Cristina Scocchia: “Pnrr segnale di fiducia. Dobbiamo pensare alle nuove generazioni”

Le economie mondiali sono alle prese con gli effetti di pandemia e conflitto russo-ucraino. Solo le aziende capaci di rinnovarsi possono puntare alla crescita. A spiegarlo è Cristina Scocchia, Amministratore Delegato di Illycaffè.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia: “Energia e alimentari i settori in maggiore difficoltà. Al vaglio diverse soluzioni”

Cristina Scocchia è stata chiamata da Illycaffè per portare a termine il processo di quotazione in Borsa. Un’operazione oggi in itinere ma che dovrà tenere conto dei cambiamenti radicali avvenuti in pochi mesi nello scenario mondiale. A parlarne è la stessa Cristina Scocchia in una recente intervista a cura di “Nordest Economia”. Gli effetti della pandemia, il conflitto russo-ucraino, l’acuirsi della crisi energetica e l’inflazione stanno sferrando colpi sempre più duri a tutto il commercio internazionale: “Non vedo una soluzione vicina. Ci sono ulteriori rallentamenti nella catena della logistica. I costi di produzione aumentano in uno scenario di instabilità che sta condizionando le politiche economiche e monetarie”. Energia e alimentari i settori maggiormente in sofferenza: “Purtroppo il peggio non è passato e non credo che neppure la questione dei costi dell’energia in Europa si risolverà nel breve termine”. Per la manager l’unica via è ridefinire i piani industriali: “Serve un mix di coraggio e resilienza per continuare a investire e puntare sulla crescita. Anche in Illycaffè stiamo studiando soluzioni per mantenere intatto il nostro vantaggio competitivo nonostante l’aumento dei costi di produzione e il prevedibile rallentamento dei consumi a causa degli aumenti dell’inflazione. Non basterà il taglio dei costi discrezionali, bisognerà puntare su innovazione, digitalizzazione e sostenibilità”.

Cristina Scocchia: “Pnrr? Un’opportunità per modernizzare e rilanciare il Paese”

Per affrontare gli impatti non solo economici, ma anche politici, sociali e culturali di questo periodo caratterizzato da profonda incertezza, i 223 miliardi del Pnrr possono rappresentare un faro di speranza. Per Cristina Scocchia le risorse europee sono “un segnale di fiducia da parte dell’Europa” e “una delle più importanti opportunità per rilanciare la crescita e riemergere dalla crisi”. Soprattutto considerato l’irrigidimento della politica monetaria, con la Bce che si sta adeguando al rialzo dei tassi avviato dalla Fed: “In tutto il mondo si stanno rivedendo al ribasso le prospettive di crescita. La crescita in Cina sta frenando a causa di una recrudescenza della pandemia e della crisi sul mercato delle commodities a causa della guerra in Ucraina. Anche gli Usa rallentano”. Nonostante tutto, Cristina Scocchia resta ottimista: “Dai periodi difficili si creano anche grandi opportunità di ripresa. A patto – sottolinea – che si sappia orientare la spesa pubblica per costruire il nostro futuro rispettando le scadenze dell’Europa. Perdere i soldi del Pnrr significherebbe perdere una grande occasione per modernizzare il Paese”. Illycaffè intanto accelera l’impegno su transizione energetica e sostenibilità ambientale: “Ci siamo posti un obiettivo importante. Nel 2033, il nostro centesimo anniversario, Illycaffè sarà carbon free. Dobbiamo pensare alle nuove generazioni”.

Nicola Volpi si racconta: i traguardi in ambito Private Equity, Movidea, l’arte e il collezionismo

Nicola Volpi ha alle spalle oltre 30 anni di esperienza nel settore del Private Equity con operazioni guidate sia in Italia che in Europa: il manager in un’intervista a “Forbes” del 2020 ha raccontato la sua passione per l’arte e il collezionismo.

