Riva Acciaio investe 88 milioni di euro nella ripresa

Il leader siderurgico Riva Acciaio ha presentato il nuovo piano di investimenti, continuando con il suo programma di crescita annuale.

Riva Acciaio

Riva Acciaio: gli investimenti servono a prepararsi alla ripresa

La pandemia ha avuto effetti anche sui bilanci delle grandi realtà aziendali, ma alcune hanno dato prova di resistenza, resilienza e determinazione. È il caso di Riva Acciaio, leader del settore siderurgico in Europa, che ha presentato anche quest’anno il suo annuale programma di investimenti, con un piano da 88 milioni di euro. I vertici hanno spiegato che in questo modo “il gruppo si è posto nelle condizioni di essere pronto a cogliere quella ripresa che si sta registrando nei primi mesi di quest’anno, puntando a mantenere nel medio e lungo termine la propria leadership nel segmento di riferimento a livello europeo”. Nei primi mesi del 2021 si sono infatti registrati i primi segnali di ripresa della domanda e dei prezzi sul mercato. La produzione è aumentata del 18% e il fatturato è arrivato a quota 881 milioni di euro, in crescita del 21%.

La storia di Riva Acciaio

Riva Acciaio, facente parte del Gruppo Riva, costituisce una delle principali realtà siderurgiche in Italia ed è oggi divenuta un punto di riferimento anche nel panorama europeo. La società, specializzata nella realizzazione di prodotti lunghi in acciaio di qualità, viene fondata nel 1954 da Emilio Riva. Nei suoi 60 anni di attività è riuscita ad ottenere una posizione di rilievo nel suo settore a livello internazionale, grazie soprattutto a elevati standard di qualità e a costanti piani di crescita e investimento. Il Gruppo impiega più di 5.300 dipendenti, di cui molti giovani diplomati e laureati. Attualmente opera in 21 siti produttivi che sono dislocati tra Italia, Francia, Belgio, Germania, Spagna e Canada.

Private Banking, Banca Generali nominata per la quarta volta “Best Private Bank in Italy”

La giuria degli International Business Magazine Awards ha scelto Banca Generali come migliore realtà del Private Banking in Italia: l’istituto vince il premio ininterrottamente dal 2018.

Private Banking: il modello vincente di Banca Generali

Banca Generali si riconferma ancora una volta leader del Private Banking in Italia. Per il quarto anno consecutivo la Banca ha infatti ottenuto il primo posto come “Best Private Bank In Italy 2021” agli International Business Magazine Awards. L’iniziativa, promossa dalla rivista specializzata nel mondo della finanza con sede a Dubai, prende il via nel 2018 con lo scopo di dare risalto alle performance delle migliori società a livello mondiale che guidano settori come quello bancario, immobiliare e finanziario. Una giuria di ricercatori, esperti in materia, analisti e giornalisti si occupa di analizzare i candidati e selezionare i vincitori. È fin dalla prima edizione, dunque, che Banca Generali riesce a conservare il titolo di miglior Private Bank del Paese. In questa edizione ad essere tenuta particolarmente in considerazione la piattaforma proprietaria digitale (BG Lab). Uno strumento innovativo che, secondo i giudici, permette ai bankers di raggiungere un elevato grado di qualità nei servizi di Private Banking, che a loro volta risultano sempre più aggiornati e in linea con le esigenze del periodo.

Private Banking, Banca Generali un esempio anche in tema di formazione

La giuria degli International Business Magazine Awards ha poi evidenziato l’efficienza, la competenza e la professionalità della rete dei consulenti di Banca Generali. Circa 2mila tra bankers e wealth advisor che, grazie alle conoscenze maturate nel settore del Private Banking, hanno contribuito allo sviluppo dell’istituto grazie alla capacità nel rispondere ai nuovi bisogni dei clienti. Un risultato che non nasce per caso: la formazione è stata sempre considerata centrale nella strategia di Banca Generali e lo è diventata ancor di più in un contesto come quello attuale, dominato dall’incertezza. Grazie alla piattaforma, i consulenti hanno potuto avere facile accesso a tutta una serie di attività formative incentrate su finanza, gestione immobiliare, coperture previdenziali e protezione patrimoniale, in modo da ottenere una preparazione che andasse oltre i confini dei corsi di aggiornamento di base. Una modalità che ha permesso a bankers e wealth advisor di acquisire competenze utili alla definizione di nuove strategie e al potenziamento dei servizi di Private Banking offerti.

