Nicolò Zanon: il professore è moderatore della Conferenza “Revolutionary Constitutionalism”

È intitolata “Revolutionary Constitutionalism” la conferenza che a ottobre si terrà presso l’Università degli Studi di Milano: il professore Nicolò Zanon sarà presente come moderatore durante la sessione mattutina.

Nicolò Zanon

Nicolò Zanon moderatore alla conferenza di Bruce Ackerman

Il 5 ottobre prossimo, presso l’Università degli Studi di Milano, si terrà una Conferenza che durerà l’intera giornata: “Revolutionary Constitutionalism” è un’occasione importante per incontrare l’autore americano Bruce Ackerman, che risponderà alle domande dei presenti e discuterà del suo nuovo libro intitolato “The rise of World Constitutionalism – Volume I: Revolutionary Constitutions”. Tra i moderatori dell’appuntamento, per quanto riguarda la sessione mattutina dalle 10 alle 12.15, sarà presente il giurista e docente Nicolò Zanon. La Conferenza, organizzata da Lorenza Violini, Richard Albert e Antonia Baraggia, sarà divisa in due sessioni: nel corso della mattina avranno luogo vari interventi di esperti provenienti da diverse università italiane, mentre le conclusioni saranno affidate a Nicolò Zanon; nel primo pomeriggio invece avverrà il Q&A con l’autore Bruce Ackerman, della Yale Law School, seguito da una tavola rotonda e un ulteriore momento di discussione con l’autore. La Conferenza si terrà nella Sala Napoleonica dell’Università degli Studi di Milano, in via Sant’Antonio 12.

L’esperienza professionale di Nicolò Zanon

Classe 1961, Nicolò Zanon è un giurista e docente italiano originario di Torino. In seguito alla laurea in Giurisprudenza, consegue il titolo di dottore in ricerca in Diritto comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Firenze. Tra il 1991 e il 1996 è attivo come ricercatore per l’Università di Torino, mentre al contempo continua il proprio percorso di formazione in Francia e in Germania. Successivamente lavora come professore a contratto di Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università Bocconi di Milano: è solo il primo dei suoi incarichi come docente, che lo portano in altre importanti facoltà come quella di Scienze Politiche dell’Università di Padova e quella di Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano e di Milano-Bicocca. Sono anni ricchi anche dal punto di vista della produzione scientifica, che vedono Nicolò Zanon impegnato presso le redazioni di importanti riviste di settore ed editorialista per “Il Sole 24 Ore”, “Il Giornale” e “Libero”. Dal 2010 al 2014 è componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura. Attualmente ricopre la carica di giudice della Corte costituzionale, su nomina del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. È Ordinario (fuori ruolo) di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano, oltre ad essere stato insignito nel 2017 del titolo di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

 

Corte Costituzionale: Nicolò Zanon scrive e deposita la sentenza 170 su magistrati e politica


La sentenza 170 della Corte Costituzionale, scritta e depositata il 20 luglio da Nicolò Zanon: è importante che per i magistrati resti salda la distinzione tra esercizio dell’elettorato passivo e organico schieramento con una delle parti politiche in gioco.

Nicolò Zanon

Nicolò Zanon: i contenuti della sentenza 170 della Corte Costituzionale

Nella sentenza 170 della Corte Costituzionale del 20 luglio 2018, scritta e depositata dal professor Nicolò Zanon, si sancisce che “non è contraddittorio né lesivo dei diritti politici consentire ai magistrati di partecipare, a certe condizioni, alla vita politica, candidandosi alle elezioni o ottenendo incarichi di natura politica, e al tempo stesso prevedere come illecito disciplinare la loro iscrizione a partiti politici nonché la partecipazione sistematica e continuativa all’attività di partito.” Secondo la Corte Costituzionale è importante preservare il significato dei principi costituzionali di indipendenza e imparzialità propri e caratterizzanti della figura del magistrato in ogni aspetto della sua vita pubblica: il concetto fondamentale espresso dalla sentenza è che per i magistrati “deve rimanere salda la distinzione tra esercizio dell’elettorato passivo e organico schieramento con una delle parti politiche in gioco”. È opportuno quindi valutare caso per caso i requisiti di sistematicità e continuità della partecipazione del magistrato alla vita di un partito, escludendo così ogni automatismo sanzionatorio. Il relatore della sentenza 170 Nicolò Zanon ricopre la carica di giudice della Corte Costituzionale dal 2014, anno in cui ha ricevuto la nomina dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Nicolò Zanon: il profilo formativo e professionale

