Tamini Trasformatori, Snam, INSO e Renovit, entra in Iren nel giugno 2022 con l’incarico di Presidente, che mantiene tutt’oggi.

Tommaso Putin

Tommaso Putin (Serenissima Ristorazione): l’impegno in ANIR per il futuro della ristorazione

Tommaso Putin: dare maggiore impulso alle aziende attive nel settore della ristorazione e allargarne la base associativa. Questi gli obiettivi di ANIR (Associazione Nazionale delle Imprese della Ristorazione Collettiva) presentati dal Vicepresidente in una recente intervista.

 Tommaso Putin, Vicepresidente ANIR

ANIR: intervista al Vicepresidente Tommaso Putin

ANIR, Associazione Nazionale delle Imprese della Ristorazione Collettiva, nasce con lo scopo di “promuovere, rappresentare e tutelare gli interessi legittimi e di carattere generale delle imprese del settore ed associate”. Per Tommaso Putin, Vicepresidente di Serenissima Ristorazione confermato di recente anche alla Vicepresidenza di ANIR, è un obiettivo di rilievo perseguito nel contesto di “anni particolarmente intensi da quando è nata ANIR anche perché l’associazione è stata costituita proprio nel bel mezzo della pandemia”. Ricordando le numerose iniziative portate a compimento, Tommaso Putin ne ha rimarcato la “particolare importanza per questo settore, uno dei più danneggiati dalla pandemia: basti pensare al fondo di più di 100 milioni di euro che si è riusciti a ottenere per dare ristoro alle imprese della ristorazione collettiva”.

Maggiore rappresentatività per il comparto: la vision di Tommaso Putin

Diversi anche gli elementi di criticità attraversati nel corso degli ultimi anni: tra tutti, “la guerra e l’impennata inflazionistica”, ha sottolineato Tommaso Putin. In ottica di sviluppo e rilancio è necessario guardare al futuro della ristorazione con anni “densi di sfide molto importanti: basti pensare al nuovo contratto collettivo, la problematica legata al nuovo codice degli appalti e il fatto di dare maggior riconoscimento al settore, che oggi conta più di 110.000 lavoratori”. In prospettiva è quindi fondamentale allargare la base associativa: a tal proposito, Tommaso Putin ha osservato come “in passato il settore abbia avuto scarsa rappresentatività: con la nuova Presidenza di Piacenti e anche dei nuovi Vicepresidenti, il nostro obiettivo è proprio quello di dare maggiore impulso e di allargare anche la base associativa al maggior numero di imprese”.
Claudio Machetti

Claudio Machetti: il percorso che l’ha portato a guidare la Business Line di Enel

A capo della Business Line di Enel dal 2014, Claudio Machetti ha ricoperto numerosi incarichi di responsabilità sia all’interno del Gruppo che in altre importanti realtà italiane quali il Banco di Roma e Ferrovie dello Stato Italiane.

Claudio Machetti

Claudio Machetti: il percorso formativo e l’avvio della carriera

Diplomatosi presso il Liceo Classico “Tito Lucrezio Caro”, Claudio Machetti si laurea in Scienze Statistiche all’Università La Sapienza di Roma. Entra nel mondo del lavoro iniziando come impiegato nel Banco di Roma in una filiale di Milano. Nel 1984 viene trasferito alla Direzione Centrale di Roma per ricoprire il ruolo di analista finanziario. Qui si specializza in equity e comincia ad occuparsi dell’IPO di alcune società della Borsa Italiana nell’Ufficio Analisi Finanziarie. Prima di lasciare l’istituto di credito, opera come Vicedirettore Responsabile del Nucleo Analisti Finanziari. Nel 1992 passa a Ferrovie dello Stato Italiane in qualità di Dirigente Responsabile dell’Unità Mercati Finanziari. Successivamente, gli viene affidato il ruolo di Direttore della Finanza Operativa. Nello stesso periodo, Claudio Machetti partecipa alla costituzione di Fercredit, società finanziaria di cui diventa Amministratore Delegato.