Municipia S.p.A.: digital divide e Pubblica Amministrazione nell’intervista a Stefano De Capitani

Nell’ultimo numero di “Investire” il Presidente di Municipia S.p.A. spinge sulle infrastrutture digitali, considerate centrali nel processo di rilancio del Paese. Per Stefano De Capitani fondamentale anche un approccio Open Innovation da parte delle PA.

Municipia S.p.A.

Stefano De Capitani (Municipia S.p.A.): “Deficit digitale delle PA soprattutto nelle forme di back-end”

Quando oggi si parla di infrastrutture, è bene ricordare che non esistono solamente quelle “fisiche”, come strade, ponti o ferrovie. Un ruolo sempre più strategico è infatti rivestito dalle cosiddette infrastrutture immateriali, in particolare quelle digitali. Ed è su queste che il Paese deve investire per non restare indietro. A sottolinearlo Stefano De Capitani, Presidente di Municipia S.p.A., realtà leader nella trasformazione digitale. In una recente intervista a cura di “Investire”, il manager della società appartenente al Gruppo Engineering ha dichiarato infatti che la ripartenza economica italiana è possibile solo attraverso il potenziamento delle infrastrutture digitali. Stefano De Capitani si è soffermato in particolare su Pubblica Amministrazione e forme di back-end: “La mia impressione è che si metta troppo l’accento sul front-end, sulle app o sul portale attraverso cui un cittadino può accedere al servizio – ha spiegato il Presidente di Municipia S.p.A.mentre si sottovaluta il fatto che questi servizi digitali funzionano se poi ci sono delle piattaforme di back-end che consentono il trattamento dei dati o la gestione delle transazioni.”

Stefano De Capitani (Municipia S.p.A.): il ruolo del privato nella digitalizzazione delle PA

La trasformazione delle PA italiane non riguarda solo banda larga o 5G: “In realtà il deficit oggi è legato proprio alle forme di back-end – ha continuato Stefano De Capitaniche sono poi le vere infrastrutture digitali che ci servono”. Nonostante la pandemia abbia dato una forte accelerazione alla transizione digitale, per il Presidente di Municipia S.p.A. la Pubblica Amministrazione sconta un ritardo accumulato negli anni. Ritardo causato dal mancato passaggio ad un approccio Open Innovation, come invece è accaduto nel settore privato: “Servirebbe un maggiore ricorso all’utilizzo di competenze e provider esterni, naturalmente governati senza far perdere alla PA gestione, controllo e indirizzo. Potrebbe essere il modo per accelerare il percorso verso la digitalizzazione”. Le risorse che il PNRR ha messo in campo vanno in questa direzione. Per far sì che gli investimenti siano economicamente sostenibili, è necessario attivare il più possibile lo strumento del partenariato pubblico-privato: “Non dobbiamo dimenticare che le risorse pubbliche che useremo sono in larga parte a debito – ha sottolineato il Presidente di Municipia S.p.A.l’unione con quelle private fa sì che si lavori meglio in un’ottica di profitto e di rimborsabilità”.

Pietro Vignali

Pietro Vignali: le città post Covid nell’intervista all’ex Sindaco di Parma

Rigenerazione urbana, migliori servizi e un piano per il rilancio economico: la ricetta dell’ex Sindaco di Parma Pietro Vignali per le città del post pandemia.

