Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: sicurezza energetica, l’impegno di Eni nelle parole dell’AD

L’AD di Eni Claudio Descalzi interviene al webinar di MoltoEconomia: le sfide della diversificazione energetica e il valore della transizione green che “deve andare avanti”.

Claudio Descalzi

Sicurezza energetica: il punto dell’AD di Eni Claudio Descalzi al webinar “Italia Calling”

È stato l’AD di Eni Claudio Descalzi a fare il punto lo scorso 6 ottobre sulla situazione del gas e dei flussi di approvvigionamento in vista dei prossimi mesi nel corso di “Italia Calling”, webinar di MoltoEconomia. “Gli stoccaggi di gas sono quasi pieni e possiamo contare su una certa tranquillità per tutto l’inverno” ma non bisogna fermarsi qui: sul sistema pesano ancora incertezze e rischi, come ha osservato l’AD di Eni. Basti pensare ad esempio alle temperature di quest’inverno: “Potrebbe esserci per esempio un freddo superiore rispetto a quella che è stata la statistica degli ultimi 4 anni” e ciò “richiederebbe molto più volume”. Non bisogna poi sottovalutare il rischio di “problemi tecnici-operativi nei Paesi che ci danno gas”: la manutenzione “è stata fatta ovunque proprio per non avere inconvenienti” ma non si può abbassare la guardia. Nelle parole di Claudio Descalzi emerge il forte impegno che Eni sta mettendo in campo per riuscire a dare risposte concrete alle difficili sfide che si sono aperte in questi mesi.

Claudio Descalzi: andare avanti con la transizione energetica è necessario per combattere il cambiamento climatico in atto

Lo sguardo di Eni, come sottolineato da Claudio Descalzi, è quindi sull’immediato ma si proietta costantemente aventi nel tempo: “Ogni sistema energetico deve avere una sua ridondanza dal punto di vista dei volumi e delle strutture. Questo ci permette di tenere bassi i prezzi, perché gli investitori sanno che gas e infrastrutture ci sono. Il fatto che gli stoccaggi si siano riempiti ha portato a far abbassare i prezzi. I rigassificatori sono necessari, un punto essenziale per il prossimo inverno o quando servirà gas. Abbiamo la possibilità così anche di aumentare i nostri stoccaggi, avere un polmone molto più importante”. L’AD Claudio Descalzi ha ricordato inoltre come la transizione energetica non sia in contraddizione con le azioni di oggi necessarie per la sicurezza energetica: “È un must, un treno che è partito e deve andare avanti”. L’impegno green non entra in contraddizione dunque con le azioni momentanee a cui bisogna necessariamente ricorrere per contrastare l’emergenza in corso: al contrario “un gas efficiente che deve essere il più pulito ci permette di accompagnare quella transizione, evitando così di usare carbone per fare energia elettrica”. L’AD ne ha quindi sottolineato ulteriormente il valore: “Occuparci del presente in modo chiaro e lucido non è in contraddizione con la trasformazione energetica necessaria a causa del cambiamento climatico in atto”.

Alessandro Benetton

Come cambiare prospettiva? Alcuni consigli di Alessandro Benetton sul tema

Alessandro Benetton riflette sull’argomento dei 6 cappelli di Edward De Bono per sottolineare l’importanza di ampliare la propria visione del mondo.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: “Uscire dal nostro solito modo di vedere le cose”

