Paolo Gallo

Torino, Paolo Gallo (Italgas) annuncia un nuovo hub di ricerca in corso Regina Margherita

Il Gruppo guidato da Paolo Gallo annuncia la realizzazione di un hub di ricerca a Torino, nella zona dove sorge la storica sede dell’azienda. L’intervento fa parte del piano decennale di investimenti di Italgas.

L'AD di Italgas, Paolo Gallo

Paolo Gallo: il polo dell’innovazione di Italgas a Torino

Tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026 Torino vedrà sorgere, in corso Regina Margherita, il nuovissimo polo dell’innovazione di Italgas. Grazie ad un investimento di 35 milioni di euro, il Gruppo attivo nel settore della distribuzione del gas realizzerà un hub per la ricerca e lo sviluppo nel quartiere di Vanchiglietta, andando a riqualificare la storica sede di Italgas. All’interno del polo saranno condotte analisi, studi e attività innovative incentrate su biometano, metano sintetico e idrogeno verde. Le 250 figure professionali che vi lavoreranno dovranno essere dotate di competenze avanzate, come “data scientists, data analysts, coloro con conoscenze importanti sui materiali in esame e digitali”. A spiegarlo è l’AD di Italgas Paolo Gallo. L’hub sarà inoltre munito di un centro per la cybersecurity, per garantire la sicurezza della struttura dagli attacchi esterni, e di un contatore di ultima generazione, compatibile con tutti i tipi di gas. Quest’ultimo, commenta l’AD di Italgas, “vedrà la luce con una prima installazione già a fine anno”.

Paolo Gallo: tra i vantaggi dell’intervento anche la riqualificazione del quartiere

Secondo l’AD Paolo Gallo, i lavori dovrebbero iniziare “appena il Comune darà tutte le autorizzazioni” e partiranno con la riqualificazione degli edifici e delle aree esterne. Successivamente verrà poi completato il nuovo polo per la ricerca, circondato da oltre 9mila metri quadri di nuovi spazi verdi, aiuole, percorsi pedonali e ciclabili. Previsti anche 250 parcheggi nuovi dotati di 30 punti di ricarica per i veicoli elettrici. L’intervento, che interesserà in totale un’area di 44mila metri quadri, sarà dunque finalizzato anche alla riqualificazione dell’intera zona. Il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha infatti parlato di “una straordinaria opportunità di riqualificazione urbana”. Oltre alle zone pedonali e alle piste ciclabili collegate con viale Mai, ci saranno anche una nuova area fitness e delle aree gioco per i bambini.   

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: 21 Invest e Palazzo Ancilotto, la vision dietro il progetto

“Scoprire, qualificare, valorizzare. Parole importanti tanto per l’azienda, quanto per la sua futura nuova sede”: 21 Invest, il progetto di riqualificazione di Palazzo Ancilotto nella vision del Presidente Alessandro Benetton.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: da 21 Invest a Palazzo Ancilotto, l’importanza di scoprire, qualificare, valorizzare

Il Presidente Alessandro Benetton racconta come la filosofia di 21 Invest si rifletta nel progetto di riqualificazione di Palazzo Ancilotto: all’interno dello storico edificio di Treviso sorgerà infatti la nuova sede della realtà nata nel 1992 e oggi attiva nel private equity a livello globale. “Scoprire, qualificare, valorizzare. Attorno a queste tre parole ruota l’attività di 21 Invest. Volendo semplificare, il nostro lavoro consiste proprio nell’identificare realtà da consolidare e strutturare grazie al nostro know-how, al fine di valorizzarne il potenziale inespresso”, spiega Alessandro Benetton nel post sottolineando come scoprire, qualificare, valorizzare siano “parole importanti tanto per l’azienda, quanto per la sua futura nuova sede”. 