Pietro Vignali

Pietro Vignali: “Città devono garantire alloggi adatti al contesto attuale”

La crisi mondiale scaturita dal Covid-19 ha avuto un forte impatto sull’evoluzione delle città di tutto il mondo. Gli effetti della pandemia sul contesto urbano sono innumerevoli: distanziamento, nuove modalità di lavoro, trasporti e una socialità mutata sono gli esempi più lampanti. In un’intervista pubblicata su “Parmapress24” Pietro Vignali parla di “città diverse, con nuove necessità”. Per l’ex Sindaco di Parma è necessario partire dalla realizzazione di un “grande” piano casa: “Sarà urgente avviare una sinergia pubblico-privato per garantire alloggi adatti al contesto vissuto in quest’ultimo anno e che continuerà anche dopo la pandemia”. Complessi abitativi dunque sempre più confortevoli, con aree verdi e spazi dedicati al co-living e al co-working. Fondamentale per Pietro Vignali anche un processo di riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, puntando in particolare su forme di Housing sociale destinate a giovani coppie e nuclei monogenitoriali.

Pietro Vignali: “Piano anticrisi, accessibilità e sicurezza per godere degli spazi pubblici”

Le città dovranno essere in grado di rispondere al più presto anche ai cambiamenti sul fronte economico e sociale: “Serve un piano anticrisi – continua Pietro Vignaliper garantire servizi per cassintegrati, disoccupati, prestiti sulla fiducia, incentivazione del lavoro giovanile e femminile e sostegno per le fasce più deboli per i beni di prima necessità e per far fronte alle nuove povertà che toccano anche fasce del ceto medio e che sono emerse a seguito della pandemia. Anche in questo caso serve collaborazione. Pubblico e privato insieme per far ripartire l’economia”. Tra le priorità da affrontare anche la riqualificazione degli spazi pubblici. In particolare nelle zone periferiche, che spesso soffrono di fenomeni di ghettizzazione a causa del degrado diffuso: “Con più sicurezza, pulizia, decoro e con tanta cultura nelle strade le persone, i bambini, le madri possono riappropriarsi dello spazio pubblico in libertà”. Bisogna infine intervenire in merito al rischio di desertificazione di centri direzionali e centri storici: “Vanno rilanciati garantendo accessibilità, servizi di trasporto efficienti e rapidi, incentivi al commercio e tante iniziative culturali di giorno e di sera con centri commerciali e culturali naturali all’aperto. L’accessibilità è fondamentale – conclude Pietro Vignalie si ottiene con parcheggi comodi e di servizio al centro e con mezzi pubblici efficienti, rapidi e dedicati”.

Francesco Milleri: l’impegno di EssilorLuxottica per un domani più sostenibile e inclusivo

EssilorLuxottica punta a raggiungere entro il 2025 la carbon neutrality nelle attività aziendali, a partire dall’Europa entro il 2023: l’annuncio dell’AD Francesco Milleri.

Francesco Milleri

EssilorLuxottica: la mission del Gruppo nelle parole dell’AD Francesco Milleri

È attraverso i suoi prodotti “all’avanguardia nel correggere, proteggere ed esaltare la bellezza degli occhi, gli organi sensoriali più preziosi” che EssilorLuxottica intende “aiutare il mondo a vedere meglio, vivere meglio e godere appieno della vita”: lo ha ricordato l’AD Francesco Milleri in diverse occasioni sottolineando l’impegno del Gruppo nell’aiutare “miliardi di persone in tutto il mondo a studiare, lavorare, scoprire ed esprimere al meglio il loro pieno potenziale”. Nel primo semestre 2021 EssilorLuxottica ha registrato un fatturato di 8.768 milioni, in crescita del +5,7% rispetto al 2019 a cambi costanti, un utile operativo rettificato di 1,62 miliardi (+16,4%), un utile netto di 854 milioni (+41,5%) e un utile netto rettificato di 1,11 miliardi (+16,2 miliardi): in base ai risultati presentati lo scorso luglio, il Gruppo guidato da Francesco Milleri prevede che il fatturato dell’intero anno cresca circa a media singola cifra rispetto al 2019 a cambi costanti con l’utile operativo adjusted in percentuale del fatturato superiore al 2019.

