Auro Palomba: la formazione e gli incarichi professionali del Presidente di Community Group

Auro Palomba, Presidente di Community Group e Reputation Science, è un esperto nel settore della comunicazione d’impresa. Si è occupato di questioni legate alla comunicazione e alla reputazione di un’azienda per oltre 20 anni, affrontando l’argomento da svariati punti di vista e fondando la sua società nel 2001.

Auro Palomba

Auro Palomba: l’iter formativo e le competenze professionali

Auro Palomba è un manager di origini milanesi. Classe 1964, si laurea in Scienze Politiche per poi iniziare la sua carriera professionale come giornalista. Si specializza in materia economica e scrive per diverse importanti testate come Il Messaggero e Il Giornale, lavorando al fianco di Indro Montanelli. Dopo 15 anni di impegno in redazione, diventa Direttore della comunicazione per aziende e istituzioni finanziarie, entrando così nel mondo dell’advisory. Auro Palomba conduce trasmissioni televisive e talk show per Class CNBC, Telelombardia e Canale Italia, trattando temi di politica, società ed economia. Fa parte del CdA di Save the Children Italia ed è docente di comunicazione presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Padova. Ha svolto l’incarico di Responsabile Nord Est dell’Osservatorio Asia e della comunicazione del Comitato di candidatura della città di Venezia in occasione delle Olimpiadi 2020. Grazie alla sua preparazione nel settore della comunicazione, arriva a fondare la sua società, Community Group, nel 2001.

Auro Palomba: Community Group e Reputation Science

Basandosi sulla sua esperienza ventennale nel settore della comunicazione e del reputation management, soprattutto per le imprese familiari, Auro Palomba fonda nel 2001 Community Group, leader nel settore della gestione reputazionale di aziende sia italiane che estere. L’obiettivo di Community è affiancare importanti gruppi finanziari e industriali nella gestione e tutela della loro reputazione, sostenendoli anche nel veicolare efficacemente la propria identità e i valori fondanti che li contraddistinguono. Dall’anno della fondazione, Community Group è diventato un Gruppo multidisciplinare con sedi a Milano, Treviso e Roma. Nel 2018 Auro Palomba unisce la professionalità di Community a quella di Reputation Manager, guidata da Andrea Barchiesi. Nasce così la joint venture Reputation Science, la prima società italiana per la gestione integrata e scientifica della reputazione di aziende, manager, privati e istituzioni. Il team di Reputation Science è costituito da oltre 80 professionisti tra consulenti, analisti, ingegneri ed esperti di comunicazione provenienti da entrambe le società, in grado di sfruttare al meglio le tecniche della comunicazione sia tradizionale che digitale.

 

La formazione e la crescita professionale del giurista e docente Nicolò Zanon

Giudice della Corte costituzionale su nomina del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Nicolò Zanon ha ricoperto ruoli di rilievo dall’inizio della sua carriera, iniziata dopo aver conseguito la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Torino.

Nicolò Zanon

Nicolò Zanon: la formazione e l’impegno accademico

Giurista e docente italiano, Nicolò Zanon nasce nel 1961 a Torino. Nella sua città si laurea in Giurisprudenza, presentando una tesi in Diritto Pubblico comparato. In seguito consegue il titolo di dottore in ricerca in Diritto comparato, spostandosi presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Firenze. Dal 1996 al 1997 lavora come assistente di studio del giudice costituzionale prof. Valerio Onida, dopo aver integrato il proprio percorso formativo con soggiorni studio sia in Italia che all’estero, in Francia e in Germania. Inizia la sua carriera accademica come ricercatore di Diritto costituzionale italiano e comparato presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino; diviene poi professore a contratto di Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università Bocconi di Milano. Tra gli incarichi legati all’insegnamento, Nicolò Zanon è inoltre docente presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova e presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Milano-Bicocca. Attualmente è Ordinario (fuori ruolo) di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano. Oltre a coltivare i propri impegni accademici, si dedica alla produzione scientifica, concentrandosi su tematiche legate alla posizione costituzionale dei parlamentari e alla loro tradizionale libertà da vincoli di mandato, oltre alle problematiche attinenti al diritto regionale, alla giustizia costituzionale e alla tutela dei diritti fondamentali sia nell’ordinamento italiano che in quelli esteri.

