Il binomio giustizia-economia: il focus di Paola Severino al Forum Ambrosetti

“Investire di più nella giustizia a servizio di imprese e cittadini”: al Forum The European House – Ambrosetti l’intervento di Paola Severino intitolato “Giustizia ed economia: un binomio necessario, anche in tempo di Covid, ma difficile da coniugare”.

Paola Severino investire nella giustizia

Paola Severino: investire di più nella giustizia porterà benefici economici

La Vicepresidente dell’Università Luiss “Guido Carli” di Roma Paola Severino è intervenuta nel corso dell’edizione 2020 del Forum The European House – Ambrosetti, invitata nell’ambito del panel “Intelligence on the world, Europe, and Italy – Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” ad analizzare i legami tra il settore giudiziario ed economico oggi, anche in relazione alle loro prospettive di sviluppo. Secondo quanto indicano i dati di Eurostat e dell’EU Justice Scoreboard elaborati da The European House Ambrosetti, la spesa per il sistema giudiziario, in rapporto alla popolazione, posiziona l’Italia all’undicesimo posto in Europa. Individuare soluzioni per il sistema giustizia porterebbe quindi a un beneficio economico, in termini di minori costi, compreso tra l’1,3% e il 2,5% del Pil (equivalenti a 22-40 miliardi di euro). In parallelo, l’allineamento delle performance giudiziarie alla media di Germania, Francia e Spagna determinerebbe un aumento dell’attrattività degli investimenti, a fronte di un loro incremento stimato fino a 170 miliardi di euro. Come sottolineato quindi da Paola Severino, “se ne ricava che un maggiore finanziamento della Giustizia non solo risponde a esigenze primarie, fortemente avvertite dai cittadini come attuazione di diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione, ma rappresenterebbe un investimento anche economicamente apprezzabile”.

Paola Severino: il valore della lotta alla corruzione per la competitività del Paese

La spesa per la giustizia rappresenta dunque un investimento, come rimarcato da Paola Severino al Forum Ambrosetti. Nel suo intervento la Vicepresidente dell’Università Luiss si è soffermata ad analizzare gli effetti dell’emergenza Coronavirus sul sistema giustizia: “Credo che l’emergenza Covid e le conseguenze che essa ha prodotto in termini di rinvii dei processi evidenzieranno ancor più le croniche carenze di personale e richiederanno un importante ricambio generazionale”. La giurista ha invitato quindi a cogliere da un evento come questo “tragico e portatore di immani conseguenze negative” l’occasione “per la formazione e la selezione di giovani particolarmente dotati in materia di elaborazione, programmazione e gestione dati, destinati a costituire l’ossatura di supporto della giustizia digitale e quindi contribuire in maniera significativa al miglioramento della performance giudiziaria”. Paola Severino si è espressa inoltre sul fenomeno della corruzione analizzando come possa incidere sulla reputazione del sistema e quanto la sua diffusione possa condizionare le scelte di un investitore. “Dobbiamo pretendere che la rappresentazione del fenomeno e la sua misurazione avvengano in maniera oggettiva e corretta” ha auspicato la Vicepresidente dell’Università Luiss, ricordando come il fenomeno criminoso cercherà “di sfruttare l’irripetibile occasione della distribuzione di un enorme ammontare di fondi pubblici”. È altrettanto necessario “pretendere regole di concorrenza leale anche nella rappresentazione di fenomeni che incidono profondamente sulla reputazione dell’Italia”.

Agricoltura, accordo CDP-Iccrea Banca: le considerazioni dell’AD Fabrizio Palermo

Cassa Depositi e Prestiti, 250 milioni di euro per nuovi finanziamenti a PMI e Mid-Cap attive nei settori agricolo e agroindustriale: l’accordo con Iccrea Banca nelle parole dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale Fabrizio Palermo.

