Alessandro Benetton

“La Traiettoria”, un viaggio attraverso i fallimenti e i successi di Alessandro Benetton

Disponibile dal 10 maggio scorso in tutte le librerie italiane, il libro “La Traiettoria” di Alessandro Benetton ripercorre le principali tappe della sua storia. L’intervista all’imprenditore italiano.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton si racconta nella sua autobiografia

In occasione della pubblicazione del suo libro autobiografico “La Traiettoria”, edito da Mondadori, Alessandro Benetton si è raccontato ai microfoni di “Whoopsee”. L’autobiografia, un racconto vero, intimo e profondo, ripercorre la storia e le tappe principali che hanno segnato il percorso del Presidente di Edizione S.p.A. e fondatore di 21 Invest. L’imprenditore si rivolge in modo particolare ai giovani spronandoli a trovare e seguire la propria strada: “La volontà è comunicare con i giovani, con quei giovani che ogni tanto fanno fatica a essere capiti. Quelli che ogni tanto si perdono e fanno fatica a ritrovarsi”, spiega. La traiettoria, ci tiene a precisare, non è mai chiara e lineare neanche per chi, come lui, arriva da una condizione privilegiata. Dopo aver intrapreso un percorso di dialogo attraverso i social, Alessandro Benetton ha riscontrato grande partecipazione da parte dei giovani incuriositi dai suoi racconti e di come, affrontando determinate situazioni, ha raggiunto importanti successi. Un percorso che successivamente lo ha incoraggiato a scrivere il libro.

Alessandro Benetton: “Ho guardato indietro e ho scartabellato nel mio passato

L’idea dietro al libro “La Traiettoria” nasce quando “alla mia festa dei 50 anni, forse per la prima volta nella mia vita – racconta Alessandro Benettonho guardato indietro e ho scartabellato nel mio passato”. Ripescando alcune pagine scritte negli anni precedenti ha riscoperto l’interesse per la scrittura: ha quindi deciso di raccontarlo, inizialmente solo a sé stesso, dando vita a quello che successivamente è stato pubblicato come il suo libro autobiografico. Portare un cognome ingombrante è “sempre un onore e un grandissimo privilegio – spiega – allo stesso tempo è però una responsabilità e la richiesta a sé stessi di dare sempre il massimo”. Non solo perché le azioni hanno una certa influenza anche sulla vita degli altri, ma anche perché, continua Alessandro Benetton, “i privilegi, per essere tali, vanno sempre riconquistati”. I proventi del libro andranno a sostegno dell’attività di una parente, scomparsa a 101 anni, che in qualità di suora raccoglieva risorse per aprire case di riposo per gli anziani.

Stefano Donnarumma (Terna): “Tyrrhenian Lab strumento per attingere giovani leve del Sud

A Salerno l’avvio ufficiale delle attività. Stefano Donnarumma: “Laboratorio di competenze connesse alla transizione energetica”.

Stefano Donnarumma, AD Terna

Stefano Donnarumma: territori, valorizzazione dei giovani e transizione le priorità di Terna

Si è tenuto lo scorso 14 novembre presso l’Università di Salerno l’evento di inaugurazione del “Tyrrhenian Lab”, il Centro di alta formazione voluto da Terna, che ha dato ufficialmente il via ai tre Master di II livello promossi nell’ambito del progetto. A illustrarne le finalità Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo. Intervistato a margine del convegno, il manager ha dichiarato: “Il T-Lab è un laboratorio di competenze ed è fondamentalmente legato ai territori che ospitano gli approdi del Tyrrhenian Link. Sin dal principio la volontà di Terna è stata non solo quella di far sentire a questi territori la propria presenza, ma anche di attingere da quest’ultimi giovani leve che fortunatamente, soprattutto nel Sud Italia, non mancano e che grazie alle Università che abbiamo coinvolto, ossia Salerno, Cagliari e Palermo, potranno accedere a questa iniziativa”. L’elettrodotto sottomarino collegherà le due Isole maggiori alla terraferma consentendo una gestione più efficiente delle rinnovabili non programmabili largamente prodotte nel Mezzogiorno. Un’opera strategica non solo per il Gruppo guidato da Stefano Donnarumma ma soprattutto per l’Italia, che potrà così accelerare sulla transizione energetica e rafforzare il suo ruolo di hub del Mediterraneo.