Incastrati in un problema senza riuscire a trovare vie d’uscita: succede a tutti prima o poi nella vita e spesso la differenza la fa la capacità di generare nuove idee, prospettive differenti e laterali. Secondo Alessandro Benetton “in queste situazioni l’unico modo efficace per uscirne è quello di fermarsi e sforzarsi di vedere il problema da un altro punto di vista”: come fare, però, per cambiare la propria visione? L’imprenditore ha affrontato il tema in uno degli ultimi appuntamenti di #UnCaffèConAlessandro, condividendo alcuni consigli sulla tecnica dei 6 cappelli. “È un metodo che nasce dalle teorie di Edward De Bono, uno scrittore e accademico maltese dell’Università di Oxford”: l’obiettivo è “farci uscire dal nostro solito modo di vedere le cose usando 6 capelli, che corrispondono a 6 modi diversi di vedere il mondo”. Ogni cappello ha un colore: bianco, rosso, nero, giallo, blu e verde, ognuno per entrare in una prospettiva diversa. Ad esempio, il cappello bianco per guardare il mondo in modo neutrale e oggettivo, quello rosso in modo molto più emotivo. “Se invece vogliamo guardare il lato negativo delle cose, ad esempio quando dobbiamo valutare un rischio, il cappello che ci dobbiamo mettere è quello nero”, aggiunge Alessandro Benetton. Infine, il cappello giallo per una visione positiva e ottimista, quello blu per un’ottica di insieme e quello verde per una visione laterale.

Alessandro Benetton: come cambiare approccio, un esempio personale dell’imprenditore

Il consiglio di Alessandro Benetton è “sforzarsi di cambiare il cappello il più frequentemente possibile” poiché “se vogliamo risolvere un problema, e usiamo un solo punto di vista, siamo sempre punto e a capo”. L’episodio di #UnCaffèConAlessandro riporta poi un esempio di vita personale, vicenda in cui è stato utile slegarsi dal proprio punto di vista: “Tempo fa mi sono confrontato con mia figlia Agnese su una decisione che riguardava il suo percorso di studi. Io pensavo che fosse giusto per lei frequentare gli ultimi due anni del liceo in Inghilterra. Lei invece, dopo un primo periodo di prova, voleva finire il liceo in Italia”. Alessandro Benetton ha così deciso di “cambiare approccio”: “Mi sono tolto il cappello rosso e ho indossato quello blu per avere una visione di insieme” e, in seguito, “indossare anche il cappello bianco e analizzare solo i fatti”. Oggi Agnese, dopo aver conseguito la maturità in Italia, è partita verso gli Stati Uniti per proseguire il percorso di studi. Come sottolineato in conclusione, l’insegnamento è stato che due persone, pur avendo in mente lo stesso obiettivo, “volevano arrivarci attraverso traiettorie diverse”: “Io non l’avevo capito perché ero incastrato nel mio punto di vista”.

Renato Mazzoncini

A2A: l’AD e DG Renato Mazzoncini intervistato a margine di “Futura Expo”

Sul fronte dell’approvvigionamento energetico, per Renato Mazzoncini la strada da fare è ancora lunga per sostituire il gas con le energie rinnovabili.

Renato Mazzoncini

Energia: Renato Mazzoncini ospite di “Futura Expo”

Lo scenario geopolitico internazionale richiede oggi una riflessione sul tema dell’energia per ponderare le scelte da prendere. Come valorizzare le fonti presenti sul territorio nazionale? E come contribuire alla sicurezza energetica del Paese? Su queste e altre domande si è focalizzato l’evento “Verso l’autonomia energetica italiana”, organizzato nell’ambito del “Futura Expo” di Brescia, a cui ha preso parte anche Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A. “Abbiamo stimato che potremmo avere circa 7 miliardi di metri cubi di gas sostituiti dalle rinnovabili. Visto che il consumo totale italiano di gas è di 70 miliardi di metri cubi, sarebbe il 10%”, ha evidenziato nell’intervista: per Renato Mazzoncini ciò vuol dire che “la strada è ancora lunga” se intendiamo sostituire il gas con le energie rinnovabili.