Fabrizio Palermo

Fabrizio Palermo: l’impegno di CDP nel sostenere le imprese al centro del Protocollo d’Intesa con Iccrea Banca

È stato sottoscritto lo scorso 22 luglio il Protocollo d’Intesa tra Cassa Depositi e Prestiti e Iccrea Banca, Capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, che impegna le due realtà a collaborare nella realizzazione di iniziative finalizzate a sostenere le imprese italiane. Come sottolineato dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale Fabrizio Palermo, nell’accordo si esprime quanto definito nel Piano industriale 2019-2021 di CDP che prevede azioni specifiche di supporto alle imprese, in piena sinergia e complementarietà con il sistema bancario: l’ottica, anche attraverso l’allargamento delle scadenze dei finanziamenti, è di sostenerle concretamente nell’attuale fase di emergenza da Covid-19. Il Protocollo definisce in primo luogo l’erogazione di un finanziamento a lungo termine da parte di CDP per 250 milioni di euro che sarà impiegato dal Gruppo Iccrea per concedere nuovi finanziamenti a PMI e Mid-Cap attive nei settori agricolo e agroindustriale. Questi, come si legge nella nota, potranno avere fino a 15 anni di durata e supportare la realizzazione di progetti complessi, tipici dei settori destinatari dell’iniziativa. L’accordo prevede inoltre l’estensione della collaborazione tra il Gruppo guidato da Fabrizio Palermo e l’istituto bancario anche in altri settori di rilievo come il comparto turistico-alberghiero. Ulteriore ambito di collaborazione riguarderà lo sviluppo di strumenti di finanza alternativa quali i cosiddetti “basket bond”, operazioni di cartolarizzazione di mini-bond appositamente emessi da imprese PMI e Mid-Cap, in relazione a cui CDP e Iccrea agirebbero in qualità di investitori principali per attrarre ulteriori capitali privati.

CDP: il valore dell’accordo con Iccrea Banca nel commento dell’AD e DG Fabrizio Palermo

“L’intesa sottoscritta con il Gruppo Iccrea conferma la strategia di CDP per sostenere l’accesso al credito delle imprese italiane, attraverso la collaborazione con le principali istituzioni finanziarie nazionali e l’attrazione di ulteriori capitali privati” ha spiegato in merito l’AD e DG di CDP Fabrizio Palermo aggiungendo che “in particolare, l’operazione appena perfezionata a sostegno delle aziende del comparto agricolo e agroindustriale, consentirà di fare affluire importanti risorse a medio-lungo termine in uno dei settori chiave dell’economia italiana”. L’obiettivo indicato da Fabrizio Palermo è “favorire, in linea con la nostra mission, un processo virtuoso di sviluppo e crescita e supportare il superamento della fase di emergenza da Covid-19”. In base al Protocollo saranno realizzate inoltre operazioni dirette in co-finanziamento a favore di Mid-Large Corporate a supporto di investimenti nei settori della ricerca, innovazione, infrastrutture, real estate, valorizzazione del patrimonio culturale, ambiente ed energia, lo sviluppo sostenibile (ESG), nonché il potenziamento delle iniziative a favore dell’export e dell’internazionalizzazione.

Progetto Italia, il contenitore di centrodestra presieduto da Carlo Malinconico

Durante la prima Assemblea nazionale di Progetto Italia è intervenuto Carlo Malinconico, giurista, Presidente del nuovo contenitore moderato vicino al centrodestra.

“La priorità è l’economia e noi mettiamo al centro l’impresa”: le parole di Carlo Malinconico al primo incontro del movimento “Progetto Italia”.