Alessandro Benetton: il recupero di un’area all’insegna di una Treviso internazionale e moderna

Ad Alessandro Benetton l’idea di ristrutturare Palazzo Ancilotto e renderlo la nuova sede di 21 Invest venne due anni fa: chiese quindi “ad un archistar mondiale, David Chipperfield, di rispettare e valorizzare la storia del palazzo e interpretarla in chiave moderna”. Da allora “ho preferito evitare di parlare di un progetto così ambizioso, un po’ per scaramanzia, un po’ per non affrettare i tempi”: oggi però, scrive su Instagram, “posso dire che entro la fine di quest’anno potremo finalmente inaugurare la nuova sede”. Sarà “un momento importante che ha richiesto tanto, tantissimo lavoro” perché “non si tratta ‘solo’ di una nuova sede, ma della riqualificazione, in ottica contemporanea, di un edificio importante nel pieno rispetto della sua storia”. E più in generale “si tratta del recupero di un’area all’insegna di una Treviso internazionale e moderna”. Che è quanto “proviamo a fare ogni giorno noi di 21 Invest con il nostro lavoro, seppur in un altro campo”, come evidenzia infine Alessandro Benetton.

Luca de Meo

Auto elettriche in UE, Luca de Meo: tempi e flessibilità per gestire più di una tecnologia

Renault Group: l’analisi del CEO Luca de Meo sul settore automobilistico europeo e le prospettive a livello di transizione verso l’elettrico. Luca de Meo

Luca de Meo: lavoro di squadra per la sfida dell’elettrico

Difficile arrestare il percorso verso l’elettrificazione in ambito automobilistico, bisogna però concentrare gli sforzi su più piani: tempi, flessibilità, gestione delle tecnologie. È il quadro tracciato da Luca de Meo, CEO di Renault Group e Presidente dell’ACEA, ospite dell’Urban Mobility Forum organizzato da Unipol e tenutosi il 26 giugno a Milano. Evento che ha fornito spunti di riflessione sugli indirizzi seguiti in Europa sul binomio elettricità e automobili. “Il treno dell’elettrico ha già lasciato la stazione ed è difficile fermarlo”, ha dichiarato il CEO di Renault Group, sottolineando come, a livello di industria, “siamo impegnati a gestire questa transizione”. Approfondendo poi elementi quali “tempi e flessibilità per gestire più di una tecnologia”, Luca de Meo ha evidenziato l’importanza di “avere comunque un piano A, B, C” dedicato al tema: “In questo tipo di transizione bisogna giocare su più livelli”, ha aggiunto, ribadendo che l’industria europea “è impegnata nell’elettrico, tanto che 250 miliardi di euro saranno investiti al 2030”. Il CEO ha inoltre parlato di neutralità tecnologica e dell’opportunità di “non mettere una tecnologia contro l’altra”.

Luca de Meo: il focus sul contesto internazionale e il ruolo dell’Italia

Estendendo poi l’analisi a livello globale, Luca de Meo si è soffermato sui diversi attori in campo: “La Cina e Tesla negli USA sono partiti prima sull’elettrico e noi qualche anno dopo. C’è da recuperare il ritardo e dobbiamo farlo da qui al 2035”. Il tema, ha aggiunto, “non è avere più punti di ricarica, ma di strategia, di politica industriale, serve andare a controllare alcuni punti della catena del valore, soprattutto nella parte alta, per esempio su alcuni materiali. Deve essere fatto un lavoro di squadra”. In termini di tempi, Luca de Meo ha specificato che “non si può pensare che fissando una data la cosa si risolve. Bisogna tradurre questo in un piano operativo. Se ce l’hanno fatta i cinesi, non vedo perché non possiamo farcela noi, tenendo però presente che non si fa strategia industriale impilando una normativa sull’altra”. Un commento, infine, sul ruolo dell’Italia: “Penso che l’Italia sia sempre stato uno dei grandi Paesi dell’automobile, ha una rete di fornitori di grande livello che possono aiutarla ad approfittare di questa trasformazione. Alcuni si dovranno trasformare, altri non ci saranno più ma ci saranno anche tante opportunità e non vedo perché l’Italia non debba restare al passo. Ci sono aziende storiche italiane che tireranno questa trasformazione”.
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Investimenti sostenibili ESG: Banca Generali aderisce ai PRI delle Nazioni Unite

Aderendo ai Principles dell’ONU, Banca Generali si impegna a promuovere gli investimenti sostenibili ESG e a collaborare con le principali istituzioni finanziarie a livello internazionale.