Francesco Milleri: “Eyes on the Planet”, EssilorLuxottica condivide la nuova roadmap per la Sostenibilità

EssilorLuxottica unisce competenze uniche nella realizzazione di lenti e nella produzione di occhiali a marchi amati dai consumatori a una capacità distributiva globale. Ma l’impegno del Gruppo non si ferma qui: lo scorso luglio, in concomitanza con la presentazione dei risultati del primo semestre 2021, è stata infatti condivisa la nuova roadmap per la Sostenibilità: “Eyes on the Planet”, come ha spiegato l’AD Francesco Milleri, si erge su “importanti pilastri” quali la carbon neutrality, la circolarità, la buona vista nel mondo, l’inclusione e l’etica. “Come segno del nostro impegno a lungo termine in questo ambito, annunciamo oggi il nostro obiettivo di raggiungere la carbon neutrality nelle attività aziendali entro il 2025, a partire dall’Europa entro il 2023”: fare del bene “sia per i nostri clienti, i consumatori e le comunità di riferimento sia per il pianeta ci dà ancora maggiore fiducia nel domani”, ha sottolineato in merito l’AD Francesco Milleri.

IV Bilancio sociale di ICS Maugeri S.p.A.: l’impatto positivo sul territorio nazionale

ICS Maugeri S.p.A., Società Benefit dal 2016, ha pubblicato il IV Bilancio di Impatto sociale relativo all’anno 2020. L’impegno e gli obiettivi degli Istituti clinici.

ICS Maugeri S.p.A.

L’impatto sociale di ICS Maugeri S.p.A.

Con oltre 30mila pazienti ricoverati ogni anno e seguiti da 3.600 addetti tra cui 650 medici, ICS Maugeri S.p.A. ha raggiunto un bilancio economico di circa 300 milioni. È tra le più grandi Società Benefit per dimensioni nel settore sanitario italiano e dal 2016 pubblica annualmente il Bilancio di Impatto sociale con l’ausilio tecnico di Altis-Università Cattolica Milano. Il IV Bilancio relativo al 2020 rievoca Salvatore Maugeri: “Questa edizione del Bilancio è dedicata al nostro personale, che nei reparti Covid, ha confermato di essere testimone dei principi che hanno ispirato il mondo Maugeri fin dalla sua nascita voluta dal nostro fondatore Salvatore Maugeri”, ha spiegato Chiara Maugeri, responsabile della direzione centrale Impatto sociale. Coloro che si affidano alla professionalità di ICS Maugeri S.p.A. sono i pazienti ospedalieri e quelli indirizzati direttamente dai propri medici di medicina generale. Dallo scoppio della pandemia, per far fronte all’emergenza sanitaria, i reparti riabilitativi sono stati trasformati in poco tempo in reparti infettivi acuti e hanno permesso di curare e seguire oltre 6mila persone. La competenza, la disponibilità e l’umanità dei professionisti hanno accolto i pazienti che non potevano essere ricoverati negli ospedali, offrendo Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) studiati su misura al fine di prevenire e limitare le problematiche post-Covid. Solo per l’anno 2020 sono stati inoltre investiti tre milioni di euro in dispositivi di protezione per la tutela di pazienti e operatori.

ICS Maugeri S.p.A.: gli obiettivi futuri

“Non ci può essere un reale sviluppo per una società se la persona non è in salute”: il concetto espresso dal fondatore Salvatore Maugeri ha sempre guidato l’operato di ICS Maugeri S.p.A. che, con il passaggio a Società Benefit avvenuto nel 2016, condivide e promuove i criteri di responsabilità socio-ambientale. La classificazione sistematica dei dati e la precisa rendicontazione dell’attività quotidiana permettono di soddisfare i requisiti di trasparenza perseguendo un miglioramento continuo. Gli obiettivi di impatto sociale da raggiungere nei prossimi anni prevedono un maggiore coinvolgimento dei pazienti e degli stakeholder in generale: il Bilancio di Impatto infatti, che con il supporto di Altis Università Cattolica ha coinvolto 1.000 pazienti, 200 caregiver, 28 manager e dirigenti medici e 18 associazioni di pazienti e volontariato, mette il paziente al centro. Inoltre, come sottolinea Chiara Maugeri, gli obiettivi riguardano anche il miglioramento delle condizioni di lavoro, compresa in particolar modo la conciliazione vita-lavoro delle donne. ICS Maugeri S.p.A. mira a una crescita ulteriore per contribuire altresì alla sostenibilità ambientale: i grandi investimenti relativi all’efficientamento energetico permetteranno di ridurre le emissioni di CO2 e, con il programma “plastic free” delle mense aziendali, anche la percentuale di materiali plastici.