Carlo Malinconico

L’intervento di Carlo Malinconico

“L’Italia è un grande Paese oggi sottodimensionato in ambito internazionale: dobbiamo recuperare un ruolo soprattutto sullo scacchiere europeo”. Carlo Malinconico enuncia gli obiettivi di “Progetto Italia per la buona politica”, il movimento di centrodestra moderato presentato lo scorso 4 marzo a Roma, data in cui si è tenuta anche la prima Assemblea nazionale. Il giurista, fondatore dell’omonimo Studio Legale e con importanti esperienze istituzionali, ricopre la carica di Presidente, mentre Massimo Baldini, ex sottosegretario alle Comunicazioni con l’ultimo governo Berlusconi, è il coordinatore nazionale della nuova forza. “Vogliamo unire l’elettorato laico, riformista, cattolico per formare un nuovo soggetto – ha commentato Baldini – che affronti i problemi con equilibrio, responsabilità, cultura politica e rispetto delle istituzioni. Oggi oltre il 40% dell’elettorato si rifugia nell’astensione: dobbiamo ricreare fiducia e un rapporto con le istituzioni”. “Progetto Italia” si rivolge dunque a quegli elettori che hanno smarrito la propria identità politica ma che sono culturalmente contrari agli estremismi di una certa fetta di destra. Elettori che desiderano un ritorno alla “buona politica”, in modo da poter agire a testa alta nei rapporti internazionali: “Francia e Germania lavorano a una conferenza sul futuro dell’UE – ha dichiarato Carlo Malinconicomentre noi siamo assenti a questi tavoli”.

Carlo Malinconico, studi e carriera professionale

Fondatore e titolare dello Studio Legale Malinconico, Carlo Malinconico è un avvocato con competenze nel Diritto Amministrativo e specializzato in Diritto Pubblico dell’Economia e degli Appalti e delle Concessioni. Negli anni della sua carriera ha ricoperto diversi incarichi pubblici: tra i vari, è stato Capo Ufficio Legislativo del Ministero del Tesoro, Consigliere Giuridico dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e infine Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nato a Roma, dopo un brillante percorso in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano, supera numerosi concorsi pubblici. Entra nell’Avvocatura dello Stato di Milano, dove resta dal 1976 al 1985, per poi cedere poi al Consiglio di Stato. Agli inizi degli anni 2000 dà il via alla sua carriera come docente, collaborando con diversi Atenei: inizialmente alla Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze, poi all’Università degli Studi di Udine e infine a Roma Tor Vergata. Nello stesso periodo Carlo Malinconico fonda lo Studio Legale che dirige ancora oggi: grazie ai suoi risultati, recentemente la legal firm ha ottenuto il premio Le Fonti Awards 2020 come Boutique di Eccellenza dell’Anno Diritto Amministrativo.

Terna: i risultati del primo semestre 2020 commentati dall’AD e DG Stefano Donnarumma

Investimenti, ricavi, EBITDA e utile netto in crescita: l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Stefano Donnarumma commenta i risultati del primo semestre 2020 di Terna, sottolineando il ruolo guida del Gruppo per una transizione energetica sostenibile.

Stefano Donnarumma, AD Terna

Stefano Donnarumma: primo semestre 2020 in crescita per Terna

Sono stati approvati i risultati al 30 giugno 2020 di Terna: a confermarlo è l’AD e DG Stefano Donnarumma, che ha commentato i dati esaminati dal Consiglio di Amministrazione riunitosi sotto la presidenza di Valentina Bosetti. Il Gruppo ha fatto registrare in questo semestre una crescita di tutti gli indicatori, accelerando in particolare a partire dalla fase 2 dell’emergenza, segnatamente nei mesi di giugno e luglio. Aumentano i ricavi, che toccano quota 1.183,1 milioni di euro, 85,3 milioni di euro in più rispetto al corrispondente periodo del 2019 (+7,8%). È soprattutto nel secondo trimestre dell’anno che si verifica la maggiore crescita dei ricavi (+9,8%). Segno positivo anche per l’EBITDA (Margine Operativo Lordo), che si assesta a 876,0 milioni di euro, incrementando di 29,8 milioni di euro il risultato conseguito nello stesso periodo del 2019 (+3,5%). A valle di ammortamenti e svalutazioni, cresce anche l’EBIT (Risultato Operativo), che passa dai 557,5 milioni di euro del primo semestre 2019 ai 573,7 milioni di euro del primo semestre 2020 (+2,9%). In miglioramento, inoltre, il risultato ante imposte (+3,1%), le imposte (+3,1%), l’utile netto di Gruppo (+3,0%) e gli investimenti complessivi (+8%), dato che conferma la grande capacità di Terna nel perseguire i propri obiettivi, nonostante la sospensione delle attività nei cantieri dovuta all’emergenza sanitaria. In crescita anche i dipendenti, che a fine giugno 2020 sono pari a 4.668, 378 in più rispetto al 31 dicembre 2019.

