Social media: Alessandro Benetton e i suggerimenti sugli hater

Alessandro Benetton spiega come comportarsi e come provare a dialogare con quelle persone che sui social esprimono odio gratuito.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: “Non tutti gli hater sono uguali”

“Seneca diceva che la prima arte che devono imparare quelli che aspirano al potere è di saper sopportare l’odio”: è con questa citazione che Alessandro Benetton apre il suo ultimo video Youtube, pubblicato anche sul portale del “Corriere della Sera”. Protagonisti del nuovo #UnCaffèConAlessandro sono i cosiddetti “hater”, quelle persone che sui social si esprimono prevalentemente con insulti o espressioni d’odio, in particolare nei confronti dei personaggi più noti. Per via del suo cognome, l’imprenditore affronta quotidianamente il fenomeno: per questo motivo ha pensato di condividere con i suoi follower alcuni consigli su come gestire gli “odiatori”. Come prima cosa, è necessario tenere a mente un assunto fondamentale: gli hater non sono tutti uguali. È importante infatti distinguere le critiche vuote da quelle costruttive: “Ci sono ad esempio quelli che semplicemente scrivono ‘zitto, idiota’: nessuna argomentazione, solo insulti. Ecco, secondo me il modo migliore per interagire con queste persone è quello di non farlo. Rispondere – spiega Alessandro Benettonsarebbe solo un modo per dargli risonanza”.

Informazioni e gentilezza: la ricetta di Alessandro Benetton

Capita però che alcuni hater diano una sorta di spiegazione al loro livore: è in questi casi che secondo Alessandro Benetton si presentano i presupposti per provare a creare un dialogo. Per farlo, è fondamentale rispondere cercando di dare il maggior numero possibile di informazioni: “Nel 90% dei casi le persone commentano senza sapere chi tu sia e quale sia la tua storia”. Il fondatore di 21 Invest parla delle sue recenti esperienze dovute ad alcuni casi di cronaca che hanno coinvolto la famiglia Benetton, che hanno causato ondate di commenti e messaggi di odio sui suoi canali: “In quel caso per me è stato importante rispondere a più commenti possibile spiegando che per quanto il cognome fosse lo stesso, io ero completamente estraneo ai fatti ed è capitato più di una volta che sulla base della mia risposta si aprisse un dialogo costruttivo in cui a farla da padrone non era l’odio ma la comprensione”. Nell’ultima parte del video Alessandro Benetton parla infine della gentilezza: “La cosa più importante da fare quando si interagisce con gli hater è essere gentili. Forse dietro quel commento pieno di odio si nasconde qualcuno che non sta bene, che non è felice: allora è nostra responsabilità rompere il cerchio, essere gentili per non diventare hater a nostra volta”.

Fondo Italiano d’Investimento, Fabrizio Palermo: “CDP catalizzatore per gli investimenti”

“Il Fondo continuerà nel suo ruolo di supporto al rilancio dell’economia”: lo ha annunciato Fabrizio Palermo, alla guida di CDP, che ha presentato il nuovo Piano Industriale della SGR.

Fabrizio Palermo

Il Piano per FII SGR nel commento di Fabrizio Palermo

Cassa Depositi e Prestiti procede con la strategia di sostegno al tessuto imprenditoriale italiano. Il Gruppo guidato da Fabrizio Palermo agirà, oltre che con investimenti diretti, attraverso il nuovo Piano Industriale del Fondo Italiano d’Investimento. L’obiettivo è il rilancio dell’economia italiana e la crescita delle Piccole e Medie Imprese, fondamentali per l’economia del Paese. “Prosegue con impegno sempre maggiore l’attività di Cassa Depositi e Prestiti a supporto della produttività del Paese, guidando le aziende lungo tutto il loro ciclo di vita”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato in una nota pubblicata il 29 luglio scorso. “Nel corso degli anni, tramite fondi di Private Equity e Private Debt gestiti dal FII SGR, CDP ha veicolato nell’economia reale risorse per circa 1,2 miliardi di euro. Con la logica e la consapevolezza di un investitore di lungo periodo – ha concluso Fabrizio PalermoCassa Depositi e Prestiti può anche svolgere il ruolo di catalizzatore per gli investimenti e fornire un contributo fondamentale per la crescita dimensionale delle Pmi, per il sostegno e il rilancio dell’economia italiana”.