Stefano Donnarumma: “Giovani? Possono e devono essere fondamentali per il nostro futuro

Durante l’evento spazio anche ai tre percorsi di specializzazione creati ad hoc: “Parte del T-Lab sono questi Master, che avranno lo scopo di formare e specializzare i giovani laureati nelle materie specificamente connesse con la transizione energetica, che poi è la missione vera di Terna – ha spiegato Stefano Donnarumma L’intenzione è connetterci anche alle realtà della cultura e della formazione attive nei territori dove operiamo con i nostri impianti”. Numerosi gli studenti che hanno preso parte all’inaugurazione del Tyrrhenian Lab: “Ai giovani voglio dare lo stesso messaggio che do ai miei figli: nella vita non bisogna scegliere un mestiere, ma un ideale, dei valori e una missione. Perché i giovani possono e devono essere fondamentali per il nostro futuro: rispetto alla mia generazione sono molto più inclini a quella che oggi noi chiamiamo tutti la sostenibilità, nascono digitali e hanno un pensiero più ampio e più laterale del nostro. In loro – conclude Stefano Donnarumma – confido moltissimo”.

Cristina Scocchia

Etica e leadership: il punto di vista di Cristina Scocchia, AD di Illycaffè

Cristina Scocchia è Amministratrice Delegato di Illycaffè, storica azienda di Trieste specializzata nella produzione di caffè di alta qualità sostenibile. Capacità di leadership, valori solidi e attenzione alle risorse umane sono alcuni degli elementi che caratterizzano il suo operato.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia intervistata dal “Corriere della Sera”

Un patto etico per le imprese, coniugando il profitto con i valori sociali e prendendosi cura delle persone. Cristina Scocchia ribadisce con precisione quanto già espresso in passato sull’importanza del fare impresa con valori di riferimento solidi: un modo per affrontare al meglio anche i periodi di tempesta come quello attualmente in corso. “In un momento così complesso ci vuole una leadership più etica. Bisogna passare dall’impostazione gerarchica a quella partecipativa”, ha dichiarato l’AD al “Corriere della Sera”: “Le aziende sono corpi sociali, la leadership non va più interpretata come potere ma come responsabilità. Devi prenderti cura delle persone che ti sono state affidate”. Per Cristina Scocchia è fondamentale agire secondo un codice etico, più o meno come i medici” e, a tal proposito, ha rimarcato l’idea di un Giuramento di Ippocrate anche per chi è alla guida delle aziende. Riflessioni che trovano seguito nelle diverse iniziative realizzate in Illycaffè come quella, la più recente, di distribuire un bonus complessivo di 500.000 euro ai nostri 1.350 dipendenti in tutto il mondo”. Come osservato dalla manager, “un segno di vicinanza ai lavoratori nonostante l’incremento dei costi di materie prime e logistica che per noi sono saliti del 20% quest’anno”.

Illycaffè, gli obiettivi nelle parole dell’AD Cristina Scocchia

In Illycaffè “ci siamo chiesti prima dell’estate se fosse opportuno un aumento dei prezzi”, racconta Cristina Scocchia al “Corriere della Sera”: “Abbiamo deciso di no perché siamo una BCorp, abbiamo preferito comprimere i margini. Ma non potrà durare in eterno”. L’auspicio è ora che “il nuovo Governo continui con il forte programma di aiuti dell’esecutivo Draghi alle famiglie e alle imprese”. Nell’intervista si è parlato anche delle sfide che attendono il Gruppo triestino nel prossimo periodo, come quella della quotazione in Borsa: in merito Cristina Scocchia ha confermato che “il progetto continua”, con l’obiettivo fissato entro il 2026. Nel frattempo Illycaffè punta all’espansione internazionale, in particolare negli Stati Uniti: affiancato nell’azionariato dal fondo americano Rhone, che ne detiene il 20%, il Gruppo è infatti al lavoro affinché “gli Usa diventino il nostro secondo mercato domestico e raddoppino la quota sui ricavi entro il 2026”. L’AD ha anticipato anche alcune considerazioni sui risultati raggiunti nei primi 9 mesi del 2022: “Siamo contenti, i risultati battono il mercato. I ricavi sono in aumento del 15% rispetto ai primi nove mesi del 2021, trainati da tutti i mercati e canali distributivi, e anche la redditività è in crescita”. Parallelamente, la strategia della manager guarda anche al mercato della Cina, dove la crescita di Illycaffè ha già toccato quota +22% grazie al traino dell’online.