Nicolò Zanon: l’attività come editorialista e gli incarichi attuali

Nicolò Zanon è autore di numerosi articoli pubblicati su riviste giuridiche italiane e straniere. Nel 1998 diventa componente del “Gruppo di lavoro per la Riforma dello Statuto regionale”, per poi iniziare a occuparsi di diverse riviste del settore giuridico: entra a far parte del comitato di redazione della rivista “Ideazione”, del comitato scientifico di “Giurisprudenza costituzionale” e della direzione di “Quaderni costituzionali”. Entra inoltre nel comitato scientifico della rivista “Percorsi costituzionali”. Si impegna come editorialista per quotidiani importanti come “Il Sole 24 Ore”, “Il Giornale” e “Libero”. Da ottobre 2000 a luglio 2010 è membro del Comitato Legislativo della Regione Lombardia. Nicolò Zanon ha svolto attività di consulenza presso la Commissione parlamentare per le questioni regionali e ha fatto parte del board “Riforme e garanzie” della Fondazione Magna Carta. Membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Italiana per la ricerca contro il cancro (FIRC) dal 2001 al 2010. Nel luglio del 2010 è eletto dal Parlamento in seduta comune componente del Consiglio superiore della magistratura, carica che ricopre fino al settembre 2014. Nel 2013 viene chiamato a far parte della Commissione dei cd. “saggi” per la revisione della parte seconda della Costituzione. Attualmente è giudice della Corte costituzionale su nomina del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, incarico che gli è stato conferito il 18 ottobre 2014. Nel 2017 ha ricevuto il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

 

Federico Motta (Federico Motta Editore): esattamente 3 anni fa eletto Presidente degli editori italiani

Federico Motta (Federico Motta Editore) veniva appuntato esattamente tre anni fa, nel settembre del 2015, alla Presidenza dell’associazione italiana di categoria degli editori, presente all’interno di Confindustria, a seguito di una Riunione dell’assemblea degli editori. Motta aveva ricoperto il medesimo ruolo per 12 anni fino al 2009.

Federico Motta (Federico Motta Editore): nominato nel 2015 alla guida di Aie

In queste settimane ricorrono i tre anni dalla nomina di Federico Motta (Federico Motta Editore) a capo dell’Aie, acronimo di Associazione Italiana Editori, riferimento di categoria a livello nazionale degli editori che pubblicano libri, riviste scientifiche ed e-book e aderente alla Confindustria. Era infatti settembre del 2015 quando Motta tornava con una nota diffusa al pubblico, ai vertici di Aie: all’epoca 60enne, aveva già ricoperto quel ruolo per ben 12 anni tra il 1997 e il 2009, per poi divenire dal 2008 al 2010 figura apicale della Federazione degli Editori Europei e dal 2007 al 2009 Presidente di Confindustria Cultura Italia. In un’intervista pubblicata su YouTube Federico Motta, fresco di nomina, pur riconoscendo la complessità della gestione di un mondo come quello dell’editoria nostrana, tuttavia aveva già molto ben chiari quelli che sarebbero stati gli obiettivi della sua presidenza. Un elemento sicuramente fondamentale di quello che sarebbe poi stato il suo programma era quello della tutela del diritto d’autore, poiché nella sua visione una qualsiasi sfida al copyright era percepita come una minaccia diretta alla produzione culturale da parte del mondo dell’editoria. In seconda battuta, richiamava l’associazione di categoria a essere compatta sul fronte europeo e a sostenere le politiche dell’allora Ministro della Cultura e del Turismo Dario Franceschini nei confronti proprio dell’Europa. Motta infatti riconosceva agli editori da lui presieduti un ruolo culturale decisivo, in quanto portatori di istanze quali una sensibilizzazione sulla promozione della lettura e sul miglioramento dei contenuti scolastici, subordinando quindi il mero interesse economico a quello sociale.