Nicola Volpi

Nicola Volpi: formazione e crescita professionale dell’esperto di Private Equity

Noto per l’esperienza ultratrentennale nel Private Equity, Nicola Volpi guida oggi in qualità di CEO Movidea, società di investimento specializzata nel settore dei beni e dei servizi nel lusso di cui è anche Socio co-fondatore. Professionalmente cresciuto in Sanpaolo Finance, Investment Bank del gruppo San Paolo (oggi Banca Intesa) dove ha ricoperto il ruolo di Responsabile della divisione di Leverage Finance, nel 1987 ha organizzato il finanziamento dei primi Buy Out realizzati in Italia. Il pionierismo permea la sua carriera: nel 1995 è entrato in Schroder Ventures Italy, una delle prime realtà ad occuparsi di Private Equity in Italia. Due anni più tardi è stato scelto per diventarne partner. Dal 2005 in Permira Associati S.p.A. nel ruolo di Chief Executive Officer, è entrato successivamente nell’Executive Committee che guida Permira nel mondo. Sotto la sua gestione, Permira Italia ha portato a termine numerose operazioni di acquisizione e dismissione di aziende leader nei propri mercati: Ferretti Yachts, Marazzi, Valentino, Sisal, TFL, Veneta Cucine. Nicola Volpi si è laureato in Business Administration presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano, ha conseguito una specializzazione in Finanza presso la SDA Bocconi. Opera attualmente anche nel Consiglio di Amministrazione della Horacio Pagani S.p.A., di cui è diventato azionista nel 2013, con ruoli di indirizzo strategico e supporto alla crescita.

Nicola Volpi: la passione per l’arte e il collezionismo nell’intervista a “Forbes”

In un’intervista pubblicata su “Forbes” nel novembre 2020, Nicola Volpi si racconta in uno dei suoi lati meno conosciuti e svela la passione per l’arte e per il collezionismo. L’interesse, nato dal fortunato incontro con il grande collezionista ed esperto d’arte Giuseppe Iannaccone, lo ha portato negli anni ad acquistare opere di grande valore. “Non mi definisco un collezionista o un esperto d’arte ma tutt’al più un appassionato di arte contemporanea”, ha precisato però il CEO di Movidea parlando delle due condizioni che devono verificarsi affinché scelga di investire in un’opera piuttosto che in un’altra: “La prima essenziale è che l’opera piaccia a me e a mia moglie. Non conservo opere in un caveau di una banca come alcuni grandi collezionisti, quindi dobbiamo avere il piacere di fruirne quotidianamente. Se l’opera ci piace allora mi confronto con Giuseppe Iannaccone sulla scelta anche in termini di valore dell’opera e dell’artista. Questa è la seconda condizione da verificare per battezzare l’acquisto”. Acquirente ma anche committente: Nicola Volpi non si lascia infatti sfuggire “l’opportunità di commissionare un’opera direttamente all’artista che la realizza specificatamente per me”. Poter conoscere l’artista, discutere con lui il progetto che ha in mente e quindi comprenderne intimamente il significato, capire la tecnica con cui dipinge o modella, fino a vedere la nascita dell’opera è per lui “un’emozione diversa”. Non a caso ha commissionato tre opere anche a TV Boy, il Banksy italiano: “Un artista che vuole parlare solo con le sue opere e che tende a celarsi da una immagine pubblica”.

L’azienda Ideal Standard ha preso parte al Salone del Mobile 2022: il focus

Ideal Standard per la prima volta alla 60esima edizione del Salone del Mobile di Milano: “Un buonissimo risultato raggiunto anche grazie all’unione di un Team, un’unica squadra che puntava ad un unico obiettivo”.

Ideal Standard

Ideal Standard: grande soddisfazione per la partecipazione al Salone del Mobile 2022

Passione, entusiasmo, collaborazione, impegno e orgoglio: questi, come si legge sul profilo Linkedin di Ideal Standard, sono stati “i punti di forza che hanno fatto la differenza durante questi ultimi giorni”. Il riferimento è alla partecipazione al Salone del Mobile, prestigiosa manifestazione di rilievo internazionale che si è tenuta quest’anno dal 7 al 12 giugno 2022 come di consueto negli spazi di FieraMilano a Rho. Un’edizione, la 60esima, segnata da numeri importanti, a cui per la prima volta nella sua storia ultra-centennale ha preso parte anche Ideal Standard. L’azienda leader nella progettazione di soluzioni per il bagno porta a casa dunque “un buonissimo risultato raggiunto anche grazie all’unione di un Team: un’unica squadra che puntava ad un unico obiettivo, la nostra prima presenza al Salone del Mobile di Milano 2022, una delle più grandi e più importanti fiere mondiali legate al mondo dell’Interior Design”.