Stefano Donnarumma: “Terna rivedrà in chiave evolutiva il suo piano pluriennale”

Illustrando i dati del primo semestre 2020, Stefano Donnarumma ha sottolineato come “la fase di lockdown, iniziata il 9 marzo e terminata il 3 maggio, ha determinato un inatteso quanto importante stress test della rete elettrica di trasmissione”. Questo ha comportato un forte decremento della domanda di elettricità, a cui ha fatto seguito un incremento della produzione da fonti rinnovabili, che a maggio 2019 ha raggiunto il valore più alto di sempre (51,2%). “Le prospettive economiche”, ha aggiunto l’AD e DG di Terna, “a livello globale rimangono improntate alla debolezza, in considerazione dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, che ha caratterizzato la prima parte del 2020 e che ha avuto un pesante impatto sui mercati e sull’economia nazionale e mondiale, nonché dell’attuale contesto in continua evoluzione e comunque caratterizzato da una maggiore incertezza legata ai possibili sviluppi della pandemia”. In questo contesto, conclude Stefano Donnarumma, “il Gruppo continuerà ad essere impegnato nella realizzazione di nuove infrastrutture di rete a conferma del ruolo guida di Terna per una transizione energetica sostenibile, facendo leva su innovazione, competenze e tecnologie distintive a beneficio di tutti gli stakeholder”. Il supporto alle iniziative indispensabili per una rapida ripresa del Paese sarà offerto anche grazie a una revisione in chiave evolutiva del piano pluriennale del Gruppo, favorendo “ulteriori accelerazioni nella realizzazione delle infrastrutture”.

Rodolfo Belcastro: dalla laurea in Scienze della Comunicazione all’incarico in SACE

Rodolfo Belcastro è attualmente Chief Communications Officer di SACE, incarico che lo porta a coordinare il team di comunicazione che si occupa di Brand, Digital and People Communications, Ufficio Stampa ed Editorial Desk, Eventi, Sponsorship e Sostenibilità.

Rodolfo Belcastro

Rodolfo Belcastro: l’inizio della carriera e l’attività giornalistica

Originario di Palermo, classe 1975, Rodolfo Belcastro è laureato con lode in Scienze della Comunicazione presso l’Università della sua città. Prosegue il suo percorso di studi con un Master con praticantato giornalistico presso la Scuola di Giornalismo biennale. Dal 2005 è giornalista professionista. Rodolfo Belcastro inizia la sua carriera nel 1991 come giornalista freelance attivo negli ambiti dedicati alla tecnologia, TLC, innovazione e cronaca. Ha collaborato con l’Agenzia Stampa Italpress, il Giornale di Sicilia e, in qualità di inviato da New York, ha partecipato al principale evento del mondo di Apple, il “MacWorld”. Prosegue nel settore della comunicazione, attivandosi anche in ambito finanziario, corporate e istituzionale. Dal 2000 al 2004 è alla direzione delle relazioni esterne e rapporti istituzionali per il gruppo CIT – Compagnia Italiana Turismo S.p.A. in Sicilia. Passa in seguito alla Redazione Interni, Cronache Italiane di ANSA, ricoprendo il ruolo di giornalista dal 2004 al 2007, anno in cui approda in ANAS in qualità di Responsabile dei Rapporti con i Media Nazionali nella Direzione Relazioni Esterne e Rapporti Istituzionali, oltre a ricoprire altri incarichi di responsabilità.