Federico Motta (Federico Motta Editore): il programma

Federico Motta (Federico Motta Editore) affermava così nel momento dell’annuncio della nomina: “A chi chiede se la mia presidenza sarà di continuità o di cambiamento, rispondo che continueremo a cambiare, come abbiamo sempre fatto” aggiungendo inoltre che “Viviamo in un mondo in cui l’innovazione è imprescindibile, nelle nostre aziende come nell’Associazione che le rappresenta”. L’essere sempre al passo con i tempi era quindi certamente un elemento imprescindibile nella direzione da imprimere a una associazione di categoria come l’Aie che rappresentava, e rappresenta ancora oggi, una parte rilevante dell’editoria libraria italiana e che annovera tra i suoi doveri statuari quelli di proteggere, tutelandone gli interessi, gli editori, di favorire la loro crescita professionale e di promuovere iniziative che siano prima di tutto un contributo alla diffusione dei libri, della lettura e della cultura italiana dentro e fuori dai nostri confini geografici. L’assemblea degli editori eleggeva inoltre al termine della stessa riunione i presidenti dei gruppi che formano l’Associazione, e che da regolamento ricoprono anche il ruolo di vicepresidenti dell’Aie: nello specifico, questi erano Alessandro Monti, Presidente del gruppo Editoria di varia, Andrea Angiolini, a capo del gruppo Accademico professionale, Giorgio Palumbo, referente per il gruppo Educativo e Antonio Monaco, portavoce del gruppo Piccoli editori.

 

Il profilo professionale di Vito Gamberale, Top Manager italiano

Le sfide professionali affrontate da Vito Gamberale nel corso della sua carriera cinquantennale: il Top Manager è stato insignito di una laurea Honoris Causa in Ingegneria delle Telecomunicazioni.

Vito Gamberale

Top Manager: ritratto formativo e professionale di Vito Gamberale

Laureato in Ingegneria Meccanica presso l’Università La Sapienza di Roma nel 1968, Vito Gamberale ha impresso alla sua carriera un’impronta di carattere fortemente manageriale, arrivando nel corso degli anni alla guida di alcune delle aziende del Paese più importanti in Italia e sui mercati esteri. Da alcune controllate del gruppo Eni a SIP e Telecom Italia, di cui ha curato la nascita, fino ad Autostrade e F2i, il Top Manager ha avuto modo di mettere a frutto le proprie competenze in diversi settori: energia, telecomunicazioni, autostrade, infrastrutture energie rinnovabili e finanza sono tutti settori in cui il top manager ha ottenuto importanti risultati.
Nel 2007 Vito Gamberale è stato insignito di una laurea Honoris Causa in Ingegneria delle Telecomunicazioni dall’Università "Tor Vergata" di Roma.

Vito Gamberale: i traguardi professionali conseguiti negli ultimi anni

Attuale Presidente e azionista di Iterchimica, Vito Gamberale negli ultimi anni è stato protagonista di varie iniziative manageriali di successo. F2i, il primo fondo specializzato in investimenti nel settore delle infrastrutture che ha contribuito a creare nel 2007, è diventato dopo poco tempo il più grande fondo infrastrutturale del Paese e uno dei maggiori in Europa. Vito Gamberale lo ha guidato fino al 2014, quando è diventato Presidente del Gruppo PSC, realtà specializzata in impiantistica tecnologica di edifici, metropolitane, ferrovie ed autostrade. Gamberale ha inoltre ricoperto il ruolo di Presidente di Quercus Assets Selection dal luglio 2015 al settembre 2018.