Ideal Standard: da Solos a Singular™, l’azienda presenta le sue innovazioni più recenti

Rubinetteria, sanitari, docce, vasche, mobili e accessori esclusivi. In uno spazio di 400 mq Ideal Standard ha presentato al Salone del Mobile di Milano le sue proposte più recenti a partire da Solos, innovativo concept che si inserisce nel segmento premium della Atelier Collections: il prodotto “icona” è una combinazione unica di lavabo e miscelatore totalmente integrato dallo straordinario impatto visivo, reso possibile da tecnologie ad alta performance. Non a caso, nel presentarlo Roberto Palomba, Chief Design Officer di Ideal Standard e co-fondatore di Palomba Serafini Associati, ha sottolineato la “totale armonia tra design puro e minimalista ed eccellenza tecnologica”. Solos incarna alla perfezione Singular™, innovativo approccio nella progettazione degli ambienti bagno sviluppato dall’azienda per permettere ai clienti di scegliere facilmente tra migliaia di prodotti che attraversano differenti stili, misure, prestazioni tecniche e funzioni specifiche e creare la soluzione giusta per ogni spazio e campo d’applicazione.

SG S.p.A.

Cosa comporta lo switch off? SG S.p.A. fa il punto della situazione

Iniziato il 3 gennaio 2022, il passaggio dei canali HD sulle nuove frequenze del digitale terrestre ha raggiunto, lo scorso 8 marzo, una nuova fase: ad approfondire il tema è SG S.p.A., società attiva nella distribuzione dei Technical Consumer Goods e principale distributore dei grandi brand di elettronica.

SG S.p.A.

SG S.p.A.: il graduale switch off dei canali

Lo switch off, ovvero la transizione dei canali di cui si è tanto parlato negli ultimi mesi, prevede un passaggio graduale nelle diverse regioni e garantirà, fino alla fine del 2022, il mantenimento delle vecchie frequenze in un “doppio binario”. Come sottolineato da SG S.p.A., il passaggio progressivo verso le nuove frequenze concede ai cittadini il tempo necessario per adeguarsi ai nuovi standard munendosi degli strumenti adatti a supportare la nuova tecnologia. L’8 marzo scorso le emittenti nazionali hanno attivato in tutta Italia la codifica Mpeg-4 sullo standard tecnologico DVBT: i televisori compatibili con tale tecnologia consentono quindi ai cittadini di ricevere i programmi in alta definizione. I nuovi standard non solo migliorano la qualità, ma aumentano la compressione del segnale, occupando di conseguenza minore banda. Un secondo switch off, ricorda SG S.p.A., previsto per il prossimo anno ma rinviato a data da definirsi, comporterà invece il passaggio dallo standard Mpeg-4 al DVB-T2 con codifica Hevc Main 10.

Lo sviluppo del 5G e i cambiamenti tecnologici: l’approccio di SG S.p.A.

Grazie allo switch off, la minore banda occupata dal segnale potrà essere utilizzata, come previsto dall’Unione Europea, per lo sviluppo del 5G: il trasferimento della 700 Mhz dal broadcasting televisivo, spiega SG S.p.A., consente infatti di destinare le bande più capienti al settore mobile e IOT. La forte attenzione verso i cambiamenti tecnologici ha consentito all’azienda di accantonare, fin dal 2018, gli apparecchi che non erano più in grado di supportare i nuovi standard tecnologici richiesti: le TV vendute dal 2018 in poi sono infatti compatibili sia con l’Mpeg-4 sia con l’Hevc. Dall’utilizzo dei bonus messi a disposizione dal Governo per l’acquisto di nuovi televisori, rottamando il vecchio, fino all’acquisto senza rottamazione o l’utilizzo di un decoder esterno, sono tuttavia numerose le soluzioni per rimanere aggiornati con i nuovi standard tecnologici. Anche SG S.p.A. si tiene al passo con le innovazioni: grazie alle collaborazioni con i brand storici del settore, come LG e Samsung, propone prodotti in linea con le richieste attuali. Tra questi rientrano i prodotti premium di ampia tipologia e OS proprietari di grande fama, ma anche prodotti entry level e brand che puntano sull’integrazione di Android, come Inno – Hit e Metz.

Massimo Malvestio

Massimo Malvestio: inflazione, la recessione potrebbe non fermarla

“Se l’inflazione arrivasse al 5%…”: quanto ipotizzato dall’avvocato Massimo Malvestio in un’intervista dello scorso anno è oggi realtà. Il punto del Presidente del Comitato Investimenti di Praude Asset Management LTD.