Classe 1961, Nicolò Zanon è un avvocato, giurista e docente universitario. Laureato in Giurisprudenza con una tesi in Diritto pubblico comparato, consegue il titolo di dottore in ricerca in Diritto comparato presso l’Università di Firenze: colleziona diverse esperienze formative anche all’estero, in particolare in Francia e in Germania. Negli stessi anni svolge l’attività di ricercatore presso l’Università di Torino. Professore a contratto presso l’Università Bocconi di Milano, la sua attività accademica si estende anche all’Università Milano-Bicocca e all’Università degli Studi di Milano. Autore di diversi articoli per riviste giuridiche italiane e straniere, Nicolò Zanon ha lavorato anche come editorialista per quotidiani autorevoli come “Il Sole 24 ore”, “Il Giornale” e “Libero”. Nominato componente del “Gruppo di lavoro per la Riforma dello Statuto regionale” nel 1998, tra il 2009 e il 2010 è componente del Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa. Nel luglio 2010 il Parlamento riunito in seduta comune lo elegge Componente laico del Consiglio Superiore della magistratura, carica che lo impegna per quattro anni. Attualmente giudice della Corte Costituzionale, è Ordinario (fuori ruolo) di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano. Dal 2017 è Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

 

Indice sostenibilità Dow Jones 2018: Luigi Ferraris sul posizionamento di Terna

Dow Jones Sustainability Index 2018: Terna, l’operatore italiano di reti per la trasmissione dell’energia, raggiunge il primo posto mondiale nel settore delle Electric Utilities. Il plauso dell’AD Luigi Ferraris .

Luigi Ferraris

Luigi Ferraris: Terna al vertice del Dow Jones Sustainability Index 2018

La decima conferma consecutiva nel Dow Jones Sustainability Index 2018 per Terna è anche la più importante. Perché la performance di sostenibilità conseguita quest’anno proietta il gruppo guidato da Luigi Ferraris al primo posto mondiale nel settore delle Electric Utilities. A sancirlo l’agenzia svizzera di rating di sostenibilità RobecoSAM, che ha comunicato inoltre la permanenza di Terna nell’indice World e nel più ristretto indice Europe. Il gruppo italiano cresce di 4 punti sul dato 2017, ricalcolato secondo la nuova metodologia di valutazione, e raggiunge un punteggio complessivo di 91/100. È il più alto di sempre per Terna ma anche il più elevato in relazione alle altre utility elettriche in classifica: basti pensare che la media di settore è di 46/100. L’impegno del gruppo per la sostenibilità, ribadito in più occasioni dall’AD Luigi Ferraris, è stato riconosciuto su più fronti: Terna è risultata prima nei criteri economici “Materiality, Risk and crisis management” e “Policy influence”, nei criteri ambientali “Environmental reporting”, “Operational eco-efficiency”, “Transmission and distribution” e nei criteri sociali “Social reporting”, “Human capital development”, “Corporate citizenship and philantropy”.

Terna: la soddisfazione dell’AD Luigi Ferraris per il posizionamento nel DJSI

Per chi ha fatto della sostenibilità uno dei tratti distintivi della sua attività nel gruppo, il primato nel Dow Jones Sustainability Index 2018 non può che essere motivo d’orgoglio. Con questo spirito Luigi Ferraris commenta il traguardo raggiunto: “Per Terna la sostenibilità è una leva strategica – ricorda l’AD – che ogni giorno guida il nostro lavoro verso un paradigma energetico che sia in grado di creare sempre maggior valore per le imprese e la collettività”. Il valore della conferma di Terna nel Dow Jones Sustainability Index emerge dalle parole di Luigi Ferraris: “È un riconoscimento al nostro impegno per l’introduzione nel nostro business di un modello inclusivo, attento alle istanze dei territori e dei nostri stakeholder”.

 

Luigi Ferraris commenta lo scenario economico attuale al Forum Ambrosetti

Nel corso del Forum Ambrosetti, tenutosi nella suggestiva location di Cernobbio, l’AD di Terna Luigi Ferraris ha risposto alle domande di Affaritaliani.it sul piano degli investimenti e sulle prospettive economiche del Paese, sottolineando l’importanza della decarbonizzazione e della creazione di una rete più resiliente.