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Formazione finanziaria e investimenti sostenibili ESG: Banca Generali presenta Edufin3.0

L’AD di Banca Generali Gian Maria Mossa su Edufin3.0: al via un progetto che diffonde informazione attraverso i social media, al centro temi cruciali quali la finanza, gli investimenti sostenibili ESG, l’inflazione e il futuro sostenibile del risparmio.

Banca Generali: innovazione e investimenti sostenibili ESG con Edufin3.0

Con Edufin3.0 Banca Generali promuove la cultura verso il settore degli investimenti, ponendosi come “cerniera” tra il mondo digitale e quello tradizionale. Impegno già assunto in passato dall’Istituto attraverso progetti di approfondimento nell’ambito degli investimenti sostenibili ESG. Ora una nuova iniziativa per informare e formare includendo i principali temi finanziari: investimenti, inflazione, scelte responsabili, ma anche cryptovalute, blockchain e metaverso. “L’educazione finanziaria è di fondamentale importanza per un futuro sostenibile del risparmio”, ha dichiarato l’AD di Banca Generali Gian Maria Mossa: “La capacità di affrontare sfide ormai essenziali come la previdenza complementare, la pianificazione dei progetti di vita e in generale la protezione del risparmio non possono più prescindere per nessuno da una corretta conoscenza dei rischi e delle opportunità che giungono dai mercati”. L’iniziativa Edufin3.0 è sviluppata insieme all’imprenditore digitale Marco Montemagno e si rivolge a un pubblico trasversale.

Investimenti sostenibili ESG: formazione finanziaria con Edufin3.0 di Banca Generali

Presentando il progetto, l’AD Gian Maria Mossa ha fornito anche un quadro sulla situazione italiana in quanto a capacità di comprensione in tema di finanza. “Le classifiche internazionali ci collocano fanalino di coda tra i Paesi OCSE nella comprensione degli strumenti e delle dinamiche economico-finanziarie”, ha illustrato l’AD di Banca Generali, aggiungendo che questo “ci priva della possibilità di valorizzare maggiormente quella straordinaria stampella sociale che rappresenta oggi il risparmio e di avvicinarne ancor più il contributo a supporto dell’economia”. Inoltre, in base alle ultime rilevazioni di Bankitalia, solo il 44,3% degli italiani possiede sufficienti competenze finanziarie, con l’Italia che occupa il 25° posto (su 26) della classifica OSCE sul tema. È così che Banca Generali intende favorire una cultura positiva verso il mondo degli investimenti, coinvolgendo sia le nuove generazioni che quelle più mature. E intende farlo con un palinsesto annuale di 52 interviste sul canale YouTube di Marco Montemagno e in podcast su Spotify. Contenuti in ‘pillole’ anche su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram e TikTok. Per l’Istituto leader negli investimenti sostenibili ESG un nuovo modo per diffondere cultura sul mondo degli investimenti.

Alessandro Benetton

Come reagire ai “no”? La prospettiva di Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: “La cosa che ho imparato negli anni è che non tutti i ‘no’ hanno lo stesso peso e significato. La chiave del successo è imparare a distinguerli per capire come rispondere”.

Alessandro Benetton

Trarre insegnamento dai “no”: il punto di vista di Alessandro Benetton

Tre approcci diversi per reagire quando, nella vita così come nella carriera, ci viene detto di “no” a idee, proposte, iniziative: di questo si è occupato Alessandro Benetton in un nuovo episodio della rubrica #UnCaffèConAlessandro, occasione per fornire alcuni spunti di riflessione sul tema. “È una cosa che mi sono sentito dire un sacco di volte durante la mia carriera e immagino sia successo anche a voi”, racconta spiegando che “anche se al tempo non potevo capirlo, oggi sono contento che qualcuno me l’abbia detto. Alcuni dei ‘no’ che ho ricevuto non sono stati dei muri ma la benzina che mi ha permesso di portare avanti le mie idee”. Per l’imprenditore, in queste circostanze sono basicamente tre i modi in cui reagiamo: alcuni ci aiutano su determinati aspetti, altri ci lasciano comunque un insegnamento. Il primo è “trovare una strada alternativa: secondo me sono rari i casi in cui non esiste un altro modo per approcciare il problema”, sottolinea Alessandro Benetton nell’intervento: “Spesso, se ci troviamo di fronte a qualcuno che ci dice ‘no’, la soluzione migliore è ascoltare bene le sue motivazioni e trovare insieme una strada alternativa. È il concetto di squadra, contornarsi di persone che la pensano diversamente da te e che possono arricchire il tuo punto di vista”.