Renato Mazzoncini: grande potenziale con rinnovabili e biocarburanti

Proseguendo nel suo intervento, Renato Mazzoncini ha poi sottolineato come oggi il problema principale sia sostituire il gas proveniente dalle forniture russe: “in totale, prima della crisi, ammontava a 27 miliardi di metri cubi”, ha indicato l’AD e DG, specificando come sia stato sostituito in parte con i flussi provenienti dall’Algeria, dalla Norvegia e dal Tap e anche con i rigassificatori di Piombino e Ravenna. Guardando avanti, la prospettiva indicata dall’AD e DG di A2A pone l’accento sul contributo delle rinnovabili e dei biocarburanti: “In Italia c’è un grande potenziale, possiamo arrivare fino a 6 miliardi di metri cubi di produzione di metano dai rifiuti dell’agricoltura, della zootecnia o dai rifiuti umidi urbani”, ha osservato Renato Mazzoncini in conclusione.

Gianni Lettieri

Atitech, ufficiale l’acquisizione del ramo maintenance Alitalia: il commento di Gianni Lettieri

L’hub di Fiumicino passa sotto il controllo di Atitech, pronta ad assorbire i 940 lavoratori del complesso. Gianni Lettieri: disposti a realizzare officina italiana specializzata nelle commesse full maintenance.   

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: Capodichino e Fiumicino, vantaggi e potenzialità di un polo nazionale unico

Da costola a nuova proprietaria della manutenzione Alitalia. È la storia di Atitech, la MRO (Maintenance, Repair and Overhaul) guidata da Gianni Lettieri, che lo scorso settembre ha ufficialmente rilevato il complesso di Fiumicino messo a bando dai commissari dell’ex compagnia di bandiera italiana. A ratificare l’accordo anche i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo. Una trattativa che va avanti dallo scorso inverno, con la presentazione dell’offerta da parte di Atitech, l’accordo con le sigle sindacali e la firma del contratto preliminare di manutenzione con ITA Airways su tutta la manutenzione degli aeromobili, compresi motori e componenti. Con l’acquisizione del ramo Alitalia, Gianni Lettieri compie un ulteriore passo verso la realizzazione di un polo unico nazionale dedicato alla manutenzione, considerata un’infrastruttura strategica. Per il Presidente di Atitech la creazione di un’officina in grado di offrire servizi full maintenance consentirebbe non solo di riportare nuovamente i principali player del traffico aereo nei complessi di Capodichino e Fiumicino, ma anche di aumentare i livelli occupazionali del settore.

Gianni Lettieri: “Valorizzeremo capitale umano, la vera forza di questa operazione

Sul fronte dell’occupazione, con la firma dell’accordo l’azienda di Gianni Lettieri si è impegnata ad assorbire tutti i 940 lavoratori del ramo Alitalia distribuiti tra l’hub di Fiumicino e gli scali italiani ed esteri. “All’interno di Atitech e dell’ex Alitalia esistono professionalità e competenze capaci di soddisfare le più svariate esigenze dei vettori presenti sul mercato, in tempi rapidi ed assicurando standard di qualità molto alti – ha dichiarato l’imprenditore – Know how ed expertise che puntiamo a valorizzare, anche attraverso interventi di formazione continua e l’utilizzo di tecnologie sempre più performanti. Il capitale umano è la vera forza di questa operazione”. A pieno regime, il polo unico immaginato da Gianni Lettieri potrebbe assorbire fino a 3mila unità tra i due complessi. Oltre alla manutenzione di linea leggera e pesante, l’ammodernamento delle cabine e i servizi strutturali e ingegneristici, grazie all’acquisizione del ramo di Fiumicino Atitech incrementerà rapidamente la propria quota di manutenzione su scali esteri, tra cui Tel Aviv, Monaco, Francoforte, San Paolo, Buenos Aires, Parigi e Algeri.

Intervista a Pierroberto Folgiero: l’AD al Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria

L’intervista all’AD e DG di Fincantieri Pierroberto Folgiero in occasione della partecipazione al 37° Convegno Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, in programma a Capri lo scorso 15 ottobre.