Rodolfo Belcastro: l’ascesa professionale e gli incarichi attuali

Rodolfo Belcastro entra in Cassa Depositi e Prestiti nel 2015 in qualità di Responsabile del “Reputation Management”. Ricoprendo tale ruolo si occupa di tutelare l’immagine aziendale della Società e del Gruppo, lavorando in ottica Ufficio Stampa, Crisis Communication, social media management, rapporti con media e relazioni con influencer e opinion leader. Al contempo è socio professionista di Ferpi e svolge consulenza manageriale tra il 2012 e il 2016 nei settori delle infrastrutture, oil & gas, Epc ed energia. Nel gennaio 2018 diventa Direttore della Comunicazione del Gruppo CIR, per cui gestisce tutte le attività legate alla comunicazione in coordinamento con quelle svolte per le controllate Sogefi, KOS e GEDI. Attualmente Rodolfo Belcastro è Direttore della Comunicazione in SACE, incarico ricevuto a marzo 2019. Al contempo è Adjunct professor e speaker di diversi programmi di alta formazione manageriale presso la LUISS Business School.

ASPI, investimenti per 7 miliardi: Roberto Tomasi ai microfoni di Radio 24

7 mila dipendenti, 7 miliardi di investimenti pronti a partire con progetti esecutivi approvati: l’intervista di Radio 24 all’Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi.

Roberto Tomasi

Roberto Tomasi a “24Mattino”: investimenti per 7 miliardi pronti per essere sbloccati

Investimenti per 7 miliardi di euro pronti a partire con progetti esecutivi approvati: lo sottolinea l’Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi intervistato lo scorso 23 giugno a Radio24. “Nel ruolo che ricopro non posso che cercare di essere ottimista. È da luglio del 2019 che dialoghiamo con il Governo per cercare un componimento della situazione” ha spiegato l’AD sottolineando che sono state messe in atto “tutte le azioni di tutela necessarie sia nei confronti dell’Europa che dei tribunali amministrativi per salvaguardare gli interessi dell’azienda”. Sono 7 mila i dipendenti della società, come ricorda l’AD, e 7 miliardi gli investimenti in piano: “Quindi un quadro di riferimento complesso e che deve essere considerato un valore per il sistema Paese”. In passato è emersa “una non gestione o una non corretta gestione del sistema infrastrutturale del Paese” per il quale è indispensabile “una pianificazione di medio e lungo termine” secondo Roberto Tomasi. Nell’ultimo anno di collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture “sono stati fatti grandissimi passi in avanti” ma “è mancata una visione strategica della manutenzione”. “La mancanza di una chiara definizione non ha prodotto un piano di manutenzione coerente con le necessità” ha aggiunto l’AD.

Roberto Tomasi: innovazione e sostenibilità, il piano di trasformazione di ASPI

In Autostrade per l’Italia (ASPI) da luglio 2015, Roberto Tomasi ne è stato prima Co-Direttore Generale, incarico che lo ha portato a supervisionare lo sviluppo di nuove opere gestendo complessivamente investimenti per 14,5 miliardi: tra queste la realizzazione della Variante di Valico, il completamento dei lavori sulla dorsale Adriatica A14, l’avvio di nuovi progetti di potenziamento. Nominato nel 2018 Direttore Generale, ne diventa Amministratore Delegato nel gennaio dello scorso anno. Ricerca, sviluppo, sostenibilità e digitalizzazione sono gli assi intorno a cui il futuro della società deve essere costruito: questa è la vision di Roberto Tomasi. Il piano di trasformazione della società lanciato lo scorso febbraio guarda proprio verso la realizzazione di una “green infrastructure”: 7,5 miliardi di euro per investimenti e manutenzioni fino al 2023, oltre 1.000 assunzioni e massima priorità a sicurezza su strade, cantieri e luoghi di lavoro.