Combattere per la propria idea o arrendersi? Per Alessandro Benetton c’è valore in entrambe le opzioni

Un secondo approccio è quello dell’insistere sul punto in questione, metodo che anche Alessandro Benetton tende a seguire maggiormente: “È un difetto e un pregio, sono sempre molto convinto delle mie idee. In certi casi però è utile perché a volte la risposta giusta a un ‘no’ è puntare i piedi e combattere per far valere la propria idea”. Un aneddoto riportato fa riferimento al primo periodo di 21 Invest, società di private equity che ha fondato nel 1992: “All’inizio era diversa, non funzionava secondo i meccanismi del private equity ed era distante rispetto a quello che volevo creare”. L’imprenditore racconta del “no” ricevuto quando propose di cambiare il modello di business al gruppo di manager che lo affiancava: “Ero certo delle mie ragioni e non mollai il colpo. Alla fine io restai, loro abbandonarono la nave per creare qualcosa di molto simile a quello che avevo in testa”. L’idea, come conferma Alessandro Benetton, diventò un progetto di successo grazie alla tenacia e al modo di reagire verso quel rifiuto. Un terzo approccio ai “no” è infine quello di arrendersi: “È il più difficile perché significa farsi da parte. Però ho capito oggi che forse sono proprio questi i ‘no’ più importanti, tra tutti possono insegnarti qualcosa in più”. A tal proposito, specifica in conclusione, “se arrivo a sventolare bandiera bianca è perché mi sono sentito costretto a fermarmi e analizzare profondamente le mie motivazioni. Se alla fine di questo processo arrivo ad arrendermi è semplicemente perché ho capito che chi mi sta dicendo ‘no’ ha ragione al 100% e non posso fare altro che ammetterlo”.

Francesco Starace interviene su Sky Tg24 nella seconda puntata di “A cena con Maria Latella”

Rinnovabili, transizione e indipendenza energetica: l’analisi sugli attuali scenari dell’energia nell’intervento dell’AD e DG di Enel Francesco Starace, ospite del dinner talk di Sky Tg24.

Francesco Starace

“A cena da Maria Latella” con l’AD di Enel Francesco Starace

In compagnia di autorevoli esperti, Francesco Starace ha parlato delle sfide a cui il mondo energetico è chiamato oggi a dare una risposta in un originale contesto: l’AD di Enel ha preso parte infatti alla seconda puntata di “A cena da Maria Latella”, il dinner talk in programma ogni venerdì su Sky Tg24. Diversi i temi affrontati nel corso del dibattito: l’indipendenza energetica, l’importanza della transizione e il ruolo delle rinnovabili in questo contesto emergenziale. Insieme alla giornalista e all’AD di Enel Francesco Starace si sono accomodati a tavola anche Emma Marcegaglia, imprenditrice dell’acciaio, il professore del Cnr Nicola Armaroli e Oscar Di Montigny, scrittore e divulgatore. Il confronto ha fatto emergere diversi spunti di riflessione interessanti.

Francesco Starace: indipendenza energetica e impegno sostenibile non sono in contraddizione

Nel corso del dinner talk l’AD Francesco Starace ha spiegato come la necessità di garantire la sicurezza energetica e l’affidabilità dell’approvvigionamento di energia elettrica non sia in contraddizione con l’impegno per il raggiungimento degli obiettivi legati alla transizione green. La sostenibilità, diversamente da quanto si possa pensare, è invece un’alleata per attraversare questa crisi: Enel lavora da anni in questa direzione promuovendo modelli di sviluppo sostenibile anche da un punto di vista economico oltre che ecologico. La scelta di investire consistentemente nelle reti, nella digitalizzazione permette oggi di affrontare con ottimismo quanto sta succedendo nel mercato. La risposta d’altronde c’è, come ha spiegato Francesco Starace: lo dice anche il boom di richieste di allacciamento di pannelli solari che grandi, medie e piccole società e anche tanti privati stanno mettendo in pista per svincolarsi dai combustibili fossili e dal caro dei costi.