Massimo Malvestio

Massimo Malvestio: l’inflazione al 5%, la lungimirante intervista all’avvocato

Economia e mercati: lo scenario delineato da Massimo Malvestio in un’intervista dello scorso anno, da molti considerato utopistico, si è oggi rivelato realtà. L’inflazione è arrivata al 5%, come ipotizzava l’avvocato e attuale Presidente del Comitato Investimenti di Praude Asset Management LTD nonostante le autorità monetarie e politiche ritenessero che l’inflazione sarebbe rientrata “in pochi mesi”. Nei giorni scorsi è tornato a parlarne, alla luce di quella lungimirante intervista. “L’inflazione era già partita prima del conflitto”, osserva oggi l’avvocato Massimo Malvestio: “Il conflitto ha aggravato il problema. A mio avviso hanno cominciato a prevalere sulle forze deflattive sostanzialmente tre ordini di fattori: il primo è dato dalla abnorme crescita delle masse monetarie effetto delle politiche espansive delle banche centrali. Ma il secondo fattore, che viene spesso sottovalutato nell’analisi di questa fase inflattiva, riguarda le dinamiche demografiche che vedono i baby boomers avviarsi alla pensione senza che i nuovi entrati nel mondo del lavoro siano in numero sufficiente a sostituirli”.

Inflazione: concause e prospettive di sviluppo nelle parole di Massimo Malvestio

Secondo Massimo Malvestio anche le politiche ESG hanno influito: “Imposte dai fondi, dalle banche e dai regolatori alle società quotate prima, ma adesso quasi a tutte, hanno allontanato gli investimenti in risorse energetiche e in materie prime dalle logiche di mercato”. Sulla possibile evoluzione l’avvocato Massimo Malvestio, attuale Presidente del Comitato Investimenti di Praude Asset Management LTD, osserva come “tutti si aspettano che la fase recessiva faccia rientrare l’inflazione”. Ma non è detto sia così: “Vedremo. Il punto vero è a che livello si attesterà e per quanto tempo. Se tornerà all’uno o due per cento tutto potrà essere superato, ma se dovesse attestarsi attorno al 5% – come ho detto un anno fa nell’intervista che vi ho rilasciato – il lago di benzina sulle cui sponde ci siamo attestati, si incendierà comunque e si assisterà ad una grande redistribuzione di ricchezza”.

Alessandro Benetton

L’autobiografia di Alessandro Benetton: una vita tra successi, fallimenti e ricerca di sé

Alessandro Benetton è stato intervistato lo scorso 16 giugno su RTL 102.5 in merito al suo nuovo libro: “Un progetto nato grazie alle mie attività sui social. Giovani? Non li valorizziamo abbastanza”.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: “La Traiettoria”, un diario per ispirare i più giovani

Il complesso rapporto con i genitori, le sfide di un percorso imprenditoriale distante dagli affari di famiglia, le emozioni e i successi personali ma anche i fallimenti più importanti. “La Traiettoria” è una finestra inedita sulla vita di Alessandro Benetton, ma non solo. L’autobiografia edita da Mondatori potrebbe infatti rientrare senza problemi nella categoria dei libri motivazionali. Imprenditore di successo, Cavaliere del Lavoro, fondatore di 21 Invest, nonché Presidente di Fondazione Cortina 2021, da qualche anno Alessandro Benetton è anche attentissimo ai social, e di conseguenza alle nuove generazioni. Ed è proprio da queste attività che è nata l’idea di pubblicare quello che inizialmente era solo un diario iniziato durante il compimento dei 50 anni. A raccontarlo è l’imprenditore ai microfoni di “W l’Italia”: “Ho sempre amato scrivere – ha spiegato durante l’intervista andata in onda lo scorso 16 giugno su RTL 102.5 – e da quando ho incominciato a interagire sui social spesso studenti e giovani imprenditori mi scrivono per dire che grazie alla mia esperienza hanno imparato qualcosa di nuovo. Nonostante fosse nato come progetto personale, per i ragazzi del team il mio diario aveva le potenzialità per diventare fonte di ispirazione. Da loro e da questo mondo sto imparando tantissimo”.