Banca Generali

Investimenti sostenibili ESG, Banca Generali sottoscrive i Principles dell’ONU

Banca Generali conferma la sua vision come prima Banca Private per valore del servizio, innovazione e sostenibilità, aderendo ai Principles for Responsible Investments (PRI) delle Nazioni Unite. Lanciato nel 2006, il network si pone l’obiettivo di promuovere gli investimenti sostenibili ESG tra gli investitori istituzionali e supportarli nell’integrazione dei valori di sostenibilità nei processi di decision-making. Entrando a far parte del network PRI, Banca Generali compie un ulteriore passo nel consolidamento delle performance ESG e della collaborazione con le istituzioni finanziarie e i colleghi di settore. A dare il benvenuto alla banca il CEO di Principles for Responsible Investment, David Atkin: “Ora più che mai è fondamentale che gli investitori e le istituzioni si uniscano per lavorare verso obiettivi comuni, a beneficio delle persone e del pianeta. Non vediamo l’ora di lavorare al fianco di Banca Generali per realizzare questi obiettivi”.

Investimenti sostenibili ESG, Reale (Banca Generali): adesione PRI risultato importante

La decisione di Banca Generali arriva dalla consapevolezza dell’Istituto dell’importanza di integrare fattori ambientali, sociali e di governance nei processi di investimento. Con gli investimenti sostenibili ESG è inoltre possibile ridurre il profilo di rischio dei portafogli e aumentare i livelli di integrità e trasparenza. A spiegarlo è Carmelo Reale, Responsabile Area General Counsel and Sustainability, che ha definito l’adesione ai PRI dell’ONU “un traguardo importante ma allo stesso tempo anche un punto di partenza per implementare i prossimi passi della strategia di medio periodo”. Nel 2022, la percentuale di soluzioni gestite ESG di Banca Generali si è attestata al 32% del totale arrivando a quota 12,9 miliardi: l’obiettivo dell’Istituto è incrementare tale percentuale fino al 40% entro il prossimo anno.

Luca Dal Fabbro

“La Stampa” intervista Luca Dal Fabbro (Iren): Italia hub nel mercato del gas liquido

Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, intervistato dal giornalista de “La Stampa” Andrea Rossi e dal Vicedirettore Federico Monga in occasione de “La Stampa è con voi” presso le Ogr di Torino.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: a Gioia Tauro la più grande opera di rigassificazione

Iren al lavoro per “il più grande rigassificatore del Mediterraneo, 16 miliardi di metri cubi e un miliardo di stoccaggio, un’opera che renderebbe l’Italia il centro, l’hub del mercato del gas liquido”. Lo ha rimarcato il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro intervistato da Andrea Rossi e Federico Monga durante l’evento “La Stampa è con voi” tenutosi il 27 giugno presso le Ogr di Torino. Il riferimento del Presidente è al progetto di Iren a Gioia Tauro, “progetto già autorizzato e attendiamo che il Governo lo ritenga infrastruttura strategica”, ha specificato. Si tratta infatti della più grande opera in Italia in materia di rigassificazione, con enormi potenzialità per la Calabria e per l’intero Paese, come evidenziato da Luca Dal Fabbro nel suo intervento.