Luigi Ferraris

Luigi Ferraris: rinnovabili, il Gruppo FS punta all’autoproduzione di energia

Come dichiarato dall’AD Luigi Ferraris al “Corriere della Sera”, l’obiettivo del Gruppo FS è “arrivare a coprire almeno il 40% della nostra domanda interna di energia, circa 2,6 terawatt l’ora, prevalentemente attraverso il fotovoltaico e il minieolico, con un investimento nell’ordine di 1,6 miliardi di euro”.

Luigi Ferraris, AD Gruppo FS

Luigi Ferraris: gli investimenti del Gruppo FS per la produzione di energia

Valorizzazione degli spazi e degli asset di proprietà per installare 2 gigawatt di impianti di energia rinnovabile. Guidato dall’AD Luigi Ferraris, il Gruppo FS guarda all’immediato futuro con l’obiettivo di produrre autonomamente energia elettrica. Un intento che parte da lontano, ben prima dell’attuale situazione di crisi energetica, che si inserisce nel percorso sostenibile portato avanti dal Gruppo, e messo nero su bianco nel Piano Industriale 2022-2031 presentato a maggio. “Il Gruppo FS è un’azienda molto energivora: consumiamo circa il 2% della domanda nazionale”, ha dichiarato Luigi Ferraris al “Corriere della Sera”: in tal senso, si punta a coprire almeno il 40% della domanda interna, “circa 2,6 terawatt l’ora, prevalentemente attraverso il fotovoltaico e il minieolico, con un investimento nell’ordine di 1,6 miliardi di euro”. L’impegno è ora accelerare in questa direzione, anche per contribuire agli obiettivi nazionali del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima): “Prevediamo di raggiungere i 100 megawatt entro dicembre 2023, poi altri 200-300 nel 2024, per arrivare a 2 gigawatt in 5-6 anni”, ha evidenziato l’AD, specificando che i progetti sulle rinnovabili interesseranno aree quali impianti, capannoni industriali, officine e terminal, ma anche parcheggi adiacenti alle stazioni e aree non utilizzabili per altri scopi.

Luigi Ferraris: fotovoltaico e mini eolico su edifici e officine del Gruppo FS

Una spinta verso le rinnovabili è arrivata anche dalle modifiche al D.L. 199/2021, in base al quale le strutture già edificate sono tra le aree da privilegiare per installare impianti a fonti rinnovabili. “Abbiamo già fatto un censimento degli spazi a disposizione e molti sono vicini alla nostra rete ferroviaria e stradale”, ha sottolineato Luigi Ferraris: “Dal 2023 partiranno le prime realizzazioni, impianti fotovoltaici e minieolici che saranno attivati principalmente in aree non più funzionali all’esercizio ferroviario, e sui tetti di diversi edifici e officine del Gruppo. I processi necessari alla costruzione di questi impianti sono stati già avviati”. Nel frattempo, già nel 2021 il Gruppo FS ha raddoppiato la produzione di energia ad uso industriale da impianti fotovoltaici (da circa 3.000 a quasi 6.000 MWh): gli investimenti hanno interessato le officine di Verona, Torino Smistamento e Firenze Osmannoro, con nuove attivazioni attese entro fine anno anche a Napoli Gianturco, Foligno, Voghera e Foggia. Previsto anche il potenziamento dell’impianto di Milano. Entro il 2025, inoltre, altre 24 officine saranno dotate di impianti fotovoltaici, di solare termico e, in alcuni casi, anche di geotermico e mini eolico: nel totale, circa 20.000 MWh annuali di energia. Per il Gruppo guidato dall’AD Luigi Ferraris l’obiettivo rimane quello della sostenibilità su più livelli: in un’ottica di efficientamento energetico, ad esempio, sono previsti anche nuovi sistemi di riscaldamento degli immobili – come quello a Milano Centrale – mediante pompe di calore elettriche ad alta efficienza, in sostituzione del gas naturale. Progetti che, nel complesso, si inseriscono in una logica di sistema industriale di filiera che punta alla ripartenza del Paese su più fronti.