Claudio Descalzi

Eni, trimestre positivo. Claudio Descalzi: “Buy-back da €400 milioni per i prossimi sei mesi”

Con 2 miliardi di Ebit e 0,93 di utile netto, Eni registra 1,6 miliardi in più rispetto al 2020, come sottolineato dall’AD Claudio Descalzi. Estremamente positivo anche l’andamento delle rinnovabili.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: “Robusta performance di E&P traino dei risultati”

Eni sembra ormai essersi lasciata alle spalle la crisi provocata dalla pandemia. Il Gruppo guidato da Claudio Descalzi ha registrato risultati più che incoraggianti da inizio anno. Una crescita confermata anche dall’andamento del secondo semestre. I numeri parlano chiaro: in confronto al 2020, l’utile netto è tornato a salire, raggiungendo quota 0,93 miliardi, che diventano 1,20 se si considera il semestre. “In un contesto economico più favorevole e uno scenario energetico con fondamentali migliorati – ha dichiarato l’AD presentando i dati approvati dal CdA − il Gruppo ha registrato inoltre €2 miliardi di Ebit, con un incremento di +€1,6 miliardi rispetto al secondo trimestre 2020″. Il “merito” va in particolare al settore Exploration and Production: “Il risultato è stato trainato dalla robusta performance di E&P – ha spiegato Claudio Descalzi – che ha conseguito un ebit di €1,84 miliardi, in aumento di +€2,6 miliardi rispetto allo scorso anno”. Positivi anche i risultati di Eni gas e luce & Rinnovabili: l’Ebit è cresciuto di circa 50 milioni, arrivando ad un totale di 70.

Claudio Descalzi: “Risultati ci consentono di ritornare ai livelli pre-Covid”

Con i numeri del secondo trimestre, Eni prosegue nel percorso di crescita avviato già alla fine dello scorso anno. “I risultati finora conseguiti − ha annunciato Claudio Descalzii progressi nell’implementazione della nostra strategia e le previsioni sulla gestione ci consentono, allo scenario di riferimento Brent di 65 $/bbl, di riportare il dividendo 2021 al livello pre-COVID di €0,86 per azione”. Il passo successivo per Eni, continua, sarà “avviare un programma di buy-back da €400 milioni per i prossimi sei mesi. Come annunciato al mercato, il 50% del dividendo sarà distribuito a settembre”. In tema di rinnovabili la strada imboccata sembra essere quella giusta: con 2 GW di potenza installata e in costruzione, il Gruppo ha raggiunto e superato il target al 2021. Estremamente positivi anche i risultati della chimica, che con un Ebit di circa €200 milioni, in crescita di +€270, ha raggiunto i migliori risultati di sempre: “La performance del business e la selettività negli investimenti – ha concluso Claudio Descalzici hanno consentito di generare nel primo semestre 2021 un rilevante free cash flow di €1,82 miliardi dopo il finanziamento degli investimenti organici”.

Municipia S.p.A.: su “Investire” l’intervista al Presidente Stefano De Capitani

Municipia S.p.A., l’intervista al Presidente Stefano De Capitani su “Investire”: la collaborazione pubblico-privato è fondamentale per non disperdere risorse importanti per la ripartenza.