Pierroberto Folgiero

Pierroberto Folgiero: avanti con il Pnrr senza modifiche, il punto dell’AD e DG di Fincantieri

Il Pnrr non si cambia: lo sostiene l’AD e DG di Fincantieri Pierroberto Folgiero, intervistato lo scorso 15 ottobre a Capri a margine del Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Per l’AD è necessario proseguire con il Pnrr senza modifiche e passare quanto prima alla fase attuativa aprendo i cantieri: “Meglio guardare avanti piuttosto che indietro”. Il rischio più grande che corre ora il Pnrr è proprio “di pensare di riprogrammare tutto anziché andare alla fase esecutiva e di implementazione: non bisogna cambiare la struttura, ma sbrigarsi a trasformarla in opere realizzate”. Non solo: secondo Pierroberto Folgiero è necessario “rispettare i tempi, perché sappiamo che c’è una data ghigliottina entro cui spendere tutti i fondi”. Non bisogna “assolutamente bucare le date”.

Fincantieri: l’AD Pierroberto Folgiero al 37° Convegno Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria

Penso che una politica che pianifichi sia anche una politica che non sia di breve termine ma che pensi anche al lungo termine”, ha sottolineato Pierroberto Folgiero nel corso del 37° Convegno Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria. E “nel lungo termine ci sono anche le alleanze sulla difesa”. Durante il suo intervento l’AD e DG di Fincantieri ha parlato di come anche le grandi aziende possano contribuire a dare coraggio e stabilità al nuovo ciclo industriale immaginando una nuova normalità. È il cuore dell’evento, intitolato non a caso “Energie. Per cambiare epoca”: nella vision di Pierroberto Folgiero si tratta in particolare di “investire con determinazione per creare competenze e pensando a prodotti digitali e verdi come traino dell’occupazione e della manifattura”. Lo scrive anche in un post su Linkedin: “L’Italia deve evitare la stagnazione del PIL ed ha le energie per ripartire sulla spinta delle proprie competenze storiche che si evolvono con la transizione digitale e verde”.

Francesco Starace: indipendenza energetica, il focus dell’AD di Enel ai Green Talk

La doppia sfida dell’Italia, garantire la sicurezza energetica e accelerare la transizione: il punto dell’AD e DG di Enel Francesco Starace, ospite della quarta edizione dei Green Talk.

Francesco Starace

Green Talk: l’AD e DG Francesco Starace al panel su scelte e innovazioni per l’indipendenza energetica

La transizione energetica è “più viva che mai” secondo Francesco Starace. E “questa crisi l’ha vestita di un altro abito che è quello della sicurezza energetica”, come ha sottolineato lo scorso 11 ottobre intervenendo alla quarta edizione dei Green Talk di Rcs Academy e “Corriere della Sera”. “Se prima se ne parlava perché era conveniente e rispettava l’ambiente, oggi ci aiuta anche ad affrancarci da una dipendenza ‘patologica’ dal gas”, ha spiegato l’AD di Enel nel corso del panel intitolato “Quali scelte e innovazioni per un’indipendenza energetica”. Secondo Francesco Starace quindi l’Italia può affrancarsi dal gas “se ci mette le rinnovabili e lavora sulle batterie”.

Enel, l’AD e DG Francesco Starace: a trainare la transizione energetica sono ancora le rinnovabili

Nei primi sei mesi del 2022 le domande di allacciamento di pannelli fotovoltaici sono triplicate rispetto al semestre precedente”, ha evidenziato Francesco Starace nel corso del suo intervento. Nel secondo semestre il trend è già in accelerazione e “forse saranno ancora triplicati”. Qualche numero: “I circa 450 Mw mediamente installati in un semestre, nel primo semestre del 2022 sono stati 1.200 e a fine anno ne avremo 2.500 senza quasi rendercene conto, perché lo hanno fatto gli italiani”. Ricordando poi l’impegno trasversale di Enel nello svincolarci dalle importazioni, Francesco Starace ha poi parlato del progetto della gigafactory del fotovoltaico in sviluppo a Catania. “Stiamo costruendo la filiera a monte”, ha spiegato l’AD: la produzione di pannelli fotovoltaici inizierà già dalla prossima estate e “sarà a regime in 8 mesi con 3mila MW di pannelli prodotti all’anno”. Importanti anche le ricadute: “Avere la capacità e poterci ampliare ci dà leva di libertà economica per la creazione di valore e di lavoro in Italia”.