Enel, i numeri dei primi nove mesi 2018: l’analisi dell’AD Francesco Starace

Enel, approvati i risultati consolidati del terzo trimestre 2018: l’AD Francesco Starace commenta la performance del Gruppo nei primi nove mesi dell’anno.

Francesco Starace, AD Enel

Francesco Starace: Enel col segno più nei primi nove mesi del 2018

Nei primi nove mesi dell’anno, Enel registra ricavi in aumento del 2% a 55,2 miliardi di euro e un risultato netto in crescita del 15,1% a 3,01 miliardi. In salita anche l’utile netto ordinario che si attesta intorno a 2,8 miliardi (+11,8%). Rispetto allo stesso periodo del 2017, il Gruppo guidato da Francesco Starace vede aumentare anche l’EBITDA, ora a quota 12.134 milioni di euro (+6,0%): sulla performance ha influito principalmente una ulteriore crescita delle rinnovabili, oltre ai proventi derivanti dalla cessione dell’80% del capitale di otto società-progetto in Messico e all’aumento dei margini realizzati in Brasile dopo l’acquisizione di Eletropaulo, negli USA dopo l’acquisizione di EnerNOC, ma anche nella distribuzione in Italia e Spagna e nei mercati finali in Italia, Spagna e Romania. In base ai dati presentati dall’AD Francesco Starace, il Consiglio d’Amministrazione ha deliberato un acconto sul dividendo 2018 pari a 0,14 euro per azione, in aumento del 33% sull’acconto distribuito a gennaio.

Enel: l’AD Francesco Starace commenta i risultati dei primi nove mesi 2018

“Nei primi nove mesi del 2018, Enel ha continuato a registrare solidi risultati, con un incremento a due cifre dell’utile netto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”: Francesco Starace analizza la crescita di Enel nei primi nove mesi dell’anno. Fondamentale l’apporto delle rinnovabili, che “ancora una volta sono state alla base della positiva performance del gruppo, mentre la diversificazione geografica è stata determinante per affrontare l’evoluzione negativa di alcuni tassi di cambio”. L’AD rileva inoltre come, oltre alle rinnovabili, a contribuire all’incremento dei risultati nei primi nove mesi del 2018 siano stati “i migliori margini registrati nelle attività di distribuzione e vendita in Italia e Spagna, l’acquisizione di Eletropaulo in Brasile e l’espansione di Enel X in Nord America”. “Durante il periodo, è stata inoltre perfezionata la vendita della partecipazione di maggioranza per 1,8 GW di capacità rinnovabile in Messico per 1,4 miliardi di dollari USA, mantenendo la gestione operativa degli impianti in linea con il modello ‘Build, Sell and Operate'” ha aggiunto Francesco Starace annunciando che nel gennaio del 2019 sarà distribuito un acconto sul dividendo di un terzo più remunerativo rispetto all’acconto pagato quest’anno sui risultati del 2017. “La performance di Gruppo registrata nei primi nove mesi del 2018 ci permette di confermare i nostri target di EBITDA e risultato netto di fine anno” ha concluso l’AD di Enel.

 

Federico Fellini e il film “Pinocchio” mai realizzato: Francesca Dellera scelta nel ruolo della Fata

Nel 2018 ricorre il 25esimo anniversario della scomparsa di Federico Fellini: tra i progetti irrealizzati nella sua lunga e gloriosa carriera anche una trasposizione di Pinocchio, per la quale il grande cineasta aveva pensato a Francesca Dellera per interpretare il ruolo della Fata.