Fabrizio Palermo: “Favorire ricapitalizzazione e crescita”

Il Fondo, partecipato per il 68% da CDP Equity e per la parte restante da alcune delle principali istituzioni e banche italiane, attualmente gestisce nove fondi di investimento mobiliari chiusi, riservati a investitori qualificati, per un totale di asset under management target pari a circa €3 miliardi. Recentemente Fabrizio Palermo, commentando l’ultima operazione di investimento di CDP a supporto del Fondo, ha dichiarato: “Quella di oggi è un’ulteriore iniziativa di CDP a favore delle imprese del nostro Paese, che assume particolare rilevanza considerando l’attuale contesto emergenziale. Grazie all’ulteriore investimento di 100 milioni di euro, il FOF Private Equity Italia potrà investire indirettamente in moltissime società, favorendone così processi di ricapitalizzazione e di crescita”. Il FOF Private Equity è stato lanciato nel 2019 per promuovere lo sviluppo delle Pmi presenti sul territorio italiano. Il nuovo Piano presentato da Fabrizio Palermo arriva a confermare l’impegno preso da Cassa Depositi e Prestiti: “Continuerà a sostenere, in tutto l’arco del nuovo Piano Industriale, altre iniziative per supportare il Paese”.

Gruppo Onorato Armatori: la storia dei trasporti via mare grazie a Moby Spa, Tirrenia e Toremar

La storia del Gruppo Onorato Armatori, che attualmente possiede Moby Spa, Tirrenia e Toremar, risale alla fine del 1800 con le prime rotte tra Olbia e il continente.

Moby Spa

Gruppo Onorato Armatori: le origini di Moby Spa e l’entrata di Tirrenia e Toremar

Era il 1880 quando Vincenzo Onorato, fondatore del Gruppo Onorato Armatori, iniziò a trasportare merci via mare stabilendo la sua base nel porto di Terranova Pausania, quella che oggi è la città di Olbia. La famiglia Onorato si era infatti stabilita in Sardegna: fino alla prima metà del ‘900, la compagnia di navigazione si è occupata prevalentemente degli scambi commerciali tra l’isola e il continente europeo. Nel 1959 la svolta: viene fondata Nav.Ar.Ma, compagnia attiva anche nel trasporto passeggeri, che 13 anni dopo diventerà quella che è l’attuale Moby Spa. La nuova società, oltre a incrementare esponenzialmente la flotta, inizia ad offrire servizi di cruise-ferry. Sempre in quel periodo Moby predispone anche diverse rotte per la Corsica: l’isola francese è la prima meta estera. Negli ultimi vent’anni la Compagnia è stata protagonista di un forte processo di espansione. Tra il 2006 e il 2015 vengono infatti acquisite Lloyd Sardegna, Toremar e infine l’ex compagnia statale Tirrenia. Grazie alle flotte delle nuove realtà, in aggiunta a quella posseduta già da Moby Spa, oggi il Gruppo Onorato Armatori offre la più ampia copertura per numero di rotte italiane. Inoltre, nel 2016 entra a far parte del gruppo anche la russa St. Peter Line, che cambia il nome in Moby-SPL: la compagnia offre servizi nel Mar Baltico, nello specifico fra San Pietroburgo, Helsinki, Stoccolma e Tallin.

Moby Spa e Tirrenia: l’impatto economico del Gruppo Onorato Armatori

Sebbene negli ultimi anni il Gruppo Onorato Armatori abbia investito nell’internazionalizzazione, la Sardegna continua a rappresentare il cuore delle attività e delle strategie della società. Basti pensare che il valore economico della flotta impiegata nelle tratte da e per l’isola costituisce circa il 69% del valore complessivo degli asset del Gruppo. Attraverso Moby Spa e Tirrenia, la società segue in totale 14 rotte, di cui 8 attive tutto l’anno, coprendo i collegamenti tra i 5 principali porti sardi, 5 Regioni italiane e infine la Corsica. Da cinque generazioni il Gruppo Onorato Armatori si impegna in particolare nella creazione di valore e sviluppo dei territori sardi. Le attività delle compagnie di navigazione hanno infatti apportato un forte contributo all’economia e all’occupazione dell’isola, in particolare nei settori del turismo e della gastronomia. Un contributo che in alcuni casi è anche diretto: nel 2018 ad esempio Moby Spa e Tirrenia hanno acquistato in Sardegna beni e servizi per oltre 31 milioni di euro.