Paolo Gallo

Paolo Gallo: rete full digital, efficienza energetica e attività estere i pilastri del Piano al 2028

La trasformazione del network consentirà di gestire al meglio i nuovi gas rinnovabili. L’AD Paolo Gallo: “Torniamo ad avere anche obiettivi internazionali”.

Paolo Gallo

Paolo Gallo: “Italgas tra le principali realtà al servizio dello sviluppo sostenibile del Paese

Investimenti pari a 8,6 miliardi di euro, di cui 4,5 per lo sviluppo, la digitalizzazione e il repurposing del network italiano di distribuzione del gas. E ancora: 1,8 miliardi per le gare Atem e 1,8 miliardi per concludere l’acquisizione della greca DEPA. A soffermarsi sui punti cardine del nuovo Piano di Italgas è l’Amministratore Delegato Paolo Gallo.  “La quota più rilevante degli investimenti – ha commentato – è ancora una volta destinata all’estensione, trasformazione digitale e repurposing del network di distribuzione al fine di creare per tempo le condizioni per un utilizzo diffuso dei nuovi gas”. Una rete sempre più smart e flessibile consentirà infatti di accogliere tecnologie di reverse flow in grado di ospitare biometano, idrogeno verde e metano sintetico. E non solo: Italgas si prepara infatti a diventare a tutti gli effetti un gestore hi-tech anche nella gestione idrica e nell’efficienza energetica: “Con 8,6 miliardi di euro – ha detto Paolo Galloil Gruppo si conferma tra le principali realtà industriali in grado di mettere le proprie capacità di progettazione, spesa e creazione di valore al servizio degli obiettivi di sviluppo sostenibile del Paese e dell’Unione Europea”.

Paolo Gallo: efficienza energetica e attività estere, le novità del Piano di Italgas

Al centro del Piano al 2028 targato Italgas anche l’efficienza energetica, settore oggi più che mai cruciale per il futuro del Paese. Attraverso acquisizioni e aggregazioni, il Gruppo guidato da Paolo Gallo intende mettere un freno alla frammentazione del comparto e gettare le basi per la creazione di un polo nazionale unico in grado di offrire servizi a 360°. Su questo fronte l’investimento di Italgas sale a 340 milioni, il doppio rispetto al precedente Piano. L’azienda è inoltre pronta ad affacciarsi anche nel settore idrico, mettendo a disposizione il know-how maturato in termini di trasformazione digitale: “Sono convinto che se riuscissimo a trasferire tutte le nostre tecnologie nel mondo del servizio idrico, gli acquedotti potrebbero ridurre in fretta le perdite. La sfida è tecnologica innanzitutto – ha aggiunto Paolo Gallocontrollo e manutenzione grazie al digitale”. Tra le novità della strategia anche un impulso all’internazionalizzazione, che si concretizzerà già entro l’anno con il closing per l’acquisizione della greca DEPA Infrastructure: “Ci aspettiamo di completare l’acquisizione nel corso dei prossimi mesi e di poter così verificare la corrispondenza dei programmi di investimento delle tre società operative con la nostra visione e i target di decarbonizzazione fissati nel quadro del REPowerEU”.

Marco Domizio

Marco Nicola Domizio: Ares Ambiente, la vision lungimirante dell’imprenditore

Il curriculum del fondatore di Ares Ambiente Marco Domizio, attivo da oltre 20 anni nel settore dell’intermediazione dei rifiuti e specializzato nella gestione di impianti autorizzati.