Francesca DelleraFrancesca Dellera, l'ours en pelucheFrancesca Dellera

Francesca Dellera nel ruolo della Fata: il progetto irrealizzato di Federico Fellini

La dolce vita, 8½, I vitelloni, La strada, Amarcord: Federico Fellini ha lasciato la sua indelebile impronta nel mondo della settima arte, diventandone a tutti gli effetti uno dei principali rappresentanti a livello internazionale. Martin Scorsese, intervenuto recentemente all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma, ha voluto ricordare il 25esimo anniversario della sua scomparsa parlando di un progetto rimasto inedito. Il regista italoamericano aveva infatti cominciato a collaborare con Fellini alla realizzazione di un documentario sulla produzione e sugli attori che non fu mai portato alla luce per la prematura scomparsa del cineasta riminese. Non fu questo l’unico film a rimanere nel cassetto della sua scrivania. Come evidenziato dalla biografia scritta da John Baxter, Fellini aveva pensato a una sua trasposizione del Pinocchio di Collodi. Il cast era stato delineato: Giulietta Masina, Marcello Mastroianni e Roberto Benigni, ai quali si aggiungeva Francesca Dellera nel ruolo della Fata. L’attrice era stata scelta per rappresentare l’esaltazione della figura femminile, "una creatura affascinante, di una bellezza rara, diafana e carnale, il candore della pelle le conferisce un fascino unico".

Francesca Dellera: la carriera di un’icona del cinema italiano

Francesca DelleraFrancesca DelleraFrancesca Dellera

Attrice, modella, icona: Francesca Dellera comincia la sua carriera posando per alcuni dei più importanti fotografi a livello internazionale (Helmut Newton, Dominique Isserman, Greg Gorman, Michel Comte, André Rau, Annie Leibovitz e tanti altri). Di lì a poco, debutta anche sul grande e sul piccolo schermo, ritagliandosi ruoli di primo piano in produzioni di portata mondiale. Dopo aver vinto un importante premio televisivo per l’interpretazione dell’adattamento del racconto La romana, tratto da un romanzo di Alberto Moravia, il grande Marco Ferreri si accorge di lei e la sceglie come musa ispiratrice per La carne, presentato con successo al Festival di Cannes. In questi anni diventa una vera e propria icona internazionale, incontrando anche il consenso della Francia, dove si trasferisce. Qui recita al fianco di Alain Delon nel film L’ours en peluche e diviene la modella preferita di Jean Paul Gaultier. Rientrata a Roma dopo diversi anni trascorsi oltralpe, interpreta il ruolo di Nanà nella miniserie TV tratta dall’omonimo romanzo di Émile Zola e ed è la protagonista principale, accanto a Jeane Moreau, del Kolossal internazionale La contessa di Castiglione.

A2A: il commento di Valerio Camerano sul progetto “Smart Area BS”

Vi hanno aderito ben 28 Comuni, 26 nel territorio bresciano: è il progetto promosso da A2A Smart City per implementare tecnologie “smart” per la raccolta di dati attraverso sensori e per l’attivazione di un sistema aperto a beneficio di tutti. L’AD di A2A Valerio Camerano commenta con entusiasmo l’iniziativa.

Valerio Camerano, AD A2A

Progetto “Smart Area BS”: i commenti dell’AD Valerio Camerano

La provincia di Brescia sta per diventare una delle più “smart” d’Italia: il progetto, promosso dalla Provincia stessa e da A2A Smart City, si basa sulla realizzazione, l’implementazione e la gestione delle reti di connettività a banda lunga e stretta, al fine di supportare lo sviluppo di servizi smart in tutte le città coinvolte. All’iniziativa, la prima in Italia di questa portata, hanno aderito ben 28 comuni, dei quali 26 sul territorio bresciano, uno in provincia di Cremona e uno di Mantova. La convenzione vuole promuovere l’utilizzo di strumenti e servizi innovativi per favorire la crescita delle imprese, i servizi al cittadino, la cura e il monitoraggio dell’ambiente, favorendo il dialogo tra amministrazioni e utenti. Valerio Camerano, Amministratore Delegato di A2A, si è da sempre dimostrato attento verso le tematiche legate allo sviluppo della smart city in Italia, puntando l’attenzione sui vantaggi e i benefici derivanti dall’implementazione di questo tipo di tecnologie. “Questa significativa partnership con la Provincia di Brescia rinnova la volontà di A2A di ricoprire un ruolo sempre più importante come open innovator, per le città del futuro”, ha commentato Valerio Camerano.