Luigi Ferraris, AD Terna

Luigi Ferraris al Forum Ambrosetti: i progetti di Terna e la riflessione sulla situazione economica attuale

Il Forum Ambrosetti, incontro annuale che si svolge a Cernobbio e che prevede la partecipazione di capi di stato, ministri, premi Nobel ed esperti di settore, è un’occasione fondamentale per discutere di temi economici, riflettendo sullo scenario attuale e sulle prospettive future. L’Amministratore Delegato di Terna, Luigi Ferraris, ha partecipato all’incontro ed è stato intervistato per l’occasione da Affaritaliani.it. Il discorso si è concentrato sull’andamento del piano investimenti di Terna e sul futuro economico del Paese. “Stiamo procedendo secondo i nostri programmi” ha spiegato l’AD. “Abbiamo un piano investimenti per i prossimi 5 anni che vale 5.3 miliardi di euro, interamente riguardanti l’Italia, finalizzati ad accompagnare il processo di decarbonizzazione in atto, a rafforzare la rete e a renderla più resiliente rispetto ai cambiamenti climatici”. Per quanto riguarda invece le prospettive economiche dell’Italia, Luigi Ferraris si è mostrato ottimista, sottolineando come i dati economici fondamentali stiano dando segnali positivi: secondo l’AD infatti la domanda di energia, che è uno degli indicatori utilizzati da Terna per misurare le performance del Paese, mostra ancora un segno positivo. “Direi che è in corso il consolidamento di una fase di crescita che, anche se al di sotto dell’1%, conferma il trend”.

Il curriculum di Luigi Ferraris, Amministratore Delegato di Terna

Il percorso professionale del manager Luigi Ferraris inizia con il suo impegno nel settore auditing di PriceWaterhouse, che lo introduce poi a posizioni di rilievo in importanti aziende industriali italiane e internazionali. Negli anni 1998 e 1999 entra nel Gruppo Finmeccanica come Chief Financial Officer di Elsacom, società attiva nel settore della telefonia satellitare. Da ottobre 1999 a gennaio 2015 ricopre vari incarichi nel Gruppo Enel: è Chief Financial Officer, Presidente di Enel Green Power e Responsabile dell’area America Latina, oltre che Amministratore Delegato della controllata cilena Enersis. Inoltre è stato Consigliere di Amministrazione della controllata spagnola Endesa S.A e di altre importanti società del Gruppo. Da aprile 2015 è per due anni Consigliere indipendente della società energetica ERG S.p.A. e Consigliere del Gruppo PSC S.p.A. Luigi Ferraris è Chief Financial Officer del Gruppo Poste Italiane da febbraio 2015, guidandone il processo di privatizzazione e di quotazione in borsa. Attualmente è Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna S.p.A., in cui ricopre l’incarico da maggio 2017.

 

Elettrificazione e sostenibilità: Francesco Starace, AD di Enel, ne parla al Forum Ambrosetti

A Cernobbio per il Forum Ambrosetti, l’AD di Enel Francesco Starace è stato intervistato da “Affari Italiani” sui vantaggi dell’elettrificazione: il tema è al centro di uno studio realizzato da Enel insieme a The European House.

Francesco Starace, ad di Enel

Francesco Starace al Forum Ambrosetti: l’intervista di “Affari Italiani”

Intervistato al Forum Ambrosetti dove ha presentato lo studio “Electrify 2030” realizzato da Enel insieme a The European House, l’AD Francesco Starace ha evidenziato come l’elettrificazione rappresenti una grandissima opportunità per tutte le economie mondiali che devono saper approfittare di quanto sta succedendo dal punto di vista energetico: “Man mano che un sistema elettrico diventa decarbonizzato con una progressiva penetrazione di rinnovabili su base competitiva si registrano due fenomeni: scende il prezzo dell’energia e diventa insensibile alle variazioni delle commodity petrolifere”. Come osserva Francesco Starace, diventa quindi interessante “utilizzare l’energia elettrica per scopi ulteriori rispetto a quelli cui siamo abituati”. L’AD cita come esempi la mobilità elettrica e l’efficientamento energetico, sia negli edifici che per usi industriali: “Più l’energia elettrica viene usata e diviene sempre meno carbon intensive più vengono decarbonizzati interi segmenti dell’attività industriale ed economica della nostra società”. Insomma, secondo l’AD si tratta di “una grandissima opportunità per noi che ci occupiamo di energia elettrica e per tutti quanti”. Entro il 2030 l’Italia punta a raggiungere un livello di elettrificazione (inteso come quota sul consumo energetico totale coperta dal vettore elettrico) tra il 24% e il 30%: attualmente la percentuale è del 21%. Secondo lo studio i settori con maggiore potenziale di crescita sono i trasporti, gli edifici e l’industria.