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Private banking, da Banca Generali un progetto dedicato ai banker del futuro

Con il suo nuovo progetto, l’Istituto italiano leader nel private banking si rivolge alla nuova generazione di consulenti. Bernardi (Vice DG di Banca Generali): “Strada giusta per la creazione di valore nel lungo periodo”.

Banca Generali in prima linea per i professionisti di private banking del futuro

Aprirsi alla nuova generazione di private banker e fornire ulteriore impulso allo “svecchiamento” della professione del consulente finanziario. È l’obiettivo legato al lancio del “Progetto Giovani”, iniziativa targata Banca Generali. Un vero e proprio piano di ingresso, quello sviluppato dal leader italiano del private banking, che si rivolge alla platea dei professionisti di età inferiore ai 35 anni. Grazie ad un percorso di sviluppo a 360° che vede nella formazione continua e nella mentorship i suoi punti di forza, i partecipanti avranno l’opportunità di incrementare le proprie competenze tecniche e relazionali. “Come banca leader nel private banking in Italia – ha spiegato Marco Bernardi, Vice Direttore Generale di Banca Generalisiamo consapevoli della necessità di allargare le maglie della nostra professione anche a una nuova generazione di consulenti che saranno coloro i quali si occuperanno di creare valore per il risparmio del futuro”.

Banca Generali: formazione e mentorship per intercettare le esigenze della nuova clientela private banking

Il contesto pandemico ha accelerato la trasformazione del settore del private banking, con la nuova clientela sempre più orientata verso servizi digitali, soluzioni di investimento ESG e tutela del risparmio. Il Progetto lanciato da Banca Generali nasce proprio per guidare i professionisti del domani e aiutarli ad affrontare le sfide del futuro: “Questo percorso punta a generare un travaso positivo di competenze dai nostri professionisti più affermati verso quegli under 35 che hanno l’ambizione di eccellere in futuro in questa professione. Siamo convinti che il percorso creato possa rappresentare la strada giusta per la creazione di valore nel lungo periodo”, ha dichiarato Bernardi.  Più nel dettaglio, l’iniziativa promossa da Banca Generali prevede 36 mesi di formazione continua nell’ambito dei servizi private banking. E non solo: nel processo di formazione è previsto anche un percorso di mentoring dedicato allo sviluppo delle capacità relazionali. Per tutta la durata del progetto i giovani professionisti dovranno portare avanti con successo anche un obiettivo di portafoglio: a seconda del risultato raggiunto, i senior coinvolti valuteranno se dar vita o meno ad un nuovo team.

Renato Mazzoncini

Economia circolare in Calabria: Marco Patuano (A2A) presenta il Bilancio di Sostenibilità

Marco Patuano: il Bilancio di Sostenibilità Territoriale presentato a Catanzaro è “un ulteriore passo nel percorso di collaborazione di A2A con la Regione Calabria”.

Marco Patuano

A2A in Calabria: il punto nelle parole del Presidente Marco Patuano

20 milioni di euro il valore economico distribuito a livello regionale, investimenti per 6 milioni di euro su infrastrutture e impianti, 247.000 tonnellate di CO2 tagliata grazie alla produzione idroelettrica, 598 GWh di energia rinnovabile prodotta: questi i numeri dell’impegno della Life Company A2A in Calabria, illustrati dal Presidente Marco Patuano in occasione del primo Bilancio di Sostenibilità Territoriale. All’evento ha preso parte anche l’Assessore regionale Gianluca Gallo, intervenuto in rappresentanza del Presidente della Regione Roberto Occhiuto. “Questo momento di restituzione dei risultati del 2021 rappresenta un ulteriore passo avanti nel percorso di collaborazione di A2A con la Regione Calabria, per fornire insieme un contributo concreto alla transizione energetica e all’economia circolare del territorio”, così il Presidente Marco Patuano durante la presentazione. La Life Company è impegnata da anni nella pubblicazione di Bilanci di Sostenibilità Territoriali per condividere con tutti gli stakeholder locali i risultati raggiunti nei territori in cui il Gruppo si trova ad operare: il primo Bilancio della Calabria si sviluppa attorno alle tre parole chiave Pianeta, Persone e Prosperità.