Il ruolo di Claudio Machetti in Enel

Nel 2000 il manager entra nel Gruppo Enel come Responsabile dell’Area Finanza. Da subito, Claudio Machetti prende parte a importanti progetti: partecipa alla nascita della società finanziaria Enelfactor, della quale diventa Amministratore Delegato, e alla costituzione di Enel Insurance, la società assicuratrice captive di Enel, presso la quale assume il ruolo di Presidente fino al 2014. Gli incarichi di rilievo da lui ricoperti all’interno del Gruppo comprendono anche quello di Presidente di FondEnel e Presidente di Fopen, i fondi pensione di Enel. Nel 2005 va a ricoprire l’incarico di Direttore Finanziario e nel 2009 gli viene affidata la guida della Direzione Risk Management. Nel 2014 viene nominato Direttore della Business Line del Gruppo Global Trading, in seguito rinominata Global Energy and Commodity Management. Nominato Presidente del CdA di Enel Trade e nuovamente Presidente di FondEnel nel 2015, Claudio Machetti è oggi Direttore Global Energy and Commodity Management and Chief Pricing Officer.

Alessandra Ricci

Alessandra Ricci: SACE dialoga con le imprese per sostenerne i progetti

Sostenibilità, digitalizzazione e sicurezza della supply chain: sono le tre grandi sfide che le imprese devono affrontare secondo Alessandra Ricci, AD di SACE.

Alessandra Ricci

Alessandra Ricci al Bain Banking Event: l’approccio di SACE

SACE al fianco delle imprese: l’AD Alessandra Ricci è intervenuta durante la prima edizione del Bain Banking Event evidenziando l’impegno del Gruppo, che segue le aziende nei loro progetti attraverso un dialogo costante: questo confronto continuativo “ci rende ancora più consapevoli delle esigenze e delle sfide che affrontano ogni giorno”. È proprio grazie a questo approccio che SACE è in grado di elaborare soluzioni ad hoc per affiancare efficacemente le imprese. Emergono dati interessanti per l’Italia: il Paese continua a crescere nell’export. “Con 625 miliardi di export realizzato nell’ultimo anno, la capacità esportativa si è confermata il motore della nostra economia, superando l’inflazione grazie a una competitività fondata soprattutto sul valore”, ha spiegato Alessandra Ricci. La qualità è la chiave per continuare su questa strada di crescita, che ancora oggi contraddistingue il Made in Italy. Tuttavia ci sono anche altri elementi da tenere in considerazione.

Alessandra Ricci: le tre sfide del sistema produttivo

Le imprese che vogliono davvero puntare alla competitività non devono far leva solo sui prezzi, sulla qualità e sui servizi offerti. Come sottolineato da Alessandra Ricci, AD di SACE, oggi è sempre più necessario ripensare l’infrastruttura organizzativa così da diventare “resilienti e capaci di rispondere alle sfide spesso imprevedibili dei mercati internazionali”. “Nella nostra esperienza”, ha continuato l’AD, “sono tre le grandi sfide che il nostro sistema produttivo sta affrontando”. La prima è rappresentata dalla sicurezza della supply chain, necessaria per “diversificare e rispondere velocemente ai cambiamenti”. La digitalizzazione è la seconda sfida: per stare al passo bisogna sfruttare tutte le potenzialità delle nuove tecnologie. Infine bisogna parlare di sostenibilità: “È un must, anche alla luce dello shock sulle materie prime che stiamo vivendo”. “Queste sfide le abbiamo fatte nostre, al servizio delle imprese e abbracciando la sostenibilità come strategia aziendale, con il Piano Industriale Insieme2025”, ha concluso.

Banca Generali logo

Fintech: Banca Generali chiude il mese di luglio 2023 con una raccolta netta di €455 milioni

Fintech, la leadership di Banca Generali: a luglio la raccolta netta ha raggiunto i 455 milioni di euro riflettendo l’efficacia delle strategie di investimento e dimostrando una crescita costante nel corso dell’anno.

Banca Generali

Fintech, Banca Generali: a luglio raccolta netta di 455 milioni di euro e crescita costante degli investimenti

In un contesto dove le soluzioni fintech giocano un ruolo sempre più importante, prosegue la crescita di Banca Generali come indica il dato relativo alla raccolta netta registrato a luglio: 455 milioni di euro che portano il totale da inizio anno ad oltre 3,7 miliardi di euro. Il risultato segna una crescita del 4% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, nonostante il considerevole impatto dei pagamenti per gli adempimenti fiscali (179 milioni, per un totale di 620 milioni da inizio anno). In termini di prodotto le soluzioni gestite, anche a fronte dell’esperienza in ambito Fintech, hanno registrato flussi positivi per 56 milioni di euro (735 milioni da inizio anno). E continua a riscontrare l’attenzione della clientela di Banca Generali anche il risparmio amministrato che a luglio arriva a 591 milioni di euro (5,5 miliardi da inizio anno): la domanda di advisory evoluta ha invece registrato 183 milioni nel mese (1.044 milioni nel 2023). Complessivamente i flussi nelle soluzioni gestite e nella consulenza evoluta su risparmio amministrato si sono attestati a 258 milioni di euro nel mese per un totale di 1,87 miliardi da inizio anno (+30% anno su anno).