Vito Gamberale: ITER Capital Partners investirà anche nel settore della sanità

Il Presidente di ITER Capital Partners Vito Gamberale parla della nascita di Pramerica ITER, il fondo istituito in collaborazione con Pramerica SGR: “Lavoreremo insieme per assicurare buoni ritorni ai nostri investitori”.

Vito Gamberale

Infrastrutture e nuovi bisogni sociali: la nuova avventura professionale di Vito Gamberale

“Investiremo a livello territoriale nel campo della distribuzione gas, dell’ambiente, dell’acqua, delle energie rinnovabili, ma anche nel campo della sanità, dei servizi a rete per silver class”: è il Presidente Vito Gamberale ad annunciare gli ambiti di intervento del nuovo fondo creato da ITER Capital Partners in collaborazione con Pramerica SGR. Pramerica ITER opererà su Italia e Sud Europa: destinato a investitori istituzionali, si focalizzerà sulle infrastrutture. Non solo le tradizionali (energetiche, di trasporto, ambientali e dell’IT) ma si occuperà anche di quelle mirate a soddisfare le nuove esigenze sociali. In particolare il settore della “silver economy” ricoprirà un ruolo centrale: un mercato enorme e soprattutto in crescita che comprende servizi per la salute, residenze, long term caring e che attualmente si è già esteso a nuovi bisogni come il turismo, i servizi bancari e quelli assicurativi come ha spiegato Vito Gamberale.

Vito Gamberale: il profilo formativo e professionale del Presidente di ITER Capital Partners

Oltre al ruolo in ITER Capital Partners, Vito Gamberale attualmente è Presidente di Iterchimica, specializzata nel settore degli additivi per pavimentazioni stradali. Originario di Castelguidone, in provincia di Chieti, si laurea in Ingegneria Meccanica alla Sapienza di Roma: dopo un breve periodo come assistente alla cattedra di Impianti Meccanici entra in Istituto Mobiliare Italiano. Nei dieci anni di attività per conto dell’azienda arriva a ricoprire il ruolo di Responsabile per le acquisizioni e le privatizzazioni per Gepi (Società per le Gestioni e Partecipazioni Industriali). Dopo una importante esperienza professionale in Eni, passa in SIP dove viene nominato Amministratore Delegato: negli anni ’90 il manager abruzzese guida lo sviluppo di Telecom Italia Mobile, grazie anche all’ideazione della carta Sim prepagata. In seguito opera in Autostrade S.p.A. gestendone la crescita. Nel 2007 Vito Gamberale crea F2i, primo fondo specializzato in investimenti nel settore delle infrastrutture, oggi il più grande del Paese. Lo guida fino al 2014 quando diventa Presidente del Gruppo PSC, specializzata in impiantistica tecnologica di edifici, metropolitane, ferrovie ed autostrade. Ha inoltre ricoperto il ruolo di Presidente del CdA in Grandi Lavori Fincosit da luglio 2015 alla fine del 2016.

Federico Motta Editore tra i protagonisti della poesia “Milano per me”

Nata come “Cliché Motta”, specializzata in riproduzione fotomeccanica, Federico Motta Editore diventa ufficialmente Casa Editrice dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Federico Motta Editore

Federico Motta Editore nella memoria dei milanesi

Nel periodo del lockdown stabilito dal Governo italiano per contrastare la pandemia causata dal Coronavirus, diversi cittadini di Milano hanno pensato di dedicare una poesia alla città, pubblicate sul blog di Beppe Severgnini, Vicedirettore del “Corriere della Sera”. Tra i numerosi simboli della città citati nel testo anche Federico Motta Editore, storica Casa Editrice nata nel 1929 con il nome di “Cliché Motta”: “Quando penso Milano penso Piazza Fontana Corso Sempione, Van Wood che canta in Via Montenapoleone la Federico Motta in via Branda Castiglioni”, si legge in un estratto. La storica realtà inizialmente si occupava di riproduzione fotografica ed era tra le prime in Italia a realizzare produzioni a colori. Dopo un periodo di fermo causato dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il fondatore decise di ampliare la sua attività, dando vita alla fine degli anni ’40 alla Casa Editrice. Grazie al suo ruolo di rilievo nel panorama culturale non solo di Milano ma di tutto il Paese, Federico Motta Editore è diventata negli anni una vera e propria icona dell’editoria italiana.