Luca Dal Fabbro: il Piano di Iren per contribuire all’indipendenza energetica

Facendo leva sulla sua collocazione nel Mediterraneo e sulla sua capacità industriale, l’Italia può quindi candidarsi a un ruolo cruciale nello scacchiere internazionale legato all’energia. Anche per questo Iren è al lavoro con un Piano Industriale che guarda al 2030, con investimenti pari a 10,5 miliardi di euro nei prossimi otto anni. Per il Gruppo presieduto da Luca Dal Fabbro sono numerosi gli elementi portanti della strategia: tra questi, decarbonizzazione, sviluppo delle rinnovabili, economia circolare, efficienza energetica e salvaguardia delle risorse naturali. Il tutto inserito in un quadro di grande attenzione al tema dell’indipendenza energetica del Paese: questo, lo ha ricordato anche Luca Dal Fabbro nell’intervista, attraverso la creazione di nuova capacità rinnovabile e la tutela di risorse a dir poco fondamentali come l’acqua. Iren punta così a confermarsi partner di riferimento sui territori e prima scelta da parte degli stakeholder grazie a elevati standard di qualità nei servizi.

Riva Acciaio logo

Riva Acciaio: la responsabilità sociale e la gestione ambientale

Non solo produttività, ma anche un costante miglioramento delle proprie attività e dei processi produttivi in ottica sostenibile: lavorare in questi termini è oggi imprescindibile. Lo sa bene Riva Acciaio, che si è dotata delle necessarie certificazioni che attestano il suo impegno sotto questo punto di vista.

Riva Acciaio

Riva Acciaio: la responsabilità sociale e ambientale

La crescita costante di un’azienda e lo sviluppo della sua attività produttiva non possono essere gli unici obiettivi: è necessario infatti che vadano di pari passo con la sostenibilità ambientale e sociale. Si tratta di fondamenti imprescindibili oggi, di cui Riva Acciaio è ben consapevole. Per questo l’azienda siderurgica presta attenzione all’innovazione, all’avanzare delle conoscenze e delle possibilità legate alla tecnologia e, infine, alla rinnovata sensibilità di cittadini e stakeholders. È in quest’ottica che Riva Acciaio ha consolidato negli anni la propria politica ambientale, che viene applicata in ogni stabilimento per tutto ciò che riguarda il ciclo produttivo e i servizi. Dal 2007 tutti gli impianti produttivi rispettano le linee dettate dalle “migliori tecniche disponibili” (BAT) a livello europeo ed internazionale. Dopo un apposito percorso di verifica, gli stabilimenti hanno conseguito le autorizzazioni indispensabili all’esercizio degli impianti, rilasciate dalla Regione, dalla Provincia e dall’ARPA: si tratta dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e dell’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA).

Riva Acciaio: un impegno costante in materia di sostenibilità

Oltre a un costante e meticoloso monitoraggio di tutte le fonti emissive correlate alle attività di Riva Acciaio, primari enti di certificazione verificano la gestione degli impianti attraverso un sistema di audit che accerta la conformità alla norma UNI EN ISO 14001. Si tratta di una norma internazionale che prevede un’organizzazione aziendale fortemente improntata alla sostenibilità: il sistema di gestione ambientale deve essere certificato, bisogna inoltre dimostrare con azioni concrete e continuative il proprio impegno per migliorare, giorno dopo giorno, le proprie performance per quanto riguarda la tutela dell’ambiente, limitando sempre più l’impatto derivante dalle singole attività. È una politica aziendale che Riva Acciaio applica già da diversi anni, a dimostrazione di come la responsabilità sociale passi anche dalla tutela ambientale: non si generano solo profitti, ma anche nuovo valore per l’uomo di domani.
Ares Ambiente

Ares Ambiente, il partner per la gestione dei rifiuti aziendali

Ares Ambiente è una realtà affermata che offre un valido supporto alle aziende desiderose di ottimizzare la gestione dei rifiuti. L’azienda svolge un ruolo cruciale come ponte tra i principali attori del ciclo di gestione dei rifiuti.