Alessandro Benetton: “Fallimenti un’occasione per uscire dalla comfort zone. Giovani? Vanno valorizzati”

Istintivamente si potrebbe pensare che “La Traiettoria”, considerati i traguardi raggiunti dall’autore, sia più o meno una lista di successi. Tutto il contrario. Nel suo libro Alessandro Benetton ha deciso di dare ampio spazio non solo alle sfide più complesse della sua carriera, ma anche alle emozioni, ai rapporti personali e ai fallimenti, che l’imprenditore considera essenziali per uscire dalla cosiddetta zona di comfort e trovare così il percorso giusto, “la propria traiettoria” appunto. Fondamentale nella vita del fondatore e Presidente di 21 Invest la figura del padre Luciano, un “gigante”, fonte di ispirazione ma anche causa di un’ombra dalla quale è stato difficile uscire: “Poteva sembrare freddo – racconta – ma esprimeva la sua generosità guardandoti da lontano, non favorendoti, perché il concetto che voleva trasmettere è che per essere felici bisogna poter rispondere delle proprie scelte”. Parlando della bocciatura al liceo, episodio inedito contenuto nel volume, l’imprenditore coglie l’occasione per lanciare un monito agli adulti, spesso rei di dimenticare cosa significa essere giovani: “Tante volte si mortificano i ragazzi sottolineandone le mancanze, piuttosto che valorizzando ciò che sanno fare. Gli adulti tendono a parlare delle esperienze passate come prove facili da superare. Io invece ho cercato di raccontare esattamente come mi sentivo in quel momento. Scrivere questo libro – conclude Alessandro Benettonmi ha permesso di ricordarmi che cosa provavo allora, quando cercavo ancora la mia strada”.

Antonio Liseno

Al San Barbato Resort di Antonio Liseno lo chef Nobuya Niimori

La missione dell’imprenditore lucano Antonio Liseno, il cui obiettivo è trasformare il luxury hotel San Barbato Resort Spa & Golf in un polo di eccellenze gastronomiche, comprende anche l’incontro tra Basilicata e Oriente nel ristorante Sansei.

Antonio Liseno

Antonio Liseno: valorizzare la Basilicata attraverso i sapori

Il primo passo è stato mettere in piedi una struttura cinque stelle lusso nella cornice che comprende la valle del fiume Ofanto ed il Vulcano Monte Vulture, in un Comune situato nella zona nord orientale della Basilicata chiamato Lavello. Qui, nella terra che gli ha dato i natali, Antonio Liseno è riuscito poco alla volta a trasformare la struttura, tra l’altro unica della categoria nella regione, in un importante polo di eccellenze. Il primo nome illustre ad aver messo la firma ad uno dei ristoranti è stato Alfonso Iaccarino, chef stellato e proprietario del famosissimo ristorante Don Alfonso 1860 di Sant’Agata sui Due Golfi. Da questa collaborazione è nato il Don Alfonso 1860 San Barbato. Dopodiché è stata la volta del maestro Franco Pepe, con il quale, attraverso l’apertura di Proxima, è stato possibile inserire nell’offerta gastronomica del resort anche la pizza d’autore, realizzata con prodotti di prima qualità e lavorata dalle sapienti mani di veri e propri artigiani della pizza. Infine, è stato il turno di Nobuya Niimori, lo chef giapponese più conosciuto d’Italia, che ha aiutato l’imprenditore nella creazione di una nuova esperienza multisensoriale per i clienti del San Barbato.

Antonio Liseno: la cucina orientale incontra la qualità italiana

Il ristorante giapponese nato dalla partnership con lo chef Nobuya Niimori si chiama Sansei ed è un luogo dove le materie prime del Giappone incontrano la qualità del pesce italiano, dando vita ad un connubio di sapori coi fiocchi. Antonio Liseno, principale ideatore del progetto, si è detto orgoglioso “di iniziare questa nuova sfida e di portare un po’ di Giappone qui in Basilicata grazie allo chef Nobuya Niimori, eccellenza in Italia”, tenendoci a sottolineare che “non si tratterà di mangiare il solito sushi ma di vivere un’esperienza culinaria autentica con uno dei pochi maestri in grado di coniugare le materie prime di origine giapponese, fondendole alla qualità del pesce italiano”. “Il San Barbato – ha aggiunto infine – sta crescendo e non potrei essere più fiero del lavoro che stiamo svolgendo e del servizio che stiamo offrendo ai nostri tantissimi clienti. Con Sansei aumenteremo l’offerta culinaria, nostro fiore all’occhiello”. Il menù del ristorante prevede la degustazione di pietanze a base di sushi, chirashi, sashimi, osuimomo e bento box che, insieme all’atmosfera dell’elegante sala, arricchita da 18 maxi schermi trasmettenti immagini a tema, catapulteranno i clienti nel Paese del Sol Levante.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: focus sull’intervento a “Repubblica delle Idee 2022”