Luigino Lusuriello: formazione, carriera e traguardi personali del manager Eni

Dopo oltre trent’anni di collaborazione, oggi Luigino Lusuriello è al centro della trasformazione digitale di Eni.

Luigino Lusuriello

Luigino Lusuriello: studi e prime responsabilità

Genovese, classe 1961, Luigino Lusuriello è uno dei manager che hanno fatto la storia del Gruppo Eni. Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria Meccanica presso l’Università della sua città natale, le sue competenze lo portano a prestare servizio nella Marina Militare italiana per due anni come ufficiale del Genio Navale. È il 1988 quando fa il suo ingresso in Agip S.p.A.: il suo primo incarico è quello di progettista delle strutture onshore. Pochi anni più tardi è già Yard Manager per il sito di Ravenna. Nel 1993 la sua prima esperienza internazionale, nello specifico in Congo, come Platform Manager. In seguito ritorna in Italia, nella sede di Crema, dove viene promosso Manager – Production and Maintenance Technologies. Dal 1998 Luigino Lusuriello è a Ortona, dove, per circa sei anni, assume il ruolo di Project Manager, Production Manager e Capo Distretto. Svolgerà lo stesso incarico anche per il sito della Val d’Agri.

Luigino Lusuriello: l’affermazione internazionale e gli incarichi al vertice di Eni

In seguito alle esperienze di Ortona e Val d’Agri, Luigino Lusuriello ritorna in Congo: il manager opera in Africa fino al 2004 sia come Managing Director che come Deputy Managing Director and Technical Director. Dopo un anno come Regional Vice President dell’Estremo Oriente, si trasferisce nel Regno Unito. Qui, nel Canale della Manica, è responsabile delle estrazioni oil&gas come Managing Director. Nel frattempo rafforza le sue competenze manageriali partecipando al corso “The Oxford Advanced Management and Leadership Programme”. Nel 2009 continua la sua ascesa nel Gruppo grazie alla nomina a Vice President della regione Kazakhstan – Karachaganak, per poi diventare due anni dopo Senior Vice President del Programma Iraq. È il 2012 quando Luigino Lusuriello viene nominato Executive Vice President Operations di Eni: l’incarico dura fino al 2018, anno in cui il manager diventa responsabile della digital transformation del Gruppo.

Percorso formativo e professionale di Nicola Volpi, CEO di Movidea

Nel corso di una carriera ultratrentennale, Nicola Volpi si è reso protagonista di operazioni di successo portate a termine nel settore degli investimenti e del Private Equity su scala internazionale.


Nicola Volpi: background accademico ed esperienze nel settore del Private Equity

CEO e Socio fondatore di Movidea, società di investimento nel settore dei beni e dei servizi di lusso in Italia e all’estero, Nicola Volpi è nato a Milano nel 1961. Esperto di Private Equity, si è laureato in Business Administration presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano e ha proseguito il suo percorso formativo con una specializzazione in Finance conseguito presso la SDA Bocconi. La sua prima esperienza professionale è in Sefimeta S.p.A. (Gruppo Montedison) nella posizione di Analista Finanziario. In seguito, entra in Sanpaolo Finance S.p.A. (attuale Gruppo Intesa Sanpaolo), realtà in cui Nicola Volpi, in qualità di Responsabile della Divisione Leverage Finance, è protagonista dell’organizzazione del finanziamento delle prime operazioni di buy-out realizzate in Italia. Il 1995 segna il suo ingresso in Schroder Ventures Italy, una delle prime realtà in Italia ad occuparsi di Private Equity, di cui diventa partner due anni dopo.