Ares Ambiente

Ares Ambiente e l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti

Grazie alla competenza nel campo dello smaltimento, del recupero e del trasporto dei rifiuti, Ares Ambiente dispone di una conoscenza approfondita che abbraccia gli aspetti normativi, tecnico-logistici ed economici del settore. La forza del Gruppo risiede nella vasta gamma di competenze dei suoi collaboratori, che permettono all’azienda di agire come intermediario, supportando i clienti nel miglioramento razionale della gestione dei rifiuti. Grazie a soluzioni concrete e alla garanzia di rispondere efficacemente a ogni esigenza, Ares Ambiente è in grado di offrire un servizio di massimo livello, rispettando i tempi e le aspettative. Situata a Treviolo (BG), questa realtà dinamica dispone di una struttura organizzativa che le consente di seguire ogni fase del processo con grande precisione.

Competenza e aggiornamento costante: Ares Ambiente garantisce la conformità alle normative sui rifiuti

Il team di professionisti di Ares Ambiente è composto da figure altamente specializzate, competenti e costantemente aggiornate, che pongono una particolare attenzione al rispetto delle normative vigenti. Grazie alla loro vasta esperienza nella gestione dei rifiuti e alla consolidata presenza sul mercato, gli operatori dell’azienda bergamasca vantano una preparazione trasversale che li rende particolarmente competenti e sempre aggiornati sul quadro normativo relativo ai rifiuti. Al giorno d’oggi, Ares Ambiente si presenta come il partner ideale per ottimizzare la gestione dei rifiuti all’interno delle aziende italiane.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi porta la vision di Eni al Sustainable Future Forum 2023

“Abbiamo investito 3 miliardi nelle rinnovabili. Nel 2026 raggiungeremo 7 gigawatt tra solare ed eolico, nel 2030 saranno più di 15”: l’AD Claudio Descalzi all’evento di Class Editori e “Milano Finanza”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: il punto sulle sfide del mondo dell’energia al Sustainable Future Forum 2023

L’AD Claudio Descalzi, intervenuto nel corso del Sustainable Future Forum 2023 di Class Editori e “Milano Finanza”, si è espresso su diverse tematiche fondamentali per l’interesse energetico nazionale, a partire dagli stravolgimenti che hanno riguardato il settore lo scorso anno a fronte dei nuovi equilibri geopolitici. L’improvvisa mancanza di gas, le ripercussioni per l’Italia e gli altri Paesi Ue, la pronta risposta di Eni. Oggi, come ha spiegato l’AD, la situazione può dirsi rientrata: “Gli stoccaggi di gas sono praticamente pieni. Abbiamo dai 23 ai 25 miliardi di metri cubi di gas stoccati in più rispetto a un anno fa”. Tuttavia “un Paese non è mai veramente tranquillo se non possiede la risorsa che consuma di più”, ha precisato Claudio Descalzi. Se Eni non si è fatta trovare impreparata è merito anche di una vision lungimirante e di un percorso strategico di diversificazione “sia come geografie sia come accesso all’energia” a cui guarda da anni. Nella sua analisi l’AD ha inoltre rilevato come ogni Paese Ue disponga di un diverso mix energetico: “La Francia ha il nucleare, la Germania eolico e carbone. E poi c’è stato un forte afflusso di gas dagli Stati Uniti e un passaggio rapido ai rigassificatori”. In Italia “lo abbiamo fatto con Piombino, e siamo stati i più veloci di tutti: per adesso abbiamo sostituito il 50%, arriveremo a fine anno con l’80%”.