Marco Domizio

Marco Domizio, fondatore di Ares Ambiente: la storia dell’azienda

Nel 2008 Marco Domizio dà vita ad Ares Ambiente, attiva su tutto il territorio italiano: l’iscrizione presso l’Albo Nazionale Gestori Ambientali – Sezione Regionale della Lombardia Cat. 8 classe A e Cat 4/5 classe F la legittima ad occuparsi di smaltimento, recupero e trasporto di rifiuti urbani, speciali non pericolosi e speciali pericolosi. In 14 anni di attività, l’azienda ha ottenuto diversi riconoscimenti nonché la massima valutazione (3 stelle) nel Rating di Legalità concesso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) in accordo con i Ministeri degli Interni e della Giustizia per il suo impegno contro i rischi di infiltrazione mafiosa. Il valore delle metodologie operative di Ares Ambiente è comprovato dalle diverse certificazioni che le sono state attribuite: Qualità (UNI EN ISO 9001:2015), Ambiente (UNI EN ISO 14001:2015 e Regolamento Europeo EMAS), Sicurezza (UNI ISO 45001:2018) e Responsabilità Sociale (SA 8000:2014), alle quali si aggiungono il “Certificato di eccellenza” e la “Convalida dichiarazione ambientale”, ed è autorizzata alla realizzazione ed alla gestione di un impianto di compostaggio sito nella Regione Lazio. Non a caso lo scorso novembre l’azienda fondata da Marco Nicola Domizio è stata riconosciuta “Best Performer” della provincia di Bergamo secondo il “Lombardia Post”.

Marco Nicola Domizio: intermediazione rifiuti e gestione impianti, l’affermazione professionale nel settore

L’esperienza di Marco Domizio nel settore dell’intermediazione dei rifiuti prosegue da oltre 20 anni: l’imprenditore ha iniziato a lavorare per conto di un’azienda del settore attiva in Lombardia occupandosi anche di gare d’appalto. Diversi gli incarichi di responsabilità che annovera in curriculum: ha avuto modo di lavorare come Responsabile Commerciale per conto di una società specializzata in attività di spurghi e pulizie industriali e successivamente all’interno di un’azienda primaria dell’hinterland milanese. Marco Nicola Domizio ha inoltre gestito progetti di rilievo locale e nazionale: la realizzazione di un impianto di compostaggio in provincia di Bergamo, attivo ancora oggi, e l’installazione di sette impianti di trito-vagliatura in Campania, la gestione di una cava di estrazione di minerali naturali. Si è occupato inoltre di trasporto transfrontaliero di rifiuti, sia a mezzo gomma/intermodale che a mezzo nave. Prima di fondare Ares Ambiente ha collaborato con due realtà attive in ambito ambientale (una di trasporti conto terzi e una di intermediazione).

Gruppo Riva

Gruppo Riva: archiviato un 2021 in positivo, ora mantenere la leadership

Mantenere la leadership e affrontare le sfide attuali del caro energia e della diminuzione della domanda: questi gli obiettivi principali di Gruppo Riva, che ha chiuso un 2021 in positivo.

Gruppo Riva

Gruppo Riva, affrontare le sfide e mantenere la leadership  

Chiudendo un 2021 in decisa crescita e mantenendo tutti i principali indicatori di bilancio in positivo, Gruppo Riva ha potuto consolidare ulteriormente la propria posizione di leadership. Lo scorso anno la produzione ha raggiunto 6,6 milioni di tonnellate di acciaio (oltre il 18% in più rispetto al 2020), con ricavi totali pari a 4,37 miliardi di euro. L’operatore siderurgico è adesso pronto a imboccare la strada della ripresa e a far fronte alle problematiche attuali che interessano principalmente il caro energia, la contrazione della domanda e la conseguente caduta dei prezzi. Storicamente specializzato nella realizzazione di prodotti lunghi per l’edilizia, l’automotive, la meccanica e la cantieristica, oggi il Gruppo conta un totale di cinque stabilimenti produttivi sul territorio italiano e 16 all’estero, distribuiti tra Francia, Canada, Spagna, Belgio e Germania. Il principale obiettivo di Gruppo Riva è riuscire a “mantenere nel medio e lungo termine la propria leadership nel segmento di riferimento a livello europeo”.