Fintech: il commento dell’AD di Banca Generali Gian Maria Mossa sulla performance di luglio

L’AD Gian Maria Mossa, che in più occasioni ha evidenziato l’importanza del fintech nelle strategie di Banca Generali, ha commentato la performance di luglio: “Cresciamo solidi e costanti anche in un mese caratterizzato da importanti scadenze fiscali per i clienti, forti dell’ampia diversificazione nell’offerta e della qualità dei nostri banker al fianco delle famiglie nelle scelte di pianificazione e protezione”. Nonostante le sfide economiche e le politiche delle banche centrali, ha aggiunto l’AD Gian Maria Mossa, “continuiamo ad acquisire nuova clientela e ad intercettare flussi di risparmio grazie alla nostra leadership nelle soluzioni di investimento a maggiore valore aggiunto come l’advisory e le gestioni”. Banca Generali, all’avanguardia nell’offerta di soluzioni fintech, continua a registrare “forte domanda di consulenza e questo ci dà grande fiducia per la crescita dei prossimi mesi”.
Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro è Vicepresidente vicario di Utilitalia

La Federazione delle aziende che operano nei servizi pubblici di ambiente, energia elettrica e gas ha ratificato la nomina di Luca Dal Fabbro a Vicepresidente vicario.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro passa da Vicepresidente a Vicepresidente vicario di Utilitalia

Nel corso dell’ultima Assemblea Generale di Utilitalia è stata confermata la nomina di Luca Dal Fabbro a Vicepresidente vicario. Il Presidente di Iren ricopriva già il ruolo di Vicepresidente all’interno della Federazione delle imprese attive nei servizi pubblici dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas. Luca Dal Fabbro vanta una lunga esperienza manageriale internazionale nel settore industriale, finanziario, dell’energia e della sostenibilità. Tra gli incarichi da lui ricoperti in passato rientrano quelli come Presidente di Snam, Presidente Esecutivo di Renovit, Amministratore Delegato di Enel Energia e Consigliere di Amministrazione di Terna.

Il percorso professionale di Luca Dal Fabbro

Classe 1966 e di origini milanesi, Luca Dal Fabbro ha una laurea in Ingegneria Chimica, conseguita presso l’Università la Sapienza di Roma. Completano la sua formazione anche un Master in Politica Internazionale presso ULB al Centre des Etudes Internationales et strategiques di Bruxelles e un percorso di studi in Advance Management realizzato presso il MIT Sloan School di Boston. Dopo le prime esperienze come Business Developer e Direttore Marketing per realtà quali Procter & Gamble, CTIP, Tenaris Group, Enron Capital & Trade, entra in Enel arrivando a ricoprire ruoli apicali. Successivamente, passa alla guida di E. On Italia, poi di Domotecnica e di Domoenergia. Prima di diventare Presidente di Iren nel 2022, Luca Dal Fabbro è stato anche Amministratore Delegato di GRT Group, Presidente di Snam, Amministratore Delegato di INSO e Presidente Esecutivo di Renovit.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: il valore delle attività del Centro di Ricerche Eni di Bolgiano

Claudio Descalzi: ogni aspetto del lavoro di ricerca condotto nei laboratori del Centro di Ricerche Eni di Bolgiano è pensato per avere un’applicazione concreta a livello industriale, mirando a raggiungere nuovi traguardi di efficienza e sostenibilità.