Marco Patuano: investimenti in Calabria, proseguiamo nelle rinnovabili e nel ciclo ambientale

Terza regione di attività in Italia per A2A, la Calabria è un’area in cui “stiamo aumentando moltissimo i nostri investimenti e siamo presenti nell’ambito dell’economia circolare”, ha reso noto Marco Patuano: “Operiamo nella generazione di energia sia idroelettrica sia termoelettrica, nel settore delle rinnovabili, e la volontà è quella di continuare a investire”. Il quadro è dunque incoraggiante per continuare a fare bene: “Abbiamo tratto delle importanti soddisfazioni in questo territorio e quindi siamo pronti a investire cifre decisamente significative nei prossimi anni nelle rinnovabili e nel ciclo ambientale”. Soddisfazione anche per l’Assessore regionale Gianluca Gallo: I rapporti con A2A sono positivi, sono in divenire e improntati al reciproco rispetto in una regione come la nostra che può avere un ruolo nel settore delle rinnovabili e che vuole investire in sintonia con una grande azienda italiana, a partecipazione pubblica importante, rispetto alla quale noi intendiamo ragionare su prospettive e ipotesi di sviluppo utilizzando al meglio le nostre risorse”. In un’ottica di confronto con i territori, A2A insieme a The European House – Ambrosetti ha inoltre organizzato un incontro “per orientare al meglio in Piano Strategico dell’Azienda, che ha coinvolto gli stakeholder locali. Lo abbiamo fatto anche a Milano, Bergamo, Brescia, in Friuli Venezia Giulia, Valtellina-Valchiavenna e Piemonte”, ha sottolineato Marco Patuano: a questi territori “si aggiungeranno nelle prossime settimane Sicilia e Puglia”.

Municipia S.p.A.: digitale e trasformazione urbana, “Le città possibili” a Trieste

Municipia S.p.A., il presidente Stefano De Capitani: “Trieste è una città che sta dimostrando impegno e sensibilità verso una trasformazione urbana e digitale. Si è evoluta e si percepisce che si sta impegnando in modo concreto”.

Municipia S.p.A.

Municipia S.p.A.: nella tecnologia digitale opportunità fondamentali per città più efficienti, inclusive e sostenibili

Il concetto di smart city potrebbe generare confusione: secondo il presidente di Municipia S.p.A. Stefano De Capitani al giorno d’oggi sarebbe preferibile parlare di “città aumentate in quanto, per tutte le città di qualsiasi dimensione, con la tecnologia e con le piattaforme digitali, è possibile aumentare le opportunità di vita, di lavoro, grazie a una maggiore efficienza dei servizi pubblici, dei servizi sociali, della mobilità, del turismo, della gestione dei rifiuti”. Lo ha spiegato lo scorso 26 ottobre intervenendo a Trieste nell’incontro dedicato allo sviluppo delle smart cities e alle opportunità derivate dalla transizione digitale organizzato nell’ambito de “Le città possibili” con Fondazione Italia Digitale: il presidente di Municipia S.p.A. ha inoltre sottolineato come in quest’ottica si debba guardare alla tecnologia non come il fine ma come “mezzo indispensabile per migliorare la qualità di vita delle città”.

Municipia S.p.A.: “Le città possibili” fa tappa a Trieste, il punto su smart cities e transizione digitale

Nasce dalla collaborazione tra Municipia S.p.A. e Fondazione Italia Digitale “Le città possibili”: cinque incontri in diverse città del Paese per approfondire i temi del digitale legati alla trasformazione urbana. Intervenendo a Trieste, il presidente Stefano De Capitani ha sottolineato l’importanza del partenariato pubblico-privato per la messa a terra dei progetti di Digital Transformation: da una parte la pubblica amministrazione che fissa gli obiettivi e controlla e dall’altra il privato che mette in campo la propria esperienza, le risorse e le competenze al fine di portare innovazione e permettere a persone e territori di trarre il massimo vantaggio dalle nuove tecnologie. “Trieste è una città che sta dimostrando impegno e sensibilità verso una trasformazione urbana e digitale”, ha aggiunto il presidente di Municipia S.p.A. osservando come si sia evoluta e “si percepisce che si sta impegnando in modo concreto”: un modello quindi a cui guardare per Stefano De Capitani.