Diffusione della cultura e innovazione: il successo di Federico Motta Editore

Uno dei contributi più noti di Federico Motta Editore è quello della prima Enciclopedia a fascicoli. Un’intuizione che il fondatore è riuscito a mettere in pratica già nella prima metà degli anni ’50. Fino a quel momento, nessuno aveva mai pensato di distribuire con quella modalità un’opera del genere, utilizzando tra l’altro le edicole e non le librerie. Una novità che ne ha permesso la diffusione anche tra i cittadini meno abbienti in un periodo complesso come il Dopoguerra. Negli anni la Casa Editrice ha sempre dimostrato una particolare attenzione alle innovazioni del settore della stampa. Ne è un esempio, nel Settanta, l’introduzione delle cosiddette “Tavole Transvision”. Anche agli inizi della diffusione di internet, Federico Motta Editore è stata la prima realtà italiana a dar vita a “Motta online”, rendendo disponibile sul web la propria enciclopedia. L’impegno della realtà milanese è stato più volte riconosciuto, come testimoniano il Premio Cenacolo, il Pirelli InterNETional Awards, l’Ambrogino d’Oro e infine il Premio Speciale per la Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. 

Serenissima Ristorazione: oltre 100 milioni di investimenti nel triennio 2019-2022

Mario Putin, Presidente di Serenissima Ristorazione, ha ringraziato i dipendenti, il CdA e tutti i collaboratori per i successi registrati nel bilancio relativo al 2019: la società ha raggiunto un valore di produzione superiore ai 412 milioni di euro, in aumento del 30% rispetto al precedente esercizio.

Serenissima Ristorazione

Serenissima Ristorazione: i numeri del 2019

Serenissima Ristorazione, leader in Italia nel settore della ristorazione collettiva e commerciale, ha approvato il bilancio 2019 confermando i risultati in crescita rispetto a tutti i principali indicatori. La società, che vanta oltre 9.000 dipendenti, ha registrato un valore di produzione superiore ai 412 milioni di euro, in aumento del 30% rispetto al precedente esercizio. Il fatturato consolidato è di 408 milioni, in crescita di 97 milioni, mentre gli utili hanno superato gli 8,5 milioni di euro netti. L’EBITDA, in crescita del 17,26%, si è attestato sui 23 milioni di euro, per un patrimonio netto di 100 milioni di euro circa. Serenissima Ristorazione ha investito oltre 100 milioni di euro nel triennio 2019-2022, una cifra finalizzata a sostenere un solido piano di acquisizioni e rafforzare ancora di più la propria presenza sul territorio. Tale slancio punta anche a dar vita a nuovi centri di produzione innovativi, nel rispetto delle sempre più necessarie norme di sicurezza igienico-sanitarie.

Serenissima Ristorazione: il ringraziamento di Mario Putin ai dipendenti

“Quest’anno i dati di bilancio mostrano un vero e proprio salto in avanti, con un sensibile aumento del valore di produzione che conferma come il nostro sia un gruppo solido che non intende fermarsi”: sono le parole del Presidente di Serenissima Ristorazione Mario Putin. “Anche in futuro continueremo ad investire nella costruzione di nuovi centri cottura all’avanguardia per migliorare il servizio che ogni giorno offriamo ai nostri clienti”. Si tratta di un progetto ambizioso, ha sottolineato il Presidente, che si basa anche sul lavoro dei dipendenti, del CdA, dei collaboratori. Il ringraziamento di Mario Putin è andato a loro, che “anche in un periodo complesso come quello che stiamo attraversando in questi mesi, hanno dimostrato una passione e uno spirito di sacrificio encomiabili”. Il successo di Serenissima Ristorazione deriva anche dall’acquisizione della società Euroristorazione, realtà attiva al centro e nord Italia e che produce oltre 20 milioni di pasti l’anno per scuole, ospedali e aziende. Il Gruppo continua inoltre ad investire sullo stabilimento di Vercelli, moderno e pensato per rispettare gli alti standard qualitativi e igienici delle industrie farmaceutiche.