Stefano De Capitani

Il ruolo delle infrastrutture digitali nella ripartenza del Paese: il focus di Stefano De Capitani

La ripartenza del nostro Paese passa anche attraverso le infrastrutture digitali. Lo spiega il Presidente di Municipia S.p.A. Stefano De Capitani in un’intervista per “Investire”. Richiamando “uno dei leit motiv” di questo periodo, “il paradigma della città da 15 minuti in cui ognuno di noi possa muoversi e trovare tutti i servizi che necessita in tempi brevi”, il Presidente Stefano De Capitani osserva come il pensiero corra quasi automaticamente alle infrastrutture fisiche ma altrettanto vero è “che se si investisse di più nelle infrastrutture digitali cambierebbe anche il concetto di raggiungibilità e di distanza perché attraverso un servizio online di gestione dei pagamenti, della propria contabilità e amministrazione, l’unica cosa che servirebbe sarebbe avere un pc o un altro device connesso”.

Intervista a Stefano De Capitani: l’importanza del partenariato pubblico-privato

Nell’intervista il Presidente di Municipia S.p.A. Stefano De Capitani si è inoltre soffermato sull’importanza della collaborazione tra pubblico e privato. “Serve sia nella gestione delle risorse che negli investimenti”, ha spiegato in merito, sottolineando come sia necessario distinguere i due aspetti “perché oggi va sfatato il mito che, siccome ci sono risorse pubbliche in abbondanza, quelle pubbliche non servono”. Inoltre, non bisogna dimenticare che le risorse pubbliche che useremo sono “in larga parte” a debito: come osserva Stefano De Capitani, non essendo a fondo perduto ma capitali che dovranno poi essere restituiti “graveranno sulle generazioni attuali e future”. Ben venga quindi “anche la disponibilità di investitori privati”: inoltre “l’unione di risorse pubbliche e private fa sì che si lavori meglio in un’ottica di profitto e rimborsabilità perché l’attenzione del privato, insieme alle capacità pubbliche, porta a un impiego più virtuoso degli strumenti a disposizione”.

Atitech lancia Fondo per figli dei dipendenti, Gianni Lettieri: “Risorse per sanità e formazione”

Università, visite mediche, costi di avviamento professionale: sono alcune delle spese coperte dal Fondo di Atitech per i dipendenti. Gianni Lettieri: “Modo migliore per sottrarre il Mezzogiorno alla pratica della ricerca del posto fisso”.

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri (Atitech): “Giovani e lavoro problema principale dei genitori del Sud”

La disoccupazione giovanile continua ad essere un problema estremamente sentito; ancora di più vero nel Mezzogiorno d’Italia. Con la crisi scaturita dalla pandemia, il quadro non è certo migliorato: sempre più giovani abbandonano il Sud alla ricerca di lavoro. Un trend che bisogna assolutamente invertire, come ha dichiarato il Presidente di Atitech Gianni Lettieri durante l’annuncio di un Fondo destinato al welfare aziendale. Un totale di 500mila euro per aiutare i dipendenti a sostenere crescita e sviluppo professionale dei propri figli. Diverse le spese coperte dall’iniziativa lanciata dalla prima MRO indipendente d’Europa: università, costi di avviamento per attività professionali, visite mediche ed esami clinici non coperti. Il Fondo si concentra in particolare sul tema del lavoro giovanile: “Si pensi che al Nord esiste una impresa ogni 7 abitanti, al Sud una ogni 80”. È il motivo per cui il Patron di Atitech ha deciso di puntare sui giovani: “Questa volta – ha commentato Gianni Lettierilo faremo partendo da una migliore copertura sanitaria del nostro personale e dall’avvenire lavorativo dei figli”.

Gianni Lettieri (Atitech): “Al Sud nasce un’impresa ogni 80 abitanti, al Nord una su 7”

La realtà di Capodichino è da sempre molto attenta alle esigenze sociali del territorio. Tra queste la difficoltà dei giovani ad intraprendere un percorso professionale e soprattutto imprenditoriale: “Aiutare i giovani a mettersi in proprio, ad avviare una nuova attività facendo leva sulle proprie capacità – ha spiegato Gianni Lettieriè il modo migliore per sottrarre il Mezzogiorno alla pratica della ricerca del posto fisso”. Il Fondo Atitech si basa sul microcredito. Tutti i lavoratori con almeno dieci anni di anzianità potranno accedere a prestiti con un importo massimo di 30mila euro e un tasso fisso e agevolato dell’1,5%. Un iter molto semplice, che parte da un unico modulo che il dipendente deve inviare all’attenzione di una Commissione, che valuterà la richiesta. Quest’ultima è formata dal direttore finanziario, dal direttore generale e dal direttore del personale. A dare il via definitivo ad ogni pratica sarà il Presidente Gianni Lettieri a cui spetta l’ultima parola: “Anche in questo modo – conclude l’imprenditore – si colma la distanza che continua a separarci dal Nord e dall’Europa”.