Enel: il ritratto professionale dell’AD Francesco Starace

Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel da maggio 2014, Francesco Starace avvia la propria carriera nel 1981 in NIRA Ansaldo dove lavora come analista della sicurezza degli impianti elettronucleari. Tra il 1982 e il 1987 si occupa della costruzione e della gestione di impianti di generazione elettrica per General Electric operando anche in Egitto, Stati Uniti e Arabia Saudita. In seguito passa ad ABB Group per svolgere diversi incarichi in ambito manageriale. Nel 1998 Alstom Power gli affida il ruolo di Senior Vice President delle vendite globali e impianti chiavi in mano per la divisione turbine a gas. Entra in Enel nel 2000: inizialmente Responsabile Energy Management di Enel Produzione, nel 2002 viene chiamato a guidare l’Area Business Power all’interno della divisione Generazione ed Energy Management. Nel periodo 2005-2008 ricopre il ruolo di Direttore della Divisione Mercato Italia: a partire dal 2008 assume la guida di Enel Green Power, la neonata società del gruppo specializzata nello sviluppo e nella gestione di attività legate all’energia da fonti rinnovabili. La porterà in soli sei anni a diventare uno dei player di riferimento del settore a livello mondiale, curandone anche la quotazione sui mercati di Milano e di Madrid. Nel maggio del 2014 il CdA lo nomina Amministratore Delegato e Direttore Generale di Gruppo Enel: il mandato è stato rinnovato nel 2017. Francesco Starace è laureato in Ingegneria Nucleare presso il Politecnico di Milano: già membro del consiglio del Global Compact dell’Onu e Copresidente delle comunità Energy Utilities e Energy Technologies del World Economic Forum, nel giugno 2017 è stato nominato Presidente di Eurelectric, l’associazione che rappresenta nel mondo l’industria elettrica europea.

 

Ottava edizione di “Le Fonti Awards”: premiato Carlo Malinconico

Carlo Malinconico e il suo studio legale sono stati premiati lo scorso giugno ai “Le Fonti Awards”: il giurista, durante la serata che si è svolta a Milano, è stato nominato “Avvocato dell’anno in Diritto Amministrativo”.

Carlo Malinconico

Carlo Malinconico premiato ai “Le Fonti Awards”

Si è svolta il 21 giugno a Milano, presso l’importante location di Palazzo Mezzanotte, la serata di premiazioni per l’ottava edizione dei “Le Fonti Awards”: vi ha partecipato anche Carlo Malinconico, Professore Ordinario di Diritto dell’Unione Europea. Il giurista ha ricevuto il premio “Avvocato dell’anno in Diritto Amministrativo”, un riconoscimento prestigioso in un contesto altrettanto importante: “Le Fonti Awards” sono un premio internazionale che prevede diverse tappe successive a quella di Milano. Si sposterà in seguito a New York, Londra, Dubai e Hong Kong, continuando il roadshow. Alle serate di premiazione vengono affiancate tavole rotonde per favorire l’interazione e la discussione tra CEO, Top Executive, finalisti e vincitori. Durante la tappa di Milano alla quale ha partecipato Carlo Malinconico, è stato messo in onda e commentato il CEO Summit, evento particolarmente rilevante nel contesto degli Awards: prevede infatti un momento di scambio e di dialogo istituzionale tra i maggiori protagonisti dell’economia, dai Chief Executive Officer e Top Manager di multinazionali, imprese e banche, ai partner dei più rinomati studi legali italiani e internazionali.

“Le Fonti Awards”: la giuria e l’importanza del riconoscimento a Carlo Malinconico

Il premio “Avvocato dell’anno in Diritto Amministrativo” ricevuto da Carlo Malinconico ha una particolare valenza a livello internazionale: il contesto di “Le Fonti Awards” facilita lo scambio di contatti e di idee tra diverse aree di business a livello globale. La reputazione dei vincitori viene fatta risaltare tra tutti i partecipanti agli Awards, dando così visibilità e credibilità a chi si aggiudica i premi. Le attività più efficienti e innovative ricevono grande esposizione mediatica, in particolare tra le comunità di investitori appartenenti alle città nelle quali si svolgono gli Awards. Carlo Malinconico e il suo studio legale sono stati positivamente valutati da una giuria di esperti che hanno assegnato il premio: il Comitato Scientifico che decreta i vincitori è composto da esperti in ambito accademico, finanziario, imprenditoriale e legale. L’Editore tiene conto dei loro giudizi e di quelli della Redazione e sceglie così i vincitori di ogni categoria, in base a diversi fattori che vengono presi in considerazione ogni volta: oltre ai rendimenti, alle operazioni e ad altri fatti interessanti avvenuti negli ultimi 12 mesi, gli elementi valutati sono il livello di innovazione, i risultati di business, la leadership nel settore, l’internazionalizzazione, la qualità del servizio, la sostenibilità e la preparazione professionale.