Nicola Volpi: la nascita di Permira e di Movidea

La carriera di Nicola Volpi prosegue nel 1999 con la fondazione, insieme ad altri soci, di Permira, realtà che negli anni ha acquisito una posizione di primo piano nel settore del Private Equity a livello europeo e in seguito mondiale, con un capitale di oltre 40 miliardi di euro in gestione. I successi ottenuti lo conducono a ricoprire ulteriori posizioni apicali: nel 2005, infatti, viene nominato Amministratore Delegato di Permira Associati S.p.A. e successivamente entra a far parte dell’Executive Committee che guida Permira nel mondo. Permira in Italia realizza numerose operazioni di acquisizione e dismissione di marchi internazionali sotto la sua gestione. Basti citare Ferretti Yachts, Marazzi, Veneta Cucine, Tfl, Valentino e Sisal. Il 2013 segna l’inizio di una nuova avventura professionale grazie alla nascita di Movidea, società di investimento nel settore dei beni e dei servizi di lusso in ambito italiano e internazionale, fondata insieme ad Emilio Petrone. Guidata da Nicola Volpi con il ruolo di Presidente e Amministratore Delegato, la società realizza operazioni di investimento di capitali in società non quotate, accompagnandole nella crescita e nella valorizzazione nel lungo periodo. Tra gli investimenti compiuti, l’ingresso nel capitale di Pagani Automobili S.p.A., di cui Nicola Volpi è ancora oggi Membro del CdA. Tra il 2014 e il 2018 ha ricoperto lo stesso ruolo in FC Internazionale S.p.A., con contributi nell’area finanza straordinaria, organizzazione e pianificazione strategica.

Adnkronos, intervista a Claudio Descalzi: valore e investimenti a lungo termine, il modello Eni

“Puntare su valori e investimenti a lungo termine ha reso Eni credibile sui mercati internazionali”: le dichiarazioni dell’AD Claudio Descalzi nella video-intervista ad Adnkronos.

Claudio Descalzi, AD Eni

Eni, la video-intervista di Adnkronos all’AD Claudio Descalzi: “In Africa un patrimonio energetico incredibile”

La credibilità di Eni sui mercati internazionali è frutto di una strategia efficacemente capace di coniugare investimenti a lungo termine e creazione di valore. È l’AD Claudio Descalzi a sottolinearlo nel corso dell’intervista rilasciata ad Adnkronos lo scorso 23 luglio: “La nostra storia in Africa non è recente. Recente è semmai il fatto che siamo diventati tra le prime società che operano nel Continente”. Ripercorrendone dunque le tappe, l’AD ha evidenziato come il modello Eni, dagli anni ’50 in poi, si sia differenziato “perché siamo entrati come una piccola società e quindi la nostra crescita è stata basata su un modello che non guardasse solo alla creazione di profitto ma anche ai valori che si radicano solo se si diventa parte organica della società dove operi ed eserciti un’attività”. Il patrimonio energetico che detiene l’Africa secondo Claudio Descalzi è “incredibile”: “Ha il 13-14% della popolazione mondiale ma dal punto di vista energetico consuma solo il 3-4%. Per questo abbiamo deciso di affiancare, oltre alle risorse destinate all’export, una parte destinata al mercato interno. Risorse africane per l’Africa. Su questo obiettivo noi abbiamo investito più di due miliardi nelle politiche di sviluppo dell’energia”.

Claudio Descalzi: la crescita di Eni nel mondo tra creazione di valore e investimenti a lungo termine