Gruppo Riva archivia il 2021 in positivo

Dopo lo scoppio della pandemia e del conseguente arresto dell’economia globale, anche il comparto siderurgico ha potuto registrare i primi risultati positivi della ripartenza economica. Gruppo Riva, che rientra tra i principali operatori del settore in Europa, ha di fatto chiuso un 2021 in positivo. I risultati sono arrivati già nel corso dei primi tre mesi dello scorso anno: grazie all’incremento della domanda che ha consentito il rilancio dei prezzi sul mercato, il Gruppo ha registrato un aumento della produzione che ha raggiunto 1,666 milioni tonnellate, +18% rispetto al primo trimestre del 2020. Anche il fatturato è aumentato del 21%: il totale ha toccato 881 milioni di euro (che nel primo trimestre del 2020 si attestava a 728). Grazie a un piano di investimenti che ha raggiunto un totale di 88 milioni di euro, Gruppo Riva ha quindi confermato il suo costante impegno nel settore.

Fabio Inzani

Tecnicaer: il team guidato da Fabio Inzani al lavoro sul nuovo padiglione dell’Ospedale Morgagni – Pierantoni di Forlì

La società di ingegneria integrata e innovativa guidata da Fabio Inzani, Tecnicaer Engineering, ha vinto la gara d’appalto per il nuovo padiglione dell’Ospedale Morgagni – Pierantoni di Forlì.

Fabio Inzani

Il progetto del team guidato da Fabio Inzani

Il progetto, finanziato con i fondi messi a disposizione dal PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), punta ad ottimizzare l’efficienza del nuovo padiglione dell’Ospedale Morgagni – Pierantoni di Forlì. L’ottimizzazione dovrà riguardare il personale sanitario, l’erogazione dei servizi assistenziali, la conduzione e la manutenzione degli immobili. I principi portanti del progetto saranno quindi quelli della semplicità organizzativa e gestionale. Il team guidato da Fabio Inzani dovrà occuparsi anche dell’ottimizzazione dei percorsi interni ed esterni, attività resa possibile da un approfondito studio sulla viabilità interna al presidio e da uno schema organizzativo-funzionale coerente alle funzioni sanitarie dei fabbricati esistenti e alle esigenze del nuovo padiglionee. Seguendo il moderno modello di psicologia ambientale, gli spazi saranno definiti in modo da mettere il paziente al centro della progettazione, adattando la complessità tecnologica dell’ospedale alla dimensione umana.

Fabio Inzani: il padiglione sarà un edificio nZEB

Il progetto ha come prerogativa quella di ridurre al minimo l’impatto ambientale dell’edificio. Tramite una serie di scelte incentrate su soluzioni attive e passive volte ad assicurare la realizzazione di un edificio biofilo a basso impatto ambientale, la struttura potrà essere classificata come una “nearly Zero Energy Building” (nZEB). La riduzione dell’impatto interesserà non solo il padiglione in sé ma anche il cantiere. Per impattare il meno possibile saranno infatti impiegate strutture prefabbricate in grado di ridurre i tempi di realizzazione, garantendo inoltre un minor rischio per gli addetti e una maggiore qualità del costruito. Data l’importanza strategica dell’opera, il team guidato da Fabio Inzani ha pensato infine ad un progetto che consentirà all’edificio di garantire la continuità di esercizio dell’attività ospedaliera e l’erogazione delle funzioni essenziali persino in situazioni di emergenza e nel caso in cui si verifichino eventi di eccezionale gravità.