Claudio Descalzi

L’AD di Eni Claudio Descalzi al Centro di Ricerche Eni di Bolgiano

L’innovazione, come anche l’AD Claudio Descalzi ha ricordato in diverse occasioni, ispira da sempre la crescita di Eni. Il valore di una vision lungimirante sulla necessità di immaginare un futuro all’insegna della sostenibilità trova forma anche nel Centro di Ricerche Eni di Bolgiano dove dal 1985, anno in cui è stato inaugurato, si lavora allo sviluppo di soluzioni e tecnologie rivoluzionarie che spaziano dall’approfondimento delle geoscienze all’affinamento dell’ingegneria, dalla chimica alla scienza dei materiali. Qui lo scorso 21 luglio il Presidente Giuseppe Zafarana e l’AD Claudio Descalzi hanno accolto il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’Assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia Guido Guidesi e il Sindaco di San Donato Milanese Francesco Squeri. Al centro della visita la presentazione dei risultati più significativi raggiunti dalla R&D di Eni: tra questi, i progetti e le soluzioni tecnologiche per la decarbonizzazione del settore dei trasporti tramite lo sviluppo delle agroenergie e del processo EcofiningTM che consentono anche di ricavare biocarburanti da scarti e materie prime di origine biologica non in competizione con l’uso alimentare.

Claudio Descalzi: fondamentale un dialogo costante tra mondo scientifico e industriale

L’AD Claudio Descalzi nel corso della visita ha ricordato l’impegno di Eni nello sviluppare internamente tecnologie proprietarie e ‘breakthrough’ per la decarbonizzazione, con riferimento ai tre principali ambiti di ricerca aziendali: rinnovabili e nuove energie, soluzioni per la decarbonizzazione, prodotti circolari e bio. In ottica di economia circolare ad esempio, oltre all’utilizzo di materiale di scarto come fonte primaria di energia e all’impiego di Waste&Residues (oli di frittura esausti, grassi animali e PFAD – Palm Fatty Acid Distillate per citarne alcuni), Eni ha sviluppato un “Database biofeedstock” in cui le materie prime bio di diverse tipologie vengono caratterizzate e studiate per prevedere la loro efficacia nella produzione di biocarburanti. Il database Eni al momento contiene più di 400 biocariche, qualificandosi non solo come uno dei primi al mondo, ma anche come uno dei più ricchi in termini di varietà di biomaterie prime caratterizzate. Impossibile poi non parlare di quanto sia fondamentale promuovere un dialogo costante tra mondo scientifico e industriale: il valore di questo approccio, come ha ricordato in diverse occasioni l’AD Claudio Descalzi, è funzionale allo sviluppo di progetti che potrebbero rappresentare “breakthrough tecnologici”. Basti pensare alla partnership che Eni sta portando avanti con il Massachusetts Institute of Technology (MIT), Enea e Cnr, per il progetto di ricerca sull’energia da fusione: una “potenziale svolta tecnologica epocale”, l’ha definita l’AD, che potrebbe aprire la strada alla produzione su vasta scala di energia a zero emissioni con un processo sicuro e virtualmente illimitato.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: l’inclusività delle competenze, il focus del Presidente di 21 Invest

Alessandro Benetton su Linkedin: “L’inclusività delle competenze è fondamentale per creare un futuro lavorativo sostenibile ed equo”

Il fondatore di 21 Invest Alessandro Benetton

Le competenze possono essere inclusive? La vision di Alessandro Benetton

Come imprenditore, spiega Alessandro Benetton su LinkedIn, “ho visto con chiarezza come l’inclusività delle competenze sia diventata un fattore determinante per il successo delle aziende”. Il Presidente di 21 Invest si sofferma in un nuovo post su “un tema cruciale per le persone e la comunità”: l’inclusività delle competenze. Per intuirne il valore, basterebbe guardare alla società di oggi e alla rapida evoluzione che la caratterizza: a svolgere un ruolo determinante è lo sviluppo di tecnologie sempre più all’avanguardia che impattano sul lavoro. “Sentiamo tutti i giorni parlare di tecnologie che sembrano voler togliere spazio ai lavoratori. Il nostro compito è che nessuno venga lasciato indietro dall’evoluzione del mercato del lavoro”, sottolinea Alessandro Benetton nel post in cui invita a riflettere sulla necessità, in un’epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici, di “offrire a tutti l’opportunità di rimanere parte attiva e accettata della società”. L’inclusività, sostiene il Presidente di 21 Invest, non significa solo “essere aperti a diverse prospettive e identità” ma soprattutto “fornire a tutti le competenze per affrontare le sfide del futuro”.