L’analisi dello Studio Legale di Andrea Mascetti sulla decorrenza dei termini di impugnazione

Con la sentenza n. 12 del 2 luglio 2020 l’Adunanza Plenaria si è espressa in merito alle diverse interpretazioni riguardanti il D. Lgs. n. 50/2016 (Codice dei contratti pubblici): lo Studio Legale di Andrea Mascetti ha illustrato le principali disposizioni in un recente approfondimento dedicato al tema.

Andrea Mascetti

Studio Legale di Andrea Mascetti: gare d’appalto, impugnazione e decorrenza dei termini

Realizzato dall’Avvocato Alessandra Brignoli dello Studio Legale di Andrea Mascetti, il focus d’approfondimento esamina la questione della decorrenza dei termini di impugnazione, con particolare riferimento a quelli previsti dall’art. 120, comma 5 del Codice del processo amministrativo. La materia è stata recentemente affrontata dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato che, per mezzo della sentenza n. 12 del 2 luglio 2020, ha affermato importanti principi con il fine di risolvere le contrapposizioni di orientamento giurisprudenziale che si sono susseguite nel corso degli anni. Il primo punto illustrato dallo Studio Legale di Andrea Mascetti è quello sulla questione del dies a quo, il quale, spiega l’Avvocato Alessandra Brignoli, va collegato a “una data oggettivamente riscontrabile… da individuare in considerazione degli incombenti formali cui è tenuta ex lege l’Amministrazione aggiudicatrice e del rispetto della regola della diligenza cui è tenuta l’impresa interessata”. Per quanto concerne invece l’accesso informale agli atti della procedura, lo Studio Legale spiega che tale disciplina continua oggi a essere pienamente operativa. Inoltre, si legge, l’Amministrazione aggiudicatrice è tenuta a consentire l’accesso all’impresa interessata che ne faccia “richiesta scritta”, prevedendo che il termine per l’impugnazione degli atti decorre dalla data in cui l’accesso è stato effettivamente consentito.

Studio Legale di Andrea Mascetti: profilo del committente e principio della piena conoscenza

Lo Studio Legale guidato da Andrea Mascetti si è poi occupato di un altro principio sancito dalla sentenza dell’Adunanza Plenaria n. 12 del 2 luglio 2020, ovvero quello riguardante la pubblicazione sul profilo del committente. Sempre in relazione all’identificazione del dies a quo per l’impugnazione, spiega l’Avvocato, “la Plenaria ha affermato che l’impresa interessata ha l’onere di consultare il profilo del committente, poiché deve assumersi la conoscenza legale degli atti dalla data in cui ha luogo la loro pubblicazione con i relativi allegati”. Da ciò deriva che anche la pubblicazione sul profilo del committente è considerata una “data oggettivamente riscontrabile”. A conclusione del focus pubblicato dallo Studio Legale di Andrea Mascetti, viene esaminato il tema del decorso del termine di impugnazione nel caso in cui l’esigenza del ricorso emerga in seguito alla conoscenza dei contenuti dell’offerta dell’aggiudicatario. In tal caso, si legge nell’approfondimento, “l’Adunanza Plenaria ha ritenuto che il ‘principio della piena conoscenza o conoscibilità’ degli atti trovi applicazione anche in questo caso”: non è necessario dunque il ricorso avverso provvedimenti che si assumono essere lesivi, il c.d. “ricorso al buio”, in quanto il termine di impugnazione decorre dalla conoscenza del contenuto degli atti.

Siderurgia: la storia di Riva Acciaio e i traguardi raggiunti in oltre 60 anni di attività

Il profilo di Riva Acciaio: oggi tra le principali realtà siderurgiche italiane, è nata nel 1954 e nel 2019 ha prodotto circa 714.000 tonnellate di acciaio di qualità

Riva Acciaio

Riva Acciaio, eccellenza nella ricerca e nell’innovazione: focus sullo stabilimento di Lesegno

Nata in seno a Gruppo Riva nel 1954, Riva Acciaio ha raggiunto in oltre 60 anni di attività traguardi di rilievo internazionale, anche per merito di una costante attenzione e del forte impegno sul fronte della ricerca in materia di qualità e innovazione. Lo stabilimento di Lesegno, costruito in provincia di Cuneo all’inizio degli anni 2000, ne è la dimostrazione: vero e proprio Centro di Ricerca all’avanguardia, annovera importanti collaborazioni con realtà e Università di prestigio mondiale tra cui il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino e l’Università di Pisa ed è fornito di apparecchiature sofisticate come il simulatore termomeccanico “Gleeble 3800”. Oggi tra le più importanti realtà siderurgiche italiane, Riva Acciaio è arrivata a ricoprire un ruolo da protagonista nel settore grazie alle numerose innovazioni apportate nel tempo, come l’introduzione della colata continua curva avvenuta nei lontani anni ’60