Architettura sostenibile: il modello di Antonio Franchi

Anche il settore edilizio può contribuire alla lotta contro l’emergenza climatica. I requisiti fondamentali per un’architettura sostenibile sono condivisi e promossi da The Residenze, società guidata da Antonio Franchi e impegnata nella ristrutturazione e valorizzazione di Palazzo Ravasio (Verona).

Antonio Franchi

Edilizia sostenibile: il contributo della realtà guidata da Antonio Franchi

Transizione e sviluppo sostenibile: due parole chiave che rappresentano i pilastri sui quali si basa l’attuale sfida contro il cambiamento climatico. I dati ufficiali confermano che in Europa gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra, è quindi evidente l’effetto del settore edilizio sull’impatto ambientale. Pertanto, è fondamentale che il nuovo modo di progettare, costruire e abitare si basi sull’utilizzo di tecniche e materiali sostenibili per garantire il pieno rispetto ambientale e il comfort abitativo. In Italia sono numerose le realtà che stanno indirizzando le nuove costruzioni e ristrutturazioni verso progetti fondati sui principi di sostenibilità: The Residenze ne è un esempio, la società guidata da Antonio Franchi è infatti impegnata in un’opera di ristrutturazione e valorizzazione di Palazzo Ravasio (tra gli edifici più storici e importanti di Verona) all’insegna dei criteri ESG e dei principi di architettura sostenibile. Il progetto mira inoltre a creare una sinergia tra architettura, arte, design e tecnologia, ciò che la Commissione Europea promuove attraverso il programma New European Bauhaus. Per poter realizzare edifici a zero emissioni, zero consumo energetico e zero residui, e che siano in grado di garantire benessere e comfort, è necessario ripensare il metodo di costruzione utilizzando materiali rinnovabili e riciclati e avvalendosi del supporto di un team interdisciplinare.

Il progetto di Antonio Franchi: un modello di architettura sostenibile

Gli edifici di nuova costruzione utilizzati dalle pubbliche amministrazioni, scuole incluse, devono, dal 31 dicembre 2018, essere immobili a energia quasi zero. Tale direttiva coinvolge, da gennaio 2021, tutti gli stabili pubblici e privati, di nuova costruzione o soggetti a ristrutturazioni significative. Per poter parlare di architettura sostenibile, gli immobili devono soddisfare tre criteri fondamentali: la qualità della vita, la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico. Il benessere abitativo è garantito dall’uso di tecniche e materiali ecologici (naturali, recuperati o riciclati e facilmente smaltibili al termine del loro ciclo di vita) che permettono di ridurre i consumi e aumentare il risparmio energetico, ma tale comfort può essere compromesso dall’inquinamento indoor. Questo fenomeno è determinato dalla presenza di agenti biologici, fisici o chimici inquinanti che possono essere eliminati con soluzioni specifiche (materiali adeguati, pulizia mirata, buona coibentazione): per far fronte a tale problematica, il progetto di Palazzo Ravasio, portato avanti da Antonio Franchi, prevede l’utilizzo di un impianto ionizzatore per la purificazione di particelle inquinanti e di polveri sottili e un impianto di ricambio continuo dell’aria al fine di sanificare l’aria indoor e i canali del sistema di ventilazione meccanica. Il risparmio energetico e la riduzione dei consumi dipendono sì dai materiali utilizzati, ma anche da ulteriori fattori quali il clima, la vegetazione esistente, l’illuminazione naturale e il livello di umidità. In generale, un progetto definito eco-sostenibile non solo aspira al comfort abitativo, ma mira anche a tutelare l’ambiente, il suolo e il paesaggio.