La centralità del gas algerino oltre ad una diversificazione dei fornitori che consentirà di arrivare in inverno con gli stoccaggi pieni all’80%: l’AD di Eni Claudio Descalzi a “Repubblica delle Idee 2022” parla dei piani per scongiurare il rischio di razionamenti.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: impossibile pensare a una transizione energetica senza norme

In questo momento mancano circa 30 milioni di metri cubi al giorno di gas russo, però l’Italia riesce ad avere un’offerta di circa 200 milioni a fronte di una domanda di 150-160 milioni. Lo ha spiegato l’AD di Eni Claudio Descalzi, intervistato nell’ambito di “Repubblica delle Idee 2022” lo scorso 18 giugno a Bologna. Il gas algerino, attraverso i contratti firmati, è più che raddoppiato: in questo momento dà 64 milioni di cubi attraverso pipeline e altri 4 milioni di gnl. Nelle prossime settimane sono inoltre previsti altri milioni di metri cubi derivanti dagli accordi appena siglati sia dall’Algeria, sia da Egitto e Israele. “La diversificazione dei fornitori per l’Italia è stato un principio importante”, ha evidenziato l’AD di Eni Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi: il percorso verso il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050

“L’ottimismo è fatto di azioni”: nell’ottica dell’AD di Eni Claudio Descalzi non bisogna allarmarsi “per cose che possono accadere tra 4-5 mesi” quanto piuttosto impegnarsi oggi per “fare in modo che queste cose non accadano”. In vista dell’inverno gli stoccaggi si stanno riempiendo più lentamente ma per ottobre la diversificazione delle fonti permetterà di arrivare all’80%. Si potrà arrivare all’80% degli stoccaggi. Indispensabile “per riuscire a far fronte alle punte” di domanda: “Gli stoccaggi possono essere riempiti se avremo la rigassificazione e per questo è così importante”. Secondo Claudio Descalzi dunque si può pensare di superare l’inverno “con l’azione forte che adesso sta guidando il governo”: diversamente, nell’ipotesi peggiore di un blocco totale delle forniture di gas russo, “dovremmo forzare ulteriormente l’arrivo di gas da altri Paesi ma comunque abbiamo una diversificazione che ci farà passare l’inverno”.

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Digital Wealth Management, online un approfondimento di Banca Generali

Digital Wealth Management: proteggere, valorizzare e trasmettere il patrimonio facendo leva su un servizio che punta sulla specializzazione e la multidisciplinarità. Il focus di Banca Generali sul settore.

Digital Wealth Management, l’analisi di Banca Generali

Espressione in lingua inglese che indica letteralmente la “gestione della ricchezza”, il Wealth Management è un servizio professionale di tipo integrato e multidisciplinare, rivolto principalmente a individui e/o famiglie benestanti. La sua accezione in ambito digitale, il Digital Wealth Management, fa riferimento al medesimo servizio integrando gli approcci e gli strumenti legati al digitale. Come evidenziato da Banca Generali nell’approfondimento, con il termine “patrimonio” “non si intende esclusivamente la liquidità e gli investimenti finanziari”, bensì “la ricchezza familiare nel suo complesso, che può anche essere costituita da proprietà immobiliari, da altri beni di valore, quali ad esempio collezioni di opere d’arte e, nel caso delle famiglie imprenditoriali, dall’impresa di famiglia”. Un ambito ampio, dunque, che ha come finalità quella di “proteggere, valorizzare e trasmettere il patrimonio secondo le volontà ed in piena conformità con la normativa di riferimento”. Banca Generali, nel suo ruolo di leader nel Digital Wealth Management, mette a disposizione professionisti specializzati nel settore, in grado di fornire quella necessaria visione d’insieme (il cosiddetto “approccio olistico”) per un’efficace protezione, valorizzazione e trasmissione del patrimonio.