Riva Acciaio: il Sistema di Gestione della Qualità dietro la leadership di prodotto

Specializzata nella realizzazione di acciai di qualità destinati ai “prodotti lunghi”, Riva Acciaio raggruppa le attività di Gruppo Riva sul territorio nazionale: oggi sono circa 1000 i dipendenti attivi nei cinque stabilimenti di Caronno Pertusella (VA), Lesegno (CN), Sellero, Malegno e Cerveno in Valle Camonica (BS). Non lavora solo in Italia: circa il 20% della produzione è destinato all’estero e viene esportato prevalentemente nei Paesi dell’area euro. L’attenzione riservata a ricerca, sviluppo e innovazione che ne ha contraddistinto il modus operandi fin dalla sua nascita, oltre 60 anni fa, le permettono infatti di realizzare prodotti e servizi costantemente all’avanguardia facendosi conoscere anche oltre i confini nazionali. Negli anni Riva Acciaio ha sviluppato un Sistema di Gestione della Qualità, basato sulle norme UNI EN ISO 9001 e IATF 16949 e implementato per soddisfare necessità e aspettative della clientela e di altre parti interessate. Questo le consente di garantire prodotti e servizi altamente innovativi, conformi alle caratteristiche richieste e ai requisiti cogenti applicabili.

Paola Severino: OSCE piattaforma ideale per l’armonizzazione delle leggi anticorruzione

L’importanza di un approccio sovranazionale nella lotta alla corruzione: intervenuta a Skopje nel corso di una conferenza sul tema, la Rappresentante Speciale della Presidenza OSCE Paola Severino invita a riflettere sul ruolo decisivo di organizzazioni internazionali in questa prospettiva.

Paola Severino intervento a Skopje

Skopje: la lotta alla corruzione nell’intervento di Paola Severino alla conferenza della Missione OSCE-Skopje

La corruzione: un fenomeno sempre più “senza confini”, sfaccettato e complesso, che oltre a minare la crescita democratica, la sicurezza dei cittadini e dello Stato, impedisce anche una allocazione ottimale delle risorse provocando gravi inefficienze in termini di costi economici diretti e indiretti. È stata Paola Severino, Rappresentante Speciale della Presidenza OSCE in esercizio per la lotta alla corruzione, a inquadrare con queste parole le criticità legate al fenomeno intervenendo lo scorso febbraio alla conferenza organizzata dalla Missione OSCE-Skopje “Preventive measures and enforcing the law: building resilience to corruption in South East Europe”. Per la Vicepresidente dell’Università Luiss Guido Carli, invitata in qualità di ospite d’onore e keynote speaker, la due giorni a Skopje si è rivelata una importante occasione di incontro anche con le autorità locali. “L’OSCE, nel supportare i Paesi balcanici in questo sforzo congiunto, si pone come piattaforma ideale per la fondamentale armonizzazione delle leggi anticorruzione”, ha quindi sottolineato Paola Severino spiegando come contrastare la corruzione non sia quindi “solo una necessità politica e morale” ma anche “un’opportunità economica, in quanto la legalità, la certezza e la velocità della giustizia e la trasparenza sono fattori di incentivazione degli investimenti interni e di attrazione degli investitori esteri‘.

Paola Severino: l’importanza di un approccio sovranazionale nella lotta alla corruzione

Nel suo intervento alla conferenza della Missione OSCE-Skopje, Paola Severino ha sottolineato inoltre come, per contrastare efficacemente il fenomeno della corruzione, sia necessaria una maggiore regolamentazione dei meccanismi di controllo e un coinvolgimento più grande della società civile e del settore privato. In quest’ottica il contrasto alla corruzione “sia in fase preventiva che repressiva deve essere olistico e multilivello“. La Rappresentante Speciale della Presidenza OSCE in esercizio per la lotta alla corruzione, confermata in tale incarico dall’attuale Presidenza albanese, ha quindi ribadito l’importanza di un approccio sovranazionale nella lotta alla corruzione evidenziando il contributo decisivo che le organizzazioni internazionali possono apportare nell’affiancare gli Stati anche attraverso la promozione di iniziative basate su dialogo, condivisione e coordinamento, nel pieno rispetto delle peculiarità nazionali. In occasione della visita che si è tenuta il 10 e 11 febbraio scorsi, Paola Severino, in qualità di Vicepresidente dell’Università Luiss Guido Carli, ha incontrato il Rettore dell’Università “Ss. Cirillo e Metodio” di Skopje, per esplorare le opportunità di cooperazione tra i due atenei, e il Pro Rettore dell'”University American College Skopje”.