Valerio Camerano: le novità e le tecnologie legate al progetto

“Il nostro Piano Strategico”, ha sottolineato Valerio Camerano, “prevede lo sviluppo di tecnologie ‘smart’, basate sull’Internet of Things ed è in grado di mettere a disposizione delle città reti a banda stretta e a banda larga e di raccogliere dati attraverso i sensori, in un sistema aperto a beneficio di tutti. A2A ha già realizzato servizi innovativi come lo Smart Bin, Smart Parking, Smart Security e Smart Agricolture, soluzioni che contribuiscono al miglioramento della qualità della vita dei cittadini”. Il progetto rientra a pieno titolo negli obiettivi del documento strategico “Agenda Digitale della Provincia di Brescia”, rivolto a sostenere lo sviluppo socio-economico del territorio tramite la progressiva realizzazione di interventi innovativi e auto-sostenibili. A2A Smart City ha deciso di implementare nei Comuni aderenti all’iniziativa sia servizi tradizionali che innovativi, dall’installazione di 165 “Gateway” per la copertura in radiofrequenza all’installazione di 208 nuovi Access Pont, nell’ottica di migliorare significativamente la qualità e la copertura del servizio Wi-Fi. Tra le tecnologie “smart” sottolineate da Valerio Camerano rientra anche l’installazione di un software in grado di rendere fruibili i dati raccolti con i dispositivi in campo, oltre all’aggiunta di sensori antintrusione, ambientale, building comfort e per il monitoraggio strutturale.

 

Eni: il commento di Claudio Descalzi sulla trimestrale

Il Consiglio di Amministrazione di Eni ha approvato i risultati consolidati del terzo trimestre e dei nove mesi 2018: l’analisi dell’AD Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi, AD Eni

Claudio Descalzi: Eni continua a crescere nel terzo trimestre dell’anno

Performance decisamente positiva per Eni nel terzo trimestre 2018, che al 30 settembre registra risultati in forte crescita. Nel periodo in esame il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha realizzato un utile netto adjusted di 1,39 miliardi di euro (0,23 miliardi nel terzo trimestre 2017): nei primi nove mesi dell’anno si è attestato a 3,13 miliardi di euro, rispetto allo stesso periodo del 2017 più che raddoppiato. Di 3,3 miliardi di euro l’utile operativo adjusted nel terzo trimestre (più che triplicato sul periodo di confronto), mentre nei nove mesi è stato di 8,25 miliardi di euro: è aumentato più del doppio in confronto ai nove mesi dell’anno precedente. L’utile netto è stato di 1,53 miliardi di euro nel trimestre e di 3,73 miliardi di euro nei nove mesi. La generazione di cassa operativa è stata di 4,1 miliardi (+90% sul terzo trimestre 2017) con 9,32 miliardi nei nove mesi (+37% sui nove mesi 2017): rispetto al secondo trimestre 2018 il rialzo è stato del +35% a sostanziale parità di scenario Brent. Investimenti netti: nei nove mesi ammontano a 5,52 miliardi, con un indebitamento finanziario netto a fine settembre intorno ai 9 miliardi, in calo di 1,91 miliardi rispetto al 31 dicembre 2017 e dopo il pagamento di dividendi per 2,95 miliardi. Anche in questo caso il dato supera le attese del consenso (9,49 miliardi). Claudio Descalzi si è detto “particolarmente soddisfatto dei risultati del trimestre“.