Alessandro Benetton: le persone non restano indietro se si sentono davvero parte del cambiamento

Per Alessandro Benetton l’inclusività delle competenze è quindi fondamentale per creare un futuro lavorativo sostenibile ed equo: “È compito nostro come aziende, investitori, educatori e singoli individui”. Una vision che si riflette anche nell’attività di 21 Invest: “Nelle nostre società partecipate, in un percorso di crescita di medio-lungo termine, parallelamente alla creazione di nuovi posti di lavoro è necessario anche inserire e sviluppare nuove competenze che possano supportare l’azienda nella nuova fase di crescita”. Non è solo l’azienda stessa a beneficiarne ma anche tutti gli stakeholders con cui interagisce: “Migliorare le competenze di un’azienda aiuta tutta la sua filiera. Formare i lavoratori di un’organizzazione significa rinforzare l’anello di una catena che può beneficiare nel suo complesso. Sviluppare competenze interne aiuta anche all’esterno. È un approccio di natura circolare”. Le persone non restano indietro se si sentono davvero parte del cambiamento, osserva infine Alessandro Benetton: “Credo che abbiamo la responsabilità sociale di costruire un ambiente in cui ogni persona possa sviluppare le competenze necessarie per prosperare. Solo così potremo tracciare il percorso per un futuro migliore, più prospero e all’avanguardia. Spero che siate ispirati a unirvi a questo viaggio”.

Luca de Meo

Renault Group, Luca de Meo svela i piani per il futuro tra conti record e switch elettrico

Luca de Meo ha raccontato a “Repubblica” i risultati e gli obiettivi di Renault Group: switch elettrico, target UE e previsione sul settore gli argomenti affrontati dal CEO nell’intervista.

Luca de Meo, CEO di Renault Group

Renault Group, primo semestre 2023 da record: il commento di Luca de Meo

Riduzione dei costi, calo del break even del 50% e un cash flow che ha già raggiunto i livelli di tutto il 2022. Sono i risultati raggiunti da Renault Group nei primi sei mesi dell’anno, con la società che ora può concentrarsi sul lancio di “Ampere”, la divisione destinata ai veicoli elettrici e allo sviluppo di software. Per Luca de Meo si tratta dei “migliori risultati che la Renault ha mai fatto nella sua storia”. Così il CEO in un’intervista rilasciata al quotidiano “Repubblica”, che a margine della presentazione dei risultati del primo semestre ha chiesto al manager lo stato dell’arte del settore automotive. In merito ai costi delle vetture, l’obiettivo di Renault Group è abbassare i costi mantenendo i prezzi stabili: “Non ci sarà una rincorsa ai volumi – ha spiegato Luca de MeoC’è stato un aumento strutturale dei prezzi ed è difficile che si possa tornare indietro. Vogliamo mantenere i margini”. Il CEO ha poi sottolineato l’importanza dell’Italia come Paese fornitore di tecnologia e innovazione, annunciando un progetto per raddoppiare la quota italiana in Renault Group: “Puntiamo a fare scouting di innovazione e tecnologia, ad avere effetti positivi, piuttosto che costruire nuove linee di assemblaggio vetture di cui nessuno ha bisogno”.

Luca de Meo: “Cina e USA competitor importanti. Ampere? Giocheremo con le stesse regole e talenti

Riguardo al tema Euro 7, il manager ha ribadito la sua contrarietà ad una normativa che “non ha senso da tutti i punti di vista” e che oltretutto impone limiti impossibili da soddisfare entro il 2025. Se le norme Euro 7 dovessero essere approvate, ha sottolineato Luca de Meo, l’industria europea si troverebbe costretta ad aggiungere ulteriori tecnologie con il conseguente aumento dei prezzi: “In realtà si dovrebbe fare esattamente il contrario per ridurre l’impatto ambientale e rendere le auto più accessibili”. La normativa frenerebbe inoltre gli investimenti sull’elettrico: “Abbiamo già investito decine e decine di miliardi e altrettanti ne metteremo. L’unica cosa che dobbiamo fare è cercare di vincere questa sfida e noi come Renault lo stiamo facendo”. Si chiama “Ampere” la divisione dedicata ai veicoli elettrici che Renault Group intende lanciare ufficialmente entro la fine dell’anno: “Vogliamo mettere di fronte a Tesla, Byd, Geely, una società che giochi con le stesse regole e talenti. La competizione dovrà essere però simmetrica – ha evidenziato Luca de Meo la Cina ha vantaggi su materie prime, capacità produttiva delle batterie e parte dalla produzione, mentre l’America è chiusa da regolamenti stringenti. La cosa più naturale è che vengano in Europa: saranno un competitor importante”.