Consulenti di fiducia per il Digital Wealth Management, il ruolo di Banca Generali

Nell’intervento Banca Generali evidenzia l’importanza del consulente di fiducia all’interno dei servizi di Digital Wealth Management. La sua figura prevede vari compiti, tra cui quello di “assistere la famiglia nella predisposizione di un inventario del patrimonio familiare”: una fase molto importante, anche per esprimere una stima del valore del patrimonio complessivo. Inoltre, “supporta il referente del nucleo familiare nella rilevazione dei bisogni e dei progetti di vita” e “imposta e sviluppa la pianificazione, tipicamente pluriennale, degli interventi e delle attività funzionali al raggiungimento degli obiettivi stabiliti”. Il consulente collabora con altri professionisti di fiducia, come il commercialista o l’avvocato, e monitora le attività svolte dai diversi specialisti, aggiornando periodicamente la famiglia e verificando con il referente eventuali modifiche agli obiettivi. Come sottolineato nell’articolo, questo presuppone un rapporto di fiducia consolidato con la famiglia, nonché una profonda conoscenza degli obiettivi e delle dinamiche in essa presenti. Per questo motivo Banca Generali pone massima attenzione nell’elaborare soluzioni personalizzate di Digital Wealth Management attraverso professionisti dedicati, partner d’eccellenza e strumenti tecnologici avanzati. Vanno in questa direzione il servizio di consulenza evoluta BG Personal Advisory e la piattaforma d’avanguardia BGPA, uno strumento ad alto impatto tecnologico per analizzare la sfera degli investimenti finanziari e le altre componenti del patrimonio, tra cui asset immobiliari, familiari e di impresa.

Gruppo Riva

Focus sui siti produttivi di Gruppo Riva

Il leader dell’acciaio, Gruppo Riva, è presente sul territorio italiano con cinque stabilimenti: di questi tre sono situati in Valle Camonica, uno in provincia di Varese e uno in provincia di Cuneo.

Gruppo Riva

Gruppo Riva: lo stabilimento storico di Caronno Pertusella e il cuore tecnologico di Lesegno

Quello di Caronno Pertusella costituisce il primo stabilimento di Gruppo Riva, costruito in soli sette mesi tra l’agosto del 1956 e il febbraio del 1957. Venne inaugurato il 7 marzo del 1957 con la prima colata. Ancora oggi, in questo giorno viene celebrato l’anniversario della nascita del Gruppo. Sempre qui venne introdotta, nel 1964, la novità assoluta della colata continua curva a tre linee, un’innovazione che ha completamente rivoluzionato la produzione dell’acciaio. Lo stabilimento di Lesegno, oltre ad essere un importante polo produttivo, rappresenta anche il cuore tecnologico di Gruppo Riva. Al suo interno si trova infatti un avanzato laboratorio di ricerca e sviluppo, dotato di apparecchiature all’avanguardia come il sofisticato simulatore termomeccanico “Gleeble 3800”. Il sito produttivo di Lesegno vanta inoltre collaborazioni con centri universitari d’eccellenza come il Politecnico di Milano, quello di Torino, le Università di Genova, Pisa e Brescia.

Gruppo Riva: gli stabilimenti della Valle Camonica

I siti di di Sellero, Malegno e Cerveno costituiscono la triade di stabilimenti del Gruppo situati nella Valle Camonica, un luogo al quale l’azienda è legata da una lunga tradizione siderurgica. Nella fabbrica di Sellero, costruita verso la fine degli anni ’60, vengono realizzati prodotti laminati a caldo in acciaio in profili HEA, HEB, UPN, IPE, IPN, ma anche laminati in piatti, tondi e billette. Il sito produttivo di Cerveno è stato acquisito da Gruppo Riva nel 1983. Da allora, grazie ai tanti investimenti, la fabbrica si è specializzata nel settore dei laminati lunghi di qualità utilizzati soprattutto come materiale per stampaggio, trafilatura, pelatura e rettifica, oltre che per l’industria trattoristica e il settore automobilistico. Lo stabilimento di Malegno è il più antico dei tre. Risalente agli anni ’30, oggi produce principalmente tondo trafilato, pelato, rettificato in acciai per cementazione e bonifica, di uso generale e a lavorabilità migliorata, in aggiunta a trafilati quadri e piatti in acciai da costruzione, in barre di lunghezza commerciale e a misura fissa.