Eni: l’AD Claudio Descalzi illustra i risultati della trimestrale e dei nove mesi 2018

Nel commentare la trimestrale, Claudio Descalzi ha rilevato in particolare come tali risultati abbiano consentito “di produrre una generazione di cassa eccellente“. L’AD di Eni ha inoltre sottolineato come “grazie a questa performance raggiungiamo un debito netto di 9 miliardi, in riduzione di circa 900 milioni rispetto a fine giugno pur avendo già corrisposto tutti i dividendi di competenza di quest’anno“. Claudio Descalzi ha inoltre confermato per il 2018 “una neutralità di cassa di gruppo, compresa la copertura dei dividendi, a 55 dollari al barile, oltre 20 dollari più bassa rispetto alle quotazioni Brent attuali, a testimonianza della disciplina finanziaria che siamo determinati a mantenere nel tempo“.

 

Premio Kennedy: tra i vincitori c’è anche l’imprenditore Alessandro Benetton

L’imprenditore italiano Alessandro Benetton è tra i vincitori del Premio Kennedy: al gala che si è svolto a Montecarlo per i 50 anni della Fondazione RfK Human Rights Foundation ha partecipato la figlia del senatore newyorkese, Kerry Kennedy.

Alessandro Benetton

Ad Alessandro Benetton il premio Kennedy: 50 anni di RfK Human Rights Foundation

L’imprenditore italiano Alessandro Benetton si è aggiudicato il Premio Kennedy, un importante riconoscimento guadagnato grazie al suo impegno verso lo sviluppo sostenibile portato avanti con le attività di 21 Investimenti. Il Premio è stato assegnato in occasione del cinquantesimo anniversario della RfK Human Rights Foundation, durante il gala di giovedì 25 ottobre organizzato a Montecarlo. All’evento ha preso parte Kerry Kennedy, la figlia del senatore newyorkese ucciso il 6 giugno 1968: “Quando papà si candidò alla presidenza lo fece predicando pace, giustizia e compassione verso chi soffre”, ha dichiarato la figlia Kerry. “gli Stati Uniti, disse, dovrebbero battersi per questo.” La RfK Human Rights Foundation è molto attiva in Italia per la diffusione della conoscenza dei diritti umani nelle scuole e nelle carceri, e per la lotta al bullismo. Kerry Kennedy ha espresso la sua preoccupazione verso “la minaccia, globale, che l’odio pone nei confronti dei diritti umani”. Alessandro Benetton non è stato l’unico a essere insignito del Premio, che è stato consegnato ad altre figure di spicco della nostra contemporaneità che si sono impegnate per la salvaguardia dell’ambiente e dei diritti umani o per una particolare dedizione verso la figura del senatore.

Alessandro Benetton e gli altri premiati

“Io credo che il messaggio di mio padre sia molto attuale e che funzionerebbe anche sui social network”, ha dichiarato Kerry Kennedy: “le persone, nel mio Paese, non vogliono più divisioni ma qualcuno che tiri fuori il meglio da ognuno di noi e che abbia una visione per sanare le spaccature”. Alessandro Benetton, premiato per aver posto lo sviluppo sostenibile al centro della propria strategia aziendale, ha condiviso quest’importante riconoscimento con il principe Alberto II di Monaco, premiato per l’impegno nella salvaguardia dell’ambiente e degli oceani. Anche il fotografo americano Harry Benson ha ricevuto il riconoscimento per aver raccontato la figura di Kennedy fino alla morte e per aver documentato, durante tutta la sua carriera, le violazioni dei diritti umani. Il Robert F. Kennedy Journalism Award è stato assegnato invece alla giornalista cubana Yoani Sánchez, per il suo impegno contro il governo cubano. In Italia la Fondazione RfK è presieduta da Marialina Marcucci, che si occupa anche di progetti per l’integrazione dei migranti. Alessandro Benetton, assente al gala del 25 ottobre, è stato premiato grazie al lavoro svolto negli anni alla guida di 21 Investimenti.