Decidere di investire oltre due miliardi nelle politiche di sviluppo dell’energia per l’Africa può sembrare una scelta “rischiosa da un certo punto di vista” osserva nell’intervista ad Adnkronos l’AD Claudio Descalzi: “Orientarsi sull’export ha certamente un ritorno più sicuro, ma vendere energia localmente vuol dire potersi permettere di costruire infrastrutture, centrali e reti elettriche, distribuzione, sviluppo del know-how e quindi lavoro, formando professionalità e competenze. Con un ritorno che all’inizio può essere inferiore ma che a lungo andare ripaga”. L’AD evidenzia dunque come il modello Eni in Africa abbia una doppia valenza: “La creazione del profitto deve esserci sempre altrimenti la società non va avanti ma deve essere correlato alla creazione di valori. Il profitto ti può avvantaggiare sul breve termine ma se un’impresa o una società devono vivere, integrarsi, diventare una componente del Paese, puntare sui progetti a lungo termine. Solo ti prendi dei rischi e se credi in un Paese dove vai ad investire ti può rendere credibile e affidabile”. Concludendo, Claudio Descalzi ha ribadito quindi come in Africa e anche in Indonesia “abbiamo fatto una politica che puntava a farci diventare parte integrante della società nella quale operiamo”. Questa strategia ha permesso ad Eni “di crescere, di diventare più credibili”.

Andrea Mascetti

Andrea Mascetti: dalla laurea in Giurisprudenza alla fondazione dello Studio Legale Mascetti

Il profilo biografico di Andrea Mascetti: dopo l’ottenimento della Laurea in Giurisprudenza e l’abilitazione allo svolgimento della professione legale, l’avvocato ha avviato una propria attività fondando lo Studio Legale Mascetti nel 2004.

Andrea Mascetti

Andrea Mascetti: dalle esperienze formative alla nascita dello Studio Legale Mascetti

Titolare dello Studio Legale omonimo, Andrea Mascetti è avvocato e consulente esperto in materia civile e amministrativa, in particolare nei rami del diritto commerciale e societario e nelle materie attinenti ai diritti reali. Classe 1971 e di origini varesine, dopo la maturità classica consegue una Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano (1996). In seguito allo svolgimento del praticantato, Andrea Mascetti sostiene l’esame di abilitazione davanti alla Corte di Appello di Milano ed entra nell’Ordine degli Avvocati di Varese. Dal 2014 è iscritto all’Ordine di Milano. La sua prima esperienza nel settore legale si è svolta presso lo Studio Legale Tributario associato a Ernst & Young, dove esercita attività di avvocato fino al 2003. Il 2004 è l’anno di avvio di una propria attività: le competenze maturate in materia di diritto societario e amministrativo gli consentono, infatti, di fondare lo Studio Legale Mascetti, una realtà che nel tempo si è arricchita di numerosi professionisti specializzati in diritto civile, amministrativo e penale. A sottolineare la qualità dei servizi forniti dallo Studio Legale di Andrea Mascetti, la recente inclusione tra le migliori 500 legal firm a livello nazionale da parte della rivista Capital.

Andrea Mascetti: attività professionali e incarichi correnti

Oltre agli ambiti del diritto civile e amministrativo, l’esperienza consolidata di Andrea Mascetti include le applicazioni del decreto legislativo 231/01, insieme al diritto commerciale e societario e le materie attinenti ai diritti reali. Sia come consulente che in qualità di processualista, l’avvocato svolge inoltre attività nelle aree della responsabilità civile e del diritto del lavoro. Presidente e componente di Organismi di Vigilanza di importanti società italiane, Andrea Mascetti svolge attività difensiva davanti ai TAR e al Consiglio di Stato e fornisce consulenza stragiudiziale per enti pubblici, società commerciali e privati in materia di appalti e contratti pubblici, concessioni, partenariato pubblico-privato, urbanistica ed edilizia. Tra i suoi incarichi correnti è consigliere indipendente nel Consiglio di Amministrazione di Italgas Spa, presso cui presiede il Comitato Nomine e Remunerazioni. Bibliofilo e appassionato di storia, da giugno 2019 Andrea Mascetti è Coordinatore della Commissione Arte e Cultura di Fondazione Cariplo, dove è impegnato nella promozione di progetti di utilità sociale. Animatore di numerose iniziative in ambito culturale, da diversi anni si occupa altresì di diritto dell’arte e web reputation.