 

Luigi Ferraris, AD di Terna: il percorso formativo e professionale

Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna da maggio 2017, Luigi Ferraris ha ricoperto nel corso della sua carriera numerosi incarichi di rilievo operando all’interno di grandi realtà aziendali.

Luigi Ferraris

Luigi Ferraris: gli esordi professionali e le prime esperienze di rilievo

È nel 2017 che Luigi Ferraris viene scelto per guidare Terna, l’operatore di reti elettriche attivo su scala internazionale. Nato a Legnano nel 1962, Luigi Ferraris si laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Genova e intraprende le sue prime esperienze professionali in Price Waterhouse, società specializzata in servizi di revisione e consulenza nel settore auditing. Successivamente svolge diversi incarichi manageriali all’interno di grandi aziende come Agusta, Piaggio VE e Sasib Beverage. È il 1996 quanto entra nell’universo Finmeccanica: inizialmente Area Controller Europa di ELSAG Bailey Process Automation, nel 1998 diventa Chief Financial Officer di Elsacom, società attiva nel comparto della telefonia satellitare. Ricopre tale ruolo fino al 1999, quando decide di passare ad Enel: qui Luigi Ferraris arriva progressivamente a ricopre posizioni di crescente rilievo e responsabilità tra le quali quelle di Presidente di Enel Green Power e di CFO del gruppo.

Luigi Ferraris: il presente professionale in Terna

Il 2015 segna il passaggio di Luigi Ferraris a Poste Italiane: in qualità di Chief Financial Officer del gruppo, gestisce importanti operazioni tra cui la privatizzazione e la quotazione in Borsa. Nel 2017, come riporta anche Adnkronos, viene nominato Amministratore Delegato di Terna. La sua gestione si caratterizza per il forte impegno in ambito sostenibile: non a caso il gruppo è inserito nei principali indici di sostenibilità, elaborati dalle più importanti agenzie di rating riconosciute a livello internazionale. Luigi Ferraris è impegnato anche sul fronte della docenza: insegna “Corporate Strategy” presso il dipartimento di Economia dell’Università “Luiss Guido Carli” di Roma, dove ha tenuto anche i corsi di “Energy management” nell’ambito del Master in Business Administration, “Strategie d’impresa”, “Planning and Control” e “Sistemi di controllo di Gestione”.

 

Roberto Casula, la storia dell’ingegnere oggi ai vertici di Eni

Grazie alle competenze maturate nell’ambito delle estrazioni di idrocarburi in Agip, come ingegnere di giacimento, Roberto Casula ha iniziato a ricoprire ruoli dirigenziali nel settore. Oggi è Chief Development, Operations & Technology Officer di Eni.

Roberto Casula

Roberto Casula: gli inizi di carriera

La carriera di Roberto Casula, ingegnere minerario laureatosi all’Università degli Studi di Cagliari nel 1988, prende avvio in Agip alla fine degli anni ’80. L’esordio professionale lo vede attivo da subito nel settore delle estrazioni di idrocarburi con l’incarico di ingegnere di giacimento. Fino al 1991 si occupa in tal senso delle prove di produzione e dell’acquisizione dati sui pozzi. Successivamente si sposta in Beicip – Franlabi con il compito di supervisionare la modellizzazione numerica del comportamento dinamico dei giacimenti. Reservoir engineer e Petroleum Engineer per Agip Angola Ltd, Roberto Casula viene nominato nel 1994 Chief Development engineer. Grazie alla profonda conoscenza maturata nel settore, tre anni più tardi fa ritorno in Italia per rivestire il ruolo di Development and Production Coordinator in Eni S.p.A. Per il professionista di origini cagliaritane, classe 1962, ha così ufficialmente inizio la carriera all’interno del Colosso energetico che lo porterà a occuparsi principalmente dell’area mediterranea, africana e medio-orientale.