Claudio Descalzi: garantire la sicurezza energetica senza arretrare negli obiettivi di sostenibilità

L’AD Claudio Descalzi al Sustainable Future Forum 2023 ha rimarcato inoltre la necessità di lavorare per comprare energia a costi più bassi fondamentale. In quest’ottica l’esperienza di Eni insegna come fondamentale sia anche l’approccio che si sceglie di adottare: basti pensare al “rapporto di alleanza sull’energia” che Eni ha sviluppato con l’Africa che, diversamente da un “rapporto venditore-compratore”, si caratterizza per la capacità di creare valore reciproco e maggiori benefici anche di natura socio-culturale. L’obiettivo di garantire la sicurezza energetica non deve però tradursi in una scusante per giustificare un arretramento nel percorso per la transizione energetica, anche in considerazione di come stia diventando sempre più urgente contrastare efficacemente il climate change: l’AD Claudio Descalzi lo ha rimarcato nel corso dell’evento spiegando come Eni, nonostante l’influenza degli avvenimenti geopolitici sullo scenario energetico globale, abbia rafforzato comunque l’impegno per il raggiungimento degli obiettivi Net Zero. “Abbiamo investito 3 miliardi nelle rinnovabili. Nel 2026 raggiungeremo 7 gigawatt tra solare ed eolico, nel 2030 saranno più di 15”, ha ricordato l’AD ribadendo l’importanza di “garantire la sicurezza energetica senza arretrare negli obiettivi di sostenibilità”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: IRENA presenta il World Energy Transitions Outlook 2023, la vision di Eni

“Tutto quello che è sovvenzionato ci rende più fragili, il mercato deve confrontarsi con se stesso. Si può aiutare all’inizio le rinnovabili, l’idrogeno, ma non possiamo pensare che per 20 anni dobbiamo sovvenzionare un’attività industriale”: il punto dell’AD Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: la presentazione dell’IRENA World Energy Transitions Outlook 2023

Per l’AD Claudio Descalzi, intervenuto alla presentazione del World Energy Transitionsion Outlook 2023 di IRENA in programma lo scorso 4 luglio nel complesso Eni Gazometro di Roma, è fondamentale affrontare la crisi energetica persistendo negli obiettivi legati alla transizione: “Bisogna vivere nel presente e riuscire a rispondere alla domanda” di energia. La componente meno inquinante degli idrocarburi, ha spiegato l’AD, è il gas: “Non possiamo compensarlo col carbone che inquina il 50-60% in più”. Eni ha in programma investimenti per 9 miliardi entro il 2026 per contribuire significativamente alla trasformazione energetica: la maggior parte è destinata alle rinnovabili, in linea con quanto già fatto ad oggi. Basti pensare che dal 2021 sono stati investiti circa 2 miliardi e mezzo su solare, eolico e biocarburanti “senza chiedere nulla al regolatore pubblico Arera”. Progressivamente ha proseguito nelle dismissioni della parte oli, la più inquinante. “Stiamo crescendo moltissimo nelle rinnovabili, siamo arrivati a 3 gigawatt e abbiamo l’obiettivo di 15 gigawatt nel 2030”, ha precisato l’AD Claudio Descalzi nel corso del suo intervento. 

Claudio Descalzi: Italia ed Europa, momento cruciale per sicurezza e transizione energetica

L’AD Claudio Descalzi, nella sua analisi, ha parlato anche di come lo Stato debba garantire iter autorizzativi più rapidi per creare le condizioni affinché “l’industria possa investire” nelle rinnovabili. Sarebbe sbagliato però pensare “che per 20 anni dobbiamo sovvenzionare un’attività industriale”, ha specificato l’AD: “Tutto quello che è sovvenzionato ci rende più fragili, il mercato deve confrontarsi con se stesso e ogni volta che chiediamo alle Istituzioni di fare investimenti di tasca loro stiamo chiedendo a noi stessi di pagare”. È in questa direzione che dovrebbe guardare anche l’Ue per poter diventare “prima al mondo per rinnovabili e per sistema industriale”. L’AD Claudio Descalzi ha poi ricordato l’importanza di lavorare per una transizione che sia giusta ed equa: “Noi per la prima volta parteciperemo” alla Cop28. Ricordando gli accordi con Algeria, Libia, Mozambico, Congo, Egitto, Indonesia “che non puntano solo su oil & gas ma sulla ristrutturazione industriale”, l’AD ha quindi approfittato di questa occasione per rimarcare l’importanza della cooperazione con l’Africa e di un approccio in grado di portare vicendevole valore per un futuro sempre più green.