Il primo semestre 2020 di SACE: il focus dell’AD Pierfrancesco Latini

“Nel periodo di lockdown abbiamo intensificato i nostri sforzi, non solo a livello operativo, ma anche incrementando le iniziative di accompagnamento”: l’AD Pierfrancesco Latini parla dei risultati finanziari e operativi registrati da SACE al 30 giugno 2020.

Piefrancesco Latini

Pierfrancesco Latini: in sei mesi mobilitati 20 miliardi di euro a sostegno delle imprese

“Le risorse che abbiamo mobilitato in questo semestre a supporto di export e internazionalizzazione e i volumi totalizzati dall’operatività Garanzia Italia sono un chiaro segnale che SACE, soprattutto in questo momento difficile, è al fianco delle imprese italiane”: fa parlare i numeri l’AD Pierfrancesco Latini nel commentare i risultati finanziari e operativi registrati al 30 giugno 2020. Nei primi sei mesi dell’anno, segnati dall’emergenza sanitaria ed economica dovuta al Coronavirus, sono stati mobilitati volumi per 20 miliardi di euro: in particolare 11 miliardi di euro a supporto dell’export e dell’internazionalizzazione (+37% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), con più di 7.500 imprese servite di cui oltre il 90% appartengono al segmento MId Cap e PMI. In aprile 2020 SACE, alle sue tradizionali attività, ha affiancato l’operatività della nuova “Garanzia Italia” che, a fine giugno, ha registrato 8 miliardi di volumi garantiti, saliti a fine luglio a oltre 10 miliardi e 260 garanzie emesse. “Nel periodo di lockdown abbiamo intensificato i nostri sforzi, non solo a livello operativo ma anche incrementando le iniziative di accompagnamento, specialmente quelle rivolte alle filiere produttive, particolarmente impattate da questa emergenza” ha aggiunto in merito l’AD Pierfrancesco Latini.

Pierfrancesco Latini, SACE: approfondimento su risultati finanziari e operativi al 30 giugno 2020

Come ricordato anche dall’AD Pierfrancesco Latini, SACE dunque in questi mesi di particolare difficoltà ha rafforzato il proprio impegno nell’affiancare e sostenere le imprese italiane. Nello specifico, dai risultati finanziari e operativi emerge come la linea di business focalizzata sul sostegno alle esportazioni abbia registrato un incremento dell’82%, sia relativamente ai prodotti dedicati alle grandi commesse estere che agli strumenti utilizzati dalle PMI. Il supporto di SACE ha riguardato in particolare i principali settori dell’economia del Paese, quali infrastrutture e costruzioni, chimico, petrolchimico, oil&gas, crocieristico e meccanica strumentale, con un focus primario su Americhe, Europa e Africa. Inoltre, come segnala ancora SACE, l’operatività “Garanzia Italia” è stata utilizzata in prevalenza dalle imprese nel settore dei servizi, dell’industria metallurgica e di quella meccanica. “Abbiamo attivato in tempi rapidi la nuova operatività di Garanzia Italia, consentendo di dar seguito velocemente e online a tutte le richieste di garanzia sui finanziamenti bancari, anche di decine e centinaia di milioni di euro, i cui impatti si estendono ben oltre gli importanti volumi erogati” ha spiegato Pierfrancesco Latini. Dietro ogni operazione realizzata con “Garanzia Italia” infatti “non c’è mai la sola azienda beneficiaria, ma tutto l’indotto generato sul territorio, i lavoratori, i fornitori, le famiglie”. Un impatto che, come sottolinea l’AD, “si moltiplica attraverso le filiere sostenute con quest’operatività: dall’agri-food alla moda, dall’automotive ai servizi turistici a altri comparti cardine del tessuto imprenditoriale manifatturiero italiano”