Roberto Casula, le esperienze e le attività in Eni

L’impegno professionale di Roberto Casula prosegue in Eni con la nomina a dirigente nel 2001, quando diviene Project Director, responsabile dell’implementazione del progetto South Pars Gas fasi 4-5. Si trasferisce quindi in Iran, a Teheran, fino al 2004, anno in cui riceve la nomina di Amministratore Delegato (Managing Director) di Eni Mediterranea Idrocarburi S.p.A. di Gela (Sicilia). Managing Director di Eni Nord Africa BV tra il 2005 e il 2007, Roberto Casula occupa la posizione di Senior Vice President della Regione Sub-Sahariana tra la fine del 2007 e il giugno dell’anno seguente: al termine di questo periodo si trasferisce in Nigeria per dirigere le tre consociate Eni nel Paese (N.A.O.C. Ltd, N.A.E. Ltd., A.E.N.R. Ltd) con l’incarico di Presidente. Nel 2011 le competenze del manager e ingegnere cagliaritano vengono estese anche ai Paesi dell’Africa e del Medio-Oriente. Infine, nel 2014 Roberto Casula assume la Direzione Tecnica con la qualifica di Chief Development, Operations & Technology Officer.

 

Mauro Ticca e l’intelligente soluzione delle consegne a domicilio a pedali

"I dati che ho avuto modo di considerare non lasciano dubbi sull’impatto della logistica urbana sulla congestione cittadina e sulla qualità dell’aria": in questo contesto il manager Mauro Ticca illustra le dinamiche e i vantaggi delle consegne a domicilio via pedali.

Mauro Ticca

Mauro Ticca: la logistica urbana e lo scenario attuale

Il manager Mauro Ticca è intervenuto durante l’incontro titolato "La ciclo-logistica al servizio di una città migliore", tenutosi presso l’Urban City Center di piazza Palazzo di Città a Torino. Il manager ha quindi espresso le proprie opinioni riguardo questa nuova modalità di consegne, definendola risolutiva e auspicabile anche in Italia. "Quella delle consegne a domicilio a pedali", spiega Mauro Ticca, "è una formula promettente che consente di soddisfare del tutto uno dei problemi che più mi sta a cuore, cioè la richiesta di consegne efficaci e veloci da parte degli utenti dell’e-Commerce, risolvendo nel contempo i pesanti problemi legati all’ultimo miglio tra cui gestione del traffico e qualità dell’aria nei centri cittadini". Questo metodo di consegna avrebbe infatti risvolti positivi in tema di flessibilità, rapidità, puntualità e organizzazione, venendo incontro al costante incremento dello shopping via internet, che richiede maggiori servizi di consegna a domicilio. "Credo che l’attuale modello di trasporto urbano delle merci basato sull’impiego di furgoni non sia appropriato per soddisfare le nuove esigenze", spiega il manager. "Van e cabinati sono causa e vittima del traffico. Spesso bloccati negli ingorghi, hanno sempre maggiori problemi nel reperimento di parchetti per effettuare soste rapide."

I benefici derivanti dalla ciclo-logistica illustrati da Mauro Ticca

Secondo Mauro Ticca, l’evoluzione e la crescita della ciclo-logistica apporterebbero notevoli vantaggi sia organizzativi che ambientali, oltre che economici. "Le cargo bike sono molto meno costose dei furgoni, sono esenti dal pagamento della sosta o dalla tariffazione degli accessi al centro urbano, non richiedono assicurazione (se non quella per chi pedala) e bollo, non necessitano di revisione e hanno spese di manutenzione e "rifornimento" irrisorie. Benefici che, di fatto, convincono tutti i responsabili delle multinazionali, pur se con formule differenti". Le biciclette e le cargo bike, anche elettriche, consentono il trasporto di merci fino a 200 kg e si basano su mini-hub dislocati nei centri urbani. Questo metodo di consegna è in piena armonia con uno sviluppo sociale sostenibile e rispetta l’ambiente, ottimizzando gli imballaggi e minimizzando l’inquinamento. Da considerare inoltre, come sottolinea Mauro Ticca, la possibilità di creare nuovi posti di lavoro, che vanno definiti tramite regole che assicurino ai ciclisti condizioni dignitose e tutela sanitaria. Il primo moderno sistema di servizio di consegna con bici nasce nel 2008: l’Urban Bike Messengers (UBM) di Milano, da allora è cresciuto fino a raggiungere 10 aziende attive nel capoluogo lombardo, e oltre 60 imprese operative in 40 città italiane. La ciclo-logistica, sottolinea il manager, è destinata a evolversi verso altri mezzi a zero emissioni, come scooter, quadricicli e furgoni elettrici, al fine di raggiungere l’obiettivo europeo di avere consegne urbane a zero emissioni entro il 2030.