Andrea Mascetti

Andrea Mascetti: nuovo codice dei contratti pubblici (D. Lgs. n. 36/2023), il focus dello SLM

Andrea Mascetti: lo Studio Legale Mascetti (SLM) fornisce servizi professionali in campo giudiziale e stragiudiziale in materia di diritto amministrativo, civile e penale.

Andrea Mascetti

Andrea Mascetti: ogni giorno ci poniamo la domanda di come declinare il nostro lavoro di professionisti del Diritto

L’impronta che l’avvocato Andrea Mascetti ha dato allo Studio Legale Mascetti da quando nel 2004 lo ha fondato è nelle parole usate per illustrarne mission e valori nel video di presentazione sul nuovo sito inaugurato diversi mesi fa: “Ogni giorno ci poniamo la domanda di come declinare il nostro lavoro di professionisti del Diritto con le aspettative e gli interessi dei nostri clienti, in un contesto dove la complessità normativa e la velocità dei tempi di reazione sembrano non concedere tregua. E ogni giorno cerchiamo di trovare una risposta adeguata ed efficace attraverso un impegno verso l’eccellenza, che è fatto di studio e di aggiornamento, a cui si affianca una profonda dedizione verso il nostro lavoro”. Lo Studio Legale Mascetti fornisce servizi professionali in campo giudiziale e stragiudiziale in materia di diritto amministrativo, civile e penale, avvalendosi di professionisti specializzati in una o più tematiche peculiari: “La multidisciplinarietà delle competenze che abbiamo nel tempo maturato gioca in questo contesto un ruolo fondamentale a vantaggio di coloro che devono confrontarsi con profili di attività e di rischio sempre più articolati e mutevoli”. Lo si intuisce anche leggendo i numerosi contributi che i professionisti coordinati dall’avvocato Andrea Mascetti scrivono per il sito dello SLM, a riprova di come studio, aggiornamento ed esperienza siano i pilastri della loro attività professionale.

Andrea Mascetti: SLM, le competenze in materia di normativa per Enti e Società Pubbliche

Lo Studio che l’avvocato Andrea Mascetti ha fondato nel 2004 opera in diversi ambiti. È in grado di fornire assistenza a privati ma anche ad amministrazioni pubbliche e società a partecipazione pubblica nei settori del diritto amministrativo, civile e penale: assiste gli enti pubblici nelle procedure di affidamento di appalti e concessioni e nella fase di esecuzione del contratto, negli affidamenti in-house di pubblici servizi e nella costituzione di società miste pubblico-private. Inoltre svolge attività difensiva degli enti pubblici nell’ambito di procedimenti penali e vertenze civili occupandosi anche di gestione dei beni del demanio e delle problematiche connesse al regime delle acque pubbliche, prestando assistenza anche innanzi ai Tribunali delle acque. In un recente editoriale pubblicato sul sito dello Studio Legale guidato da Andrea Mascetti si parla ad esempio del nuovo codice dei contratti pubblici (D. Lgs. n. 36/2023) che, applicato alle gare bandite dal 1° luglio, conferma il divieto per le imprese partecipanti alla gara di ribassare i costi della sicurezza prestabiliti dal Committente e introduce un analogo divieto di ribasso anche per i costi della manodopera. Nello specifico, l’avvocato Matteo Parini nell’editoriale pubblicato sul sito dello SLM si propone di chiarire un aspetto che merita particolare attenzione: i costi della manodopera prestabiliti dal Committente sono ribassabili dall’impresa? È anche attraverso spunti come questi che emerge l’esperienza dello SLM e dei professionisti di cui si avvale su questo fronte.